In un clima di sospensione e di incertezza, i sacerdoti di Tolone si ricompattano intorno al loro vescovo, dopo le recenti vicissitudini legate al loro attaccamento al Rito antico. I nodi sono venuti al pettine con la sofferta vicenda dell'ordinazione clandestina: (qui - qui - qui - qui - qui) con le incresciose conseguenze anche per la diocesi; pur se non esclusivamente determinanti per quest'ultima (qui) sotto tiro già di suo. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes, sui Responsa ad Dubia e Desiderio desideravi.
Circa 150 sacerdoti si sono radunati attorno a
monsignor Rey dopo la sospensione delle ordinazioni
Il 15 settembre quasi 150 sacerdoti della diocesi di Fréjus-Toulon si sono riuniti a La Castille attorno al vescovo Dominique Rey, per discutere con lui gli eventi che hanno scosso la Chiesa nel Var in questi mesi. Attesissimi in un clima di incertezza, questi scambi sono stati un'opportunità per il vescovo di rispondere alle domande e alle preoccupazioni dei sacerdoti.
Dopo la sospensione delle ordinazioni di giugno, da Roma non sono arrivate nuove informazioni e la diocesi non sa ancora quando si potranno ordinare nuovamente sacerdoti e diaconi. Nonostante questa mancanza di prospettiva, il vescovo Dominique Rey ha offerto ai suoi sacerdoti un incontro per discutere l'argomento. Dopo aver esaminato in dettaglio lo svolgersi degli eventi, il vescovo ha illustrato le decisioni trasmesse alla Congregazione dei Vescovi:
- La redazione di un inventario delle comunità presenti nella Diocesi con visitatori che possono avere diverse prospettive (canoniche, pastorali, spirituali);
- La sospensione dell'accoglienza di nuove comunità;
- L'applicazione della Carta di Saint-Léonce nel rispetto del Motu Proprio Traditionis Custodes, con una visita sistematica ai gruppi interessati sotto la responsabilità del referente designato.
- L'accoglienza di nuovi sacerdoti sarà d'ora in poi subordinata alla decisione del Consiglio Presbiterale.
“Ho riconosciuto errori di apprezzamento e discernimento nell'accoglienza e nel seguito di alcune comunità, ma ho anche messo in evidenza i frutti missionari e la fecondità dei vari carismi e iniziative pastorali della Diocesi. Ho tenuto conto delle osservazioni, degli errori commessi, senza mettere in discussione l'opera di comunione missionaria da costruire insieme”, ha spiegato il vescovo.
Dopo il suo intervento, padre Michaël Nachez, membro del Collegio dei Consultori e vicepresidente dell'ufficio del Consiglio presbiterale, ha assicurato ai sacerdoti che “è importante mantenere la comunione come linea guida. Questa crisi ci invita a riformarci, a optare per una maggiore trasparenza per il bene di tutti. Invito i sacerdoti a non esitare a contattarci per portare la questione al Consiglio Presbiterale.”
Dallo scoraggiamento alla forza dell'unità
I sacerdoti sono stati quindi invitati a prendere la parola e a rivolgere i loro messaggi e le loro domande direttamente a monsignor Rey: uno scambio in piena franchezza. Mentre alcuni hanno espresso “demotivazione” o “scoraggiamento”, molti hanno dato il loro sostegno al vescovo ed hanno espresso il desiderio di evolvere insieme. “È l'unità che prevale su tutto ciò che si aspettano i fedeli di questa diocesi, attorno a Monsignore e con l'impegno di ciascuno” ha insistito uno dei sacerdoti presenti.
Provenienti da diverse comunità, molti hanno espresso la loro gratitudine al vescovo Rey. “Grazie Monsignore per l'accoglienza, la gentilezza e la paternità”.
Molti concordano anche sul fatto che questa prova sia un'opportunità per essere lucidi sulle difficoltà e la volontà di porvi rimedio.
Ascoltando i bisogni dei suoi confratelli sacerdoti, mons. Dominique Rey ha deciso di aumentare la sua presenza sul campo, attraverso visite alle parrocchie, per sostenere e accompagnare meglio i sacerdoti nel loro ministero. Questo incontro è stato apprezzato dai sacerdoti “Anche se non c'era nulla di nuovo, è stata una buona occasione per la libertà di parola. Ho pensato che fosse molto bello esporre le realtà attuali e cercare l'unità” ci ha confidato uno di loro, al termine dell'assemblea. - Fonte
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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