Biden lo aveva promesso già a febbraio |
Cercando di capirci di più leggendo qua e là scopro, sintetizzando di seguito, che alla complessa lettura del sabotaggio mancano alcuni tasselli importanti. Una analisi geopolitica non può ignorare il Baltic Pipe. In questo momento i due Nord Stream non portano gas all'Europa; per cui uno dei possibili significati di questo attentato (casualmente nel medesimo tratto dove corre appunto il Baltic Pipe) potrebbe consistere nel mostrare la fragilità dei rifornimenti di gas in Europa. La nuova struttura di rifornimento in fase di inaugurazione, tutta europea, porterebbe gas norvegese alla Danimarca via Polonia svincolandosi dalla Russia. Quindi la lettura è ancora in corso, ma diventa più complessa dell'estremizzazione che attribuisce la responsabilità a Biden & C, che ha pur sempre interesse e creare un punto di non ritorno rispetto ad una possibile ripresa di rapporti europei con la Russia. Sul NYT di oggi la stessa CIA ritiene improbabile la responsabilità dei russi. Potrebbero anche essere stati i britannici, i polacchi, gli ucraini; in ogni caso è una brutta storia incastonata in un contesto magmatico con un occidente atlantico ben lontano dall'agonizzante civiltà europea che, almeno finora, se ne sta lasciando fagocitare... (MG)
e lettura interdisciplinare di una realtà complessa
Ad ogni modo, il Mackinder era ossessionato dal pericolo di sviluppo continentale condotto dall’allora Impero russo. Se nel continente si fosse formato un potere territorialmente vasto e potente, poiché i britannici stavano su un’isola, avrebbero corso il rischio di diventare periferia. Da dove proveniva questa sensazione urgente di pericolo?
Doveva esserci qualcosa di attuale anche se la preoccupazione strategica inglese nei confronti del pericolo che i russi potessero diventare un egemone dei grandi spazi continentali era di lunga data, vedi Guerra in Crimea.
Nel 1900, all’Esposizione universale di Parigi, i russi presentarono per la prima volta il progetto di una incredibile linea ferroviaria che doveva collegare (collegare è potenzialmente unire), l’estremo occidente con l’estremo oriente russo. Si chiamava Transiberiana e verrà completata giusto l'anno prima dell'articolo fondativo dell'inglese. Fu questo annuncio a preoccupare le élite imperiali britanniche e il Mackinder se ne fece “il proprio tempo appreso nel pensiero”, inventando la disciplina. C’erano state altre letture di geografia politica in passato, ma per convenzione si dà i natali della disciplina col suo articolo.
A dire che la politica tra nazioni è letta con la geografia su cui si trovano sistemi. I sistemi sono gli Stati, ma sono le loro interrelazioni ad interessare il conflitto geopolitico. Le interrelazioni possono essere immateriali, ad esempio condividere una valuta, una serie di organizzazioni multilaterali, convenzioni giuridiche generali o specifiche del fare economico (ad esempio globalizzazione stile WTO o ora democrazie vs autocrazie).
Ma spesso sono materiali, ad esempio le ferrovie nel caso citato, oleodotti, gasdotti, reti Internet (ad esempio il nuovo sistema satellitare americano Starlink messo prontamente a disposizione prima degli ucraini ora degli iraniani in rivolta contro il potere locale), rotte navali e molto altro.
Il conflitto geopolitico è quindi anche conflitto sulla formazione, espansione, sicurezza delle reti che collegano potenze a sistemi periferici vassalli. Cosa per altro che abbiamo studiato a scuola a proposito dei Romani e la loro fissa per acquedotti e strade.
Il mondo è multidimensionale, il conflitto è multidimensionale, la nostra capacità di leggere questioni multidimensionali arranca. È un preciso intento quello non solo di dire direttamente cosa dovete pensare, ma quello di imporre il modo con cui potrete pensare. Imponendo il modo non c’è neanche da forzare più di tanto il pensiero nel senso desiderato, semplicemente non avrete altro modo per pensare.
Tanto molti hanno il cervello cablato in maniera tale che penseranno subito che sono stati i russi. Non importa sapere che la manopola che regola o flussi del gas è già in mano ai russi, i quali non si son fatti scrupoli di chiuderla o aprirla secondo intenzione geopolitica. Poiché hanno il cervello cablato in un certo modo, non avranno alcun dubbio che invece che aprire e chiudere la manopola è più conveniente andar a far saltare i propri tubi posati a fatica e costo, creandosi così un problema davvero grave. Si sa, son russi, sono cattivi ed i cattivi son spesso anche stupidi. Ma spesso lo sono anche i buoni e talvolta sono i buoni che sono cattivi.
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