Articolo della Fraternità San Pio X, pubblicato sul proprio sito in tre parti, qui raccolte di seguito. Si tratta di una panoramica circostanziata della situazione conseguente al Cammino sinodale tedesco. A partire da qui e qui, si possono consultare i precedenti.
IV assemblea del Cammino sinodale tedesco:
uno scisma consumato
I. Da che parte andrà il Cammino sinodale tedesco?
Da giovedì 8 a sabato 10 settembre si è svolta a Francoforte la IV e penultima assemblea del Cammino sinodale tedesco, dove si è avuta occasione di valutare la determinazione di una parte della Chiesa in Germania ad andare fino in fondo in un processo che tende allo scisma.
Il Cammino sinodale assomiglia sempre più ad una marcia forzata il cui obiettivo apertamente confessato è ottenere il massimo delle riforme nel poco tempo che ad esso rimane.
Anche i partecipanti se ne lamentano: si va troppo in fretta. In agenda vi sono quattordici testi da esaminare in tre giorni, molti dei quali composti da diverse decine di pagine.
Il tempo di ogni intervento è limitato a 1 minuto a persona! Senza contare alcuni cadaveri nell’armadio, come la recente intervista del co-presidente. Signora Irme Stetter-Karp, favorevole all’aborto legale.
L’agenda comprende nove testi “base” e cinque testi “d’azione”, i primi più dottrinali e i secondi contenenti delle soluzioni pratiche. Tra l’altro si tratta della creazione di consigli sinodali, della possibile revisione del celibato obbligatorio dei preti, del riesame dottrinale dell’omosessualità.
Per la vice presidente dell’Associazione delle donne cattoliche tedesche, Agnes Wuckelt, l’obiettivo a lungo termine è chiaro: la prossima assemblea sinodale è molto importante per le donne perché «si metteranno in moto le tappe decisive» con delle proposte di cambiamento che «faranno muovere la comunità ecclesiale nel mondo intero».
Nientemeno…!
Quanto a Mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca e uno dei copresidenti del Cammino sinodale, ha affermato in apertura di questa quarta assemblea, di aver sentito «una pressione infinitamente grande a favore del cambiamento» da parte della base della Chiesa. Per questo i risultati del Cammino sinodale dovranno essere depositati sulla «tavola della Chiesa universale».
Una dichiarazione scandalosa di Mons. Helmut Dieser, sostenuta dall’assemblea
Il vescovo di Aix-la-Chapelle, Helmut Dieser, ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna critica da parte dei suoi confratelli vescovi per aver dichiarato che l’omosessualità è voluta da Dio. E giovedì a margine dell’assemblea plenaria ha detto: «Un gran numero di loro sostengono questa posizione».
Ed ha aggiunto: «Con i nostri testi sottoponiamo un auspicio al magistero della Chiesa (…) perché ne derivi una evoluzione del Catechismo e della concezione della Chiesa sull’omosessualità»; sottolineando che le persone omosessuali sono volute da Dio al pari delle persone eterosessuali.
La vice presidente del comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK), Birgit Mock, appoggiandosi alle scienze umane, ha ricordato che secondo il Catechismo le persone che hanno un orientamento omosessuale sono tenute a non vivere la loro sessualità: il Catechismo deve quindi essere riformato.
La signora Stetter-Karp difende le sue dichiarazioni sull’aborto
Giovedì, l’assemblea plenaria del Cammino sinodale ha dibattuto le dichiarazioni sull’aborto della co-presidente del Sinodo, Stetter-Karp. La presidente del ZdK aveva chiesto in un articolo di stampa che ci fosse una «offerta generalizzata » di aborto anche nelle zone rurali.
Prima dell’assemblea sinodale, Stetter-Karp ha dichiarato di essersi impegnata per la protezione della vita e per il paragrafo 218 del codice penale tedesco relativo all’aborto. Mons. Bätzing, ha preso le distanze dalle dichiarazioni della presidente laica su «l’offerta generalizzata».
C’è qui un disaccordo insolubile tra la posizione dei vescovi e le dichiarazioni della signora Stetter-Karp.
Colpo di scena
Mentre il Cammino sinodale sembrava svolgersi tranquillamente, la sera di giovedì 8 settembre si è verificato un colpo di scena più o meno inaspettato.
Il primo testo votato, quello del IV forum «Vivere relazioni di successo - Vivere l’amore nella sessualità e nella partnership» con un esplicito sottotitolo: «Linee di forza di una rinnovata etica sessuale», è stato respinto da una minoranza con diritto di veto dell’episcopato.
Va ricordato che, per essere ratificato, un testo deve ottenere la maggioranza dei due terzi dell’assemblea generale, nonché la stessa maggioranza dei vescovi. Ora, se l’82,8% dei delegati presenti ha votato a favore del testo, il 38,9% dei vescovi ha votato contro, il testo è stato respinto.
Certi vescovi hanno messo in guardia contro una rottura con la dottrina della Chiesa
Se ci si prende la briga di leggere questo documento di una trentina di pagine, si vede che ce n’é abbastanza per provare che la rottura con la dottrina della Chiesa è stata ampiamente realizzata. Anzitutto il testo accusa la dottrina sessuale della Chiesa di aver «manifestamente favorito» atti intollerabili di violenza sessuale.
E prosegue: «Chiediamo perdono con tutto il cuore a tutti coloro che hanno subito le conseguenze dell’insegnamento sessuale della Chiesa. (…) Noi ci impegniamo a provvedere a un cambiamento nell’insegnamento e nella pratica della Chiesa in materia di sessualità umana, tenendo conto della conoscenza delle scienze umane ».
Occorre ricordare che queste scienze umane sono sottomesse a numerose ideologie e pregiudizi che conducono a degli errori, e che in nessun caso possono rappresentare una fonte di Rivelazione?
Le conclusioni del documento ribadiscono: «Per ogni sessualità, deve essere sempre rispettata la dignità delle persone interessate come espressione dell’immagine di Dio.
Il diritto all’autodeterminazione sessuale fa parte della dignità».
E ancora: «Occorre rispettare ogni forma di identità e orientamento sessuale».
Segue un rigetto della morale rivelata: «La sessualità omosessuale – realizzata anche negli atti sessuali – non è un peccato che separa da Dio e non va giudicata come cattiva in sé. L’omosessualità non è un criterio di esclusione per l’accesso ai ministeri ordinati».
Più avanti, il testo riconosce l’onanismo come una forma legittima di sessualità.
Il testo afferma poi che «anche le unioni tra persone dello stesso sesso (…) devono potersi considerare posti sotto la benedizione di Dio, espressamente accordata dalla Chiesa, e poter vivere di questa benedizione. Questo vale anche per le persone che stabiliscono una nuova unione dopo un matrimonio fallito ».
La cosa più sorprendente non è che 21 vescovi su 60 abbiano votato “contro”, ma che 33 di loro abbiano votato “a favore” di un testo del genere – 3 si sono astenuti e altri 3 non hanno votato.
L’inizio del caos
Le scene che sono seguite mostrano da un lato che la maggioranza non è pronta ad accettare ciò che pensa la minoranza: rabbia, delusione, diserzione, accuse di dissimulazione contro i vescovi che si sono opposti, critiche al sistema di voto, e così via; dall’altro mostrano che si tratta di portare avanti la rivoluzione a tutti i costi.
Diversi vescovi hanno così mostrato la loro determinazione ad utilizzare il testo nella loro diocesi, nonostante sia stato respinto.
Quanto a Mons. Bätzing, ha annunciato che presenterà ugualmente il testo respinto al sinodo mondiale, e che lo sottoporrà anche alle sue autorità sinodali, nella diocesi di Limburgo. Alla fine ha deciso che i vescovi d’ora in poi voteranno con un voto nominativo...
Alla fine di questa prima giornata sembrava brillare un piccolo barlume di speranza. Ma in realtà lo scisma di buona parte dell’episcopato tedesco è già consumato nella loro mente e nel loro cuore.
Il seguito lo dimostrerà.
II. Concerto di lamenti
Dopo il rigetto del testo le cui proposizioni sono tutte una più scandalosa dell’altra, il secondo giorno, venerdì 9 settembre, c’è stato un concerto di lamenti contro tale rigetto. Diversi vescovi hanno espresso la loro delusione.
Il vescovo di Hildesheim, Mons. Heiner Wilmer, ha riconosciuto che si è trattato di una battuta d’arresto per i progetti di riforma della Chiesa; ed ha dichiarato: «Io ho votato a favore del documento base sulla riforma della dottrina sessuale cattolica e sono molto contrariato per il fatto che non sia stata raggiunta la maggioranza dei due terzi dei vescovi».
Egli condivide la delusione di numerosi cattolici per il fallimento del testo durante la votazione di giovedì sera. La riforma della dottrina sessuale della Chiesa è e rimane secondo lui un tema essenziale. «Il rigetto del documento base da parte di una minoranza di vescovi non cambia nulla», e assicura che continuerà ad impegnarsi per un rinnovamento della morale sessuale cattolica.
Una suora benedettina è arrivata a parlare di “autoscomunica” dei vescovi interessati! Questo termine è stato fermamente respinto da uno di loro che è stato sostenuto da Mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) e copresidente del Cammino sinodale.
Adozione di un testo contrario alla dottrina e alla disciplina cattoliche
Nella serata, dopo i trambusti generati dal voto negativo, l’assemblea ha ripreso la sua marcia verso l’abisso. E’ stato adottato a larga maggioranza un documento proposto in seconda lettura: approvato dal 92% dei delegati e dall’83% dei vescovi.
Si tratta di un testo “d’azione”, cioè ai fini pratici, intitolato: «Rivalutazione dottrinale dell’omosessualità»; compilato sulla base del testo rigettato il giorno prima esso comporta un problema che è stato percepito da alcuni, ma ignorato dalla presidenza.
Nello spazio di tre pagine, il testo «raccomanda al Papa di procedere ad una precisazione e ad una rivalutazione dell’omosessualità sul piano magisteriale». In esso si afferma che «la sessualità tra persone dello stesso sesso, compresi gli atti sessuali, non è un peccato che separa da Dio e non deve essere giudicata come cattiva in sé».
Il pratica, il testo chiede una revisione del Catechismo e in particolare «gli atti sessuali devono essere ritirati dall’elenco dei «principali peccati contro la castità».
In più: «la Chiesa deve confessare di aver infitto delle sofferenze a delle persone e di avere violato la loro dignità col suo insegnamento e la sua pratica in materia di omosessualità».
E poiché «l’omosessualità non è una malattia, le cosiddette “terapie di conversione” devono essere rigettate».
Ed infine: «a nessuno deve essere impedito di assumere delle funzioni ecclesiastiche o di essere ordinato prete, e nessuna persona al servizio della Chiesa deve subire svantaggi professionali perché orientata all’omosessualità».
La giustificazione avanzata si basa sull’evoluzione delle mentalità e delle scienze umane.
«La rivalutazione dell’omosessualità vissuta, qui proposta, si muove su un percorso che cerca di costruire ponti tra le esistenti dottrina e tradizione della Chiesa e uno sviluppo sopraggiunto».Modifica del Regolamento base del servizio alla Chiesa
In Germania esiste un Regolamento base del servizio alla Chiesa nel quadro delle relazioni di lavoro ecclesiastico, il quale disciplina l’assunzione, il trattamento e il licenziamento del personale alle dipendenze delle istituzioni ecclesiastiche.
Questo Regolamento, a fianco delle disposizioni riguardanti la qualità del lavoro, prevede misure basate sulla vita morale del dipendente. In particolare, prevede che una vita morale disordinata sia motivo di licenziamento.
Il testo adottato in seconda lettura dall’Assemblea del Cammino sinodale, oltre che dai vescovi, prevede l’abolizione di queste disposizioni.
In nome della dignità umana e dell’evoluzione dell’opinione pubblica, il Regolamento non deve più consentire che «le decisioni a favore di una forma giuridica di convivenza siano considerate violazioni degli obblighi di lealtà e, di conseguenza, impedire l’assunzione al servizio della Chiesa o comportare la cessazione di un rapporto di lavoro esistente».
Inoltre, «è opportuno introdurre nel Regolamento fondamentale una clausola di non discriminazione che vieti ai datori di lavoro ecclesiastici di non assumere una persona a causa della loro identità sessuale o della scelta di una forma giuridica di unione, o di licenziare un collaboratore ecclesiastico per questi motivi».
Infine, devono essere modificate nello stesso senso le ordinanze concernenti la Missio canonica. Lo stesso vale per le modalità di concessione del Nihil obstat.
Tuttavia, per quest’ultimo punto si precisa che, «in quanto materia riguardante la Chiesa universale, esse devono essere modificate in funzione della Chiesa universale».
In altre parole, il documento si oppone ad ogni sanzione o discriminazione nell’assunzione dei divorziati risposati o delle coppie omosessuali.
Testo base del III forum su «le donne nei ministeri e nelle funzioni della Chiesa
La seconda giornata si è conclusa con l’adozione del testo base del III forum sulla uguaglianza dei diritti delle donne nella Chiesa. Adottato in seconda lettura dal 92% dei delegati e dall’82% dei vescovi, il testo rivendica l’uguaglianza delle donne in tutti i posti di responsabilità e nell’accesso ai ministeri ordinati.
Bisogna notare questo passo dell’introduzione: «la forma istituzionale e ufficiale della Chiesa deve essere modellata in ogni momento»; cosa che si oppone direttamente alla costituzione divina della Chiesa.
Più avanti viene indicato il mezzo per pervenirvi: «Per questo è indispensabile riflettere sulle diverse posizioni teologiche nella prospettiva dell’uguaglianza dei sessi; entrare in stretto contatto con le scienze sociali, culturali e umane e riprendere in maniera costruttiva le loro riflessioni sulla teoria del genere».
I redattori hanno anche cercato l’ispirazione nella teologia e nella pratica degli Ortodossi e dei riformati… senza dimenticare il famoso Sinodo di Würzburg [Bassa Franconia].
Essi contestano la tradizione della Chiesa e mettono in discussione le decisioni definitive sull’esclusione delle donne dai ministeri ordinati.
L’Assemblea del Cammino sinodale è stata così rassicurata: la rivoluzione avanza e lo scisma – per non dire eresia su alcuni punti – si consolida nei cuori e nelle disposizioni pratiche.
III. Preparazione di un nuovo organo di direzione ecclesiastica
Sabato 10 settembre, l’assemblea sinodale ha approvato in seconda lettura il testo che prevede la creazione di un «consiglio sinodale». Quest’ultimo è descritto come un «organo di consiglio e decisionale» che «delibera sulle evoluzioni essenziali della Chiesa e della società e prende le decisioni di principio, di importanza sovra-diocesana; delibera sulle pianificazioni pastorali, sulle questioni future e sugli affari di bilancio della Chiesa che non sono trattate a livello diocesano».
In altre parole, buona parte di ciò che attiene esclusivamente al vescovo diocesano e che necessità del potere di giurisdizione legato all’ordinazione o alla consacrazione, sarà posto in mano a dei laici, in spregio al canone 127 del nuovo Codice, che peraltro è citato come riferimento.
Si tratta di un modo per poter organizzare un «Cammino sinodale permanente» che avrà dei poteri esorbitanti e fuori da ogni giustificazione canonica. Si precisa infatti che «le decisioni del Consiglio sinodale hanno almeno la stessa efficacia giuridica delle decisioni dell’Assemblea sinodale».
Il testo non lo dice, ma la discussione in Assemblea ha cercato di precisare il posto di questo Consiglio rispetto alla Conferenza Episcopale, e non è stato ancora deciso se sarà al di sopra o al fianco dei vescovi. Questa rivoluzione è stata approvata dal 92,5% dei delegati e da 43 vescovi; sei di loro hanno votato contro.
Tre documenti votati in prima lettura
Prima di sciogliersi, l’Assemblea ha esaminato in prima lettura tre testi esplosivi.
Accettazione totale di preti omosessuali, bisessuali o di altro orientamento non eterosessuale
L’Assemblea, «cosciente della situazione talvolta precaria dei preti non eterosessuali», vuole contribuire a normalizzare la loro situazione. L’obiettivo dichiarato è che «non sia l’orientamento sessuale, rivelato o no, a decidere dell’accesso o del mantenimento nel ministero ecclesiastico, ma le attitudini umane e professionali».
Occorrerà dunque modificare i testi normativi che vietano l’accesso in seminario e al sacerdozio ai soggetti non eterosessuali. E’ questo che viene esplicitamente chiesto a Roma.
Gestire la diversità di genere
Quest’altro testo del IV forum chiede l’integrazione pura e semplice nella Chiesa di tutti i «generi», in particolare dei “transgenere”; e questo deve attuarsi fin nei registri del Battesimo, che devono essere modificati su richiesta degli interessati.
Il testo chiede anche la possibilità per tutti di accedere a «tutti i ministeri ordinati e alle professioni pastorali della Chiesa», senza eccezioni. Il fondamento è sempre lo stesso: le discutibili conoscenze «scientifiche», che non sono in alcun caso fonte delle fonti della Rivelazione.
Proclamazione del Vangelo da parte delle donne nella parola e nei sacramenti
Quest’ultimo testo prevede di ampliare la possibilità di predicare per donne e laici – che in Germania esiste già a partire dal sinodo di Würzburg – ma anche di battezzare e celebrare i matrimoni. E si chiede addirittura di «rilanciare» (?) la confessione dei laici «nel contesto dell’accompagnamento spirituale.
Infine, occorre anche considerare «la benedizione e l’unzione degli infermi da parte degli agenti pastorali impegnati nell’accompagnamento dei malati».
E il testo conclude le sue richieste dicendo che «E’ da riscoprire tutta la ricchezza dell’azione pastorale esercitata nella storia della Chiesa».
Conclusione
Alla fine, in questi testi del Cammino sinodale tedesco cosa rimane di cattolico sulla Chiesa, sulla funzione episcopale, sul sacerdozio, sulla morale sessuale e anche sulla natura umana? Quasi niente!
Tutte le deviazioni del mondo moderno in campo morale – tolta qualche eccezione – e tutto ciò che riguarda il sacramento dell’Ordine sono ormai a pezzi.
Il modello del cristiano è la scienza umana in ciò che essa ha di più discutibile. Perché non si tratta delle cosiddette scienze esatte, ma di teorie etiche immaginate da pensatori contrari al cattolicesimo.
Il Cammino sinodale tedesco ha intrapreso la strada che sognava: quella che porta allo scisma. - Fonte
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