mercoledì 27 settembre 2023

Il vescovo Schneider risponde ai nuovi sedevacantisti: Francesco è il Papa

Nella nostra traduzione da Infovaticana.com il testo della lettera scritta da S.E. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan, rivolta ai nuovi sedevacantisti per confermare che Francesco è il papa. Nulla di nuovo. Ma da una posizione autorevole.

Il vescovo Schneider risponde ai nuovi sedevacantisti: Francesco è il Papa

Negli ultimi giorni, e nell’imminenza di un sinodo che preannuncia cambiamenti nella dottrina, alcune figure di alto profilo hanno formulato l'ipotesi che Francesco non sia il Papa. Il vescovo conservatore Athanasius Schneider ha contrastato la tendenza con una lettera, riportata di seguito, che confuta questa posizione.

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Non esiste alcuna autorità che possa dichiarare o considerare invalido un Papa eletto e generalmente accettato come tale. La pratica costante della Chiesa rende evidente che anche nel caso di un’elezione non valida, questa viene di fatto perfezionata dall’accettazione generale del nuovo eletto da parte della stragrande maggioranza dei cardinali e dei vescovi.

Anche nel caso di un Papa eretico, egli non perde automaticamente la carica, né esiste alcun organo nella Chiesa che possa dichiararlo deposto per eresia. Tali azioni si avvicinerebbero a una versione dell’eresia conciliarista o episcopale. L’eresia del conciliarismo o dell’episcopalismo si fonda sull'affermazione che esiste un organo interno alla Chiesa (Concilio ecumenico, Sinodo, Collegio cardinalizio, Collegio episcopale) che può emettere un giudizio giuridicamente vincolante sul Papa.

La teoria della perdita automatica del papato a causa dell’eresia è ancora solo un’opinione; anche San Roberto Bellarmino se ne rese conto e non la presentò come un insegnamento proprio del Magistero. Il Magistero papale perenne non ha mai insegnato una simile opinione. Nel 1917, all'entrata in vigore del Codice di Diritto Canonico (Codex Iuris Canonici), il Magistero della Chiesa ha eliminato dalla nuova legislazione l’osservazione del Decretum Gratiani presente nel vecchio Corpus Iuris Canonici, che affermava che un Papa che devia dalla retta dottrina può essere deposto. Mai nella storia il Magistero della Chiesa ha ammesso una procedura canonica per la deposizione di un papa eretico. La Chiesa non ha alcun potere sul papa né a livello formale né a livello giuridico. La tradizione cattolica più sicura dice che, nel caso di un papa eretico, i membri della Chiesa possono evitarlo, resistergli, rifiutarsi di obbedirgli; il che può essere fatto senza che sia richiesta una teoria o un’opinione secondo cui un papa eretico perda automaticamente il suo ufficio o possa essere deposto di conseguenza.

Pertanto, dobbiamo seguire la via più sicura (via tutior) e astenerci dal difendere la mera opinione dei teologi (anche se sono santi come San Roberto Bellarmino), che dice che un papa eretico perde automaticamente il suo ufficio o può essere deposto dalla Chiesa.

Il Papa non può commettere eresia quando parla ex cathedra, questo è un dogma di fede. Tuttavia, nel suo insegnamento al di fuori delle dichiarazioni ex cathedra, può cadere in ambiguità dottrinali, errori e persino eresie. E poiché il Papa non coincide con tutta la Chiesa, la Chiesa è più forte di un singolo Papa sviato o eretico. In tal caso, bisogna correggerlo con rispetto (evitando la rabbia puramente umana e il linguaggio irrispettoso), resistendo a lui come si resisterebbe a un cattivo genitore. Tuttavia, i membri di una famiglia non possono dichiarare il padre cattivo deposto dalla paternità. Possono correggerlo, rifiutarsi di obbedirgli, separarsi da lui, ma non possono dichiararlo deposto.

I buoni cattolici conoscono la verità e devono proclamarla, offrendo riparazione per gli errori di un Papa fuorviato. Poiché il caso di un Papa eretico è umanamente irrisolvibile, dobbiamo implorare con fede soprannaturale l’intervento divino, perché quel singolo Papa sviato non è eterno, ma temporale, e la Chiesa non è nelle nostre mani, ma nelle mani onnipotenti di Dio.

Dobbiamo avere sufficiente fede soprannaturale, fiducia, umiltà e spirito della Croce per resistere a una prova così straordinaria. In situazioni in fondo relativamente brevi (rispetto a 2000 anni) non dobbiamo cedere a una reazione troppo umana e a una soluzione facile (dichiarare invalido il suo pontificato), ma dobbiamo mantenere la sobrietà (mantenere il sangue freddo) e allo stesso tempo una vera visione soprannaturale e la fiducia nell’intervento divino e nell’indistruttibilità della Chiesa.
S.E. Athanasius Schneider, vescovo

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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