Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. (Apocalisse 12, 1-2)
Sul cammino degli uomini si addensano spesso pesanti nubi e si chiamano sconforto, solitudine, tristezza: tutte le conseguenze del peccato che ci rende tristi o vicini alla morte!
Dal primo istante del peccato degli uomini tutti cominciarono a scrutare il cielo per cogliere un segno, quasi l’apparire all’orizzonte della nuvoletta che portasse la pioggia per dissetare quanti morivano di stenti e miserie. Lo scorrere del tempo e il susseguirsi delle stagioni pesanti non facevano svanire la speranza.
Finché poi apparve il «segno» e fu una vergine-Madre. Non una vergine che diventa madre, ma una vergine-madre, totalmente vergine e totalmente madre di Dio.
Il segno era appunto la totale purezza dell’umano e la totale pienezza del divino. Il suo nome, la sua identità è Maria!
Non fu un segno di un momento. È il segno dei tempi nuovi e, quindi, di tutti i tempi futuri. Non ci sarà più il tempo delle tenebre né gli uomini potranno credersi soli e abbandonati da Dio. Maria rimane segno di un connubio già avvenuto: Dio e l’uomo, una sola cosa.
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