lunedì 14 settembre 2020

Preoccupazioni sulla sorte del Rito Romano antico

Combinazione di cui mi accorgo ora: 14 settembre 2007 / 2020. Nel giorno dell'Esaltazione della Santa Croce di tredici anni fa, in Santa Maria Maggiore, alle ore 15, dopo una cattività di 39 anni, è stata celebrato il Rito Romano antico [vedi]. Io c'ero: la terza tra gli intervistati. Era il giorno in cui è entrato in vigore il Motu proprio Summorum Pontificum. (Da precisare che non erano le 8 del mattino come riporta la didascalia di Repubblica, ma le prime ore del pomeriggio). 

In questo articolo esprimo le preoccupazioni sulla sorte del Rito Romano Antico e alcune articolate osservazioni sui prodromi, dopo aver estrapolato da Stilum Curiae [qui] la notizia che l'Ecclesia Dei”, la commissione creata da Giovanni Paolo II nel 1988 e dedicata alla difesa del Vetus Ordo – avvalorata dal Summorum Pontificum di Benedetto XVI – dovrebbe scomparire definitivamente a ottobre, dopo una Plenaria in cui i cardinali ne sanciranno la definitiva soppressione, anche nell'attuale forma ridotta di ufficio della Congregazione per la Dottrina della Fede (vedi infra). Secondo voci autorevoli – in attesa di conferma – nei Sacri Palazzi, la sua scomparsa avrà conseguenze pesanti per quegli Istituti di vita religiosa che hanno inserito il Vetus Ordo, la Messa di sempre, nella loro vita e pratica. Infatti questi ultimi dovrebbero confluire nella Congregazione per i religiosi, nominalmente diretta dal card. Braz De Aviz, ma in realtà gestita dal Segretario, il francescano Carballo.

Premessa. Il sentiero che porta alla vetta è in salita

Mentre è ancora sanguinante la ferita inflitta al corpo mistico di Cristo dall'abolizione dei Francescani dell'Immacolata [vedi], preoccupano non poco i rischi derivanti dal fatto che gli istituti di cui sopra, attualmente di diritto pontificio, diventeranno di diritto diocesano, e quindi totalmente soggetti alle preferenze – notoriamente per lo più moderniste – del vescovo. Con l’unica risorsa di rivolgersi alla Segnatura Apostolica, guidata dal cardinale Dominique Mamberti, già in diverse occasioni assoggettatasi alle prevaricazioni della Corte pontificia.

Il che non farebbe che confermare i timori già insorti in ordine allo smantellamento del Summorum Pontificum, sul libero esercizio – previe alcune condizioni – del Rito antico, senza opposizione dei vescovi, peraltro di fatto già malauguratamente esercitata nella maggioranza delle diocesi, col conseguente ritorno alla precedente formula dell’indulto. E questo nonostante appaia che due terzi delle risposte dei vescovi al recente questionario [vedi] sulla messa di rito antico nella propria diocesi siano state positive e favorevoli agli Istituti che lo avevano scelto. In ogni caso la crisi della Liturgia non è altro che lo specchio di quella dottrinale e conseguentemente morale del momento presente.

Potete trovare in calce il testo del motu proprio con cui era partito l'attacco a Ecclesia Dei, già pubblicato nel gennaio del 2019 [qui] con una premessa.

1. Ennesimo serio 'vulnus' a La Catholica e alla Liturgia 

Il Cardinal Bassetti ha consegnato a papa Francesco la prima copia della nuovissima edizione italiana del Messale di Paolo VI. Il testo, acquistabile alla modica cifra di 110 euro, dovrà essere usato obbligatoriamente dal 4 aprile 2021, Pasqua di Resurrezione; ma sacerdoti che se ne munissero prima, potranno usarlo già da subito.
Si tratta della terza edizione, frutto di quasi vent’anni di lavoro, ricca di novità peraltro già largamente annunziate, per le quali resta valido il giudizio dei Cardinali Ottaviani e Bacci [qui] sulla prima: Breve esame critico del «Novus Ordo Missæ». Non possiamo far a meno di riscontrare l'impressionante deriva dall’espressione della fede cattolica sul Santo Sacrificio, sia nell’impianto teologico che in alcuni specifici dettagli vecchi e recenti. Il che vale, naturalmente, sia per l'editio typica latina che per la traduzione italiana. 
Di seguito, alcuni dati storici e osservazioni essenziali con i link di rimando ai relativi approfondimenti.