sabato 30 novembre 2019

1 dicembre 2019 . 'Assalto al cielo' dei Guerrieri del Rosario con il Card. Burke

Domani 1 dicembre, come il primo giorno di ogni mese, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà la Santa Messa alle ore 7:00am (ora locale) a Roma e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.
Questo mese preghiamo specialmente per la Chiesa cattolica per sventare l'approvazione di seri errori teologici ed eresie nel Sinodo per l'Amazzonia.
Per ricevere il link per collegarsi in streaming qui. In differita qui
Rimaniamo fedeli a questa esperienza forte di preghiera che ci vede uniti già da oltre due anni. E intensifichiamola, soprattutto in relazione alle vicende che vedono il nostro Cardinale impegnato a riaffermare con parresìa l'insegnamento costante della Chiesa. Ricordando Padre Pio: « Il Santo Rosario è l'arma per questi tempi ». Senza dimenticare le forze oscure che, oltre alla Chiesa, minacciano il nostro Paese e l'Europa intera.
Anche in questo mese rinnoviamo il nostro fervore e preghiamo più che mai. Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Gli oltre 150.000 Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.

Quando 'Cattolica' è solo un'etichetta

Odio antireligioso in rete La Cattolica ora monitora con ebrei e islamici 
Appello dei Giovani musulmani ai «fratelli»: «Segnalate media, politici e profili personali»
I Giovani musulmani italiani hanno un po' esagerato: «Fratelli e sorelle - hanno scritto in una sorta di appello - vi comunichiamo che il GMI in collaborazione con l'Università Cattolica si sta occupando di stilare un report sui discorsi d'odio di ordine islamofobico online, che verrà presentato all'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali».
La realtà è un po' diversa da come l'hanno presentata i dirigenti dell'associazione legata all'Ucoii: sarà l'Università milanese a monitorare l'odio in rete, l'odio anti-religioso in generale. E lo farà avvalendosi del contributo dei Giovani musulmani, ma non solo, anche del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, che col suo Osservatorio sull'antisemitismo si occupa già di studiare l'odio contro gli ebrei mediante ricerche demoscopiche, rapporti e rassegne stampa molto attente.

venerdì 29 novembre 2019

Quattro esorcisti indicono per il 6 dicembre un giorno di digiuno, preghiera e riparazione

Riprendiamo, nella nostra traduzione, da National Catholic RegisterChi fosse interessato può consultare l'indice degli articoli sul Sinodo amazzonico

WASHINGTON - Quattro esorcisti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo ai cattolici di tutto il mondo di dedicare il 6 dicembre come giornata di digiuno, preghiera e riparazione, “allo scopo di scacciare qualsiasi influenza diabolica all'interno della Chiesa che è stata acquisita a seguito di eventi recenti”.
Gli esorcisti, che hanno chiesto l'anonimato a causa della delicatezza dei loro ministeri, hanno citato in particolare la controversia sorta durante il recente Sinodo panamazzonico, quando le statue di Pachamama, una dea venerata dagli indigeni andini, sono state inserite in vari eventi sinodali.

mercoledì 27 novembre 2019

L'ennesima gesuitica blasfemia

“Noi, piccoli pesci, che prendiamo il nome dal nostro Ichthys, nasciamo (alla fede) nell’acqua e solo rimanendo in essa siamo salvati” (Tertulliano)
Ancora un gesuita fuori... 
Quando, per blandire gli atei, dici cose blasfeme e che mostrano una malafede che non è innocua ma contribuisce alla ignoranza della storia ma soprattutto dei simboli - oltre che sacri significativi - della Chiesa cattolica. Nell'immagine a lato il Twetter di Bartolomeo Sorge, noto gesuita, teologo e politologo italiano, esperto di dottrina sociale della Chiesa.

Mi porto nel cuore fin da bambina il significato pregnante dei pisciculi Christi (vedi Tertulliano supra) che ci vengono ricordati anche nel Battistero Costantiniano di San Giovanni in Laterano, all'ombra del quale sono nata e cresciuta.
I Suoi pisciculi respirano e vivono solo nell'acqua viva del Redentore e Signore nostro! E sono rappresentati con la scritta che ho riportato, nelle lastre del pavimento che circonda il corpo centrale (andrò a fotografare di persona, perché non ho trovato il dettaglio).
Ad abundantiam, ma certa dei buoni frutti, riporto di seguito la splendida iscrizione sull'architrave della Basilica Lateranense e alcune notizie storiche sull'antichissimo simbolo - evocato in termini così maldestri, pedestri nonché avulsi dal contesto sacro per scaraventarli in un agone politico fin troppo acceso - da un c.d. 'pastore'.... Vergogna e indignazione indicibili, che si tramutano in preghiera e riparazione.

Iscrizione sull’architrave della Basilica Lateranense

27 novembre - Supplica alla Vergine

Da recitarsi alle 17 del 27 novembre, festa della Medaglia Miracolosa, in ogni 27 del mese e in ogni urgente necessità.

Immagine della Vergine - Roma, S.Andrea delle Fratte, luogo
della conversione di Ratisbonne e delle Medaglie miracolose
O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.

Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unisono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui.
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo e per quanti a te non ricorrono, in particolare per i peccatori e per coloro che ti sono raccomandati.

martedì 26 novembre 2019

E.M.Radaelli: “Al cuore di Ratzinger al cuore del mondo”

Vedi precedente qui: Enrico Maria Radaelli, Dove Gesù dice Bianco, Ratzinger dice Nero.

Questo libro mi è stato donato ed è stato per qualche tempo sulla mia scrivania, fino a che un bel giorno ho deciso di dare una risposta a quella domanda che il titolo un po’ sibillino, fin da subito, mi aveva smosso: “Cosa significa?”.
Leggendo il libro si capisce che il titolo è indovinato perché la parola cuore, che immediatamente evoca il concetto di profondità, intimità e centro, riassume la meta dell’indagine che l’autore si prefigge: quella di arrivare al centro o meglio all’origine di tanta devastazione della Chiesa da cinquant’anni a questa parte. E non si crederebbe mai possibile scoprire che questo cuore sia abitato niente meno che dall’ex papa Benedetto XVI.
Il libro è un’analisi minuziosa dell’opera di Joseph Ratzinger intitolata Introduzione al Cristianesimo, pubblicata nel 1969 e venduta in tutto il mondo in migliaia di copie, insomma un best seller mondiale che il suo augusto autore ha voluto riconfermare, senza cambiare una virgola, con un Saggio introduttivo alla nuova edizione del 2000. Il libro di Radaelli si legge piacevolmente grazie all’ironia e all’umorismo dell’autore, nonostante le inevitabili (poche) ripetizioni e i tecnicismi (anch’essi pochi a dire il vero).

sabato 23 novembre 2019

S. Clemente 1° Romano, Papa e martire

S. Clemente 1° Romano Papa e martire
Martirologio Romano secondo il calendario del Vetus Ordo

Oggi 23 novembre 2019, si festeggia Il natale di san Clemènte primo, Papa e martire, il quale fu il terzo che tenne il Pontificato dopo il beato Pietro Apostolo, e, nella persecuzione di Traiàno, relegato nel Chersonèso, ivi, precipitato in mare con un'ancora legata al collo, fu coronato col martirio. 
Il suo corpo, al tempo del Sommo Pontefice Adriano secondo, fu trasportato a Roma dai santi fratelli Cirillo e Metodio, ed onorevolmente sepolto nella chiesa, che già prima era stata edificata sotto il suo nome. 
Nacque intorno all'anno 30 dell'era volgare a Roma da genitori oriundi della Palestina. Trascorse la giovinezza nella più fedele osservanza della religione paterna; ma quando l'apostolo Pietro venne in questa città a portare la parola del Vangelo, fu tra i suoi primi discepoli e ben presto si distinse fra tutti per fedeltà e integrità di costumi. Più tardi l'Apostolo lo consacrò sacerdote per averlo compagno nel sacro ministero. 
Dopo la morte del Principe degli Apostoli, i cristiani lo volevano innalzare subito alla dignità papale, ma egli se ne stimò indegno e fece cadere l'elezione prima su Lino, quindi su Cleto. Quando la vita di questo ultimo venne troncata dalla persecuzione, Clemente fu costretto ad accettare l'onerosa carica. 
Fu papa zelantissimo, oratore e scrittore: a lui dobbiamo i preziosi atti di tanti gloriosi martiri, avendo egli ordinato a sette notai di raccoglierli per iscritto. 

La chiesa come l'araba fenice? - Don Elia

Segnali, non evidenti ai più, da non trascurare.

Cornice sacrale, contenuto ambiguo
Le forze occulte che operano per trasformare il cattolicesimo in una nuova “religione” continuano a seminare indizi significativi, leggibili da parte degli iniziati come precisi messaggi, indicatori della direzione che stanno seguendo. Così, nella Messa celebrata nella sua cattedrale per l’investitura delle neonate équipe pastorali composte di custodi del fuoco, [vedi] lo scorso 9 novembre, il Vescovo di Roma ha indossato una casula recante le figure, sul davanti, di san Giovanni Battista che battezza il Signore e, sul retro, della fenice e della palma. Sebbene l’ufficio liturgico diocesano si sia premurato di avvertirci che il mitologico pennuto sarebbe un simbolo medievale di risurrezione, la sua vera origine va in realtà rintracciata nella gnosi antica, sia egizia che greca. La palma rappresenta inoltre il giudaismo, piuttosto che il cristianesimo. Perfino la rappresentazione più ineccepibile, quella del Battesimo al Giordano, può esser letta in chiave esoterica, sullo sfondo delle incredibili asserzioni sulla non-divinità di Cristo che un vecchio mentitore – ricevendo peraltro una fiacca smentita – ha osato porre sulle labbra del Pontefice regnante.

venerdì 22 novembre 2019

Mons. Athanasius Schneider. Perché il culto della Pachamama in Vaticano non era innocuo

Nella nostra traduzione da  LifesSiteNews l'intervento reso pubblico in tedesco martedì 19 novembre su Kath.net, con il quale il vescovo Athanasius Schneider denuncia ancora una volta lo scandalo provocato dai nuovi simboli pagani nel culto della Pachamama in Vaticano. Mons. Schneider si è già pronunciato in ripetute occasioni: quiquiquiquiqui - qui - qui. Per chi vuole approfondire: indice degli articoli sul Sinodo amazzonico.

Il 4 ottobre 2019, nella festa di San Francesco d'Assisi, alla presenza di Papa Francesco e di altri alti dignitari ecclesiastici, si è svolta nei Giardini Vaticani una cerimonia di evidente carattere religioso, come indicato nel comunicato stampa della stessa data: Nel corso della cerimonia di preghiera, a conclusione dell’iniziativa il “Tempo del Creato” promossa di recente da Papa Francesco, è stato piantato un albero proveniente da Assisi come simbolo di un’ecologia integrale, per consacrare il Sinodo Amazzonico a San Francesco, nell’imminente ricorrenza dei 40 anni della proclamazione papale del Poverello di Assisi come patrono dei cultori dell’ecologia. Alla cerimonia odierna prendono parte i rappresentanti dei popoli indigeni dell’Amazzonia, che hanno danzato e cantato in cerchio nel verde dei giardini, accompagnati dai loro strumenti tradizionali. Alla fine della celebrazione, il Santo Padre ha recitato il Padre Nostro. Rappresentanti delle popolazioni indigene Alla cerimonia hanno partecipato Amazzonia, frati francescani e vari membri della Chiesa

C.M. Viganò: “Cardinali, vescovi! Rivolgete una correzione fraterna al papa. Non sta confermando i fratelli nella fede”

Riprendo da Duc in altum il seguente testo di Mons. Carlo Maria Viganò che va a sommarsi ai molti interventi sulla vexata questio del Sinodo per l'Amazzonia e sull'atrettanto controversa Dichiarazione di Abu Dhabi. (Indici degli articoli precedenti: sul Sinodo e sulla Dichiarazione).

Durante venti secoli, la Chiesa cattolica ha professato la fede in Gesù Cristo, unico Salvatore, giunta intatta fino a noi come l’ha ricevuta dagli Apostoli, dai Padri della Chiesa, a prezzo del sangue dei Martiri, della testimonianza dei Confessori della fede, dei Santi senza numero, di ogni lingua e popolo, tramandata dai genitori ai figli, da sacerdoti e religiosi, diffusa da ardenti missionari in tutti i continenti della terra, sotto la guida dei successori dell’apostolo Pietro che hanno garantito l’unità della Sposa di Cristo, confermando i fratelli della fede.
Da ormai quasi sette anni, il successore del Principe degli Apostoli, a cui è stato affidato il mandato di Cristo conferito a Pietro dopo la sua professione di fede – “Tu se il Cristo il Figlio del Dio vivente” (Mt 16, 18) – ha abdicato al suo ministero di confermare i fratelli nella fede. Papa Francesco non ha mai confermato nessuno. Riconosciamo con dolore quanto il suo ministero sia stato divisivo e distruttore.

giovedì 21 novembre 2019

Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l’anima alla Roma cattolica ...

Il 21 novembre 1974 Monsignor Marcel Lefebvre faceva una storica dichiarazione. Preghiamo il Signore che anche oggi, in tempi apparentemente più calamitosi dei turbolenti anni Settanta, vi siano prelati disposti a fare una dichiarazione simile. Questo è un blog cattolico e non aderisce formalmente alla FSSPX; ma non può non riconoscersi nella Dichiarazione che segue, tuttora valida soprattutto nella temperie attuale in cui la crisi della Chiesa ha raggiunto distorsioni non più eludibili.

Dichiarazione di Mons. Lefebvre del 21 novembre 1974

Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l’anima alla Roma cattolica custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento della stessa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità.

Noi rifiutiamo, invece, e abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono scaturite.

Tutte queste riforme, in effetti, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all’annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, a un insegnamento neutralista e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento uscito dal liberalismo e dal protestantesimo più volte condannati dal magistero solenne della Chiesa.

L'apostasia nella Chiesa

Profezia della beata Elisabetta Canori Mora 
(Roma, 1774 – Roma, 1825)

«Il dì 21 ottobre 1815, nella santa Comunione ebbi notizia dell’enorme attentato che si macchina dai persecutori della cattolica religione; pensano questi di spiantarla propriamente dalle sue radici. Pensano questi miseri di erigere templi alle false divinità nel grembo della cattolica Chiesa, nella residenza del romano Pontefice, del Vicario di Cristo! Pensare di erigere templi alle false divinità! Oh empietà, oh ardire esecrando! Piaccia a Dio che questo non accada, raccomandiamoci caldamente al Signore, perché vadano a vuoto i loro rei disegni. Guai a noi, poveri cattolici, se possono mettere in esecuzione quanto macchinano contro di noi ! “Tutti quelli che entreranno in queste assemblee, tutti moriranno!”, mi diceva il mio Signore. A questa parola l’anima mia si spaventò molto: “Mi intendi di qual morte intendo parlare?”, soggiunse il Signore, “intendo parlare di quella morte che toglie la fede alle anime”»