domenica 31 gennaio 2021

I 'Guerrieri del Rosario'. Continua l'Operazione Assalto al Cielo del 1° di ogni mese col Cardinale Burke

Domani 1 febbraio, come il primo giorno di ogni mese, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà la Santa Messa alle ore 7:00am (ora locale) a Roma e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.
Per ricevere il link per collegarsi in streaming qui. Per guardarla in differita qui.
Poiché spesso il Cardinale celebra la Santa Messa nel rito Antico, una buona edizione dell'Ordinario della Messa (parti invariabili) può essere scaricata QUI
Rimaniamo fedeli a questa esperienza forte di preghiera che ci vede uniti già da oltre due anni, ricordando Padre Pio: « Il Santo Rosario è l'arma per questi tempi ».
Alle intenzioni sotto elencate, aggiungiamo la richiesta di protezione dalle forze oscure - ed anche dalla recente pandemia e dalle gravi ripercussioni spirituali,  antropologiche nonché geopolitiche - che, oltre alla Chiesa, minacciano il nostro Paese, l'Europa e il mondo intero. Anche in questo mese rinnoviamo il nostro fervore e preghiamo più che mai. Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Migliaia di Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.

I cattolici e la crisi dell'autorità. L'arcivescovo Viganò risponde ad un sacerdote

Nella risposta ad un  sacerdote pubblicata di seguito sulla crisi dell'autorità, acuitasi in riferimento all'emergenza pandemica, l'Arcivescovo Viganò, sostanzialmente risponde anche alla esternazione di Bergoglio nel corso dell’udienza all’ufficio catechistico della Cei (ieri, 30 gennaio). Cito : “O tu stai con la Chiesa e pertanto segui il Concilio”, “o se lo interpreti a tuo modo non sei nella Chiesa, il Concilio non va negoziato”. Ha quindi invitato la Chiesa italiana ad avviare il processo per un Sinodo nazionale, menzionando il Convegno di Firenze. 
In realtà stiamo subendo gli effetti di un infausto aggiornamento rivelatosi sovversione che vede il suo culmine in questo post concilio bergogliano e pachamamiano posto in essere dall'attuale pontificato... Qui l'indice di interventi precedenti e correlati.

Reverendo e Caro Sacerdote di Cristo,
ho ricevuto la Sua lettera, nella quale Ella mi sottopone alcune gravi questioni sulla crisi dell’autorità nella Chiesa, crisi che va acuendosi in questi ultimi anni ed in particolare durante “l’emergenza pandemica”, in occasione della quale la gloria di Dio e la salvezza delle anime sono state messe da parte a vantaggio di una presunta salute del corpo. Se intendo rendere pubblica questa mia articolata risposta alla Sua lettera, è perché essa risponde ai numerosissimi fedeli e sacerdoti che mi scrivono da ogni dove, esponendomi interrogativi e tormenti di coscienza su queste stesse gravi questioni.

Il problema di un’autorità pervertita – ossia che non agisca nei limiti che le sono propri o che si sia data autonomamente un fine opposto a quello che la legittima – viene affrontato dalle Sacre Scritture per ricordarci che omnis potestas a Deo (Rom 13, 1) e che qui resistit potestati, Dei ordinationi resistit (ibidem., 2). E se San Paolo ci intima di obbedire all’autorità civile, a maggior ragione noi siamo tenuti ad obbedire all’autorità ecclesiastica, in ragione del primato che le questioni spirituali hanno su quelle temporali.

"Spiritus Domini"? Il Manifesto delle donne cattoliche per far riconoscere la bellezza della loro specifica vocazione

Propongo, nella nostra traduzione dal francese, il Manifesto che segue, un Appello di donne cattoliche, che risponde all'ufficializzazione di donne "lettrici" e donne "accolite" nel Novus Ordo per effetto del Motu proprio 10 gennaio 2021 Spiritus Domini [quiqui, con attenzione anche alla nostra nota]. L'iniziativa - lanciata da Gabrielle Vialla, autrice di Recevoir le féminin, Bien vivre le cycle féminin, La Chasteté, curatrice del blog fecondite.org e da Constance Prazel, dottore in storia, cronista ed editorialista - è una "chiamata ad approfondire la vocazione della donna", che non ha nulla da guadagnare nel voler esercitare funzioni liturgiche maschili perché il genio femminile si esprime al meglio nel "privilegio mariano". Il Manifesto è sottoscrivibile da qui. Io l'ho sottoscritto.

In occasione della pubblicazione del Motu proprio Spiritus Domini, noi donne cattoliche desideriamo che la bellezza della nostra specifica vocazione sia riconosciuta e amata.

La questione della presenza della donna nel santuario, in alcuni l'ostinazione per il matrimonio dei sacerdoti o il sacerdozio della donna sono, per noi, i sintomi di una grave crisi liturgica radicata in una crisi antropologica ancor più profonda sulla complementarietà di uomo e donna. Ogni cattolico, qualunque sia il suo stato di vita o la sua fedeltà alla liturgia, dovrebbe essere preoccupato da questo profondo disagio.

È proprio ora che si prende coscienza del pericolo del clericalismo, che paradossalmente dimentica che la donna è divinamente esclusa dalla gerarchia ecclesiale per il bene di tutta la Chiesa. Mai prima d'ora la vocazione della donna era stata rappresentata in modo così caricaturale e impoverito.

sabato 30 gennaio 2021

“Non ci indurre in tentazione”: se i vescovi leggessero la Commedia … (Dante, Purgatorio, canto XI, vv. 4-24)

Il bellissimo “Padre Nostro pregato” di Dante prosegue, dopo l’iniziale contemplazione di Dio che sta nel cielo Pater noster, qui es in coelis,
O Padre nostro, che ne’ cieli stai, / non circunscritto, ma per più amore / ch’ai primi effetti di là sù tu hai,
sempre sulla stessa falsariga di una dizione poetica che è pura meditazione del testo evangelico e va dentro, non oltre la lettera del testo sacro.

Santificetur nomen tuum fiorisce in
«laudato sia ‘l tuo nome e ‘l tuo valore / da ogne creatura, com’è degno / di render grazie al tuo dolce vapore» (vv. 4-6),
una terzina in cui il riconoscimento dell’impronta trinitaria nel volto del Padre (nome – valore – vapore, che richiamano il Figlio, il Padre stesso e lo Spirito Santo) apre alla gratitudine perché Egli si é rivelato a noi: «com’è degno / di render grazie al tuo dolce vapore». E come si è rivelato? Come un dolce soffio di vento che ci accarezza il volto: così è il dono dello Spirito.

venerdì 29 gennaio 2021

I (pochi) vescovi e cardinali coraggiosi dovrebbero chiamare in causa il papa, ampliando il fronte tenuto sinora dai soli Viganò e Schneider

Anche il cardinale Raymond Burke ha condannato il tentativo del presidente Biden di "codificare come legge" la decisione del 1973 "Roe contro Wade" della Corte Suprema che ha "legalizzato" l'aborto. Durante un'omelia nel Santuario della Madonna di Guadalupe a La Crosse, Wisconsin (24 gennaio), Burke ha definito questa decisione "totalmente ingiusta" criticando Biden per il suo tentativo di imporre alle scuole la "iniqua teoria di genere". Burke ha puntualizzato che il governo Biden minaccia di negare la "libertà religiosa" che il cardinale definisce come la libertà di seguire il piano di Dio per il mondo e per l'uomo, "inscritto nella natura stessa" e "scritto nel cuore di ogni uomo".
Ma se Mons. Barron [quiet alii e ora anche il cardinale Burke condannano giustamente l'abortismo e l'omosessualismo di Biden, costui però se la ride, a mio modesto avviso E perché, se la ride? Perché il papa è dalla sua parte! Incredibile dictu
Ma come, dalla sua parte!? Non ha anche di recente Bergoglio sferzato duramente la pratica dell'aborto? Certo, ma allora perché non ha sostenuto Trump, apertamente e fortemente pro-life? Già, come si spiega? Si spiega così: condanna a parole, perché non può fare altrimenti, ma poi contraddice questa condanna con le sue azioni. 
Le sue azioni in politica vanno nel senso di appoggiare gli abortisti al potere, come Biden e non solo.

giovedì 28 gennaio 2021

Pio XII vide l’onda neomodernista e lanciò l’allarme

A breve tornerò su Pio XII per affrontare alcuni accenni di modernismo presenti, secondo un sacerdote nostro lettore, in alcuni suoi documenti; il che mi ha interpellata non poco, pur nella consapevolezza che i germi dell'attuale crisi vengono da lontano e hanno attraversato anche il suo pontificato. Sono molto legata alla sua figura che ho sempre ammirato e ai suoi insegnamenti, anche perché è il Papa della mia giovinezza dal quale ho ricevuto le prime benedizioni apostoliche... Sto cercando di approfondire e credo che sarò in grado di aggiustare il tiro. Il che sarà, spero, fruttuoso per tutti.

Non è un mistero che la figura di Pio XII piace poco ai cattolici progressisti e bergogliosi, e infatti ne parlano il minimo indispensabile, quando proprio vi sono costretti. Il bello è che il processo di canonizzazione, aperto nel lontano 1967, è affidato ai gesuiti: si può bene immaginare che costoro non abbiano alcuna fretta di portarlo avanti, dal momento che Pio XII rappresenta esattamente l’opposto della Chiesa che essi hanno in mente e che stanno realizzando a grandi tappe.
Non che avessero, o abbiano, alcuna ragione valida per ritardare un atto ormai dovuto; ma tant’è, come nel caso di padre Léon Dehon, che doveva essere proclamato santo nel 2005 e invece è rimasto “sospeso” a tempo indeterminato, ragioni valide, di questi tempi, non ne occorrono più: basta un sospetto, basta un bisbiglio, specie se arriva dagli onnipresenti e onnipotenti fratelli maggiori, e le pratiche si arrestano, le lingue si trattengono, i discorsi cadono come per magia.

I geni della C.E.I. e il segno della pace nella Liturgia post-Covid

Estrapolo alcune segnalazioni dei lettori sul segno della pace ripristinato dalla C.E.I. da domenica 14 febbraio.

"Augurarsi"?!?!? Cioè, la pace è un augurio?! Ma da dove vengono?La pace, quella per cui Cristo ha versato il sangue, noi ce la "auguriamo"? Ma si rendono conto di come parlano? di quel che dicono? 
Poi dice che uno è fissato col Vetus Ordo. Certamente! Nella Messa antica il rituale della pace rende chiaro che è una pace che viene da Cristo (il sacerdote bacia l'altare e poi la dà al diacono, che la dà al suddiacono ecc.; perché Gesù dice: «Non come la dà il mondo, io la do a voi» - Gv 14,27). 
Invece nella Messa nuova ci si augura la pace. Auguri... e figli maschi (ah no, scusate, è politicamente scorretto). Auguri e basta. E magari Arigatò. 
Tra l'altro è il gesto più inutile e per di più facoltativo della liturgia riformata.... incomprensibile questa ostentazione nel riproporlo!
E si preoccupano del "segno di pace", loro che hanno vuotato le chiese, hanno lasciato il popolo di Dio senza la Santa Messa per mesi, addirittura senza la Messa di Pasqua. Col loro indebito assoggettarsi alle restrizioni del governo hanno insegnato che era più importante salvare il corpo, anzichè l'anima. Ed ora... sono preoccupati di lasciare senza il "segno di pace" coloro a cui hanno negato la Santa Messa. Ma arriverà il "redde rationem!" Grazie a Dio viene per tutti.

mercoledì 27 gennaio 2021

Omelia del Vescovo Barron nella Messa da Requiem per i non nati

Siamo al punto che il neo-presidente Biden apostrofa come "estremisti" coloro che combattono l'aborto e uno dei suoi primi atti di governo è la promozione della traduzione in legge della sentenza Roe vs. Wade. Nello stesso tempo la speaker della camera Pelosi si dice addolorata che, nel votare Trump, i cattolici pro life, rappresentino una minaccia per la democrazia. Rammentiamo che il vescovo della sua diocesi, Salvatore Cordileone, la corregge e la invita a chiedere scusa [qui]. Intervento esemplare e coraggioso proprio nel momento in cui i sostenitori dell'ex presidente rischiano la delegittimazione delle loro idee e l'isolamento sociale. È in questo alveo che si colloca l’Omelia ripresa di seguito tenuta sabato 23 gennaio scorso da mons. Robert Barron, Vescovo ausiliare di Los Angeles, nella Messa da requiem per i non nati, presieduta da mons. José H. Gomez [vedi suo recente intervento], Arcivescovo metropolita di Los Angeles e Presidente della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti, nella Cattedrale di Nostra Signora degli Angeli. Una indubbia presa di posizione sui temi cari al Magistero cattolico. Non mancano citazioni di alcune delle sporadiche affermazioni corrette di Bergoglio, che non correggono l'inqualificabile sostegno esplicito del Vaticano ai nuovi indirizzi politici USA e loro rappresentanti. (M.G.)

Omelia del vescovo Barron nella Messa da Requiem per i non nati. “L’aborto non è un problema minore. Non c’è attacco più brutale alla vita umana di questo”
 
Miei cari fratelli e sorelle nel Signore Gesù, vorrei innanzitutto offrire una parola di gratitudine all’Arcivescovo Gomez per la sua guida qui nell’Arcidiocesi di Los Angeles e nella Chiesa degli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda la causa pro vita. In secondo luogo, vorrei ringraziare tutti voi che lavorate per anni nella vigna del Signore, sforzandovi di proteggere la vita in tutte le fasi. Che Dio vi benedica e continui a darvi forza e coraggio!

martedì 26 gennaio 2021

Qualcosa di cattolico sulla Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani che si chiude oggi

Oggi 25 gennaio si conclude la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, da decenni ormai improntata al falso ecumenismo [qui]. Sul falso ecumenismo si può consultare questo articolo.
In contro-tendenza, proponiamo qualcosa di cattolico perché chi ha orecchie per intendere possa conoscerlo o riscoprirlo
«Soltanto quando tutti gli scismatici e i protestanti professeranno il Credo cattolico con convinzione e quando tutti gli ebrei chiederanno volontariamente il Santo Battesimo, solamente allora l’Immacolata avrà raggiunto i suoi obiettivi».
«… In altre parole - insisteva San Massimiliano - non c’è peggior nemico dell’Immacolata e della sua Milizia che l’ecumenismo attuale, contro il quale ogni Cavaliere non solo deve combattere, ma anche fare opera di neutralizzazione attraverso un’azione diametralmente opposta che in ultima battuta lo annienti. San Massimiliano Kolbe.
* * *

“Spiritus Domini”. Analisi di mons. Schneider sul significato dei ministeri minori nella Sacra Liturgia”

Il Motu proprio Spiritus Domini modifica il codice di diritto canonico istituzionalizzando una prassi che risale a Paolo VI. Ne abbiamo parlato qui con note in calce sugli "ordini minori" e sull'aspetto liturgico. La modifica va contro la tradizione costante della Chiesa. Lo afferma il vescovo Athanasius Schneider, per le ragioni fondamentali esposte in un lungo testo, pubblicato da New Liturgical Movement, di cui trovate di seguito la nostra traduzione integrale. 
Ciò che resta è una scissione del rito liturgico tra vari attori di rango sostanzialmente diverso, che introduce una diminutio sempre più profonda del ruolo del sacerdote [vedi nota sopra richiamata] e prepara l'istituzione delle diaconesse come ministero laico, permettendo ai più radicali di sognare la possibilità - proibita dalla legge divina - di vedere un giorno il sacerdozio conferito alle donne".
Una chiosa sull'uso del termine "forma straordinaria" del Rito Romano coniata dal motu proprio Summorum pontificum, che parla di “due forme dell’unico Rito”. Ma è possibile affermare che le due forme «scaturirebbero organicamente dalle nobili forme preesistenti senza rotture ed in dinamica di continuità», quando ognuna di esse riflette e veicola ecclesiologia e teologia diverse? Teocentrica la prima, antropocentrica la seconda. Tema ampiamente approfondito nel mio libro: «Il Rito Romano Antiquior e il Novus Ordo dal Vaticano II all'epoca dei 'due Papi'», Solfanelli, 2017 acquistabile qui. Una Summa delle differenze tra i due Riti è consultabile qui.

Spiritus Domini” 25 gennaio 2021:
“Il significato dei ministeri minori nella Sacra Liturgia”
del vescovo Athanasius Schneider

1. Il principio della legge divina nella liturgia
Riguardo alla natura della sacra liturgia, cioè del culto divino, Dio stesso ci ha parlato per mezzo della sua santa Parola, e la Chiesa l'ha spiegata nel suo Magistero solenne. Ecco il primo aspetto fondamentale della liturgia: Dio stesso dice agli uomini come devono onorarlo; in altre parole, è Dio che dà norme e leggi concrete per lo sviluppo, anche esteriore, dell'adorazione della Sua Divina Maestà.

In verità, l'uomo è ferito dal peccato originale; per questo è profondamente caratterizzato dall'orgoglio e dall'ignoranza, e ancor più profondamente dalla tentazione e dalla tendenza a mettersi al posto di Dio al centro del culto, cioè a praticare il culto di se stesso nelle sue varie forme implicite ed esplicite. La legge e le norme liturgiche sono quindi necessarie per l'autentico culto divino. Queste leggi e norme devono essere trovate nella Rivelazione divina, nella parola di Dio scritta e nella parola di Dio trasmessa dalla tradizione.
La Divina Rivelazione ci trasmette una ricca e dettagliata legislazione liturgica. Un intero libro dell'Antico Testamento è dedicato alla legge liturgica, il Libro del Levitico; e in parte anche il Libro dell'Esodo. Le singole norme liturgiche del culto divino dell'Antico Testamento avevano solo un valore transitorio, poiché il loro scopo era quello di essere figura, tendente al culto divino che avrebbe raggiunto la sua pienezza nel Nuovo Testamento. Tuttavia, alcuni elementi hanno valore permanente: in primo luogo, il fatto stesso della necessità di una legislazione liturgica; in secondo luogo, il fatto che esista una ricca e dettagliata legislazione sul culto divino; e in terzo luogo, il fatto che il culto divino si svolga in ordine gerarchico. Questo ordine gerarchico è presentato concretamente tripartito: sommo sacerdote-sacerdote-levita.

domenica 24 gennaio 2021

Se l'Istituto fondato da Giovanni Paolo II preferisce Biden a Giovanni Paolo II, abbiamo un problema e non da poco

Precedenti, nel blog, sulle trasformazioni dell’Istituto Giovanni Paolo II, che hanno suscitato molto scalpore [qui - qui - qui] e sulla PAV qui - qui - qui - qui] ; sul card. Paglia [qui]. Tutti i recenti documenti della Pontifica Accademia per la Vita (qui - qui), ci danno la misura della profonda crisi nella Chiesa. Ed ecco la cronaca recente. Se l'Istituto fondato da Giovanni Paolo II preferisce Biden a Giovanni Paolo II, abbiamo un problema e non da poco.

Infatti la frase pubblicata sulla pagina Facebook dell’Istituto Giovanni Paolo II (cancellata ma recuperata in un commento, vedi immagine): “Difendere il diritto all’aborto non vuol dire difendere l’aborto” abdica alla visione cattolica della libertà perché, nel contrapporsi al magistero di Giovanni Paolo II, esprime una nuova idea della coscienza in rapporto alla legge morale secondo una concezione luterana e kantiana. 
Ogni delitto, anche se mascherato o reso arbitrariamente lecito, è peccato grave che spezza la comunione a diverso livello e grado, dentro e fuori la persona. 
Vale anche per la Roe v. Wade riesumata dal neo-presidente USA. 
Terribile l'obnubilamento del male col consenso sociale che pretende trasformalo in bene e svia quando non anestetizza le coscienze, al di là di qualunque sensibilità politica. Si è attraversato un crinale pericolosissimo per il bene comune ma anche per ogni singola anima.

sabato 23 gennaio 2021

L’Arcivescovo di San Francisco «Nessun cattolico in buona coscienza può favorire l’aborto»

Riprendo con mie ineludibili chiose, nella nostra traduzione da National Catholic Register, un articolo sulla presa di posizione dell'arcivescovo Cordileone nei confronti del presidente della Camera Nancy Pelosi sull'aborto (anche se poteva dire qualcosa in più: qui il documento integrale). 
Nell'occasione l'arcivescovo si è rivelato anche tra i sostenitori del documento di Gomez [qui]. La foto (che vale la pena ingrandire) l0 ritrae commosso durante la celebrazione della 'Messa delle Americhe' nel Rito Antico [qui].
Ora il testo della Lettera dell’arcivescovo José Gomez al presidente Biden è apparso sul sito della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. Nei giorni scorsi era invece girata la notizia da noi pubblicata [qui] di una censura vaticana, anche se nel frattempo la Lettera era apparsa sui siti di alcune diocesi. È un fatto che sconcerta e mostra l'ingravescente disgregazione nella Chiesa visibile. La vicenda, incentrata sulle dichiarazioni contro l’agenda abortista di Biden, pone il serio problema della della libertas docendi dei vescovi cattolici. Solo il fatto che ci si debba porre questo problema la dice lunga sulla pesantezza della situazione ecclesiale, posto che le remore iniziali sono giunte dai vertici ecclesiali. Con la conseguenza di una desistenza dall'esercizio dell'autorità - che Romano Amerio bollava come breviatio manus Domini [1] -. Desistenza che, oggi, si manifesta nella debolezza dei vescovi che, quando non sono sviati dal modernismo imperante, non parlano più secondo verità di molti argomenti perché intimoriti in quanto controllati e proscritti.

giovedì 21 gennaio 2021

Il Vaticano ferma una dichiarazione dei vescovi USA critica su Biden

La Conferenza Episcopale degli USA ha trattenuto una dichiarazione firmata dall'arcivescovo di Los Angeles, José Gomez [Presidente della Conferenza Episcopale USA -ndr], sul Presidente Joe Biden, dopo che la Segreteria di Stato del Vaticano ha ordinato che non fosse pubblicata (pillarcatholic.com). 
Nonostante, l'embargo, il testo è stato comunque pubblicato su DioceseTucson.org (data: 22 gennaio). Nella dichiarazione, Gomez puntualizza "che il nostro nuovo Presidente si è impegnato a perseguire alcune politiche che promuoverebbero una morale malvagia e minaccerebbero la vita e la dignità umana, soprattutto per quanto riguarda l'aborto, la contraccezione, il matrimonio e il genere." 
Gomez ha espresso la sua "profonda preoccupazione" per "la libertà della Chiesa e la libertà dei credenti di vivere secondo coscienza." 
Il Vaticano è intervenuto contro la dichiarazione, dopo che i cardinali pro-gay Joseph Tobin, Blase Cupich e altri avevano fatto scattare l'allarme. - Fonte
Dalla fonte statunitense riprendiamo anche questo brano: "I pastori, i vescovi della nazione hanno il dovere di proclamare il Vangelo in tutta la sua verità e potenza, opportune et importune, anche quando quell'insegnamento è scomodo o quando le verità del Vangelo sono contrarie alle indicazioni di fasce più ampie della società e della cultura". Lo ha scritto l'Arcivescovo Jose Gomez nella dichiarazione che avrebbe dovuto essere rilasciata alle 9:00 del 20 gennaio.

martedì 19 gennaio 2021

Conte (e Mattarella?): Chi tira le fila…

Rispetto alle vicende della politica, cui stiamo assistendo con sempre più smagata apprensione (oggi il secondo atto di questa tornata) mentre in realtà sopravviviamo stretti in una morsa inesorabile, l'approccio con alcuni testi sui temi “massoneria et alia” ci consente di apprendere sui due attuali protagonisti che:
  • Renzi lavora per certi interessi e ciò che compie è ciò che deve (è nota la sua partecipazione al Bilderberg 2019).
  • Mentre Conte non viene dal nulla, ma dal potere di certi gesuiti (Villa Nazareth, card. Silvestrini) e dietro quindi ha anche Bergoglio, come pubblicavamo qui  e anche qui (vi invito a rileggere con attenzione i testi dai link, visto che la mia postazione di fortuna non mi consente di articolare questo testo come vorrei).
Sintomatico inoltre, ma non poco inquietante anche il recente appoggio ufficiale della CEI (Avvenire) ai tentativi di Conte di perpetuare il suo governo. Oltre a rappresentare un'indebita intromissione in un momento delicato dalla politica nazionale, l'intervento dei vescovi - che rispecchia le linee guida del loro capo (reiterate nella recente intervista al Tg5) - va contro la ragione politica e contro le esigenze della fede cattolica nei confronti della politica. Ratifica infatti un governo fortemente carente nelle sue linee programmatiche, fumose e deficitarie sulle reali esigenze del paese, ma decisamente anti-cattoliche nelle realizzazioni attuative. Ed è un giudizio obbiettivamente inadeguato, viste le mancanze, l'incapacità e il radicalismo anti-vita e anti-famiglia dimostrati dall'esecutivo. 
Resta da tener d'occhio il prefigurarsi di un nuovo partito di cosiddetto "centro" a guida Conte, appoggiato dal Vaticano & C., che rischia di convogliare i consensi dei cosiddetti moderati e di troppi cattolici ormai tali solo di etichetta.
Di seguito trascrivo un recentissimo scritto molto rivelatore:

Il Kazakistan attende la visita di Bergoglio nel 2021

Coronavirus permettendo, nell’arcidiocesi di Astana (ora Nur-Sultan), il cui arcivescovo è mons. Tomasz Peta e vescovo ausiliare mons. Athanasius Schneider, si prepara un evento particolare: la 7ma edizione del Congress of Leaders of World and Traditional Religions
Stando a statistiche del 2008, in Kazakistan ci sono cinque diocesi cattoliche e circa 250mila cattolici di rito latino: una piccola minoranza della popolazione di 18,28 milioni.
Il Kazakistan è il centro geografico delle tre più grandi religioni del mondo: buddismo, cristianesimo e islam. È anche una delle nazioni più religiosamente ed etnicamente diverse, con oltre 100 gruppi etnici e oltre 3000 organizzazioni religiose che rappresentano 18 denominazioni.
Dal 2003 il Capo dello Stato, Nursultan Nazarbaev, ha “promosso” il Congress of Leaders of World and Traditional Religions, un’istituzione politico-religiosa a cadenza triennale, caratterizzata da un afflato ecumenico-indifferentista.
Asianews aveva già annunciato lo scorso anno, più recentemente Catholic News Agendcyche Papa Francesco e il leader ortodosso russo, il patriarca Kirill di Mosca, potrebbero incontrarsi a Nur-Sultan. Certamente la visita papale sarebbe "un evento speciale non solo per i cattolici del Kazakistan, ma anche per l'intera regione dell'Asia centrale", visto che potrebbe provocare l'affluenza di molte persone che vogliono vedere il papa. 
Sostanzialmente, però, una ulteriore tappa dell'altro Great Reset rappresentato dal Concilio Vaticano II.
Non dovrebbe quindi mancare una netta ed energica opposizione ad un evento che avesse l'aggravante della presenza di Bergoglio, in una sostanziale bolgia interreligiosa, all'insegna di una ingravescente mondializzazione e di chi, assecondandola, sta rinnegando la nostra Fede. A riprova, basta verificare le nefande implicazioni e applicazioni della Dichiarazione di Abu Dhabi [qui] e dell'enciclica Fratelli Tutti [qui].
Ma c'è dell'altro. I partecipanti all’ultima edizione del Congresso hanno proposto la creazione del N. Nazarbayev Center for Development of Interfaith and Intercivilization Dialogue, intitolato appunto al primo presidente kazako (vedere gli obiettivi) [qui]:
L’idea di creare il Centro N. Nazarbayev per lo sviluppo del dialogo interreligioso e intercivile è stata avviata dai partecipanti al VI Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali nell’ottobre 2018. Il Centro […] è stato istituito con decreto n. 226 del governo della Repubblica del Kazakistan il 25 aprile 2019.

sabato 16 gennaio 2021

Riacquistare la capacità di guardare il cielo

Credo che ogni civiltà materialista si scavi la fossa da sola. Per quanto riesca ad offrire maggiore benessere e a volte persino a distribuirlo diffusamente, la sua progressiva incapacità di guardare il Cielo la conduce nel medio o lungo periodo verso il baratro, anche attraverso l'intrusione di forze sotterranee molto potenti. L'Occidente anglosassone, mercantile e plutocratico, ha aperto la strada in tal senso e la possibile risalita della civiltà non può provenire da quel modello. Più interessante è quanto sta avvenendo nell'Est europeo, dove la caduta di un altro materialismo oppressivo, quello comunista, ha aperto la strada alla rinascita di forze spirituali e identitarie. Anche qui però si tratta di capire se avranno la meglio, sul lungo periodo, le forze della risalita intellttuale e spirituale, o invece le seduzioni egoiche dell'edonismo di massa e del benessere materiale "occidentaliste". Ecco, se c'è una partita ancora aperta, mi sembra che si stia giocando oltre la vecchia Cortina di ferro. Ancora prima di una partita politica, o geopolitica, si tratta di una questione culturale, religiosa e spirituale. (Martino Mora)

venerdì 15 gennaio 2021

Viganò: SANITAS CORPORUM SUPREMA LEX Considerazioni sulla promozione del vaccino da parte della Santa Sede

Mons. Viganò invia le sue considerazioni sull’intervista al Tg5 - a colloquio con il giornalista Fabio Marchese Ragona, avvenuto in Santa Marta in Vaticano - nella quale Bergoglio ha affrontato vari temi, tra cui: la pandemia, il vaccino, i disordini negli Stati Uniti, l'aborto, la politica e com'è cambiata la sua vita a causa del virus. Potete trovare qui l'indice dei precedenti e correlati.

SANITAS CORPORUM SUPREMA LEX
Considerazioni sulla promozione del vaccino
da parte della Santa Sede

Alcuni giorni fa, su Canale5, è stata trasmessa un’intervista a Jorge Mario Bergoglio nelle inconsuete vesti di sponsor delle case farmaceutiche. L’avevamo visto nei panni del politico, del sindacalista, del promotore dell’immigrazione selvaggia, del sostenitore dell’accoglienza dei clandestini, del filantropo: in tutte queste metamorfosi è sempre emersa, accanto alla capacità di astrarsi totalmente dal proprio ruolo istituzionale, l’indole poliedrica dell’Argentino, che ora scopriamo promoter delle case farmaceutiche, convinto sostenitore dei vaccini e zelante supporter di quanti da un anno usano il Covid come un mezzo di controllo delle masse, per imporre il Great Reset voluto dal World Economic Forum. 

Che il vaccino non dia alcuna garanzia di efficacia, ma anzi possa indurre gravi effetti collaterali; che in alcuni casi esso sia prodotto a partire da cellule fetali abortive, e perciò sia assolutamente inconciliabile con la Morale cattolica; che le cure con il plasma iperimmune o con protocolli alternativi siano boicottate nonostante le prove della loro validità, poco importa al nuovo “esperto” [anche qui] il quale dal nulla delle proprie competenze mediche giunge a raccomandare ai fedeli la vaccinazione, mentre impone ai cittadini del Vaticano, con sovrana autorità, di sottoporsi al discutibile trattamento in nome di un non meglio precisato «dovere etico». La tetra Aula Paolo VI è stata emblematicamente scelta quale tempio in cui celebrare questo nuovo rito sanitario, officiato dai ministri della religione del Covid per assicurare non certo la salvezza delle anime, quanto l’illusoria promessa di una salute del corpo. 

mercoledì 13 gennaio 2021

Mons. Viganò sul Giuramento Antimodernistico, la sua abolizione e le colpe di Ratzinger

Grata a Mons. Viganò per la condivisione, pubblico la sua puntuale dichiarazione in risposta ad alcune domande postegli da LifeSiteNews per integrare precedenti affermazioni sul Concilio Vaticano II. Trovate qui l'indice di numerosi articoli precedenti e correlati.

Dopo il mio smarrimento, mi sono pentito;
quando me lo hai fatto capire, mi sono battuto il petto,
mi sono vergognato e ne provo confusione,
perché porto l’infamia della mia giovinezza.

Ger 31, 19

In un articolo apparso su LifeSiteNews lo scorso 28 Settembre[1], la dottoressa Maike Hickson mi ha rivolto alcune domande per integrare le mie dichiarazioni concernenti il Concilio Vaticano II riportate da Marco Tosatti. [pubblicate qui][2] 

IL GIURAMENTO ANTIMODERNISTICO

I punti sui quali verte questa analisi fanno riferimento al Giuramento Antimodernistico, che San Pio X promulgò con il Motu Proprio Sacrorum Antistitum del 1° Settembre 1910[3], tre anni dopo la pubblicazione del Decreto Lamentabili[4] dell’Enciclica Pascendi Dominici gregis.[5] L’art. VI della Pascendi stabiliva l’istituzione, «quanto prima», del Consiglio di vigilanza in tutte le Diocesi, mentre l’art. VII intimava l’invio «alla Santa Sede» entro un anno e poi ogni triennio di quella «diligente e giurata esposizione» sull’attuazione delle prescrizioni dell’Enciclica e «sulle dottrine che corrono in mezzo al clero», poi semplicemente denominata “relazione Pascendi”.[6] Si noterà la differenza di approccio della Santa Sede dinanzi alla gravissima crisi dottrinale di quegli anni, rispetto a quello di segno totalmente opposto adottato dopo la fine del Pontificato di Pio XII. 

Spiritus Domini: il bicchiere mezzo pieno - Fabio Adernò

Ringrazio di cuore Fabio Adernò, noto per essere tra i più giovani avvocati del Tribunale Apostolico della Rota Romana, per averci inviato questo suo testo - ottimo, articolato e chiaro approfondimento -  sul nuovo motu proprio "Spiritus Domini", che d’ora in poi apre formalmente anche alle donne, in forma stabile e istituzionalizzata con un apposito mandato i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato. Sugli "ordini minori" e sull'aspetto liturgico vedi anche le note in calce.

Ha suscitato grande scalpore e un vespaio di commenti il nuovo Motu Proprio di Papa Francesco che “novella” – in negativo, privandolo cioè di un argine – il can. 230, §1 del Codice di Diritto Canonico.
Da una parte si sono levati i soliti scomposti “hosanna” al Pontefice innovatore e rivoluzionario che finalmente dà spazio al ruolo della donna nella Chiesa “visibile” istituzionalizzando la possibilità per i fedeli di sesso femminile di accedere ai cosiddetti “ministeri istituiti”; dall’altra si è strillato allo scandalo, alla fine di tutto, al cavallo di Troia per minare le basi del sacerdozio virile.
Personalmente ritengo che quanto avvenuto con la promulgazione del M.P. Spiritus Domini altro non sia che logica conseguenza della Lett. Ap. Ministeria quaedam col quale Paolo VI aveva disposto di non conferire più gli Ordini Minori (di fatto mai esplicitamente aboliti) e aveva trasformato il Lettorato e l’Accolitato da “ordini” a “ministeri”.
Dal 1972 – anno di promulgazione di quella Lettera Apostolica – ad oggi la prassi liturgica ha dimostrato che sebbene la norma generale prevedesse l’istituzione di accoliti e lettori ad opera dei Vescovi, nelle singole parrocchie detti ruoli venivano indistintamente svolti da fedeli volenterosi messisi a disposizione dei parroci. Più il tempo passava, più il clero diminuiva, più aumentavano i laici che scorazzavano sui presbiteri… i più zelanti li rivestivano di albe e camici, con e senza cingoli... e i più “moderni” aggiungevano le “chierichette” che, cacofoniche a dirsi e innaturalmente antiestetiche a vedersi (senza nulla togliere, s’intende, alla graziosa dolcezza di quelle bimbe seppur rivestite di improponibili tarcisiane) volevano essere ostentata manifestazione di una sensibilità “al passo coi tempi”, e non più spiccatamente clericale e maschilista. 

martedì 12 gennaio 2021

L'ONU istituisce una Giornata internazionale della fratellanza umana

Potete consultare qui l'indice degli articoli sulla Dichiarazione di Abu Dhabi. Qui quello su Fratelli tutti.
In realtà, già nel dicembre 2019, una richiesta di Bergoglio e del Grand Imam di Al-Azhar per l'istituzione di una Giornata internazionale della fratellanza umana era stata consegnata a New York al Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres proponendo, nell'occasione, anche un Summit mondiale. Sovviene anche l'iniziativa di Bergoglio “Ricostruire il patto educativo globale”  aperta a “tutte le personalità pubbliche” che “si impegnano a livello mondiale” nel campo della scuola, a qualsiasi religione appartengano. Annunciata il 12 settembre, summit convocato per il 14 maggio 2020 in Vaticano [qui - qui], slittato per la pandemia e svoltosi in streaming alla Lateranense in ottobre. 

Su proposta di otto paesi, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato senza voto una risoluzione per proclamare il 4 febbraio la Giornata internazionale della fratellanza umana
La proposta iniziale per l'istituzione di questa giornata proveniva dall'Alto Comitato per il Documento sulla Fratellanza Umana, presieduto dal Cardinale Miguel Angel Guixot, e datato 5 dicembre 2019. Questo Alto Comitato era stato creato il 20 agosto. Comprende personalità di varie religioni.
Ripresa da Arabia Saudita, Bahrain, Burkina Faso, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Guinea Equatoriale, Marocco e Venezuela, la proposta è stata adottata senza voto nella 75a sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 15 dicembre 2020. La data scelta, il 4 febbraio, corrisponde alla firma del Documento per la Fratellanza Umana, nel 2019, da parte di Papa Francesco e del Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb.

domenica 10 gennaio 2021

Urbi et Orbi di Natale: “ Sì ai vaccini. No al virus dell’individualismo”

Per approfondire il tema dei vaccini, rimando a questi precedenti: quiqui - quiqui -  qui - qui - qui.
Nella benedizione Urbi et orbi del 25 dicembre - con una piazza San Pietro deserta, spettrale - Bergoglio ha dichiarato: “Oggi, in questo tempo di oscurità e incertezze per la pandemia, appaiono diverse luci di speranza, come le scoperte dei vaccini. Ma perché queste luci possano illuminare e portare speranza al mondo intero, devono stare a disposizione di tutti” [...] “Vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi!”.
E non finisce qui. Stasera andrà in onda un'intervista di cui Agi fornisce alcune anticipazioni, sotto il titolo: "Le parole con cui Papa Francesco chiude l'era Trump". Il suo autorevole contributo alla corale damnatio del presidente scomodo insieme alla beatificazione del papa adatto a questi tempi secondo il mainstream. Ce n'è per tutti, anche per i vaccini... Segue, nel racconto, un ricordo dei tempi andati: “Quando ero bambino ricordo che c’è stata la crisi della poliomelite e tanti bambini sono poi rimasti paralitici. C’era la disperazione per fare il vaccino. Quando è uscito il vaccino te lo davano con lo zucchero e c’erano tante mamme disperate…
Qui notiamo il solito pressapochismo che confonde... come si fa a mettere sullo stesso piano il vaccino per la polio, testato da generazioni e senza ombra di nuove innovazioni bio-tecnologiche, con quelli anti-Covid attuali?
Si è dunque esposto senza rete, su un tema delicato e controverso con diverse implicazioni che dovrebbero indurre se non altro a maggior prudenza e riflessione. Tra l'altro conferendo la patente d'infallibilità ad uno scientismo dogmatico divenuto il malleus maleficarum del potere dominante da non confondere con la scienza che non è un dogma perché procede attraverso prove sperimentali e verifiche sempre ulteriori.

La religione del “volemose bene”. Le radici della crisi

Andrea Mondinelli si riallaccia al mio discorso [qui] in relazione all'ultima apostatica iniziativa di Bergoglio e, con acribia, mette in risalto le radici non remote del problema. Un tema già affrontato; ma in questo caso sarà utile focalizzarne i prodromi. Repetita iuvant.

Che fine ha fatto il valore espiatorio della Croce?
Cara Maria,
giustamente affermi: “Per quale ragione Cristo si è incarnato, è morto sulla Croce, è risorto, è asceso al cielo, ha inviato il Suo Spirito e ha fondato e costituito la Chiesa col compito di insegnare, guidare e santificare i Suoi attraverso atti di potenza dall’alto (i Sacramenti), che accompagnano il cristiano per tutta la vita perché in lui si produca quell’effetto soprannaturale che nessun’altra azione esteriore potrebbe produrre?

La risposta rivelatrice è quella di Ratzinger, nella intervista di Servais:
Quando Anselmo dice che il Cristo doveva morire in croce per riparare l’offesa infinita che era stata fatta a Dio e così restaurare l’ordine infranto, egli usa un linguaggio difficilmente accettabile dall’uomo moderno (cfr. gs iv 215.ss) [È UNA FRASE DI RATZINGER CONTENUTA IN GS IV E NON DELL’INTERVISTATORE. -NDA]. Esprimendosi in questo modo, si rischia di proiettare [in] su Dio un’immagine di un Dio di collera, afferrato, dinanzi al peccato dell’uomo, da [uno stato affettivo] sentimenti di violenza e di aggressività paragonabile/i a quello che noi stessi possiamo sperimentare. Come è possibile parlare della giustizia di Dio senza rischiare di infrangere la certezza, ormai assodata presso i fedeli, che [il Dio] quello dei cristiani è un Dio «ricco di misericordia» (Efesini 2, 4)?
La concettualità di sant’Anselmo è diventata oggi per noi di certo incomprensibile. È nostro compito tentare di capire in modo nuovo la verità che si cela dietro tale modo di esprimersi. Per parte mia formulo tre punti di vista su questo punto:

sabato 9 gennaio 2021

Proposta: Digiuno e Preghiera il Venerdì contro l’Attacco Anticristiano

Ricevo da un lettore e volentieri pubblico.
Appello di unità nella preghiera

In questi ultimi tempi, si assiste in Italia e nel mondo a prese di posizioni sempre più preoccupanti non solo da parte dei cittadini di altre religioni o increduli ma anche e soprattutto delle istituzioni contro la Chiesa cattolica. In particolar modo, l’epidemia di Covid-19 ha fornito un pretesto in molte nazioni, a partire dall’Italia, per sospendere o rimettere in discussione alcuni diritti che noi cattolici ritenevamo scontati, in particolar modo quelli di parola, di libertà di spostamento e di culto.
Al contempo, si vanno affermando disposizioni che contrastano con la Dottrina e la morale cattolica, in special modo contro la pietà (cioè rendere a Dio ciò che Gli è dovuto, in particolare il culto) e contro la libertà di parola (come ad esempio il tristemente famoso DDL Zan). Anche all’estero, forze anticristiane hanno portato o stanno portando all’approvazione di reati contro la libertà di parola e di espressione, contro la persona (p.e. la recentemente approvata legge sull’aborto in Argentina) e contro la libertà di culto, in un’ondata crescente di insofferenza e di provvedimenti liberticidi rivolta contro tutto ciò che rimane della società cristiana, spesso col pretesto del contenimento del Covid-19 e della tutela della salute dei cittadini.

venerdì 8 gennaio 2021

Nuovamente profanata l'Epifania dalla preghiera sincretista di Bergoglio

Come ogni mese, all'inizio di gennaio Bergoglio ha pubblicato la sua “intenzione di preghiera” sotto forma di un breve video (che trovate in calce) destinato a tutti e soprattutto, dato lo schema, alle schiere cattoliche desiderose di unirsi nella preghiera della Chiesa.
"The Pope Video" propone all'inizio del 2021 di pregare "al servizio della fraternità", in linea diretta con l'enciclica Fratelli Tutti [vedi] e la Dichiarazione di Abu Dhabi [vedi] - e in un evidente sincretismo esplicito come non mai nella sua semplicità e concisione.
È in un messaggio di meno di 160 parole che Bergoglio lancia la sua chiamata a pregare come e con tutti i credenti, attraverso un'iconografia che evidenzia le differenze religiose e le valorizza, cadendo in un apostatico sincretismo.
Dopo le prime immagini di Bergoglio, udiamo le sue parole nell'eloquio spagnolo nativo e vediamo una donna che recita piamente il suo rosario. Senza interruzione, passiamo a una ragazza musulmana velata nella sua preghiera rituale su un tappeto; poi, è la volta di un ebreo che dondola, con la kippà in testa e il tallit (lo scialle rituale) sulle spalle. 
Di seguito il testo del messaggio e alcune chiose essenziali.

giovedì 7 gennaio 2021

Un'America spaccata in due, in crisi epocale che non finirà con Trump e si riverbera oltre i suoi confini

Non merita giudizi sommari l'assalto al Campidoglio, che ha interrotto la speciale sessione plenaria per la certificazione della vittoria di Joe Biden alla presidenza, nonostante sia apparso come una farsa. Non va sottovalutata l'esasperazione provocata da queste elezioni contestate, dove tutto è parso funzionare come un orologio svizzero contro una sola parte, come un copione già scritto e anche annunciato dalla Pelosi. Non dimentico i lunghi mesi di violenza politica di sinistra rimasta impunita e di un processo elettorale opaco, con l’elezione attendibilmente “rubata”. Sullo sfondo, una polarizzazione culturale, prim'ancora che politica, con l'incombente minaccia della “Cancel Culture”. Non mi lascerei sviare dalla violenza sciatta e perdente, che è costata quattro vite e potrebbe mandare in fumo un capitale politico fornendo un assist immeritato ai Democratici. 
Non mi lascerei neppure sviare dal tipo con le corna o da altre figure folcloristiche che di fatto sviliscono quanto accaduto e che c'è chi dimostra essere degli infiltrati (vedi immagini sotto riportate, prese dai social, da leggere ingrandite). Mi preoccuperei piuttosto dei milioni di cittadini silenziosi e sfiduciati dopo decenni di delegittimazione che Trump stava comunque riscattando, che certo non riconoscono come legittimi rappresentanti Biden/Kamala e le loro derive etiche e culturali. E non solo per loro; ma per tutto il nostro Occidente morente in balia di governanti asserviti ad interessi e poteri sovranazionali che ne minacciano seriamente il futuro, con l'occupazione di tutti i gangli vitali delle strutture politiche, amministrative, culturali, economiche, dell'informazione. Per ora mi fermo qui. Vedremo cos'altro ci consegnerà la cronaca delle prossime ore. (Maria Guarini)

mercoledì 6 gennaio 2021

Tribus miraculis ornatum, diem sanctum colimus/ Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo

Vedi precedenti nel blog Chiesa e post-concilio: [Il significato e il termine Epifania - Hódie cælésti sponso juncta est Ecclésia - Epifania di Nostro Signore - L'ultima picconata del Grande Rivoluzionario]
Epifania del Signore
«Tribus miraculis ornatum, diem sanctum colimus: Hodie stella magos duxit ad praesepium: Hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias: Hodie in Jordane a Joanne Christus baptizari voluit, ut salvaret nos, alleluia.»

Epifania vuol dire manifestazione. La Santa Chiesa istituì questa festa per commemorare la triplice manifestazione di Gesù: come Dio, facendosi adorare dai Magi; come umo, ricevendo il Battesimo da San Giovanni; come operatore di miracoli, cambiando, alle nozze di Cana, l'acqua in vino.

Oggi però la liturgia ricorda in modo tutto particolare la prima manifestazione di Gesù come Dio, con l'adorazione dei Magi. 

Già il profeta Isaia aveva detto: « Sorgi, ricevi la tua luce, o Gerusalemme, poiché la tua luce è venuta, e la gloria del Signore è spuntata su di te ».

martedì 5 gennaio 2021

Al 117mo Congresso preghiera 'inclusiva': un orante ignorante o inquietante?

Vedi, in calce, la nostra nota con approfondimenti sull'Amen.

Il 117mo Congresso si apre con una preghiera “inclusiva”
Da sempre, tutte le sessioni del Congresso si aprono con una preghiera. Perché la concezione americana di libertà religiosa è diversa dalla nostra. In effetti, sebbene anche da noi le due Camere abbiano cappellani, non ho mai avuto sentore di una simile preghiera “ufficiale” di apertura delle legislature o delle sedute, neppure quando l’Italia era, formalmente, uno Stato confessionale. E chissà che non sia anche questo uno dei motivi per cui non lo è più.
In ambito statunitense, quella che era in origine una preghiera interconfessionale cristiana è divenuta interreligiosa. E chissà che, a questo punto, non sia davvero preferibile il nostrano silenzio: una libertà religiosa “diversa” non è necessariamente “migliore”.
Ma se fin qui siamo al “tutto normale” o quasi, la seduta del 3 gennaio 2021, destinata al giuramento e all’insediamento della nuova Camera dei Rappresentanti, è stata inaugurata da una preghiera veramente particolare perfino per quelle latitudini.

Mons. Viganò. Intervista su intrecci storici, metastorici, metafisici tra Stato e Chiesa

Grati a Mons.Viganò per il testo italiano della sua intervista [pubblicata qui], ne cogliamo il particolare interesse perché ad ampio raggio sulla temperie attuale. Nell'occasione torna a prefigurarsi anche l'esito delle elezioni statunitensi, del quale abbiamo ben chiaro qual è la posta in gioco non solo per gli USA. La partita non è ancora finita. Da qui al 20 gennaio – unica data prevista per certificare l’elezione del nuovo presidente – potrebbe ancora accadere di tutto. Lo dicono fonti attendibili, mentre dell'ingarbugliata e controversa situazione sui media di regime latitano chiavi di lettura obiettive. Attendiamo e preghiamo. Qui l'indice degli articoli con i precedenti interventi di mons. Viganò, insieme ad altri correlati.

Intervista di S. Bannon a
Mons. C. Maria Viganò
1. Ora che il Vaticano ha rinnovato il suo insidioso accordo segreto con la Cina, che lei ha più volte condannato in quanto promosso da Bergoglio con l'assistenza di McCarrick, cosa possono fare concretamente i "figli della luce" del Grande Risveglio per minare questa empia alleanza con quel brutale regime comunista?
La dittatura del Partito Comunista Cinese è alleata del deep state mondiale, da un lato per raggiungere gli scopi che essi hanno in comune, dall’altra perché i piani del Great Reset rappresentano un’occasione per aumentare il potere economico della Cina nel mondo, ad iniziare dall’invasione dei mercati nazionali. Contestualmente a questo progetto ad extra, la Cina persegue ad intra il piano di instaurazione della tirannide maoista, che può essere ottenuto solo con la cancellazione delle religioni (e principalmente di quella Cattolica), sostituita da una religione di Stato che, in definitiva, ha molti elementi in comune con la religione universale voluta dall’ideologia globalista, di cui Bergoglio è il leader spirituale [qui - qui]. 

lunedì 4 gennaio 2021

Avvenire: un altro scivolone, in tema di famiglia

Mi ero ripromessa di scrivere un articolo mossa dall'ennesimo scivolone di Avvenire; ma ho trovato in rete la lettera di un sacerdote che riprendo di seguito. Il fatto è che Bergoglio ha indetto il 2021-22, anno della Famiglia Amoris Laetitia, a partire dal 9 marzo, quinto anniversario della pubblicazione della controversa esortazione apostolica [vedi]. Mentre tutti i Dubia [qui], le domande e persino una correctio filialis [qui] sono rimasti inesorabilmente ignorati...

Alla cortese attenzione del Direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.

Egregio Direttore,
ma dove stiamo andando con il giornale che dovrebbe dare voce ai cattolici desiderosi di seguire il Magistero della Chiesa? Soprattutto in quel campo così sotto attacco che è la famiglia?
Perché si trovano articoli, con sempre maggiore frequenza, che creano confusione riguardo all’insegnamento cattolico su ciò che papa Francesco, in continuità con quanto costantemente abbiamo imparato dal catechismo, definisce famiglia, in modo univoco, come quella realtà costituita dal rapporto d’amore tra un uomo e una donna?
Perché il suo giornale riporta questa notizia: «Alle ore 12 di questa mattina, 16 giugno 2018, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza una Delegazione del Forum delle Associazioni Familiari in occasione del 25° anniversario della nascita dell’attività associativa» e poi di seguito queste affermazioni chiarissime del pontefice: «Poi oggi – fa male dirlo – si parla di famiglie “diversificate”: diversi tipi di famiglia. Sì, è vero che la parola “famiglia” è una parola analogica, perché si parla della “famiglia” delle stelle, delle “famiglie” degli alberi, delle “famiglie” degli animali... è una parola analogica. Ma la famiglia umana come immagine di Dio, uomo e donna, è una sola. È una sola…»?

domenica 3 gennaio 2021

Litanie Lauretane

Origini
Santa Maria in Domnica -  Qui il mio battesimo
L'appellativo "lauretane" non indica il luogo di origine di queste litanie mariane, ma il luogo che le rese celebri: Loreto. Le litanie alla Madonna sono più antiche e fu la fama del santuario di Loreto a diffonderle tra i fedeli. Oggi sono una delle preghiere più popolari alla Madre di Gesù.
I primi formulari di litanie mariane sono documentati a partire dalla seconda metà del secolo XII e derivano dallo sviluppo del nucleo mariano delle litanie dei santi, nate agli inizi del III secolo. Il più antico formulario da cui derivano le litanie che prenderanno il nome di "lauretane" dal santuario della Santa Casa di Loreto, in cui si cantavano agli inizi del XVI secolo, è un codice manoscritto della Biblioteca Nazionale di Parigi che contiene 73 invocazioni, (Paris, Nat. 5267), tra cui Flos virginitatis (= Fiore di verginità), Forma sanctitatis (= Modello di santità), Hymnus cælorum (= Inno dei cieli), Luctus infernorum (= Lutto dell'inferno), oltre alle invocazioni attualmente in uso.
Le 66 invocazioni mariane riportate nel citato scritto parigino hanno già la struttura delle litanie lauretane e sono disposte in modo simile a quelle del formulario di Loreto. La struttura è la seguente: si inizia con tre invocazioni riprese dalle litanie dei santi (Sancta Maria, Sancta Dei Genitrix, Sancta Virgo Virginum), seguono un gruppo di undici invocazioni in cui Maria è considerata come "madre" (Mater), quindi quattro invocazioni come "maestra" (Magistra), gruppo sparito nelle attuali litanie lauretane, otto invocazioni in cui la Madonna viene considerata come "vergine" (Virgo), ventisei titoli simbolici di origine fondamentalmente biblica, e infine tredici invocazioni a Maria Regina (Regina). I vari titoli con cui la Vergine veniva invocata derivano da testi liturgici, da autori coevi, dalle omelie del periodo di Carlo Magno, con collegamenti a testi più antichi: Giovanni Geometra (X sec.), Venanzio Fortunato (530 c.-660 d.C.), l'inno Akathistos, Efrem il Siro (306 c.-372).

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Litanie Lauretane