La mia riflessione di oggi nasce da notizie apprese da Riposte Catholique [qui], da cui sintetizzo alcuni stralci riguardanti recenti dichiarazioni del Cardinale Reinhard Marx sul sinodo.
"" È proprio Papa Francesco, che «ha aperto la porta» sulle questioni della omosessualità e della comunione per divorziati «risposati», e nessun voto contrario del Sinodo potrà apportarvi alcun cambiamento, secondo il cardinale Reinhard Marx, che non è solo un membro del consiglio di otto cardinali nominati dal Papa, ma un megafono del «gruppo manipolatore» che ha portato queste idee al Sinodo (vedi qui). [...] I relativi articoli sono stati pubblicati con il consenso esplicito del papa, dice il cardinale Marx. Dunque «il papa ha aperto le porte ed i risultati della votazione al termine del Sinodo non cambierà nulla» nonostante le due questioni finora fossero assolutamente non negoziabili.[...] Il cardinale ha aggiunto che il gruppo «progressista» del Sinodo non ha subìto alcuna sconfitta, dando come prova l'esempio dell'attuale pontificato: «Chiunque pensi questo non ha prestato attenzione a ciò che accade nella nostra Chiesa a partire dall'ultimo anno e mezzo... Questo Papa sa esattamente quello che fa, nessuno può metterlo in discussione. Francesco vuole che ci diamo una mossa. Il suo uso frequente della parola - Avanti! - è una prova sufficiente».[...] In un'intervista a Die Zeit [qui], Marx ha dichiarato che il Papa stesso ha voluto il ripristino della questione sull'omosessualità (aggiunta da Bruno Forte) nella relatio post-disceptationem, anche se non ha raggiunto la maggioranza qualificata dei due terzi. [...]""
Ci troviamo di fronte alla stessa situazione sconcertante e ambigua, ma anche rivelatrice delle effettive manovre manipolatorie messe in risalto da più parti [qui - qui - qui - qui], e ad un deja vu, se torniamo alle dichiarazioni del cardinale Kasper, che ha accusato i suoi oppositori di volere «una guerra dottrinale», mentre lui è d'avviso opposto e agisce in sintonia col papa:
«... Io penso a un Sinodo pastorale» [solita solfa ingannatrice, di conio conciliare, come se la pastorale non sottenda essa stessa una dottrina]. Ed è quello che desidera anche Francesco, aggiunge: «È chiaro. Anche il Papa vuole un Sinodo pastorale». ... «nessuno dei miei confratelli cardinali ha mai parlato con me. Io, invece, due volte con il Santo Padre. Ho concordato tutto con lui. Era d'accordo. Loro sanno che non ho fatto da me queste cose. Ho concordato con il Papa, ho parlato due volte con lui. Si è mostrato contento». [qui]
Un'osservazione è d'obbligo. Sia Marx che Kasper affermano con enfasi la preventiva intesa del Papa sul tema dei divorziati «risposati», ma c'è chi sottolinea che non abbiamo mai sentito il Papa dire (né smentire in entrambi i casi). Tuttavia, oltre a quanto già osservato, dice ben qualcosa il fatto che il papa intenda mantenere le questioni sul tappeto nonostante i voti contrari...
Lo stesso articolista di Riposte Catholique afferma che il Cardinale Marx, arcivescovo di Monaco, esprime semplicemente ciò che egli stesso intende. È vero o falso? Una ulteriore manipolazione? Sta di fatto che egli è Presidente della Conferenza episcopale tedesca e, oltre ad avere il sostegno di molti dei suoi colleghi tedeschi, in ogni caso è molto vicino al Papa. Come del resto il cardinale Kasper - aggiungiamo noi - citato tra i migliori teologi dal papa stesso nel suo primo Angelus, da lui scelto per l'apertura del Sinodo e pubblicamente lodato nella sua allocuzione introduttiva qualificata come «teologia in ginocchio».
Sta di fatto che le recenti dichiarazioni di Marx non fanno altro che riportare la confusione là dove essa aveva cominciato a dissiparsi. Ma forse del tutto apparentemente e come toppa momentanea, come già da me [qui] osservato e anche confermato dalle seguenti parole di mons. Schneider.
Lo stesso articolista di Riposte Catholique afferma che il Cardinale Marx, arcivescovo di Monaco, esprime semplicemente ciò che egli stesso intende. È vero o falso? Una ulteriore manipolazione? Sta di fatto che egli è Presidente della Conferenza episcopale tedesca e, oltre ad avere il sostegno di molti dei suoi colleghi tedeschi, in ogni caso è molto vicino al Papa. Come del resto il cardinale Kasper - aggiungiamo noi - citato tra i migliori teologi dal papa stesso nel suo primo Angelus, da lui scelto per l'apertura del Sinodo e pubblicamente lodato nella sua allocuzione introduttiva qualificata come «teologia in ginocchio».
Sta di fatto che le recenti dichiarazioni di Marx non fanno altro che riportare la confusione là dove essa aveva cominciato a dissiparsi. Ma forse del tutto apparentemente e come toppa momentanea, come già da me [qui] osservato e anche confermato dalle seguenti parole di mons. Schneider.
È triste inoltre che il paragrafo – che non ha ottenuto l’approvazione richiesta della maggioranza qualitativa – resti tuttavia nel testo finale della Relatio e verrà inviato a tutte le diocesi per ulteriori discussioni. Aumenterà sicuramente la confusione dottrinale tra i sacerdoti e i fedeli, essendo ora ventilato che i comandamenti divini e le divine parole di Cristo e quelle dell’apostolo Paolo sono messi a disposizione di gruppi decisionali umani [qui].
Quanto al papa, diciamo che si esprime in maniera gesuitica, con una comunicazione monca, spesso criptica e indiretta, ma lanciando staffilate contro la tradizione in ogni occasione: egli mette a raffronto due schieramenti contrapposti buoni-cattivi, parteggiando evidentemente per l'innovazione rivoluzionaria. E se non espone né direttamente con chiarezza né per intero il suo pensiero, parla anche attraverso i provvedimenti. Basti pensare a chi si è scelto per il consiglio della corona [qui] e ad alcune sue scelte curiali, rapportate con la rimozione del card. Burke, del card. Piacenza ed ai provvedimenti nei confronti dei Francescani dell'Immacolata, per fare una diagnosi di certo non rassicurante. Del resto quando tuona dalla Domus Santae Martae rimproverando chi muta i pani in pietre, che è duro di cuore, intellettualista, legalista, da museo et alia dimostra di conoscere ben poco - e solo in base a pregiudizi - chi ama la tradizione che colpevolmente scambia per la sua caricatura.
Inoltre, se ci soffermiamo su recenti dichiarazioni provenienti dal blog Caminante-Wanderer [qui], della cui serietà fornisce assicurazioni New Catholic, responsabile dell'altrettanto affidabile Rorate caeli, i nostri timori vengono confermati. Egli riferisce tre episodi che vanno nella medesima direzione, rivelando le intenzioni distruttive di Bergoglio, e ne trae l'ovvia conclusione che il papa andrà fino in fondo nella sua rivoluzionaria ansia di cambiamento che vorrebbe irreversibile. Cito il terzo episodio: nel corso di un recente convegno di teologi nel Seminario di una «grande Arcidiocesi argentina» un teologo molto vicino al papa avrebbe riferito circa le sue intenzioni
«medesima conversazione, un po' più tardi. Chi parla è un sacerdote che ha contatti abituali, o piuttosto quotidiani, col Santo Padre. «L'ultima cosa che mi ha detto prima che io venissi qui è di pregare affinché egli possa effettuare cambiamenti profondi e definitivi nella Chiesa, in modo tale che non possano mai più essere modificati».
Dunque è finito il tempo delle discussioni dottrinali altrimenti vien detto e ripetuto - e più che una constatazione appare una minaccia - che ciò « ci impedisce di essere sorpresi e infiammati dallo Spirito Santo». Ma si dimentica anche che la Verità non risiede nelle opposte fazioni e neppure nella maggioranza, ma nella Rivelazione apostolica, in Cristo Signore, così com'è stata consegnata e custodita fino ad oggi e fino alla fine dei tempi da la Catholica.
Insomma è entrato in campo il «Dio delle sorprese».
Se per «sorprese» intendiamo il fatto che il Signore «fa nuove tutte le cose», questo non è altro che l'effetto della sua Presenza e della sua grazia nella storia; il cui divenire riguarda noi e le vicende terrene che scriviamo con le nostre vite donate nella Sua, ma non Lui che è lo stesso ieri oggi e sempre.
Non dimentichiamo, invece, che il concetto di sorpresa che ci si vorrebbe rifilare significa cose non preannunciate... Il nostro non è il Dio delle sorprese, ma il Dio che si è definitivamente rivelato in Cristo Signore perché non ha nascosto ai "Suoi": i Santi e profeti di un tempo, tutto ciò che stava per fare nella Storia della salvezza. Se però per «sorprese» intendiamo i cambiamenti avallati da un dio che si evolve nel nostro divenire, per dirla con mons. Gherardini, allora non è altro che
Se per «sorprese» intendiamo il fatto che il Signore «fa nuove tutte le cose», questo non è altro che l'effetto della sua Presenza e della sua grazia nella storia; il cui divenire riguarda noi e le vicende terrene che scriviamo con le nostre vite donate nella Sua, ma non Lui che è lo stesso ieri oggi e sempre.
Non dimentichiamo, invece, che il concetto di sorpresa che ci si vorrebbe rifilare significa cose non preannunciate... Il nostro non è il Dio delle sorprese, ma il Dio che si è definitivamente rivelato in Cristo Signore perché non ha nascosto ai "Suoi": i Santi e profeti di un tempo, tutto ciò che stava per fare nella Storia della salvezza. Se però per «sorprese» intendiamo i cambiamenti avallati da un dio che si evolve nel nostro divenire, per dirla con mons. Gherardini, allora non è altro che
«la molla di quel divenire dialettico che, con Feuerbach, porta alle conseguenze estreme la dialettica hegeliana, trasformando la teologia in pura e semplice antropologia e ... imprigiona il messaggio evangelico nelle maglie del divenire, lo spoglia d'ogni sua componente soprannaturale e lo riduce ad un dato sempre cangiante dell'immanenza».
Ma, oltre a ciò, se si permette questo, si spacca l'unità tra le azioni ad extra della Santissima Trinità e la rivelazione dei segreti ai Profeti dell'Antica Alleanza, e così si apre la possibilità a un dio che agisce fuori dai limiti della rivelazione...
Maria Guarini
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