martedì 3 ottobre 2023

Il vescovo Schneider si unisce al cardinale Müller e definisce i nuovi dubia "altamente urgenti e meritori"

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews apprendiamo che Il vescovo Schneider si unisce al cardinale Müller e ai cinque cardinali definendo i nuovi dubia "altamente urgenti e meritori" e auspicando che molti Cardinali e Vescovi, memori della solenne promessa della loro ordinazione episcopale per difendere l'integrità della fede cattolica, sostengano pubblicamente la testimonianza dei cinque Cardinali".

Il vescovo Schneider si unisce al cardinale Müller e
definisce i nuovi dubia "altamente urgenti e meritori"

Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan, ha aggiunto la sua voce a quella del cardinale Gerhard Müller nel sostenere pubblicamente i cinque “cardinali dei dubia” che hanno chiesto a papa Francesco di chiarire i nuovi insegnamenti derivanti dal Sinodo sul Sinodalità.

Ha detto a LifeSiteNews che lo ha interpellato sulla sua posizione. “Sì. Mi unisco volentieri al cardinale Müller”.

Nell'occasione, mons. Schneider ha elogiato il testo dei dubia come un atto al servizio del bene della Chiesa e ha invitato gli altri prelati della Chiesa cattolica a “sostenere pubblicamente questa testimonianza dei cinque cardinali”. La sua dichiarazione completa recita come segue:
Il testo dei cinque dubia, sottoposto a Papa Francesco il 21 agosto 2023 da cinque Cardinali è un atto altamente urgente e meritorio e fa onore al Sacro Collegio Cardinalizio. I Cardinali hanno agito in modo veramente collegiale e fraterno nei confronti del Sommo Pontefice e, allo stesso tempo, hanno dimostrato una reale sollecitudine pastorale per le necessità spirituali dei fedeli e per il bene di tutta la Chiesa (cfr Lumen gentium, 23). La loro voce rappresenta un grido profetico nel deserto di un silenzio quasi generale tra i pastori della Chiesa e una luce in mezzo alla notte del relativismo dottrinale e della confusione che ha contagiato la Chiesa dei nostri giorni. È molto auspicabile che molti Cardinali e Vescovi, memori della solenne promessa della loro ordinazione episcopale per difendere l'integrità della Fede cattolica, sostengano pubblicamente questa testimonianza dei cinque Cardinali, che è espressione di un vero amore per la Chiesa e per la salvezza delle anime. + Atanasio Schneider
Il cardinale Müller aveva rilasciato a LifeSite una dichiarazione a sostegno dei cinque cardinali dei dubia – i cardinali Raymond Burke, Walter Brandmüller, Juan Sandoval Íñiguez, Robert Sarah e Joseph Zen – che ieri hanno pubblicato le loro domande precedentemente private al Papa. Hanno chiesto a papa Francesco se la Chiesa può cambiare i suoi insegnamenti e se può permettere, tra le altre cose, la benedizione delle coppie omosessuali o l'ordinazione delle donne.[a partire da qui]

Nella sua nuova dichiarazione, Müller ha scritto di essere “contento quando altri, a modo loro, fanno ciò che è necessario e ricordano al Papa la responsabilità datagli da Dio per la preservazione della Chiesa nell’insegnamento degli Apostoli” (Atti 2: 42).” Rifiuta qualsiasi interpretazione del papato che ponga le opinioni e le idee del papa al di sopra delle chiare prescrizioni e leggi di Dio.

Queste nuove dichiarazioni pubbliche a sostegno dei cardinali dei dubia si rendono ancora più importanti e urgenti alla luce del fatto che Papa Francesco ha risposto affermativamente alla domanda se la Chiesa cattolica può consentire la benedizione delle coppie omosessuali. Nella risposta privata [qui] dell'11 luglio ai cinque cardinali dei dubia, il Papa aveva affermato che «la Chiesa ha una concezione molto chiara del matrimonio: unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta alla generazione di figli». Ma poi ha continuato a minare proprio quell’insegnamento proponendo l’idea di benedire le unioni tra persone dello stesso sesso.

«Tuttavia, nei nostri rapporti con le persone, non dobbiamo perdere la carità pastorale che deve permeare tutte le nostre decisioni e atteggiamenti», ha proseguito. «La difesa della verità oggettiva non è l'unica espressione di questa carità, che è fatta anche di gentilezza, pazienza, comprensione, tenerezza e incoraggiamento. Pertanto, non possiamo diventare giudici che si limitano a negare, rifiutare ed escludere».

Papa Francesco ha poi rilasciato questa dichiarazione:
Pertanto, la prudenza pastorale deve discernere adeguatamente se ci sono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano un concetto errato del matrimonio. Perché quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio. [Il corsivo non è originale] D'altra parte, sebbene ci siano situazioni che dal punto di vista oggettivo non sono moralmente accettabili, la stessa carità pastorale ci impone di non trattare semplicemente come "peccatori" altre persone la cui colpa o responsabilità può essere attenuata da vari fattori che influenzano l'imputabilità soggettiva (Cfr. san Giovanni Paolo II, Reconciliatio et Paenitentia.
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[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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