sabato 17 luglio 2021

Card. Burke. Traditionis Custodes è “segnato dalla durezza” verso i fedeli legati al rito antico

Stralciamo da un articolo di Edwad Pentin sul National Catholic Register, alcuni commenti al nuovo Motu Proprio Traditionis Custodes, tra cui quelli del card. Burke. Emergono le impressioni di una innegabile durezza. Il Cardinale, anche lui Ratzingeriano doc come il card. Sarah, insiste sulla "forma straordinaria". Ne abbiamo parlato anche qui.

La valutazione del cardinale Burke
Nei commenti al Register, il cardinale Raymond Burke, prefetto emerito della Segnatura Apostolica, ha notato una serie di punti deboli nel Traditionis Custodes, affermando di non riuscire a capire come, secondo il nuovo motu proprio, il nuovo Messale Romano sia “l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano”. Ed ha rilevato che la Forma Straordinaria della Messa “è una forma viva del Rito Romano e non ha mai cessato di esserlo”.

Egli neppure riesce a capire perché il motu proprio abbia effetto immediato (manca la vacatio legis -ndT), dato che il decreto “contiene molti elementi che richiedono uno studio riguardo alla sua applicazione”.

Il cardinale americano ha inoltre osservato che nella sua lunga esperienza non riscontra la “situazione gravemente negativa” descritta da Francesco nella sua lettera.

Egli dichiara che, mentre alcuni fedeli possono avere “idee errate”, ha tuttavia constatato che generalmente i fedeli in questione “hanno un profondo amore per la Chiesa e per i loro pastori in essa” e afferma che “in nessun modo possono ascriversi ad una ideologia scismatica o sedevacantista. Anzi, spesso hanno sofferto molto pur di rimanere nella comunione della Chiesa sotto il Romano Pontefice”.

Il Cardinale Burke aggiunge che se ci sono situazioni “di un atteggiamento o di una pratica contraria alla sana dottrina e disciplina della Chiesa, esse dovrebbero essere affrontate individualmente dai pastori della Chiesa, dal Romano Pontefice e dai Vescovi in comunione con lui”.

Il cardinale Burke ha anche messo in discussione i toni del motu proprio, osservando che esso è “segnato dalla durezza” verso i fedeli che venerano nella Forma Straordinaria. Ed ha aggiunto: “Prego che i fedeli non cedano allo scoraggiamento che tale durezza necessariamente genera, ma che, con l’aiuto della grazia divina, perseverino nel loro amore alla Chiesa e ai suoi pastori”.

Una grave delusione
Joseph Shaw, presidente della Latin Mass Society nel Regno Unito, ha detto al Register di trovare il motu proprio un “documento sconcertante, che supera le nostre peggiori aspettative”. “Papa Francesco ha completamente annullato le disposizioni del Summorum Pontificum e ha creato una situazione che appare del tutto impraticabile, col bandire la Forma Straordinaria dalle chiese parrocchiali”.

Inoltre “I termini negativi del documento saranno una grave delusione per i molti laici e sacerdoti che hanno usato la Forma Straordinaria incoraggiati da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI i quali l'hanno descritta, rispettivamente, una ‘giusta aspirazione’ e una ‘ricchezza’ per la Chiesa.”

Luigi Casalini, editore di Messa in Latino che per primo ha rivelato la gestazione di un simile motu proprio, ha detto di credere che Summorum Pontificum sia stato “abrogato con una violenza senza precedenti e una totale mancanza di carità”.

Il sondaggio a cui Francesco fa riferimento e che, secondo lui, lo ha portato ad emettere il motu proprio, ha ricevuto soltanto una risposta moderata, e più della metà di coloro che hanno risposto hanno avuto una visione favorevole o neutrale della ricezione del Summorum Pontificum.

Il Cardinale Burke afferma che “data la natura drastica della normativa emessa, sembrerebbe giusto dare un rapporto dettagliato del risultato del sondaggio, che verificherebbe anche la natura scientifica dell’indagine”, dichiarando: “Conosco diversi vescovi molto vicini ai fedeli che venerano secondo l’Usus Antiquior [Forma Straordinaria] e ai sacerdoti che li seguono”. “È mia speranza che anche loro siano stati ascoltati attraverso il sondaggio”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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