domenica 13 novembre 2022

La persecuzione contro i fedeli cattolici. Il caso di Vocogno e Domodossola

Mentre Andrea Grillo, egemone negli uffici liturgici e nei seminari, non ha trovato di meglio che rimproverare al cardinale Zuppi la sua partecipazione al pellegrinaggio Summorum mettendo in guardia i vescovi dall’usare misericordia verso i fedeli attaccati al rito antico, riceviamo diverse segnalazioni sulla sorte della Messa apostolica a Vocogno e Domodossola in conseguenza della Traditionis Custodes e successivi ( vedi ). Si fa sempre più evidente la persecuzione contro i fedeli cattolici Riprendiamo di seguito un primo intervento seguito da altre due comunicazioni, assicurando la nostra solidarietà e la nostra preghiera.

La persecuzione contro i fedeli cattolici.
Il caso di Codogno e Domodossola


Da diversi anni, due sacerdoti della diocesi di Novara celebrano seguendo la liturgia tradizionale in due luoghi di Messa: nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina d’Alessandria, nella frazione di Vocogno del comune di Craveggia, nella Val Vigezzo, e nella cappella dell’ospedale San Biagio di Domodossola.
I due sacerdoti hanno iniziato queste celebrazioni dopo molte controversie col vescovo di allora, Mons. Renato Corti, che li autorizzò a continuare la celebrazione esclusiva secondo i libri liturgici del 1962, e seguendo quanto stabilito dal Motu Proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, del 7 luglio 2007.

L’apostolato di questi sacerdoti cattolici può essere seguito sul sito Radicati nelle Fede

L’1 novembre 2022, l’attuale vescovo di Novara, Mons. Franco Giulio Brambilla, ha emanato un “comunicato sull’applicazione del Motu Proprio Traditionis custodes” di Papa Francesco! (qui)

Con questo comunicato, il vescovo stabilisce che a partire dalla prima Domenica di Avvento, 27 novembre 2022, “il gruppo dell’ospedale di Domodossola si unirà al gruppo della Chiesa di Vocogno, per celebrare la messa secondo il Missale Romanum (1962) nel Santuario di Re”.

E precisa “Il Vescovo concederà la facoltà di celebrare solo a quei presbiteri (art. 5 di Traditionis custodes) che riconoscano esplicitamente la validità, legittimità e fecondità del rito celebrato con il Missale Romanum, Editio Typica Tertia del 2002, e si impegnino a prendersi cura affinché i fedeli partecipino al rito celebrato secondo il Missale Romanum (1962) non con uno spirito alternativo alla forma attuale della Messa romana”.

Prima considerazione: La distanza tra Vocogno e Re è di 9 km., la distanza tra Domodossola e Re è di 25 km.
Seconda considerazione: a Vocogno non esiste un “gruppo”, ma è tutta la comunità parrocchiale ad assistere alla Messa tradizionale e a fruire dei Sacramenti secondo il Rito tradizionale. Senza contare che nel periodo estivo si uniscono ai parrocchiani molti dei fedeli che sono in vacanza; e senza contare che si recano a Vocogno e a Domodossola molti fedeli provenienti dalla provincia Verbano-Cusio-Ossola e dalle province vicine.
E questo perché tanti fedeli scelgono volutamente di seguire la liturgia tradizionale invece della liturgia moderna. 
Terza considerazione: il vescovo parla volutamente e ambiguamente di “gruppo” di Vocogno per nascondere il fatto, eclatante da anni, che si tratta di migliaia di fedeli che vogliono rimanere legati alla liturgia tradizionale. 
Quarta considerazione: se i sacerdoti devono riconoscere “esplicitamente la validità, legittimità e fecondità del rito celebrato con il Missale Romanum, Editio Typica Tertia del 2002”, per quale patologico motivo avrebbero deciso di seguire esclusivamente la liturgia tradizionale? Sarebbero: o dementi o in male fede.
Quinta considerazione: se i sacerdoti si devono impegnare “a prendersi cura affinché i fedeli partecipino al rito celebrato secondo il Missale Romanum (1962) non con uno spirito alternativo alla forma attuale della Messa romana”, come potrebbero giustificare il loro apostolato fondato esclusivamente sulla liturgia tradizionale? E i fedeli, come potrebbero giustificare la loro decisione di seguire esclusivamente la liturgia tradizionale? I primi sarebbero dei mistificatori e i secondi sarebbero dei capricciosi ingiustificabili.

In ogni caso, il detto comunicato manifesta un evidente disprezzo sia per i sacerdoti sia per i fedeli.

Di fronte di questa ennesima manovra per distruggere la liturgia tradizionale praticata dalla Chiesa cattolica da due millenni, invitiamo tutti nostri lettori a:
  • comunicare il loro caloroso sostegno ai sacerdoti interessati (don_secci@libero.it - stefanocoggiola@libero.it);
  • esprimere al vescovo, Mons. Franco Giulio Brambilla, le loro rimostranze, sia usando la posta elettronica – segreteriavescovo@diocesinovara.it - sia scrivendo al vescovo: Via Puccini, 11, 28100 Novara.
Riportiamo un esempio di lettera da inviare al vescovo:
A sua Eccellenza Reverendissima,
Mons. Franco Giulio Brambilla,
Vescovo di Novara
Via Puccini, 11, 28100 Novara.
Eccellenza Reverendissima,
Le scrivo in merito al Suo comunicato del 1 Novembre, in particolar modo riguardo la Sua decisione di eliminare le celebrazioni in rito tradizionale di Domodossola e Vocogno, pregandola di rivedere la Sua decisione.
Sono … …, ho … anni ed è dal … che tutte le Domeniche e nelle feste di precetto, faccio volentieri molti chilometri per recarmi alla Santa Messa celebrata alla cappella dell’ospedale San Biagio e, nelle celebrazioni solenni, nella chiesa di Santa Caterina a Vocogno.
Dal … ho iniziato a parteciparvi con mia moglie, e portiamo con gioia anche i nostri figli; è anche a nome loro che Le scrivo questa lettera.
Se molti fedeli, dopo tutto questo tempo, sono ancora legati a questi centri di Messa, è anche grazie al lavoro quotidiano di don Stefano Coggiola e don Alberto Secci, che mantengono viva la Fede di queste comunità con le preghiere pubbliche, gli incontri di dottrina cattolica, i sacramenti amministrati ai malati in ospedale, l’insegnamento a scuola (quando ancora ne avevano la possibilità), e, soprattutto, la Santa Messa quotidiana.
Limitando le celebrazioni alla sola Santa Messa domenicale è evidente che la Sua decisione è stata presa per distruggere tutto ciò che è stato costruito in questi anni. La ritengo infatti troppo intelligente per non capire le conseguenze di questa scelta sulle anime dei fedeli.
Io e la mia famiglia non possiamo accettare di essere allontanati dai sacerdoti che il buon Dio ha messo sui nostri passi, uomini di grande fede. Abbiamo quindi intenzione di appoggiarli nelle decisioni che prenderanno e di seguirli nelle loro scelte.
In conclusione, La supplico di fare un passo indietro, e lasciare a don Stefano e a don Alberto la cura delle anime nei luoghi dove hanno servito il Signore fino ad oggi.
Le conseguenze, se così non fosse, saranno disastrose.

Le ricordo umilmente che se anche solo un’anima si disperdesse e si allontanasse dalla Fede cattolica, Lei dovrà risponderne davanti a Nostro Signore.
Per questo prego per Lei e per la diocesi.

* * *
Messa della tradizione in latino
Buongiorno
Sono un fedele cristiano che insieme ad altri frequenta da anni la messa tradizionale (messa di sempre) in latino celebrata nella parrocchia di Vocogno in valle Vigezzo e nella cappella di San Biagio all'ospedale di Domodossola

I due sacerdoti che la celebrano sono Don Alberto Secci e don Stefano Coggiola
Premetto che questa celebrazione non è mai stata vista di buon grado dai burocrati e pseudopreti della chiesa ma tale rito era stato non solo autorizzato ma addirittura messo nero su bianco con il motu proprio di benedetto XVI (Papa molto scomodo e subito costretto alla resa)
Ora con un colpo di spugna il grande Papa Francesco lo ha cancellato relegandoci così a chiesa di serie b dando potere ai vescovi, nella fattispecie mons Franco Giulio Brambilla di impugnare tale decisione togliendo di fatto le chiese ai due sacerdoti e non permettendo loro di celebrare i santi sacramenti minacciando la loro scomunica a divinis.
Questo di fatto è un ricatto di cui la chiesa si dovrebbe vergognare (e non solo di questo)
È forse un peccato fare i preti ?
È forse un peccato celebrare i sacramenti?
È forse un peccato rispettare la legge di Dio?

A questo dovrebbero rispondere i burocrati della chiesa, quelli che stravolgono la messa facendola diventare un teatrino una tribuna politica, quelli che cambiano il Padre Nostro senza averne il diritto

Bisogna esprimere tutta la nostra solidarietà e aiuto a questi due preti che fanno solo ciò a cui sono stati chiamati per il bene della gente e non per un bene personale.
Se fosse il caso difenderemo anche con la forza le nostre ragioni.

* * *
Buongiorno a tutti coloro che si degneranno non solo di leggere questa mia ma di tenerne pure conto, almeno in minima parte come dovuto a chi non ha il cuore ormai di pietra, a proposito della persecuzione che subiscono preti e fedeli cattolici innamorati di un Rito Antico che allarga il cuore elevando lo spirito che conduce più leggeri che mai nelle braccia di quel Cristo che incessantemente opera per la nostra e altrui conversione coadiuvato in questo per puro e degno omaggio d' amore, da Sua Madre Santissima e, in particolar modo, in riferimento alla mannaia "misericordiosa" che è calata dalle parti della parrocchia di Vocogno e cappella dell'ospedale di Domodossola, esprimo tutto il possibile sdegno verso questi atti che discriminano e ci relegano a "paria" della Chiesa come se fosse invece auspicabile una ulteriore valorizzazione di qualunque religione, eresia e paganesimo stile pachamama purché la Messa Antica di sempre no! il "vade retro ... !" e il "non praevalebunt!" penso sia la miglior chiosa a questa mia! anzi... W Cristo Re! (Alberto Speroni)

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