“Il Figlio di Dio è nato scartato per dirci che ogni scartato è figlio di Dio”.
Vediamo. – Scartato – è il participio passato maschile e singolare, del verbo scartare.
Ciò che viene scartato si definisce uno – scarto – . Riferito ad un oggetto, scarto è sinonimo di una cosa senza valore, scadente. Riferito a una persona, scarto è sinonimo di fasullo, inetto, incapace.
Solo per estensione un po’ troppo forzata, potrebbe significare rifiutato o respinto. Suppongo che chi ha proferito la frase sopra riportata abbia voluto dire che la Sacra Famiglia (e pertanto il divino neonato) son stati rifiutati e respinti dalle locande e B&B. Maria e Giuseppe, come gran parte della Giudea, erano in viaggio per il censimento voluto da Cesare Augusto, ed allora (come direbbe il generale dei gesuiti padre Sosa) non c’era booking.com o trivago, per prenotare, e così hanno trovato tutto esaurito.
Ma per la prima volta ho appreso che Dio si era incarnato in uno scarto.
Avevo letto che Dio incarnato discendeva da stirpe reale, la casa di Re David.
E che Erode, temendo potesse un giorno usurpargli il trono, ordinò la strage degli innocenti per ucciderlo.
Il simbolo della nascita in una grotta e deposizione in una mangiatoia significa che Gesù ha voluto nascere senza ostentazione per invitarci all’umiltà e non cercare l’acclamazione del mondo.
L’angelo che lo annunciò ai pastori disse “...è nato il Salvatore..”.
I pastori andarono a riverirlo, poi andarono ad adorarlo persino tre Re portandogli in dono oro, incenso e mirra. A uno scarto?
Alla grotta di Betlemme non sono andati ad adorare uno scarto (dall'omelia natalizia di Bergoglio).
Maria non è stata madre di uno scartato, ma madre del Salvatore.
Ogni uomo ha bisogno del Salvatore che assunse natura umana per insegnarci a condividere con lui la vita divina.
Questo la Chiesa dovrebbe insegnarci. (P.G. by Stilum Curiae)
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