Apprendiamo da Famiglia Cristiana (che di cristiano ha ormai solo il nome) che dal 18 febbraio partirà una serie di webinar (seminari online), dedicati a Maria, modello di fede e di vita per il Cristianesimo e l’Islam, organizzati e realizzati in sinergia : dalla Pontificia Academia Mariana Internationalis con la sua Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana; dalla Pontificia Università “Antonianum” con la sua Cattedra di studi mariologici Beato Giovanni Duns Scoto; dal Centro Islamico Culturale d’Italia con la Grande Moschea di Roma.
Insieme alla sentimentale e caramellosa conclusione durante il mese di Ramadan con I datteri di Maria nella Sala Convegni della Grande Moschea di Roma, lo scopo dichiarato dell'evento è deducibile dal percorso, che promuove:
"la partecipazione attiva, libera, consapevole, solidale e popolare, all’ apertura di questo spazio di intersezione, di interconnessione, di accoglienza ospitale". Con l'esplicito riferimento alle richieste di Papa Francesco e del Grande Imam di Al-Azahr, il nobile Shayk Ahmad Al-Tayyeb, che, nel Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato insieme ad Abu Dhabi il 4 febbraio del 2019, hanno affermato: «La fede porta il credente a vedere nell’ altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’ universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’ universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere [...] ».
Di queste storture abbiamo abbondantemente disquisito qui e non solo, mentre esplicito di seguito le incongruenze e le ingannevoli commistioni sulla figura della Santa Vergine tra Islam e Cristianesimo.
Dobbiamo smentire con fermezza tutte le false affermazioni circa un'apparente similitudine tra le rispettive tradizioni come base comune di un possibile dialogo da auspicarsi e che vorrebbero le figure di Gesù e Maria in qualche modo co-appartenenti alle due fedi; il che purtroppo non manca anche in documenti precedenti. Addirittura l'Evangelii Gaudium afferma che «Gli scritti sacri dell’Islam conservano parte degli insegnamenti cristiani; Gesù Cristo e Maria sono oggetto di profonda venerazione » (n. 252).
Richiamo, in particolare, questi precedenti: Le insidie dell'islamo-cristianesimo. Lo dovremmo considerare un ossimoro, ma c’è chi sembra fare sul serio... [qui] L'affermazione che “cristiani, ebrei e islamici adorano lo stesso Dio” è erronea [qui] - Non crediamo nello stesso Dio dei musulmani [qui] - La questione dell’ “Unico Dio delle religioni monoteiste” [qui]. Ne estrapolo di seguito alcune affermazioni essenziali.
Lo stesso Concilio (Lumen Gentium sulla Chiesa, all’art. 16, sui “non cristiani e la Chiesa”) afferma :
“il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede in Abramo, adorano con noi un Dio unico [nobiscum Deum adorant unicum], misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale”.
E ancora, la Dichiarazione Nostra Aetate, al par. 3.1:
“La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano sua Madre Vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre, attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale, e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno”.
Il par. 3.2 chiude quest’incredibile elogio dell’Islam inneggiando sentimentalmente alla “mutua comprensione”, al “dialogo”, al progresso, alla pace nel mondo, senz'alcun riferimento al Soprannaturale, nella chiave antropocentrica che caratterizza il Vaticano II:
“Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà”
Ma nel Corano non c'è assolutamente niente di cristiano! I personaggi di "Issa" e "Maryam" non si identificano assolutamente con le persone di Gesù e di Maria, come testimoniano le incoerenze e gli anacronismi del Corano: Maria non è la madre di Dio e Gesù non è il Messia delle genti, Vero Dio e Vero uomo, Seconda Persona della SS. Trinità, che i cristiani adorano e per questa ragione vengono definiti politeisti e per questo sarebbero impurità (Sura 9:28).
Secondo la “mariologia” coranica, Maria è la “madre di Gesù, profeta dell’Islam”, nient’altro che un semplice precursore di Maometto e non ha nulla a che vedere con la S.ma Vergine, non si tratta della stessa persona. Essa è confusa con “Maria, sorella di Aronne”, il fratello di Mosè, vissuta circa dodici secoli prima di Cristo. E se l’Aronne menzionato nel Corano fosse un altro Aronne, come sostengono i commentatori mussulmani, non si saprebbe quale, risultando del tutto ingarbugliate e contraddittorie le genealogie costruite al riguardo dai detti commentatori.
Riferirsi a Gesù e Maria nei termini di questi imbonitori serve da specchietto per le allodole, da trappola, per legittimare l'Islam agli occhi dei cristiani. Tanto più che secondo l'Islam i cristiani venererebbero addirittura “Maria” quale terza persona della loro aborrita Trinità (che Maometto, il quale sembra aver avuto conoscenza di forme sempre eretiche di giudaismo e cristianesimo, confuse evidentemente con l’eresia del triteismo, praticata da qualche setta cristiana gnostica e nestoriana). E così “la gente del libro” (cristiani ed ebrei) era messa artificiosamente sullo stesso piano dei pagani politeisti, pur concedendo ad essa di scegliere tra sottomissione (semischiavitù dei “protetti” o dhimmi, unico modo di conservare la propria religione) ed uccisione.
Indicibile dunque la confusione arrecata dalla mancata comprensione del vero significato dell’onore tributato nel Corano a “Maria, madre di Gesù”, presentato dal Concilio simile a quello nostro verso la Madre di Dio, salvo il non trascurabile particolare che i musulmani non credono affatto nella divinità di Cristo, per loro spaventosa bestemmia.
E allora, come possono gli ignari fedeli distinguere che i musulmani onorano la “Madre di Gesù” in tutt'altro senso, visto che non la considerano “Madre di Dio” (un abominio per loro)? È evidente che si tratta di un ulteriore grave equivoco disseminato tra i cattolici, a partire dal “pastorale e non dogmatico” Vaticano II, a proposito del “Gesù, figlio di Maria” del Corano, che non è affatto quello dei Vangeli, così come la “Maria” del Corano non è affatto la S.ma Vergine dei Vangeli. È altrettanto evidente che la negazione coranica della divinità di Gesù implica che sia il “Gesù” che sua “Madre” ivi menzionati non possono essere gli stessi delle nostre fonti. E se non sono gli stessi, parlare di “dialogo” non è assurdo?
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