lunedì 20 novembre 2023

Mons. Strickland e i rilievi del nunzio apostolico per gli Stati Uniti sul suo ribadire il Depositum fidei

Nella nostra traduzione da Lifesitenews ulteriori dettagli sulle presunte ragioni della clamorosa rimozione di mons Strickland. Precedenti a partire da qui

Mons. Strickland e i rilievi del nunzio apostolico per gli Stati Uniti 
sul suo ribadire il Depositum fidei et alia

Il vescovo Strickland ha affermato che il nunzio apostolico negli Stati Uniti gli ha detto di smettere di esaltare il Depositum fidei e di “seguire il programma”.

In un’intervista del 16 novembre nel corso del programma World Over di Raymond Arroyo, mons. Strickland ha rivelato ulteriori dettagli sulle presunte ragioni della sua clamorosa rimozione, richiamando una conversazione di due anni fa col nunzio apostolico negli Stati Uniti, il cardinale (allora arcivescovo) Christophe Pierre che, secondo il suo ricordo, dimostra che la sua rimozione potrebbe essere stata preparata da anni.
“Non posso citare direttamente il fatto che lui [il cardinale Pierre] abbia detto che [il deposito della fede] non esiste, ma sicuramente la mia non era un’enfasi, ed è quello che mi dicevano due anni fa: ‘Smettila di ribadire con tanta enfasi questo aspetto e segui il programma’. È quello che mi sono sentito dire. l’ex vescovo di Tyler ha detto: “non ha usato queste stesse parole, ma è quello che ho recepito”.

“E con quanto è successo una settimana fa, Sua Eminenza ha sostanzialmente detto, in un certo senso: ‘Non hai ricevuto l’avvertimento due anni fa; Papa Francesco ha preso la sua decisione: Devi essere sollevato dalla tua mansione di vescovo di Tyler'”.

“Ho detto che non posso dimettermi. Ho detto che rispetto e che indubbiamente il Santo Padre, come Sommo Pontefice, ha l’autorità, se sceglie di farlo, di rimuovermi da quell’ufficio, e ha scelto di farlo”.

Arroyo ha chiesto a Strickland se il cardinale Pierre ha fornito qualche motivazione circa la richiesta del Papa di dimettersi.

“Sì. Ha letto diverse pagine di questioni che lo preoccupavano”, ha risposto Strickland, precisando: “Mi stava solo dando delle informazioni su cosa si basava la decisione”.

Ha sottolineato che Pierre “non ha menzionato una sola preoccupazione di carattere amministrativo” riguardo alla sua diocesi; ma “ha parlato di una mancanza di ‘fraternità’ con i miei fratelli vescovi, che credo si riduca sostanzialmente a […]: ‘Io parlo e loro no'”.
Ed ha ricordato: “Un altro motivo addotto da Pierre è stato il fatto che non ho applicato la Traditionis custodes. E ha spiegato: “Come ho già detto abbiamo alcune Messe tradizionali e sentivo che non potevo privare quella parte del gregge del nutrimento che riceveva”, aggiungendo che le parrocchie dove si celebrano Messe tradizionali sono “piene zeppe” di “grandi famiglie giovani”. Ha anche ricordato che nella sua diocesi c’è una parrocchia della Fraternità di San Pietro (FSSP). [La diffrenze è che loro non parlando -ndT

“Quindi è esatto”, ha detto Strickland. “Non l’ho implementata. Penso che altri vescovi non abbiano risposto, nel senso desiderato dal Vaticano”.

Un’altra questione che Strickland ha menzionato è il suo mancato sostegno al Sinodo eterodosso sulla sinodalità.
Ha dichiarato: “Una delle cose elencate è che non sono stato favorevole al sinodo”. “E, sapete, lo confermo. Come ho detto in uno dei tweet, ho affermato: ‘Perché stiamo discutendo di cose che non dovrebbero essere in discussione?’. È una verità consolidata che Dio ci ha rivelato, per quanto ne so”.

Ha ricordato che Pierre ha citato anche la sua “presenza sui social media” come motivo della sua rimozione.

“Mi era già stato detto di limitarmi a questo riguardo, ma lo ritengo importante. Sono un successore degli apostoli, ed è una responsabilità enorme; dunque sento la responsabilità di dire la verità come la intendo io. Ho cercato di farlo con rispetto. Non voglio attaccare nessuno. Amo la Chiesa. Amo Cristo, la sua Chiesa, Papa Francesco. Siamo tutti vescovi. Siamo tutti successori degli apostoli. Dovremmo lavorare insieme”.

Strickland ha sottolineato il doppio standard che il Vaticano adopera quando si tratta di difendere apertamente l’ortodossia come nel suo caso e in quello di vescovi coinvolti in casi di abusi sessuali e che restano in carica.

“Ci sono molti vescovi ancora in carica che sono corrotti e collegati allo scandalo McCarrick e sui quali non abbiamo mai ottenuto risposte”, ha detto Strickland ad Arroyo.

“E non c’è stata alcuna azione contro di loro; questo doppio standard è preoccupante”.

Il vescovo Strickland ha ribadito che gli è stato chiesto di non partecipare all’incontro annuale della Conferenza episcopale statunitense tenutosi questa settimana a Baltimora.

“Mi è stato chiesto di non partecipare a causa della controversia”, ha detto. “E certamente l’ho rispettato”.

Rispondendo alle critiche secondo cui presentarsi davanti alla sede della riunione dell’USCCB per guidare un rosario potrebbe essere “provocatorio”, Strickland ha detto che si era impegnato a partecipare a quegli eventi ancor prima di essere allontanato dalla sua diocesi.

“Sono sicuro che sarò criticato per la mia presenza qui a Baltimora, ma mi ero impegnato a partecipare a un paio di incontri per pregare, come ho fatto oggi a mezzogiorno, per recitare un rosario”, ha spiegato. “E ho detto che non avrei staccato la spina perché non sono alla riunione [della Conferenza episcopale]”.

Arroyo ha anche chiesto al vescovo americano della lettera di un cattolico che ha letto al Forum sulla vita di Roma di LifeSiteNews il 31 ottobre. Alcuni hanno sostenuto che Strickland stesse promuovendo l’idea che Francesco non sia il Papa legittimo leggendo la lettera, ma lui ha spiegato che non era questa la sua interpretazione del testo.

“Per come l’ho letta io… ha usato la parola ‘usurpatore’, che è molto forte. Ma quello che ho capito da quella lettera è che stava dicendo, e quello che mi è stato detto, è [che] il Papa sta usando l’autorità della cattedra di Pietro per cambiare ciò che ha detto Cristo”.

Strickland ha sottolineato di credere che Francesco sia il Papa legittimo. E ha affermato: “Tuttavia certamente il Papa ha detto cose confuse. Ma molti di coloro che ha elevato al cardinalato, e molti nei vari uffici del Vaticano, non hanno detto cose confuse. Non si è trattato di cose confuse; hanno detto cose che contraddicono il deposito della fede. E spetta al Papa metterli al loro posto”.
“È il Papa. Può chiarire tutto molto rapidamente, molto semplicemente, e dire: ‘Questo è quello che crediamo come cattolici’. Prego che lo faccia”.

Arroyo: La deposizione del vescovo Strickland è stata “un segnale di avvertimento” nei confronti dei vescovi ortodossi-

Dopo l’intervista a Strickland, il canonista padre Gerald Murray e l’editore di TheCatholicThing.org Robert Royal si sono uniti ad Arroyo per discutere di ciò che avevano appena ascoltato.
Murray ha affrontato le accuse secondo cui Strickland mancherebbe di “fraternità” con il suo confratello vescovo e non limiterebbe la Messa tradizionale in latino ed ha sottolineato: “Non è una violazione del canone non essere sempre d’accordo con i propri colleghi vescovi”. “Lo ha dimostrato San Giovanni Fisher all'epoca di Enrico VIII”.
Ha poi proseguito: “Per quanto riguarda l’attuazione dei divieti sulla Messa in latino”, i vescovi devono prendere decisioni discernrndo come aiutare i fedeli nelle loro diocesi”. Ha detto di avere una parrocchia della Fraternità di San Pietro. Non sono soggetti alla Traditionis custodes; possono continuare le loro attività. Quindi questo è stato preoccupante”.
“Ma in realtà, ciò che è preoccupante è che tutto questo avrebbe dovuto essere riportato in un documento in modo che la gente di Tyler lo sapesse dalla bocca dell’autorità che sta emanando questa decisione del Papa e del suo nunzio”.
Murray ha osservato che mentre alcune “irregolarità amministrative” sono state addotte come motivo del licenziamento di Strickland, i visitatori apostolici non hanno mai menzionato alcun problema concreto a questo proposito.
“Lui [Strickland] ha evitato di dire che c’erano disaccordi su alcune decisioni”, ha osservato Murray. “Beh, indovinate un po’? Nessun vescovo ottiene il 100% di consenso sulle cose che fa. Questo, ancora una volta, non è un motivo per rimuoverlo”.

Royal ha detto di pensare che Strickland fosse “una spina nel fianco” per Papa Francesco, precisando: “Questa è solo la mia lettura globale di ciò che è accaduto, perché è incredibile che l’unico vescovo molto esplicito qui negli Stati Uniti, tra oltre 200 altri vescovi, sia l’unico la cui gestione richiede la sua rimozione dall’incarico. Sappiamo che anche in altre diocesi esistono problemi di ogni tipo”.
Ha poi sottolineato che “un centinaio di diocesi” negli Stati Uniti non hanno implementato la Traditionis custodes come forse voleva il Vaticano; pertanto, citarlo come motivo per la rimozione di Strickland genera perplessità.
“Credo che questo sia solo il motivo per cui il Santo Padre ha capito che lui [Strickland] non pende dalle sue labbra”.
“Penso che la causa sia semplicemente che il Papa… non sopporta il modo in cui i nostri vescovi gli hanno opposto resistenza. E questa è stata una buona occasione – una settimana prima della riunione dei vescovi a Baltimora – per far valere le sue ragioni”.

Arroyo ha detto che la rimozione di Strickland “era chiaramente un segnale di avvertimento… destinato ad attirare l’attenzione di tutti”.
“Seguite il programma, ragazzi… Questo è chiaramente il messaggio”, ha concluso Arroyo.
_____________________
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
IBAN - Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731

Nessun commento:

Posta un commento