domenica 7 marzo 2021

Bilancio settimanale di un'Italia in caduta libera. Proposta di riparazione delle blasfemie che ne sono lo specchio

Aggiornamento: riporto in calce il Comunicato del Vescovo di Sanremo: "Non in mio nome". Ora vi si aggiunge il Comunicato dell’Associazione Internazionale Esorcisti: "Ci uniamo a quanto ufficialmente comunicato dal Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-San Remo Mons. Antonio Suetta su ciò che è avvenuto nel corso della 71ͣ edizione del Festival della Canzone Italiana."

Vengono chiuse le scuole, i parchi bimbi e gli adolescenti vengono perseguitati come fossero dei delinquenti. Mentre le palestre e lo sport in generale continuano ad essere ignorati, quello professionistico dei miliardari procede indisturbato.
Buffonate varie si susseguono come la Liguria in zona gialla per il disgustoso Sanremo, mentre il mondo dei teatri e della cultura viene lasciato morire.
Il CTS chiede altre chiusure ma dice di non sapere "dove ci si contagia". Dopo un anno di misure antiscientifiche, i lockdown e il coprifuoco vengono riproposti senza uno straccio di prova della loro efficacia.
Il bello è che questi personaggi impongono idiozie da un anno, come le maschere all' aperto ad esempio o sui banchi a scuola, ottenendo i risultati peggiori del mondo, senza che nessuno li contesti.
Ovviamente in tutto questo impazza il circo vaccinale (ne parlerò a parte). Mentre il Tar tira fuori sentenze sulle cure domiciliari, si continua a far credere alla gente che l'intruglio sperimentale sia l'unica via di salvezza possibile. Nel frattempo la vessazione psicologica al popolo continua, i danni sui minori sono ormai incalcolabili e la stampa non sa fare altro che elogiare dei dementi all'Ariston che "distruggono gli stereotipi di genere" in nome della libertà.
Lo strano concetto di libertà del nuovo mondo che avanza: ipercontrollati, sanitarizzati, mascherati ma genderizzati.
Viva l'Italia e il mondo postmoderno in rovina. 

Quanto al Festival di Sanremo, che non conserva più nulla dell’originale festival della canzone italiana, non avevo alcuna intenzione di menzionarlo. Ma non posso fare a meno di condividere il pensiero di un lettore, senza proporre alcuna immagine delle numerose blasfeme in circolazione, per non dare ad esse ulteriore visibilità.
"L'indifferenza verso la blasfemia è la più chiara cartina di tornasole dell'indifferenza religiosa. Chi crede a Dio, chi crede a Cristo, chi è religioso, non può rimanere indifferente di fronte alla deliberata offesa dei simboli della propria fede. Al contrario, chi non ci crede non si sente ovviamente chiamato in causa.
Il fatto che nessun vescovo abbia sentito il bisogno di intervenire contro il sistematico vilipendio di simboli religiosi, tollerato e anzi organizzato in questi giorni dalla televisione pubblica, dimostra molto chiaramente che la stragrande maggioranza dell'episcopato cattolico - forse la sua totalità- non crede più in Dio. Non si indigna, non si offende, non protesta, perché non ci crede. È completamente indifferente. Che offendano Cristo o la Madonna, a i vescovi non fa problema. Questo è ateismo mascherato. La prova provata di ciò che già sapevamo.
Se una parte del clero è passata direttamente dall'altra parte, al servizio di tenebrosi, inferi poteri, il grosso del corpaccione molle dell'episcopato cattolico è semplicemente del tutto indifferente. Come quei tiepidi (ma definire gli attuali vescovi "tiepidi" è quasi fargli un complimento) che, secondo l'Apocalisse, saranno vomitati dalla bocca di Dio". (Martino Mora)
Propongo, oltre ad ogni possibile testimonianza degna di chi rifiuta il male, di raccoglierci in preghiera con una particolare intenzione riparatoria, per le offese a Nostro Signore e alla Vergine Maria, l’Addolorata, schernita e ridicolizzata. Un vero attacco al mistero della Redenzione, in quanto ad essere offesi sono stati i segni della Passione di Gesù (la corona di spine, il Suo Sacro Cuore...) e l’Addolorata, la Madre Corredentrice del genere umano; in particolare in questo tempo per noi così importante di preparazione alla Pasqua.
* * *
Comunicato del Vescovo di Sanremo: Non in mio nome".

A seguito di tante segnalazioni di giusto sdegno e di proteste riguardo alle ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della Chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive nel corso della 71 edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo, sento il dovere di condividere pubblicamente una parola di riprovazione e di dispiacere per quanto accaduto.
Il mio intervento, a questo punto doveroso, è per confortare la fede “dei piccoli”, per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità, per sostenere il coraggio di chi con dignità non si accoda alla deriva dilagante, per esortare al dovere di giusta riparazione per le offese rivolte a Nostro Signore, alla Beata Vergine Maria e ai santi, ripetutamente perpetrate mediante un servizio pubblico e nel sacro tempo di Quaresima.
Un motto originariamente pagano, poi recepito nella tradizione cristiana, ricorda opportunamente che “quos Deus perdere vult, dementat prius”.
Quanto al premio “Città di Sanremo”, attribuito ad un personaggio, che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine, trovo che non rappresenti gran parte di cittadinanza legata alla fede e dico semplicemente “non in mio nome”.
Sanremo, 7 marzo 2021.
+Antonio Suetta
Vescovo di Ventimiglia – San Remo

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