Una voce - speriamo non resti rara avis - fuori dal coro rispetto alla persistente e ossessiva campagna di terrorismo mediatico intorno alla pandemia del covid-19 che, lungi dal fare informazione corretta, fa leva sul nostro istinto di sopravvivenza che induce ad evitare i rischi quando si avverte un pericolo. Prescindendo dagli scopi manipolatori di una instauranda tirannide sanitaria - riconoscibili a livello sovranazionale ed anzi planetario -, constatiamo che lo stato di allarme rosso è ammissibile nel caso di un pericolo immediato, come il rischio di un incidente stradale, ma che non sempre è utile e giustificato nel caso di situazioni che perdurano nel tempo.
Il punto è che non dobbiamo né vogliamo sopravvivere; ma vivere, riempiendo la nostra esistenza di esperienze e di relazioni che rendano la vita degna di essere vissuta.
E non è ragionevole né più credibile, nonostante la grancassa mediatica in loop a senso unico, enfatizzare come unico irrinunciabile rimedio i cosiddetti vaccini - che tali non sono perché non iniettano il virus attenuato che fa produrre anticorpi ma sono vere e proprie terapie geniche -, quando l'esperienza ha ormai mostrato l'efficacia di cure precoci che evitano gli esiziali aggravamenti, scontati per effetto degli attuali protocolli sulle cure domiciliari. Tant'è che il TAR del Lazio, ha accolto l’istanza cautelare promossa dai medici del ‘Comitato Cura Domiciliare Covid-19‘, annullando la nota AIFA secondo cui per le cure a domicilio ci si doveva accontentare di Tachipirina e “vigile attesa”.
Un’assurdità, considerato che i farmaci a disposizione ci sono e la malattia nella stragrande maggioranza dei casi si può curare.
Ora finalmente si potrà pretendere dal governo un protocollo idoneo per far fronte alle necessità di coloro che mostrano già i primi sintomi.
In questo modo si potranno evitare almeno il 90% dei ricoveri e tornare finalmente alla normalità sapendo di affrontare una malattia che si può curare e con la quale si dovrà imparare a convivere, come accade per altre non meno serie e che sembrano scomparse dall'orizzonte, senza che le libertà personali vadano a ramengo. (M.G.)
Vaccini, troppe perplessità: chiesto il ritiro
Tre notizie su cui riflettere. La prima riguarda il video che trovate a questo link. Il filmato ritrae alcuni medici e farmacisti del Trentino Alto Adige che informano la popolazione sulle vaccinazioni in corso. Sono una decina, in rappresentanza di un centinaio di colleghi (perlopiù impegnati nel privato) e invitano alla prudenza verso la nuovissima terapia genica propria di questi primi vaccini in commercio poiché, essendo innovativi, è più quello che si ignora di ciò che si conosce.
Il video ha avuto migliaia di visualizzazioni in pochi giorni. Per la precisione: 120mila in 24 ore solo dalla pagina Facebook.
La seconda notizia è la reazione della stampa da un lato, e degli Ordini dei medici di Trento e di Bolzano dall’altro, che non hanno apprezzato le dichiarazioni dei professionisti e stanno valutando provvedimenti disciplinari.
La terza, invece, riguarda le azioni legali nei confronti della Commissione UE. Medici e infermieri altoatesini chiedono di annullare la distribuzione dei vaccini sperimentali su base genica in tutta Europa. Secondo i ricorrenti, che stanno presentando esposti al Tribunale europeo, sarebbero violate la normativa comunitaria sulla garanzia della sicurezza dei medicinali e le rispettive procedure.
Il video
I medici che appaiono nel filmato precisano che “è la prima volta che si provano vaccini con questa tecnologia: l’RNA messaggero fornisce istruzioni alle nostre cellule, induce un’espressione genica di cui non si conoscono gli effetti”. Affermano che sono “più di 20 anni che si cerca di far approvare questa tecnologia nei farmaci oncologici ma l’approvazione al commercio non è mai arrivata (al momento esiste solo un farmaco per l’amiloidosi che si basa sull’RNA messaggero”).
Ricordano che “in questo caso l’approvazione al commercio è stata velocissima, 11 mesi fra produzione e test, per effetto della pandemia”.
Fanno presente che “l’efficacia al 95%, dichiarata dalle aziende produttrici, è stata messa in dubbio da uno studio del British Medical Journal, che stima l’efficacia fra il 19 e il 29%”. E che le autorità regolatorie hanno concesso ai nuovi vaccini un’autorizzazione al commercio “condizionata” di un anno poiché gli studi clinici condotti sulla popolazione si concluderanno negli anni 2022 e 2023.
Dicono che non si conoscono gli effetti sulla fertilità, maschile e femminile (vedasi bugiardino). Che non si conosce l’interazione con altri farmaci (vedasi bugiardino). Che non si sa ancora se la persona vaccinata, una volta incontrato il virus, lo possa diffondere agli altri proprio come chi si è infettato e non ha fatto il vaccino (vedasi bugiardino).
“L’intento del video è quello di informare i cittadini italiani e tedeschi – visto che ci troviamo in una zona di frontiera – poiché le spiegazioni fornite dalla Sanità pubblica sono assai carenti – ci spiega Hannes Loacker, farmacista – È nostro dovere illustrare alla popolazione come funziona un farmaco in modo comprensibile per permettergli di fare una scelta responsabile. Lo stabilisce la legge italiana ma anche la Convenzione di Oviedo sui diritti dell’uomo”.
La reazione
La stampa locale ha definito il video “no-vax” e annunciato che l’azienda sanitaria dell’Alto Adige presenterà un esposto in Procura per procurato allarme. Cliccate qui.
“Al momento non abbiamo ricevuto nulla – chiarisce il chirurgo e ortopedico Roberto Cappelletti, uno dei medici che ha parlato nel video. Respingo l’accusa di no-vax poiché, come ogni mio collega sa, ogni vaccino è un prodotto diverso dall’altro, e per dovere, dovremmo parlare accuratamente di ciascuno. Il video tocca aspetti delle nuove tecnologie applicate ai vaccini che non sono ancora stati chiariti. L’Ordine dei Medici ha fatto sapere, in via informale, che chi non si vaccina è indegno. Non ci sentiamo indegni né di aver manifestato perplessità, né di applicare, in mancanza di dati, il principio di precauzione”.
Quanto al procurato allarme, semmai è il contrario. Spieghiamo che la Covid ha effetti seri su una categoria circoscritta di persone, con più patologie”.
La richiesta di annullare la distribuzione dei vaccini
Loacker ci informa che dal 16 febbraio sono state presentate al Tribunale UE le prime due azioni di annullamento delle rispettive decisioni della Commissione UE sull’autorizzazione condizionata di immissione in commercio dei vaccini Comirnaty (Pfitzer/BioNTech) e Moderna, “vista la grave violazione della normativa comunitaria in materia di farmaci”. L’azione di annullamento della decisione della Commissione UE relativa all’autorizzazione del vaccino AstraZeneca verrà presentata prossimamente. Cliccate qui.
Spiega Loacker: “Dato che l’Italia, come gli altri Paesi dell’UE, illegittimamente non si si è opposta all’autorizzazione centralizzata di questi vaccini a terapia genica, e l’autorizzazione per l’immissione nel mercato UE è avvenuta da parte della Commissione UE, è fondamentale un’impugnazione a livello comunitario degli illegittimi atti comunitari”.
In particolare: “La normativa comunitaria mette al primo posto l’obbligo delle autorità di garantire ai cittadini la sicurezza dei medicinali, soprattutto se sono destinati a tutta la popolazione. Visto che a rischio di salute per il Sars-Cov-2 è una percentuale di cittadini molto limitata, è un azzardo, oltre che vietato dalla normativa comunitaria, mettere a rischio la salute di tutta la popolazione con farmaci di cui non si sa nulla”.
Secondo i ricorrenti mancano i presupposti per l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata, come precisato dal Codice comunitario dei medicinali per uso umano, vedasi direttiva del Parlamento europeo del 2001, qui.
In sintesi:
1) il beneficio di questi vaccini non è dimostrato; 2) i rischi sono ancora tutti da esplorare; 3) non si sa se i vaccinati impediscano la circolazione del virus; 4) manca il rapporto rischio/beneficio; 5) non è probabile che si aggiungano in seguito dati clinici completi poiché la procedura di approvazione ha trattato questi prodotti come vaccini e non come terapia genica; 6) i nuovi prodotti non rispondono nemmeno a effettive esigenze mediche insoddisfatte, dato che sono stati anche i medici italiani ad aver dimostrato che esistono già farmaci (peraltro poco costosi) che, se utilizzati bene, garantiscono le cure.
Medici italiani che, ricordiamolo, sono ricorsi ripetutamente al TAR per contrastare le istruzioni carenti del Ministero della Salute e dell’AIFA (vietata per mesi l’idrossiclorochina, cliccate qui, e raccomandato solo il paracetamolo e la vigile attesa) per farsi confermare la legittimità dell’uso di farmaci infondatamente vietati per curare i malati di Covid-19. Cliccate qui.
La Commissione UE ha tempo rispettivamente fino al 17 marzo e 6 aprile per costituirsi in giudizio. È stata chiesta l’applicazione del rito accelerato. Possono intervenire a sostegno tutti i cittadini UE.
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