domenica 7 marzo 2021

La confusione di Biden: l'incoerenza di un sedicente cattolico.

Nella nostra traduzione da pillarcatholic.com. Una situazione grave di renitenza, ma soprattutto di diluizione della dottrina attraverso una pastorale di comodo, che purtroppo non è limitata al caso di specie.

Nelle settimane successive alle elezioni di novembre, il presidente dell’USCCB, l’arcivescovo Jose Gomez, ha sottolineato la sfida unica rappresentata da Biden, in quanto capo di un governo con cui i vescovi devono collaborare, e anche in quanto cattolico pubblicamente in contrasto con la Chiesa su una serie di questioni fondamentali, in particolare la “priorità preminente” dell’aborto.

Gomez, e altri vescovi, hanno evidenziato la “confusione” che la situazione di Biden potrebbe causare quando un giorno egli abroga la Politica di Città del Messico (blocco dei fondi alle istituzioni che praticano e fanno consulenza per l’aborto) e il giorno dopo si presenta a ricevere la Comunione.
In realtà, sembra esserci poco spazio per la confusione sulla situazione di Biden.

Secondo l’insegnamento costante della Chiesa, i politici cattolici che si fanno persistenti promotori della causa dell’aborto sono in stato di peccato grave. Altrettanto chiaramente stabilito è il requisito canonico che sia negata la Comunione eucaristica ai cattolici in pubblico e ostinato stato di peccato grave.

Lo stesso vescovo di Washington (diocesi di competenza), il cardinale Wilton Gregory, ha dichiarato di non voler applicare tale disciplina a Biden, ribadendo più volte che equivarrebbe a mettere “una pistola sul tavolo” nei suoi rapporti con il presidente (renderebbe conflittuali i loro rapporti). Gregory non è affatto l’unico vescovo a preoccuparsi di “brandire” la Comunione come strumento di una campagna politica ed è certamente vero che i sacramenti non sono né randelli da brandire, né premi per i perfetti.

Ma è altrettanto vero che i sacramenti sono i tesori più importanti e vitali che la Chiesa amministra, e non vanno trattati con leggerezza. Il Catechismo e il diritto canonico non insistono sul rifiuto della Comunione ai cattolici in pubblico stato di peccato grave come pena, legalmente parlando, ma come misura pastorale, poiché, secondo il Catechismo, fare la Comunione in tale stato reca grave danno spirituale alla persona.

Un vescovo non è certo invidiabile per le inevitabili critiche che dovrebbe affrontare negando il sacramento a un presidente in carica, e sarebbe certamente accusato di “politicizzare” la Comunione. Ma vero è che, rifiutando di applicare le chiare istruzioni della Chiesa, di fatto si politicizza la Comunione: vengono messi da parte l’insegnamento del Catechismo, la disciplina del diritto canonico e la priorità pastorale di impedire che un cattolico si faccia un grave danno spirituale a causa di preoccupazioni esplicitamente politiche.

Non c’è “confusione” su ciò che insegna la Chiesa, o su ciò che crede Biden. Il presidente stesso l’ha detto in modo perfettamente chiaro durante un dibattito del 2012 : “Accetto la posizione della mia Chiesa sull’aborto come ciò che chiamiamo “dottrina de fide””. “La vita inizia al concepimento, questo è il giudizio della Chiesa e lo accetto nella mia vita personale. Ma… mi rifiuto di imporlo agli altri”.

L’unica confusione che viene causata è l’inazione collettiva dei vescovi. Cosa dovrebbero fare i cattolici in presenza del pubblico esempio di Biden, e in assenza di risposta collettiva dei loro pastori?

Cos'è che non torna? Lo stato oggettivo di peccato grave della posizione di Biden sull’aborto o la priorità che i vescovi dichiarano questione preminente?
O è il bene spirituale di Biden che i suoi pastori hanno spostato in secondo piano, contenti di vederlo “colpevole di profanare il corpo e il sangue del Signore” e “mangiare e bere la sua condanna” (1Cor 11, 27-29), come dice il catechismo, piuttosto che rischiare di alienarsi la sua amministrazione?

Comunque stiano le cose, il messaggio attuale che i vescovi stanno inviando è scritto su The Atlantic di questa settimana: qualunque cosa possano dire sul corpo e sul sangue di Cristo, in fondo, la Comunione è davvero solo un simbolo per i cattolici. Questo è ciò che cattolici e non cattolici stanno già recependo dalla situazione, ed è una testimonianza contro il sacramento di cui qualcuno alla fine dovrà render conto.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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