venerdì 12 marzo 2021

Il papa in Iraq. Evento Abramitico: fratellanza dei popoli contro Dio non solo ontologicamente impossibile, ma teologicamente blasfema

Leggo su Stilum Curiae un articolo di Korazym.org che mi era stato segnalato e avrei volentieri ignorato; ma la visibilità del blog di Tosatti non me lo consente. Quindi di seguito cerco di ripristinare una corretta e soprattutto completa informazione con l'accento sugli elementi prioritari da prendere in considerazione, che restano sommersi dall'enfasi sull'assenza degli ebrei e degli yazidi e falsati dalla parte preliminare e conclusiva dell'articolo: Il Papa a Ur. Ma Non c’erano né Ebrei né Yazidi
Cerco di procedere con ordine partendo dalle mie motivazioni. Nell'articolo lì citato : Niente Gesù all'evento "Abramitico" del papa [qui] miravo all'essenziale e alla circostanza dell'assenza degli ebrei - diversamente dall'enfasi di Korazym - accennavo come dato marginale rispetto alla gravità dell'accaduto, riguardante piuttosto la falsificazione della nostra fede e la conseguente minaccia per la salus animarum
Per questo mi ero limitata a mettere quest'assenza tra parentesi traducendo e soffermandomi solo sulla parte dell'articolo di Church Militant concernente il succo del discorso: l'incontro interreligioso di Ur all'insegna della Fratellanza spuria di Fratelli tutti [qui] e della Dichiarazione di Abu Dhabi [qui]. 

Nell'articolo non ero stata lì a ripetere le argomentazioni, ben note ai miei lettori, sulle implicazioni del nuovo corso inesorabilmente impresso dall'ennesimo processo rivoluzionario innescato da Bergoglio(1). Del resto le implicazioni della drammatica deriva e le relative riflessioni per ripareggiare la verità sono state su questo sito ampiamente esposte e dibattute in diretta fin dalle prime avvisaglie di quanto ora è andato consolidandosi e avevo inserito, per gli approfondimenti, tutti i numerosi link di riferimento. 

Noto invece che Korazim ignora totalmente la Fratellanza spuria e le sue implicazioni mentre, in apertura, richiama una serie di mie affermazioni decontestualizzate; alcune peraltro neppure mie: ad esempio: il Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Iraq il “più filo-islamico di tutti i tempi” citato come mia definizione mentre è il titolo di un'intervista ad Alexandre Del Valle da noi esaminata e commentata qui
Ora, mentre sono anni che mi prendo la responsabilità di quanto affermo quotidianamente motivandolo adeguatamente non con opinioni personali ma con riferimenti all'insegnamento perenne della Chiesa, mi duole che persino uno di questi miei riferimenti venga strumentalizzato per affermare qualcosa che non esiste. Cito Korazym:
A margine è interessante notare come la frase di apertura di questa enciclica di quasi un secolo fa dimostra che la Lettera enciclica Fratelli tutti del 3 ottobre 2020 e il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune di Abu Dabhi del 4 febbraio 2019 non sono per niente una novità, ma invece totalmente nuova è l’interpretazione, già condannata da Pio XI come citato sopra: “Forse in passato non è mai accaduto che il cuore delle creature umane fosse preso come oggi da un così vivo desiderio di fraternità — nel nome della stessa origine e della stessa natura — al fine di rafforzare ed allargare i rapporti nell’interesse della società umana”. 
Quindi Korazym cita il preambolo della Mortalium Animos (Pio XI, 1928), da cui riprendevo la condanna della supposizione essere tutte le religioni più o meno buone e lodevoli, e vi trae strumentalmente conclusioni che riaggancerebbero l'Enciclica alla Fratelli tutti e alla dichiarazione di Abu Dhabi; tanto che questi documenti non risulterebbero una novità, mentre totalmente nuova ne sarebbe l'interpretazione. Siamo alle solite: per i modernisti, come non sono attribuibili errori al concilio ma alla sua interpretazione, - la famosa ermeneutica della decantata ma mai provata continuità(2) - così avverrebbe per questi controversi documenti del papa attuale.

Come si può parlare di interpretazione quando i documenti in questione sono infarciti di ambiguità -  già di per sé non appropriate a documenti magisteriali - tali da aprire il fronte a vere e proprie eresie se non all'apostasia? E allora corre l'obbligo di scendere in alcuni dettagli tra i più significativi. Un discorso certamente non banale che tuttavia richiede il superamento della superficialità sia nella riflessione che nell'esposizione e, conseguentemente, nella lettura. E questa volta non ricorrerò ai link.

Fratelli tutti
Citazioni emblematiche. Da notare come, piuttosto che rifarsi al Magistero precedente, Bergoglio si autociti frequentemente: 
  1. Dio «ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro». (Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): L’Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 6.)
  2. ... Come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. Siamo convinti che «soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace fra noi» (Omelia nella S. Messa, Domus Sanctae Marthae (17 maggio 2020).
  3. ...Tale libertà [religiosa] manifesta che possiamo «trovare un buon accordo tra culture e religioni differenti; testimonia che le cose che abbiamo in comune sono così tante e importanti che è possibile individuare una via di convivenza serena, ordinata e pacifica, nell’accoglienza delle differenze e nella gioia di essere fratelli perché figli di un unico Dio». [Discorso ai leader di altre religioni e altre denominazioni cristiane, Tirana – Albania (21 settembre 2014): Insegnamenti, II, 2 (2014), 277.]
  4. ... come credenti delle diverse religioni sappiamo che rendere presente Dio è un bene per le nostre società
"Fratelli fra loro" - "figli che non sono orfani"

Non è più vero che figli di Dio non si nasce ma si diventa? La Mater et Magistra insegna che tutti siamo creature ma non tutti figli di Dio, perché figli di Dio si diventa con il Battesimo ed è un dato ontologico. Se qualcuno - e ahimè persino il papa - dice che invece siamo tutti figli di Dio e tutti fratelli, qual è la funzione, la ragion d'essere della Chiesa? Per quale ragione Cristo si è incarnato, è morto sulla Croce, è risorto, è asceso al cielo, ha inviato il Suo Spirito e ha fondato e costituito la Chiesa col compito di insegnare, guidare e santificare i Suoi attraverso atti di potenza dall’alto (i Sacramenti), che accompagnano il cristiano per tutta la vita perché in lui si produca quell’effetto soprannaturale che nessun’altra azione esteriore potrebbe produrre?
La vera fratellanza è solo in Cristo; ora invece non è più conseguenza della risposta al Signore annunciato e accolto e cementata dalla fedeltà. Quella di Bergoglio non è altro che la nuova teologia della “Fratellanza Universale” della nuova religione sincretista del mondialismo di Fratelli tutti e di Abu Dhabi

Nella gioia di essere fratelli perché figli di un unico Dio

In riferimento alla citazione n.3, che accomuna a tutte le religioni la prerogativa di consentire una vita nella gioia di essere fratelli perché figli di un unico Dio (v. nota 4), mi sovviene l'unico Dio dei tre monoteismi, ricordando l'assunto di conio conciliare: preghiamo lo stesso Dio, che affermo essere erroneo.

I monoteismi non adorano lo stesso Dio

È pur vero che siamo innestati sulla “radice santa” del giudaismo pre-rabbinico[3] e che il Dio che si è rivelato e ha portato a compimento la Storia della Salvezza in Gesù Cristo è lo stesso dei Patriarchi e dei Profeti; ma se ci fermiamo a questo dato, ignoriamo che nella pienezza dei tempi Dio si è rivelato in Cristo Signore, che gli ebrei hanno rifiutato e continuano a rifiutare. Ed è Dio SS. Trinità, icona e fonte di tutte le nostre relazioni, che noi cristiani adoriamo, per averlo conosciuto attraverso la Rivelazione del Signore Gesù e degli Apostoli. E siamo testimoni e collaboratori della sua opera divino-umana di salvezza fino alla fine dei tempi.

Non si tratta solo di una religione, ma di una Persona, di un Dio vivo e vero che, fatto unico nella storia, si è incarnato in Cristo, assumendo due nature, perfettamente uomo e perfettamente Dio. E questo rimane lo scandalo per gli atei, per gli ebrei e per i musulmani. Quel quid in più di un Dio Incarnato e Morto per riscattare il nostro peccato e Risorto per rigenerare la natura umana nella Creazione Nuova riconducendola al Padre, fa una differenza abissale. E dunque adorare e pregare l'Uno piuttosto che l'altro non è ininfluente. Infatti, i cristiani diventano conformi (la paolina ‘configurazione’ a Cristo) a Colui cui aderiscono e che adorano, perché gli atteggiamenti interiori e i comportamenti vi si conformano in base ad una connaturalità donata nella fede e realizzano un'antropologia e, conseguentemente, una storia diverse.

È la stessa ragione per cui non possiamo affermare di adorare lo stesso dio dell'Islam. Quanto ai musulmani, la "mariologia” e la “cristologia” coraniche non sono altro che una diabolica perversione dei dati autentici delle nostre Sacre Scritture. Maria è la madre di Gesù; ma Gesù è solo un profeta e inferiore a Maometto. Certamente, Dio Creatore dell'uomo e dell'universo è lo stesso; ma il rapporto che si instaura con Lui in base alla Rivelazione alla quale si aderisce forgia in un dato modo e rende diversi gli uomini e il loro essere-nel-mondo e quindi diversa è la storia che essi vi incarnano e scrivono. Non dimentichiamo che il culmine della Creazione è Cristo e che nel cristiano si realizza la configurazione a Cristo Signore secondo il Progetto del Padre per ognuno.

È vero che prima che ce lo manifestasse Cristo Signore, il Figlio Incarnato, «l'Unigenito, che è Dio, nel seno del Padre» (Gv, 1, 18), l'«unico Dio» non era conosciuto «in tre Persone divine». Ma è proprio in Cristo e nella Sua Chiesa che l'esuberante vita che lega intimamente le tre Persone opera nella storia della salvezza fino alla fine dei tempi attraverso la presenza in coloro che Lo accolgono. «Nel Figlio a noi si svela l'immagine del Padre, nello Spirito risplende il sigillo del Figlio; chi dalla santa Trinità è segnato già vive in terra una vita di cielo» (Liturgia ambrosiana).

Allo stesso modo tutte le implicazioni pastorali di indebite communicationes in sacris, che purtroppo da occasionali stanno diventando abituali, scaturenti da quanto espresso dalla Lumen Gentium e dalla  Nostra Ætate(4), circa i rapporti del cattolicesimo con le religioni non cristiane, sono fondamentalmente, metafisicamente, soprannaturalmente erronee. Ed è qui che si colloca il nesso ideologico del pensiero ereticale bergogliano con le premesse poste dal Vaticano II.

Per quanto riguarda il dialogo interreligioso in generale:

"Rendere presente Dio è un bene per le nostre società"

Respingiamo l'affermazione di Papa Francesco secondo cui "come credenti delle diverse religioni sappiamo che rendere presente Dio è un bene per le nostre società. Cercare Dio con cuore sincero, purché non lo offuschiamo con i nostri interessi ideologici o strumentali, ci aiuta a riconoscerci compagni di strada, veramente fratelli.".

Sul "veramente fratelli" vedi supra. Sostenere che anche chi non segue Gesù Cristo potrebbe essere un bene per la società perché renderebbe presente Dio, non solo espunge la realtà che Dio si rende realmente (non simbolicamente) Presente attraverso il Figlio nella Sua Chiesa, ma esclude la Regalità sociale di Gesù Cristo (Pio XI, Enciclica Quas Primas 1925). Affermare una tale fratellanza e quanto ne consegue alla fine si oppone a Dio e dunque, oltre a dispiacerGli, è certamente anche "blasfemo". 

Sono molte le dichiarazioni “equivoche” di Fratelli Tutti che “mancano di chiarezza”, e ancora una volta ci inducono a respingere il nuovo concetto di libertà religiosa introdotto dal Concilio Vaticano II e che Papa Francesco reiteratamente afferma. Questo insegnamento sulla libertà religiosa è stato recentemente criticato sia dall'arcivescovo Viganò [vedi] che dal vescovo Athanasius Schneider [vedi], che hanno insistito sul fatto che non può darsi alcun diritto di fare ciò che è sbagliato. Non mancherà molto che, nell'ottica di questo rapporto orizzontale nella “casa comune” e nella valutazione di una fraternità orizzontale, la fratellanza degli uomini sarà definita come figli della stessa ... Madre Terra [vedi].

Siamo di fronte ad una inveterata negazione del primato di Cristo Signore, che Bergoglio ormai ha lasciato alle ortiche. Frutto maturo di quel modernismo veicolato dal Vaticano II, che pone tutte le religioni sullo stesso piano e va a braccetto con la fratellanza universale, uscita dalle oscure officine della massoneria, stigmatizzata da san Pio X.
Cito Mons. Viganò: "I nemici di Dio non possono essere nostri amici, la fratellanza dei popoli contro Dio è non solo ontologicamente impossibile, ma teologicamente blasfema."

* * *
Dalla traduzione di Korazym emerge un dato non nuovo sull'atteggiamento di Bergoglio nei confronti dell'Islam (ampiamente rintracciabile qui) e sull'informazione pilotata di Vatican News. Riprendo di seguito:
Spencer ha detto a Church Militant che il Papa continuava ad “adottare la finzione popolare secondo cui il terrorismo della jihad islamica nasce da un malinteso dell’Islam”. “In effetti, non può nemmeno arrivare a tanto; invece, dice che il terrorismo ‘abusa della religione’, come se ci fossero terroristi cristiani in numero paragonabile ai terroristi islamici in tutto il mondo”, ha rimarcato Spencer, osservando che Francesco “ignorando le esortazioni alla violenza contro i miscredenti del Corano, non ha la minima possibilità di costringere i jihadisti a rinunciare alla loro violenza”.
Nonostante l’assenza di ebrei, Vatican News ha twittato due notizie annunciando in entrambi i tweet che Papa Francesco aveva incontrato “rappresentanti delle tre religioni abramitiche” ed era stato “raggiunto da musulmani, ebrei e cristiani nella città irachena di Ur”.
Maria Guarini
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1. Esiti pregressi: tre raduni di preghiera interreligiosa e altri eventi basati sull'affermazione dell'errore: “abbiamo lo stesso Dio” vedi supra. Ne cito uno per tutti qui 
2. a) Il Magistero bimillenario della Chiesa può dirsi ‘vivente’ nel senso di vivo e vitalizzante perché trasmette secondo i bisogni di ogni generazione - curandone l'integrità nella sostanza: eodem sensu eademque sententia - il Depositum fidei della Tradizione Apostolica, fondamento oggettivo, dato per sempre, pur se sempre ulteriormente approfondito e chiarito nelle sue innumerevoli ricchezze; b) il magistero attuale si dice invece vivente, in senso storicistico, perché portatore dell'esperienza soggettiva della Chiesa di oggi (che sarà diversa in quella di domani) essendo sottoposta all'evoluzione determinata dalle variazioni contingenti legate alle diverse epoche.
Dunque è cambiato il cardine su cui si fonda la Fede e la sua trasmissione, spostato dall'oggetto-Rivelazione al soggetto-Chiesa/Popolo di Dio (diluizione di corpo mistico di Cristo) pellegrina nel tempo e di fatto trasferito dall'ordine della conoscenza a quello dell'esperienza, evidenziato dal primato del sentimento, o addirittura della sensazione o del sensazionalismo, sull'intelletto. Il cuore umano è diventato sentimento: nulla a che fare con il cuore biblico, cioè con l'interiorità profonda, il 'luogo' delle scelte fondamentali e, oggi, in nome del vangelo tutto diventa sdolcinato sentire, emozione, percezione soggettiva. Da conseguenza a punto di partenza. Il che, secondo Romano Amerio, ha il suo fondamento nel fatto che « ...se si nega la precessione del pensato al vissuto, della verità alla volontà, si tenta una dislocazione della Monotriade ». Intuibile il sovvertimento della realtà che ne deriva [qui]
3. A questo proposito è bene sottolineare che il cristianesimo non è una "forma di giudaismo", come anche autorevolmente affermato (J. Ratzinger, Fede, Verità, Tolleranza - Il Cristianesimo e le religioni del mondo, Cantagalli, Siena, 2005): «Il cristianesimo era quella forma di giudaismo ampliata fino ad attingere l’universalità, nella quale ora veniva pienamente donato quanto l’Antico Testamento fino ad allora non era stato in grado di dare». Quando si parla di giudaismo in riferimento al cristianesimo, bisogna intendere il giudaismo puro, con esclusione di quello spurio, che condanna e maledice i notzrì (cioè i cristiani). Questo ha inizio con l'esilio in Babilonia e sfocia, a partire dall’Assemblea di Yavne dopo la distruzione di Gerusalemme, nel giudaismo talmudico o rabbinico, che si è sviluppato contemporaneamente al cristianesimo in una netta differenziazione reciproca. Il cristianesimo, più che una 'forma' di giudaismo, ne è il compimento, nella Persona di Cristo, nei 'tempi ultimi' e nella Nuova Eterna Alleanza sancita nel Suo Sangue Prezioso. Inoltre, sulle asserite "Due Alleanzevedi.
4. La Lumen Gentium, 16 afferma degli ebrei: «professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico misericordioso». Idem la Nostra Ætate, 3 per i musulmani: «La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra». Peraltro unico, non vuol dire lo stesso, il medesimo. Di fatto intendere il monoteismo come la forma mentis di fedeli che si rivolgono a un "dio" unico nel senso numerico di 1, non significa riferirsi alla stessa entità. Ma l'affermazione, presa con superficialità senza l'opportuna specificazione, può trarre in inganno molti, soprattutto di fronte a citazioni come questa. Peraltro, quanto agli ebrei possiamo parlare di lo stesso se ci riferiamo al Padre. Ma perdiamo la dinamica spirituale Trinitaria e la divinità di Cristo Signore che l'ha incarnata e rivelata continuando a renderla operante nella Sua Chiesa.

2 commenti:

  1. Importante focalizzazione dei temi più importanti!
    Perchè Tosatti non dà a questo articolo la stessa visibilità di Korazym?

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