domenica 22 maggio 2022

Ministranti della Messa tradizionale implorano il loro arcivescovo: Tenga in considerazione il nostro amore per la Messa antica

Nella nostra traduzione da CNA l'ennesima perorazione di fedeli (in questo caso ministranti) per la salvaguardia del Rito dei secoli. Il fatto è  che a Washington il futuro della Messa tradizionale è a rischio, e tutti i fedeli si sono mobilitati, come risulta dall'articolo che segue tradotto da Thelampmagazine. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes e Responsa.

Sala stampa di Washington, DC, 14 maggio 2022.
Sei ministranti della Messa latina in una parrocchia di Washington, DC, hanno scritto un'appassionata lettera all'arcivescovo di Washington, il cardinale Wilton Gregory, implorandolo di considerare le loro esperienze positive nella Messa tradizionale, nell'attuare le nuove norme vaticane sulla Forma Straordinaria.

“Per noi la messa in latino è un rifugio”, dice la lettera del 4 maggio, pubblicata sulla pagina Facebook della parrocchia. “Un rifugio dove non possono penetrare i mali del mondo e le lotte della vita. Crediamo che sia la cosa più vicina al paradiso terrestre e ci piacerebbe vederlo continuare”.

Nel luglio 2021 Papa Francesco ha emesso il motu proprio Traditionis custodes che include nuove indicazioni e restrizioni su quando e dove può essere utilizzato il Messale Romano del 1962, prettamente previsto per Il Rito latino tradizionale. Il documento, che conferisce maggiore autorità ai vescovi locali sulla celebrazione della Forma Straordinaria, è stato accolto con molto dolore e confusione tra i cattolici che partecipano alla celebrazione del Rito latino tradizionale.
Sebbene molti vescovi abbiano emesso istruzioni temporanee per le loro diocesi, ci sono state poche segnalazioni di una guida permanente emessa. L'arcidiocesi di Washington non ha ancora emanato direttive permanenti.
Screenshot del video in live streaming da Facebook
I ministranti servono il Rito latino tradizionale nella parrocchia di St. Mary Mother of God a Washington. La lettera, scritta nella capitale della nazione, dice che, se la Messa in latino non vi fosse più consentita, significherebbe “perdere qualcosa di prezioso, qualcosa di noi stessi, quasi paragonabile alla perdita di una persona cara”.
Hanno scritto di voler “partecipare al mistero dell'Eucaristia” attraverso la Messa in latino e hanno aggiunto: “speriamo che uno o più di noi saranno chiamati a servire Nostro Signore come sacerdote”. 
I ministranti rimangono anonimi. La lettera è firmata, semplicemente, “I ministranti all'Altare di St. Mary”. “Frequentiamo la Messa in latino di St. Mary da quando siamo nati e la amiamo da quando siamo stati abbastanza grandi da comprenderne la bellezza”, dice la lettera. Hanno aggiunto che guidano un'ora per arrivare in chiesa per servire la messa.
[Traduzione a cura di Chiesa e Post-concilio]
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Il futuro della Messa tradizionale a Washington DC

A causa delle voci secondo cui la Messa in latino della tradizione sarà presto bandita da ogni singola parrocchia dell'arcidiocesi di Washington, DC, circa settantacinque parrocchiani della chiesa di San Francesco di Sales si sono incontrati per una veglia di preghiera il 14 maggio fuori dalla sessione di ascolto sinodale locale con il Cardinale Wilton Gregory, sapendo che il nostro destino sarebbe stato deciso lì. Madri, padri e bambini sono rimasti lunghe ore sotto una grigia pioggerella, recitando rosari e cantando inni latini: soprattutto il Veni Creator Spiritus, che siamo soliti cantare dopo ogni messa domenicale come preghiera votiva per la sopravvivenza della nostra comunità da quando è stata emanata la Traditionis Custodes. Alcuni parrocchiani hanno mostrato cartelli con frasi come "La Messa antica, per favore", "Preghiera, non politica" e "Cardinale Gregory: il Signore sia con te, vogliamo pregare". In prima fila c'era una ragazzina che ha insistito per sventolare uno stendardo del Sacro Cuore più grande di lei per gran parte del pomeriggio, imperterrita nonostante la pioggia. Tutto ciò era chiaramente visibile al cardinale e ai delegati sinodali all'interno.

Con nostra sorpresa, al termine della sessione, molti delegati sono venuti a salutarci e a ringraziarci, dicendo che la Messa tradizionale è un argomento importante, presentato da molti di altre parrocchie e che aveva raccolto commenti estremamente positivi. Come in tanti luoghi, a DC risuona l'antica Messa: riempie i banchi, attira i giovani, alimenta le vocazioni. Questi frutti non sono passati inosservati all'interno, ed è evidente la solidarietà dei fedeli cattolici. Ci è stato detto che i delegati erano fortemente favorevoli a mantenere i cattolici tradizionali e la loro liturgia all'interno delle parrocchie dell'arcidiocesi piuttosto che esiliarci in qualche "centro messa" privo di pastori. Lo Spirito ha parlato tra gli ascoltatori, ci è stato aggiunto.

Tra gli altri è intervenuta la madre di sette bambini piccoli il cui marito era morto quella stessa settimana. Ha implorato con forza il cardinale davanti a tutta l'assemblea: "Ho appena seppellito mio marito due giorni fa, per favore non farmi perdere la mia parrocchia". In apertura del processo sinodale, il cardinale Gregory l'ha definito un'opportunità "per ascoltare gioie e dolori reciproci e condividere le nostre speranze e sogni per le nostre parrocchie”. La “speranza e il sogno” dei cattolici tradizionali di Washington per le “nostre parrocchie” è semplice: che non ne siamo espulsi. Siamo rimasti sotto la pioggia come figli e figlie chiedendo il pane al nostro padre spirituale. Il miglior “accompagnamento” che il Cardinale potrebbe darci, davanti alle preghiere dei bambini e alle suppliche di una vedova, è il permesso permanente della continuità per le nostre comunità evitando che si sciolgano. Veni Creator Spiritus.
Un laico dell'arcidiocesi di Washington.

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