martedì 13 settembre 2022

Quale strategia del vescovo per i tradizionalisti di Parigi?

Apprendiamo da Riposte catholique quanto sia grance l'attenzione sui segnali del nuovo arcivescovo di Parigi, mons. Laurent Ulrich, in ordine alla questione della liturgia tradizionale. Segnali, per il momento, ancora non chiari, da parte di un prelato di sinistra in una diocesi classica. Qui la notizia più recente sulle manifestazioni mai interrotte. Indice degli articoli su Traditionis custodes e successivi.

Paix liturgique analizza il comportamento di mons. Ulrich nei confronti dei tradizionalisti a Parigi. Estratto :
[…] Da parte di rappresentanti di gruppi di fedeli addolorati, sono state inviate all'arcivescovo due lettere di richiesta di un incontro, per il momento senza risposta. Si sta formando un gruppo attorno all'associazione Sainte-Cécile. Tutti questi gruppi restano mobilitati e aspettano soprattutto di sapere come sarà risolta la questione delle cresime col rito tradizionale.
Dall'estate scorsa, infatti, la diocesi non organizza alcuna cerimonia di cresima nella forma tradizionale. Non possiamo più aspettare: le cresime tradizionali saranno conferite dall'arcivescovo di Parigi o da un sacerdote da lui delegato, oppure vi si opporrà. Per questo non si può lasciare la questione della liturgia tradizionale così com'è.
A Lille, dopo un periodo di fredda lontananza, Laurent Ulrich aveva scongelato il suo rapporto con l'ICRSP mettendo a disposizione i luoghi dove si celebrano le messe tradizionali. Quando Traditionis custodes è apparso per la prima volta, ne ha ridotto il numero ma, a seguito di trattative, in cui padre de Sinety ha svolto il ruolo di mediatore, il vescovo Ulrich ha dichiarato che nulla era cambiato. E dopo nuove trattative, ha accettato, prima di lasciare Lille, di conferire lui stesso le cresime nel rito tradizionale.
A Parigi dovrà quindi scegliere tra:
– Atteggiamento di repressione latente di un gruppo di cattolici considerati cattolici di serie B: nessuna conferma, nessun ripristino delle messe soppresse, nessun permesso per i sacerdoti della diocesi che chiedono di celebrare la messa tradizionale, riduzione del corpo celebrante a un elenco redatto dall'arcivescovo. Questa guerra mascherata mirava a metterli in riga. Inutilmente.
– Oppure un atteggiamento di pragmatico liberalismo, rischiando di dare, anche a malincuore, a questa parte molto viva di cattolici che continuano a trasmettere e produrre vocazioni, la libertà che chiedono, nell'attesa di verificare.
Il nuovo arcivescovo di Parigi può quindi rimanere in atteggiamento di “guerra fredda”, oppure tentare il “disgelo”. In quest'ultimo caso, potrebbe essere un passo avanti all'inevitabile ammorbidimento del "terrore" che seguirà il pontificato bergogliano. Le scommesse sono aperte...

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