lunedì 18 settembre 2023

Appello al Papa e al Sinodo di molti fedeli cattolici riuniti ad Assisi

Mi segnalano l'ennesimo appello, uno dei tanti rimasti inascoltati, a partire dai Dubia dei 4 cardinali... qui - qui - qui - qui - qui - qui. In caso di espressione di dottrine contrarie al Depositum fidei si parla solo di sospensione dell'assenso (vedi nota 1). Diverso il discorso dell'eventuale deposizione di un papa eretico (nota 2)

Appello al Papa e al Sinodo
di molti fedeli cattolici riuniti ad Assisi


Guardiamo con preoccupazione e apprensione alla Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocata a Roma per il prossimo mese di ottobre, sul tema della “Sinodalità”. Come figli della Chiesa e come cittadini di questa grande Nazione, ci rivolgiamo a Papa Francesco, chiedendo di avere il grande coraggio, che già ebbero i suoi venerati predecessori, di non permettere che ci si discosti mai e in nulla dalla dottrina cattolica, riaffermando la verità del Vangelo, capace di rivelare e restituire, all’uomo e ai popoli, la loro originaria e altissima Vocazione.
Non osi il Sinodo attentare alla natura della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Tale preoccupazione non nasce da alcuna ideologia, ma dai processi che Lei ha innestato e che incoraggia, come ebbe a confidare ad un vescovo italiano, in un precedente sinodo. La dottrina non è altro che l’insegnamento cattolico, che Paolo chiama la “potenza del Vangelo”. Non si riduce solo al Credo, ma si estende fino al Catechismo, che non è acqua distillata, ma condensato di vita e santità vissuta dalla Chiesa.

Come ha detto il Card. Caffarra: una Chiesa senza dottrina è solo una Chiesa più ignorante.

Da fedeli, col sensus fidei, proporzionale allo sviluppo della fede e alla santità di vita di ciascuno, siamo chiamati a difendere la fede per poterla diffondere nel mondo, come avvenne al Concilio di Efeso. Il sensus fidei non è la volonté gènérale di Rousseau, risultato dell’influenza del pensiero dominante in un dato momento, ma è ciò che è stato creduto sempre, dovunque e da tutti – laici e sacerdoti – in tutto il mondo nel corso dei secoli. Il sensus fidei agisce come una sorta di sistema immunitario spirituale, che fa riconoscere e rifiutare istintivamente ai fedeli qualsiasi errore.

Oggi, nella Chiesa, è in atto un tentativo di convincerci che abbracciare l’eresia e l’immoralità non sia peccato, ma piuttosto risposta alla voce dello Spirito Santo, che parlerebbe attraverso persone che si sentono emarginate.

Santo Padre, il documento di lavoro del prossimo Sinodo non è una sintesi della fede cattolica o dell’insegnamento del Nuovo Testamento. È radicalmente incompleto, ambiguo ed ostile, in molti modi, alla perenne tradizione apostolica. Non vi è riconosciuto in alcun modo il Nuovo Testamento come Parola di Dio, norma per tutti gli insegnamenti sulla fede e sulla morale. Coloro che l’hanno redatto, stanno sognando un’altra Chiesa, che non ha nulla della fede cattolica. Santità, metta fine a ogni ambiguità tra il Sinodaler Weg e il Sinodo universale, ammonisca la Chiesa tedesca e nomini un diverso relatore generale del prossimo Sinodo.

Non permetta che la Chiesa insegni oggi dottrine contrarie a quelle che in precedenza ha insegnato in materia di fede e di morale, consentendo di benedire unioni tra persone omosessuali, lasciando così intendere che il comportamento omosessuale in quanto tale non sarebbe contrario alla legge di Dio e al cammino della persona verso Dio.

Non conferisca all’imminente Sinodo, che è solo una rappresentanza pilotata di pastori e di fedeli, l’autorità su questioni dottrinali e pastorali, che spetta esclusivamente al Romano Pontefice e al Collegio dei Vescovi. Altrimenti, sarà in grave pericolo l’unità della Chiesa, perché con molti fedeli in tutto il mondo, in attesa di una risposta certa, sospenderemo1 prudenzialmente l’assenso, e la missione di Pietro, che ama e unisce, fallirà.
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Nota di Chiesa e post-concilio
1. Quanto alla “sospensione dell’assenso”: il card. Müller ha affermato recentemente: “L’autorità formale del Papa non può essere separata dal legame sostanziale con la Sacra Scrittura, la Tradizione apostolica e le decisioni dogmatiche del Magistero che lo ha preceduto. Altrimenti, come Lutero ha frainteso il papato, si metterebbe al posto di Dio, che è l’unico autore della sua verità rivelata, invece di limitarsi a testimoniare fedelmente, nell’autorità di Cristo, la fede rivelata in modo integrale e non adulterato e a presentarla autenticamente alla Chiesa. In una situazione così estrema, dalla quale Dio può salvarci, ogni funzionario ecclesiastico avrebbe perso la sua autorità e nessun cattolico è più obbligato a obbedire religiosamente a un vescovo eretico o scismatico”. Fonte
Roberto Bellarmino, nell'ipotesi (allora solo di scuola) di un papa eretico, afferma : “ È lecito resistergli non facendo quello che ordina e impedendo l’esecuzione della sua volontà: non è però lecito giudicarlo, punirlo o deporlo, perché questi sono atti propri a un superiore” (De Romano Pontifice, II, 29).
2. Secondo mons. Schneider (sulla deposizione di un papa eretico): “In questioni così delicate non si può seguire un’opinione, nemmeno se essa è stata sostenuta da insigni teologi (come San Roberto Bellarmino o Sant’Alfonso) per un considerevole periodo di tempo. Bisogna piuttosto aspettare una decisione esplicita e formale da parte del Magistero della Chiesa – decisione che il Magistero non ha ancora emesso”. Fonte + osservazioni di P. Pasqualucci qui

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