Gli amici della Rete Patris Corde (rete nazionale di Sacerdoti, laici e associazioni informalmente costituitasi in questi giorni) hanno inviato il testo dell'Appello che rivolgono ai Vescovi italiani e un brevissimo testo di presentazione chiedendone la pubblicazione. Si tratta di una Rete di fedeli cattolici che si impegnano a sensibilizzare i vescovi sul dramma della vaccinazione dei giovani, dell'obbligo vaccinale e della discriminazione di cattolici non vaccinati. In molte Diocesi saranno proprio i componenti locali della Rete a consegnare personalmente al Vescovo del luogo il testo dell'Appello. Però è importante diffonderlo il più possibile.
Dal canto nostro, la appoggiamo con le parole di un Vescovo esemplare:
Finché la politica è politica, la Chiesa non ha nulla da dire: essa è indifferente a qualsiasi regime. La Chiesa si adatta a tutti i tipi di governo, a condizione che venga rispettata la libertà di coscienza. Nulla le importa che i popoli scelgano di vivere sotto un regime monarchico, repubblicano, democratico, o anche sotto una dittatura militare, purché tali governi s'impegnino a garantire le libertà fondamentali.
Se per "interferenza nella politica" s'intende l'interferenza del clero nella sfera politica dello Stato, la Chiesa insegna che lo Stato è sovrano nell'ordine Temporale.
Ma quando la politica cessa di essere politica e comincia ad essere una "religione" e un'antichiesa, quando proclama la propria supremazia sull'anima umana, quando riduce l'uomo a un "acino" in funzione del "grappolo" della collettività, quando ne limita la sorte fino ad asservirlo a Moloc, quando nega la libertà di coscienza e la libertà religiosa, quando compete con la religione sul terreno stesso della religione - ossia sull'anima immortale che è destinata a Dio - allora la Chiesa protesta.
E, in questo caso, essa non protesta contro la politica, bensì contro una religione opposta, che è anti-religiosa. Il corpo umano può adattarsi al clima torrido dell'equatore o al freddo glaciale delle regioni artiche, ma non può vivere senza l'aria. Analogamente, la Chiesa può adattarsi a qualsiasi forma di politica, ma non può vivere senza l'aria della libertà. (Fulton J. Sheen, da "Personaggi della Passione")
Presentazione
L'avvio della campagna vaccinale dei bambini e dei giovanissimi è un fatto che sgomenta molte famiglie.
Abbiamo ragioni scientifiche ed etiche per opporci a questo, difendiamo la libertà di scelta in merito a una questione tanto drammatica e vogliamo che tutti siano informati meglio circa i rischi che si stanno correndo in una simile situazione. Vogliamo portare questa posizione a conoscenza dei nostri Pastori, ai quali chiediamo, al di là del loro personale parere in merito alla questione, un consiglio spirituale e un aiuto secondo i criteri del Vangelo e non del Governo.
Per questo ci stiamo organizzando a costituire dei gruppi che si impegneranno nei prossimi giorni a incontrare personalmente i Vescovi, per consegnare loro brevi manu l’appello “Patris Corde: in difesa dei nostri figli”. L’organizzazione di tale iniziativa passa dal nostro canale social t.me/patriscorde, ma la conduzione degli incontri sarà in capo ai volontari che vi si presteranno. Siamo pronti a manifestare pacificamente e rispettosamente all’ingresso dei vescovadi, nel caso in cui senza fondati motivi ci sia rifiutato il colloquio. Non chiederemo ai nostri Pastori di schierarsi a prescindere e di accettare le nostre posizioni, ma anzitutto di ascoltare le nostre ragioni. Daremo la nostra disponibilità a collaborare con loro se, facendosi carico del nostro grido di aiuto, avranno poi bisogno di un sostegno ulteriore.
Chiediamo protezione a S. Giuseppe e per questo prendiamo il nome di “Patris Corde”, che rimanda alla Lettera Apostolica di Papa Francesco dedicata a questo grande Patrono. Ma il Cuore di Padre è anche quello che ci spinge a difendere i nostri ragazzi ed è quello che siamo sicuri di trovare nei nostri Vescovi.
I promotori della Rete Patris Corde
Appello “Patris Corde: in difesa dei nostri figli”
Eccellenza Reverendissima,
in questo tempo di crisi e di travaglio sentiamo il bisogno di rivolgerci a Lei come a nostro
Pastore e di portarle il nostro contributo di laici, tenuti dal proprio munus profetico al “dovere
di manifestare il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli
altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i pastori,
tenendo inoltre presente l’utilità comune e la dignità della persona” (cfr. Catechismo della
chiesa Cattolica, n. 907).
Il tema che vogliamo sottoporle, e che le chiediamo fermamente di prendere in
considerazione, ha a che vedere con la campagna vaccinale in corso. Varie sono le nostre
preoccupazioni come fedeli.
La più urgente concerne la vaccinazione dei bambini e dei ragazzi, avviata nelle scorse
settimane sotto pressioni socio-politiche e nello sconcerto di molte famiglie: i giovani non
corrono rischi personali legati al Sars-Cov-2, mentre ne corrono molti sottoponendosi ai
vaccini sperimentali attualmente in uso.
Sentiamo il dovere di presentarle le nostre perplessità, che sono anzitutto quelle di genitori
ai quali Dio ha affidato il compito di custodire e crescere la prole. E sentiamo il dovere di
invocare il Suo sostegno. Perché un vescovo dovrebbe lasciarci soli in questo momento di
sfida tanto urgente?
Conosciamo le ragioni di chi propone la vaccinazione, ma non sono ragioni scientificamente
vincolanti, come si deduce dalla letteratura medica mondiale. Non siamo certo noi a volerci
opporre alla libera scelta di vaccinarsi. Ma chiediamo il suo sostegno nell’opporci all’obbligo
e/o al ricatto vaccinale, in particolar modo quando riferito ai bambini e ai ragazzi.
In secondo luogo, sentiamo come lesivo della nostra coscienza il ricorrere a vaccini ottenuti
a partire da linee cellulari fetali. Anche se la Congregazione per la Dottrina della Fede ha
stabilito la liceità dell’assunzione di tali prodotti in condizioni emergenziali, questo non ci
solleva personalmente dallo scandalo legato a una simile industria, destinata peraltro a
crescere con le campagne vaccinali dei prossimi anni. Come possiamo educare i nostri figli
alla moralità radicale che scaturisce dal Cuore di Cristo, se ci troviamo noi e loro costretti al
compromesso contro la nostra stessa coscienza?
Infine, è causa di profonda confusione leggere dichiarazioni su importanti quotidiani legati ai
vescovi italiani, così come scoprire dichiarazioni di singoli Pastori, in cui si ingiuriano i
cosiddetti no-vax. Spesso questa etichetta diviene imprudente strumento di discriminazione,
col quale si colpiscono anche fedeli motivati e moderati, attenti nelle relazioni e nei contatti,
ma allarmati dallo stato sperimentale della vaccinazione massiva in atto o anche, come
espresso più sopra, scandalizzati dal compromesso etico con le industrie dell’aborto. Anche
noi siamo gregge, del quale odore un pastore non dovrebbe vergognarsi. Anche noi siamo
suoi figli, affidati alla sua premura spirituale. Che pena trovarsi discriminati dalla voce della
Chiesa, e poi magari dai sacerdoti, dagli Oratori, dai gruppi di volontariato. È questo un
nuovo strappo che si vuole tollerare sulla tunica di Nostro Signore?
Eccellenza reverendissima, come a un Padre affidiamo a Lei questa nostra supplica:
affinché ci aiuti nel difendere la libertà e la moralità, a impedire le divisioni e ad allontanare
lo scandalo morale. Vorrà incontrarci per un confronto? Vorrà esprimersi, direttamente o
indirettamente, con degli ammonimenti paterni? Vorrà tenerne conto per dare indicazioni
eque e sagge alle sue Parrocchie e Zone Pastorali? Non sta a noi dire cosa deve fare, a noi
solo offrirle questi elementi di riflessione, ricordarle l’urgenza della situazione e chiederle di
proteggerci come un Padre coi figli. Non siamo figli prodighi, non ci ami meno del Figliol
Prodigo!
Si uniscono a noi anche vari sacerdoti, consacrati, educatori e laici impegnati nella crescita
della gioventù. Essi pure condividono le nostre medesime apprensioni, avendo a cuore la
crescita dei loro ragazzi, verso i quali sentono di avere una responsabilità genitoriale di tipo
spirituale e morale. E con noi si impegnano a sostenerla con la preghiera, coi sacrifici e con
le opere di misericordia.
Vaccinazioni ai minori di 16 anni.
Un compendio di riflessioni
medico-scientifiche
Fin dall’inizio della pandemia, è stato detto che la soluzione al problema sarebbero state
non le cure, ma i vaccini. Così si è arrivati alla produzione in tempi rapidissimi di questi
prodotti farmaceutici. I tempi di realizzazione degli attuali prodotti sono stati notevolmente
accorciati rispetto alle normali fasi di studio di un vaccino, che normalmente richiedono da 5
a 10 anni. Quella che è attualmente in atto è dunque una fase di sperimentazione. Un
allarmismo eccessivo ? In realtà, se è vero che la prudenza non è mai troppa, ciò vale a
maggior ragione in Medicina, e i primi report postvaccinali che segnalano effetti collaterali
importanti dei primi vaccini introdotti, ci fanno pensare che questi prodotti siano stati
approvati e distribuiti con eccessiva fretta.
Ora si pone il problema della vaccinazione tra i ragazzi (tra i 12 e i 16 anni) se non
addirittura i bambini.
Ma perché vaccinare i bambini, per una malattia in cui l’età media dei deceduti è di 81
anni? La pandemia di COVID-19 è poco diffusa tra i bambini rispetto agli adulti; si stima
che sotto i 20 anni di età la suscettibilità all’infezione sia circa la metà rispetto a chi ha più di
20 anni. In Europa i casi di malattia in età pediatrica sono tra l’1 e il 5% dei casi totali di
COVID-19; in Italia poco meno dell’1% dei casi positivi ha compiuto 18 anni. E soprattutto, la
letalità della malattia sotto i 20 anni, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, è dello
0,00023 per cento.
Nei bambini l’infezione si manifesta con un quadro clinico più favorevole rispetto all’adulto: il
4,4% è totalmente asintomatico, il 94,1% presenta quadri clinici lievi o moderati. Una
riflessione attenta e approfondita da un punto di vista scientifico è venuta da varie
Associazioni mediche italiane, da medici e operatori sanitari impegnati in vari settori del
Sistema Sanitario, nel campo della ricerca di base e universitaria, della prevenzione e della
cura dei malati di COVID-19, che hanno redatto una lettera-appello per una moratoria alla
vaccinazione anti Covid ai bambini. L’appello (che si può trovare qui) fa seguito a quello di
un gruppo di medici israeliani con il medesimo scopo di spiegare in dettaglio perché, ad
oggi, non si debba procedere con la vaccinazione anti-COVID-19 dei bambini.
Secondo questi studiosi, gli attuali vaccini trovano significato nella protezione delle
popolazioni a rischio, dove la malattia può essere grave e letale. Al contrario, la
vaccinazione dei bambini non comporta sostanziali benefici diretti ai riceventi, data la bassa
incidenza e le manifestazioni cliniche moderate della malattia nelle fasce pediatriche, né
benefici di rilievo per la collettività, poiché i bambini non hanno un ruolo rilevante nella
trasmissione del SARS-CoV-2.
I vaccini in uso, inoltre, non azzerano la trasmissione dell’infezione, hanno durata indefinita
ed efficacia ridotta su alcune delle varianti sinora emerse.
A fronte di benefici minimi o nulli, i firmatari dell’Appello ritengono che non sia opportuno
esporre i bambini né al rischio di eventi avversi immediati, né al rischio di eventi avversi a
lungo termine ancora non individuati, ma possibili. La sorveglianza post-marketing delle
vaccinazioni è iniziata da poco tempo e informazioni su eventi rari ma pericolosi si
potrebbero presentare nel corso degli anni, ed evidenziarsi essenzialmente con lo sviluppo
di programmi di sorveglianza attiva, ancora oggi lacunosi o completamente assenti.
Pertanto non esiste nemmeno una pseudo giustificazione “altruistica” o “etica” nel vaccinare
i bambini al fine di proteggere le popolazioni a rischio, come gli anziani, già oggetto di
un’intensa campagna vaccinale.
Anche solo alla luce di queste incertezze e alla peculiarità delle aspettative di vita dell’età
pediatrica, il principio di precauzione ci impone di non cedere alla fretta di vaccinare i
bambini finché non si avrà una conoscenza sufficiente delle implicazioni di questa
vaccinazione. L’appello termina con questa inquietante suggestione: “I bambini non sono i
più colpiti da questa pandemia, ma rischiano di essere le sue più grandi vittime.”
L’imperativo ippocratico “primum non nocere” in questo momento storico deve essere tenuto
più che mai in considerazione.
Lo scetticismo verso i vaccini è fondato su elementi scientifici oggettivi e argomentazioni solide:
- https://www.byoblu.com/2021/08/23/studentessa-risponde-alla-lettera-del-rettore-che -invita-alla-vaccinazione-gli-studenti-e-sicuro-di-assumersi-questa-responsabilita/
L'imposizione del Green Pass è giuridicamente opinabile:
- https://www.altalex.com/documents/news/2021/06/07/considerazioni-etiche-e-giuridic he-sull-obbligatorieta-dei-vaccini-anti-covid-19
- http://www.iustitiainveritate.org/green-pass-dalla-dittatura-sanitaria-a-quella-digitale-vademecum/
- http://www.iustitiainveritate.org/dl-111-2021-scuola-laboratorio-per-sperimentazioni-umane/
Nessun commento:
Posta un commento