mercoledì 25 agosto 2021

I vaccini costituiscono un problema di carattere etico, anche solo in quanto operano una forzatura di ciò che è secondo natura

Il discorso sui vaccini va affrontato non solo sul piano teologico-morale ma anche su quello scientifico oltre che socio-antropologico. Non convinta, per diversi motivi, dalle molteplici visuali in circolazione, mi sono documentata su fonti accreditate ma ancora non riesco a darmi il tempo per elaborare un'analisi tanto articolata quanto equilibrata che tenga conto dei vari ambiti e implicazioni plurime. 
Nel frattempo, possiamo riprendere la riflessione che segue di Fabrizio Giudici, che condivido toto corde. L'immagine scelta prende in considerazione il tema non sviluppato qui, ma cogente, delle forzature attraverso le narrazioni terroristiche che obbligano e discriminano a suon di ricatti e per il resto attuano il progetto politico globale studiato per re-disciplinare la società in modo autoritario, eliminando libertà di impresa e socializzazione sostituita dal digitale. Il tutto si innesta nel tema inquietante della rivoluzione genetica e del Transumanesimo [qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui] e del problema costituito del fatto che le relative scelte, cruciali per le generazioni future e per il futuro stesso dell umanità,  sono in mano al potere egemone. Precedenti sui vaccini : qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui.

Carissimi, 
vorrei portare alla vostra attenzione una questione etica relativa ai vaccini mRNA che non mi pare di aver visto affrontata da nessuna parte, forse perché ce ne sono altre di più cogenti. Oppure, più semplicemente, me la sono persa.

Per illustrarvela nel modo più chiaro possibile assumo per buone, esclusivamente nel contesto di questa domanda, una serie di condizioni che in generale invece contesterei: 
  1. Prendo per buono tutto ciò che dichiara p.es. Pfizer sulla modalità di funzionamento del vaccino.
  2. Prendo per buona l'assenza di effetti collaterali significativi, dichiarata dalle varie autorità. 
  3. Vado addirittura oltre e metto da parte i dubbi sugli effetti i medio/lungo termine, su cui nessuno può dire alcunché. 
  4. In particolare escludo dal perimetro di questa discussione ogni possibilità di danno genetico (la cosiddetta "retrotrascrizione"). 
  5. Per evitare sterili polemiche nominaliste, elimino ogni riferimento tra il vaccino e il termine "terapia genica". 
  6. Non considero neanche le questioni etiche relative all'uso di linee cellulari per la produzione e/o la sperimentazione. A scanso di equivoci, faccio presente che ritengo che alcuni dei punti menzionati (come il #6) siano assolutamente ineludibili in generale; ribadisco che la loro esclusione è esclusivamente strumentale per focalizzare le idee su un problema alla volta.
Fatte queste assunzioni, posso enunciare il punto di partenza: il vaccino mRNA induce (o meglio "forza") le cellule del mio corpo a produrre la famosa proteina Spike.
»Non è questo già un problema di carattere etico, essendo una forzatura di ciò che è secondo natura?«
Premessa: nel mio corpo posso introdurre qualsiasi tipo di sostanza estranea, essendo il mio corpo più o meno attrezzato a gestirle. Per questo esistono sia l'apparato digerente (per trarne profitto) che quello immunitario (per non averne danno). Ci sono dei limiti (esistono sostanze tossiche anche mortali contro cui il corpo è inerme), ma fa parte della naturalità delle cose. Ciò è confermato, tra l'altro, dal fatto che le sostanze tossiche sono anche diverse da specie a specie: dunque nella "naturalità" di ogni specie c'è anche ciò che è utile, dannoso o mortale.

Dunque introdurre (mangiando o iniettando) sostanze estranee al nostro corpo non è certamente contro natura.

Ma la tecnologia mRNA dei vaccini fa produrre al nostro corpo una sostanza che naturalmente non produrrebbe mai (tant'è che è persino una sostanza mai vista prima, per quanto ne sappiamo). Farla produrre al corpo è ben diverso dall'introdurla.

Altri farmaci che corrispondono al termine "terapia genica" (in questo caso senza controversie sulla terminologia) interagiscono con i nostri geni per ripristinare un meccanismo danneggiato: per esempio inducendo la produzione di insulina nei soggetti in cui questo meccanismo naturale non funziona, o ripristinando pezzi di DNA rotti. In questi casi non si agisce "contro natura", ma ci si limita a correggere un errore per riportare ad una situazione naturale.

Ma, indipendentemente dall'utilità e dall'efficacia, non è un punto rilevante modificare il comportamento del nostro corpo? Se si parte dall'accettare la produzione di una proteina che niente ha a che fare con il nostro corpo, non si apre una nuova strada al transumanesimo? Non verranno accettate, col tempo, tutte le modifiche che verranno ritenute in qualche modo utili?

PS Pochi giorni fa Scott Adams deve aver pensato qualcosa di simile... https://dilbert.com/strip/2021-08-16

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