lunedì 18 aprile 2022

Lettera di 70 vescovi alla Chiesa tedesca: «Il vostro sinodo porta allo scisma»

Precedenti sulla situazione della Chiesa in Germania qui - qui - qui.
Un appello per avvertire delle gravi ripercussioni cui sta portando la "via sinodale". Un invito a «non conformarsi» con la mentalità del mondo
Le fughe in avanti della Chiesa tedesca allarmano sempre più la Chiesa universale. Oltre settanta vescovi di tutto il mondo hanno reso pubblica una lettera in cui avvertono i loro confratelli che la via sinodale intrapresa in Germania rischia di portare a uno scisma.

Da diverso tempo, infatti, i vescovi tedeschi, guidati dal cardinale Reinhard Marx, mostrano di voler “aggiornare” il messaggio cristiano per renderlo più morbido rispetto alle richieste mondane (benedizione delle coppie gay, sacerdozio femminile, abolizione dell’obbligo del celibato ecclesiastico, intercomunione tra cattolici e protestanti).

Dopo papa Francesco, che aveva chiesto ai vescovi tedeschi di fermarsi, ma non è stato ascoltato, ora arriva la lettera dei 70 vescovi. Tra di essi vi sono quattro cardinali (Francis Arinze, Raymond Burke, Wilfred Napier, George Pell) e un italiano, monsignor Massimo Camisasca.

Lettera aperta ai vescovi tedeschi
Di seguito il testo integrale della lettera nella traduzione di Acistampa:

In un’epoca di rapida comunicazione globale, gli eventi che accadono in una nazione hanno un impatto inevitabile sulla vita ecclesiale altrove. Così il processo del “Cammino Sinodale”, come attualmente intrapreso dai cattolici in Germania, comporta conseguenze per la Chiesa nel mondo. Ciò include le Chiese locali di cui noi siamo pastori e i tanti fedeli cattolici di cui siamo responsabili.

Alla luce di ciò, gli eventi in Germania ci costringono ad esprimere la nostra crescente preoccupazione per la natura dell’intero processo del “Cammino Sinodale” tedesco e il contenuto dei suoi vari documenti. I nostri commenti qui presenti sono volutamente brevi. Essi richiedono, e noi lo incoraggiamo fortemente, maggiori riflessioni (come, ad esempio, An Open Letter to the Catholic Bishops of the World dell’Arcivescovo Samuel Aquila) da parte dei singoli vescovi.

Tuttavia, l’urgenza delle nostre osservazioni qui contenute trovano il loro fondamento nella lettera ai Romani, capitolo 12, ed in particolare nell’avvertimento di San Paolo di «non conformarsi alla mentalità di questo mondo». La serietà di queste osservazioni scaturisce dalla confusione che il “Cammino Sinodale” ha già causato e continua a causare, e dal potenziale per uno scisma che inevitabilmente ne deriverebbe nella vita della Chiesa. La necessità di riforma e di rinnovamento è antica quanto la Chiesa stessa. Alla sua radice, questo impulso è lodevole e non dovrebbe mai essere temuto. Molti di coloro coinvolti nel processo del Cammino Sinodale sono senza dubbio persone dotate di un carattere eccezionale.

Eppure, la storia cristiana è disseminata da sforzi animati da buone intenzioni che hanno però perso il loro radicamento nella Parola di Dio, in un incontro fedele con Gesù Cristo, in un vero ascolto dello Spirito Santo e nella sottomissione della nostra volontà alla volontà del Padre. Questi sforzi sono falliti perché hanno ignorato l’unità, l’esperienza e la sapienza accumulate dal Vangelo e dalla Chiesa. Dal momento che non hanno dato ascolto alle parole di Gesù: «senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5), tali sforzi sono rimasti infruttuosi e hanno danneggiato sia l’unità che la vitalità evangelica della Chiesa. Il cammino sinodale della Germania rischia di condurre ad un tale vicolo cieco.

Come vostri confratelli vescovi, le nostre preoccupazioni includono, ma non si limitano a quanto segue:
  1. Non ascoltando lo Spirito Santo ed il Vangelo, le azioni del Cammino Sinodale minano: la credibilità dell’autorità della Chiesa, compresa quella di Papa Francesco; l’antropologia cristiana e la morale sessuale; e l’attendibilità delle Scritture.
  2. Mentre mostrano una patina di idee religiose ed un vocabolario religioso, i documenti del Cammino Sinodale tedesco sembrano in gran parte ispirati non dalla Scrittura e dalla Tradizione – che, per il Concilio Vaticano II, costituiscono “un unico sacro deposito della Parola di Dio” – ma dall’analisi sociologica e dalle ideologie politiche contemporanee, incluse quelle del “gender”. Essi guardano alla Chiesa e alla sua missione attraverso la lente del mondo piuttosto che attraverso la lente delle verità rivelate nella Scrittura e nell’autorevole Tradizione della Chiesa.
  3. Il contenuto del Cammino Sinodale sembra anche reinterpretare, e quindi sminuire, il significato della libertà cristiana. Per il cristiano, la libertà consiste nella conoscenza, nella volontà e nella libera capacità di fare ciò che è giusto. La libertà non è “autonomia”. La libertà autentica, come insegna la Chiesa, è legata alla verità ed è ordinata al bene e, in definitiva, alla beatitudine. La coscienza non crea la verità, né la coscienza è una questione di preferenze personali o di autoaffermazione. Una coscienza cristiana adeguatamente formata rimane soggetta alla verità sulla natura umana e alle norme di una vita retta rivelate da Dio e insegnate dalla Chiesa di Cristo. Gesù è la verità che ci rende liberi (Gv. 8).
  4. La gioia del Vangelo – essenziale per la vita cristiana, come spesso sottolinea Papa Francesco – sembra essere del tutto assente dalle discussioni e dai testi del Cammino Sinodale. Come tale, questo è un difetto eloquente per uno sforzo che mira ad un rinnovamento personale ed ecclesiale.
  5. Il processo del Cammino Sinodale, in quasi ogni sua fase, è opera di esperti e comitati, così da essere burocraticamente pesante, ossessivamente critico, e con lo sguardo volto all’interno. Esso quindi in sé stesso riflette una forma ampiamente diffusa di sclerosi ecclesiale e, ironicamente, assume un tono antievangelico. Nei suoi effetti, il Cammino Sinodale mostra più una sottomissione ed obbedienza al mondo e alle sue ideologie che a Gesù Cristo come Signore e Salvatore.
  6. L’attenzione del Cammino Sinodale al “potere” nella Chiesa suggerisce uno spirito fondamentalmente in contrasto con la vera natura della vita cristiana. In fondo la Chiesa non è solo un’“istituzione” ma una comunità organica; non un sistema egualitario, ma familiare, complementare e gerarchico – un popolo sigillato nell’unità dall’amore di Gesù Cristo e dall’amore reciproco nel suo Nome. La riforma delle strutture non è affatto la stessa cosa che la conversione dei cuori. L’incontro con Gesù, come si vede nel Vangelo e nella vita dei santi nel corso della storia, cambia i cuori e le menti, porta guarigione, allontana da una vita di peccato e di infelicità e dimostra la forza del Vangelo.
  7. L’ultimo e più immediato e angosciante problema del Cammino Sinodale in Germania risulta essere anche terribilmente ironico. Con il suo esempio distruttivo, esso può portare alcuni vescovi, e porterà molti laici altrimenti fedeli, a diffidare della stessa idea di “Sinodalità”, così da ostacolare ulteriormente il necessario dialogo in seno alla Chiesa sul compimento della sua missione di convertire e di santificare il mondo.
In questo tempo l’ultima cosa di cui la nostra comunità di fede ha bisogno è ricevere più confusione. Nel discernere la volontà del Signore per la Chiesa in Germania, siate certi delle nostre preghiere per voi. Fonte

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