mercoledì 24 agosto 2022

La grande apostasia. Consigli per la resistenza

Ancora una volta un sacerdote che scrive sotto lo pseudonimo di P. Tommaso di Giovanni ci offre una lettura teologica della grande apostasia non più eludibile, offrendoci anche esortazioni per restarci dentro consapevolmente e, responsabilmente, resistendo. La Chiesa, anche se la sua visibilità si riducesse ad un falcetto di luna, ad un pusillus grex, è e resta sempre LA Chiesa, corpo mistico di Cristo che se ne serve anche se non possiamo vederne gli effetti. E noi confidiamo e ci affidiamo  saldi nel suo insegnamento perenne e nella Speranza, che non è ottimismo, ma dono di grazia.

La grande apostasia
consigli per la resistenza

In un recente contributo (La Chiesa, madre e maestra)1, tra le altre cose affermavo che, «di fatto, accettare Bergoglio con la sua nuova chiesa significa accettare quel relativismo verso il quale il Papa Benedetto XVI con tanta insistenza e forza ci ha messo in guardia e che gli costa la persecuzione del mondo con i suoi media che, guarda caso, ora osannano Francesco».

Come esempio ho citato le considerazioni di mons. Schneider a proposito del cambiamento del catechismo a riguardo della pena di morte.
«Non c’è dubbio - così scrive il vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana - che un futuro successore di papa Francesco o un futuro Concilio Ecumenico correggeranno questo drastico cambiamento dell’insegnamento costante della Chiesa».2
E argomentavo facendo notare che, «mettendo da parte il fatto che sarebbero oramai parecchie le cose da correggere, ci sarebbe da chiedersi se una tale soluzione al problema non nasconda di fatto un modo di pensare relativista. In questa prospettiva, infatti, la verità insegnata dalla Chiesa cambierebbe a seconda di chi sia il Papa. E allora perché un domani un altro Papa o Concilio Ecumenico non potrebbe legittimamente cambiarla di nuovo?». Ora, a breve distanza da quelle riflessioni, mi rendo conto che la situazione reale è ben peggiore.

Mons. Schneider, infatti, in quel passaggio dimostra a suo modo di credere la Chiesa ed è dalla Chiesa che si aspetta la verità. In altre parole, non risulta nel suo ragionamento un esplicito rinnegamento di Cristo nel suo corpo che è la Chiesa, anche se proprio il rinnegamento della Chiesa sembra essere l’inevitabile esito finale a cui conduce il pensare Francesco come legittimo Papa.

Ora, nel precedente articolo motivavo teoricamente sul perché i dubbi sulla validità del pontificato di Francesco siano più che legittimi, così come legittimi sono i cosiddetti “Dubia” [qui] dei quattro cardinali su Amoris laetitia [vedi]. In questo intervento, invece, vorrei muovermi sul piano pratico, sul piano fattuale, perché in questo lasso di tempo sono stato colpito da dichiarazioni inaspettate che confermano la deriva a cui accennavo, vale a dire il rinnegamento della Chiesa cattolica.

In pochi giorni, infatti, mi sono imbattuto in diverse dichiarazioni di esponenti di area per così dire “tradizionale” che mi hanno raggelato. La prima è di un sacerdote con un qualche legame con il Comitato Liberi in Veritate. Stavo leggendo il sito del Comitato, di cui ho stima perché composto da persone di valore e con buoni principi, per vedere come si stavano muovendo in ordine alla costituzione di un partito di ispirazione cattolica “vecchio stampo”. Ebbene, il sacerdote ha testualmente affermato:
.«Ma il male in generale della società da dove viene? Ecco, purtroppo questo male è colpa della Chiesa. Quindi come è stato prodotto dalla Chiesa il male, così dalla Chiesa deve essere prodotto il risanamento di questo male. Perché noi diciamo questo? […] Il Vangelo ci dice che la Chiesa è il sale della terra; se il sale perde il sapore, tutta la società che dovrebbe godere della conservazione che viene dal sale, da questo sale non più salato non può che venire il guasto della società, il marcio della società. Il Signore dice che la Chiesa è la luce posta sul candelabro. Senza questa luce tutta la casa, quindi la società, è al buio. E il Signore dice che la Chiesa è il lievito che fa fermentare tutta la pasta. Quindi senza questo lievito la società è piatta, non può fermentare, non può lievitare. Dunque, è il Signore stesso che ci ha avvertito di che cosa si tratta. Quando noi osserviamo i guasti che ci sono intorno a noi, noi in realtà denunciamo [la Chiesa]. Esplicitamente lo stiamo facendo in queste occasioni, ma implicitamente la Chiesa stessa senza dirlo punta il dito su se stessa. Ogni volta che si vede il guasto nella società, esplicitamente o implicitamente, comunque evangelicamente noi riconosciamo che la colpa è della Chiesa, perché il sale non sala, la luce non illumina e il lievito non fermenta. Dunque, il problema è anzitutto nostro; cioè mentre noi vediamo e denunciamo il male che c’è intorno a noi, mentre facciamo questo noi in realtà ne abbiamo già individuata la causa e, individuata la causa, ne abbiamo già anche la soluzione».3
Tanto valeva dire che, siccome Gesù Cristo è Dio onnipotente e, nonostante la sua venuta il male permane in questo mondo, allora la colpa è sua.
Se ad esprimersi così fosse stato un progressista, un entusiasta del cammino ecclesiale post-conciliare non sarei stato colpito; ma questo sacerdote è una persona preparata, ha un orientamento tradizionale, ha posizioni completamente ortodosse e condivisibili su tantissimi punti, celebra la Messa tridentina, ecc.
La seconda dichiarazione è del prof. Zenone, direttore di Fede & Cultura. Anche qui parliamo di un laico benemerito per tante iniziative editoriali, consapevole della gravità del cambiare le parole del Padre nostro, ecc. Eppure nel video del 25 giugno 2022 lo si può sentire pronunciare queste testuali parole:
«la Chiesa è una, è quella di Cristo, è quella che ha il Papa come Vicario di Cristo. Mi piace? Benissimo. Non mi piace? Benissimo lo stesso, perché la mia fede e la tua fede non dipende dal Papa, non dipende dai Cardinali, non dipende dal tuo Vescovo, non dipende dal tuo Parroco; perché se dipendesse da loro, sei un povero sciocco e illuso, perché loro sono uomini come me e come te che hanno i problemi, i peccati, le difficoltà che abbiamo tutti».4
Concetto ripetuto il 19 agosto:
«il clericalismo è quella malattia mortale, innanzitutto per l’anima, per la quale noi dobbiamo seguire il Prete, il Vescovo, il Cardinale, il Papa perché è Papa e quindi la carica che lui detiene gli permette di fare quello che vuole e noi tutti come dei pecoroni dobbiamo seguirlo. Non è così! Noi dobbiamo seguire tutti come dei pecoroni Gesù Cristo, perché lui ha dato la sua vita per noi, lui è morto in croce per noi, la sua dottrina è la dottrina che salva. Gli uomini, a volte, sbandano. A volte interpretano, come hanno fatto i gesuiti con Karl Rahner e tanti altri eretici. No, no, no, noi non dobbiamo seguire l’uomo. Maledetto, dice la Scrittura, l’uomo che confida nell’uomo! Fosse anche confidare nel Papa, fosse anche confidare nel Vescovo, nel tuo Parroco, nel tuo Diacono. Non confidare nell’uomo, sciocco! Confida solo in Dio. Usa l’uomo per quello che ti può dare. Cosa ti può dare, il sacramento? E prendi il sacramento e poi lascialo perdere. Cosa ti può dare, qualcosa di umano? Prendi e poi vai. Sii grato per quello che ricevi; certamente dobbiamo la gratitudine, certamente dobbiamo il rispetto anche alla Chiesa per quello che è, ma attenzione: non scambiamo il rispetto per la persona e per la funzione per il rispetto per le bestialità che insegna. Che noi dovremmo accogliere? Sbagliato. Quelle non le dobbiamo accogliere».5
La terza voce è di una catechista devota e piuttosto aggiornata nelle questioni ecclesiali che, parlando della fede, così scrive:
«Per esperienza la fede non si può basare sul papa, né su alcun sacerdote ma sul cammino che ogni individuo fa, sulla base del rapporto, speciale, che ha con Dio. Altrimenti al variare di un papa o sacerdote, verrebbe meno tutto».
Non credo che ci sia bisogno di commentare… o forse sì?
La conclusione che ne ricavo è la seguente: sia chi accetta il rivoluzionario insegnamento di Francesco, sia chi non lo accetta ma riconosce in lui il Papa, rinnega (o è condotto a rinnegare), implicitamente o esplicitamente, Cristo nel suo corpo che è la Chiesa.6

Come fare a non rinnegare la Chiesa/Cristo? Come comportarsi nella situazione che stiamo vivendo? Ovviamente, mi rivolgo qui a chi pensa che l’insegnamento di Francesco non sia “pienamente” cattolico, a chi dubita sul fatto che abbia veramente il munus petrino, a chi ha capito che soprattutto a partire dal Concilio Ecumenico Vaticano II la Chiesa ha iniziato la sua passione (cf. Mt 16,3; Mc 13,28; Lc 12,56). A questi mi permetto di suggerire, in base a quanto ho finora maturato e chiaramente senza la pretesa dell’infallibilità, il seguente modo di procedere.

Come già detto, non abbiamo noi l’autorità per dichiarare ufficialmente nulla e perciò è bene limitarsi a porre la questione della legittimità canonica del pontificato di Francesco soltanto come dubbia. I motivi sono parecchi e forti e perciò è ragionevole farlo. A tale dubbio motivato si aggiunge il fatto che l’insegnamento di Francesco in molti punti si discosta chiaramente dalla Tradizione. Ciò è evidente perché si tratta anche di punti su cui il Magistero di sempre si è già espresso. Ora, non avendo mai chiarito le ombre né sulla legittimità del suo pontificato, né sulla dottrina (i Dubia dei quattro cardinali, per fare solo un esempio, ancora attendono risposta…), allora, essendo la questione molto alta e avendo la Chiesa ben due millenni di storia alle spalle, per criterio prudenziale possiamo non tenere conto di questi ultimi nove anni e muoverci, per quanto possibile, come se Francesco non fosse il Papa. Per fare un’analogia, possiamo comportarci nella valutazione un po’ come ci comportiamo di fronte ad un essere umano nei primissimi giorni del suo sviluppo. Non potendo impegnarci, per onestà intellettuale, nell’affermare che dal punto di vista scientifico e filosofico è già una persona, diciamo però con forza che «l'essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento» (GIOVANNI PAOLO II, Evangelium Vitae, n. 60).

Per quanto riguarda la S. Messa, il mio consiglio è di cercare una Messa tridentina. Se non fosse possibile trovarla ad una distanza ragionevole o ci fossero altre difficoltà, allora scegliere la Messa novus ordo più rispettosa del Mistero. Per quanto riguarda la comunione, riceverla soltanto dal sacerdote e quando degnamente distribuita. Diversamente, fare la comunione spirituale.

In tali Messe, inoltre, recitare sottovoce in latino le preghiere adulterate del Gloria e soprattutto del Padre nostro. Per quanto riguarda la cosiddetta questione dell’una cum, questa non vi tocca. E questo non tanto perché non siete voi a pronunciarla, ma perché come detto la legittimità del pontificato di Francesco è solo dubbia. La questione tocca invece i ministri di Dio e tanto più quanto maggiore è il loro “grado”. A voi, nella situazione attuale, deve interessare soltanto il sacrificio di Cristo (che ordinariamente è valido)7 e la comunione con lui. Se vedete stramberie e/o che l’omelia non è conforme alla dottrina cattolica potete cambiare chiesa, ma non è consigliabile mettersi a discutere col sacerdote, anche solo per rispetto al suo ruolo. Al massimo, quando pensate che possa essere fruttuoso, potete pacatamente fargli presenti le vostre ragioni. Quello che invece dovete e potete sempre fare è pregare per lui. Fondamentale, poi, trovare buoni sacerdoti (i perfetti non esistono) di sana dottrina (cf. 2Tm 4,3) che possano aiutarvi a crescere nella fede della Chiesa e darvi indicazioni per il vostro cammino spirituale.
Che il Signore ci illumini e ci conduca per le sue vie.
P. Tommaso Di Giovanni
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1. http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/07/la-chiesa-madre-e-maestra.html
2. A. SCHNEIDER, Christus vincit, Fede e Cultura, Verona 2020, p. 230.
3. Da 2:10:25 a 2:13:15: https://www.youtube.com/watch?v=b_87k8LW41E
4. Da 3:51 a 4:21: https://www.youtube.com/watch?v=731qI24mNas
5. Da 0:15 a 1:51: https://www.youtube.com/watch?v=d7ZxFHEoGSo
6- A questo punto del discorso ritengo utile aggiungere questa noticina per confessare che io stesso, nonostante abbia avuto una formazione filosofica e teologica sostanzialmente tradizionale, non sono stato immune dalla “bollitura” in corso. Se ne ho preso gradualmente coscienza è anche grazie alla preghiera di molte persone (pregate per tutti, ma in particolare per i sacerdoti!), all’incontro con sacerdoti più svegli e a libri e articoli vari sull'argomento.
7. Le quattro condizioni per la validità, in estrema sintesi, sono: materia, forma, ministro e intenzione.

3 commenti:

  1. Dopo questi 9 anni di disastri e dopo tutte le prove che stanno venendo fuori almeno da due anni a questa parte, la legittimità del pontificato di Bergoglio sarebbe solo dubbia?

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  2. La chiesa cattolica si basa su tre colonne : Magistero ,Sacra Scrittura , Tradizione dei padri . Ogni dogma e dottina deve compaciare con queste tre colonne , se non compacia, c'è qualcosa che non va .

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  3. "La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo". Certo non si basa sulla persona del Papa o del Vescovo o del parroco, ma sulla predicazione si. Altrimenti la loro funzione sarebbe ridotta ai minimi termini. Dire "prendi il Sacramento e poi va!" fa sentire il fedele come fosse un profittatore. Viene a mancare il Magistero così, ognuno si aggiusta da sè quella parte che più gli serve. E la Sacra Scrittura? Proclamare la Parola non è tutto. Quindi si capisce che si ha bisogno di chi la spieghi seguendo Tradizione e Magistero. Questo "chi" è il sacerdote. Ora stiamo assistendo ad un avvelenamento religioso, avvelenamento eretico, e peggio pure. Il Sacerdote parla per Cristo, si dona a Cristo, ed è davvero così, e se soltanto staccasse la spina al mondo e alle sue seduzioni, e tornasse ad ubbidire a Dio e difendere Cristo dagli sconci assalti che riceve quotidianamente specialmente in questi ultimi 9 anni, dall'interno, ed avanzasse spedito insieme a tutti gli altri, dovendo ubbidienza per prima a Dio, allora, sarebbe "misericordiato, o sarebbero misericordiati" ma quanti? Uno, dieci, cento, mille? Forse diecimila? Ma poi si dovrebbe muovere qualcosa o no? I 4 Cardinali dei Dubia non sono stati appoggiati, e non hanno avuto risposta, anche perchè lui avrebbe avuto torto platealmente. Ecco non è questo o quello che fa star male, è la mancanza di unione in Cristo, c'è una reale prostituzione con il mondo e le sue seduzioni, che ha portato alla divisione nella Chiesa, e questa è opera del Maligno. E nel picconarne le fondamenta cambia di qua e cambia di là, e frastorna il fedele, a cui la fede si indebolisce non solo per mancanza di predicazione, ma per predicazione addirittura contraria. E tutto pare abbia un solo ed unico scopo: intiepidire, raggelare, o allontanare, o indifferenziare la fede della persona. Il caldo si intiepidisce, il tiepido si raggela, il nauseato si allontana, il menefreghista si adegua, tanto una confessione vale l'altra e comincia pure a visitare le moschee e i protestanti, o viene captato dai Testimoni di Geova. Quindi: la fede dipende dalla predicazione, e se ricordiamo quanto hanno predicato i Santi di Dio, e come potevano parlare così tanto e così bene di Dio? Perchè sotto l'influsso dello Spirito Santo, perchè in stato di grazia, perchè amavano realmente Cristo e capivano il sacrificio nella Santa Messa nella sua valenza piena, e lo vivevano quel sacrificio. Ora c'è una parte di sacerdoti che benchè celebri Novus Ordo, resta abbastanza fedele e seppur pronunci "fratelli e sorelle" o "la rugiada del tuo spirito" o "non ci abbandonare alla tentazione" e celebra una cum, ubbidisce pedissequamente soffrendo interiormente, ma la predicazione resta encomiabile. Poi ci sono quelli che non edificano il fedele ma ne demoliscono la fede sistematicamente al pari di come essi l'hanno demolita in se stessi, e poi c'è la Santa Messa Vetus Ordo. E lì non ci sono errori, stravaganze, licenze (s)poetiche e tantomeno offese, e il Sacerdote che la officia è perfettamente conscio del grande Mistero Divino e altamente rispettoso, ricolmo di umiltà di essere voce di Cristo e mani di Cristo, e di riattualizzare il suo Memoriale, dove il Tempo scompare, ed i fedeli assistono a morte e resurrezione, e si trovano davanti alla Magnifica Presenza di Nostro Signore Gesù Cristo. Beati quanti possono assistervi. Beati davvero.

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