lunedì 12 aprile 2021

Bergoglio scrive a Fmi e Banca Mondiale: «Serve big reset delle regole per una nuova governance». Inoltre «la proprietà privata non è un diritto»

La "dottrina Bergoglio" si propone da tempo di edificare un rinnovato modello di struttura globale. Un nuovo abito da far indossare a tutti. Da tempo assistiamo ad Un pontificato improntato ad un clericalismo politicante dagli orientamenti anticristici [qui]. Con l'aggravante che ha acquisito tutte le accelerazioni indotte dal Covid trasferite nell'urgenza di rivedere in chiave globalista le istituzioni mondiali, sia politiche che finanziarie. Di seguito alcune considerazioni sui contenuti della Lettera del 4 aprile scorso, in occasione degli Spring meetings del FMI e della Banca mondialedella quale trovate in calce la mia traduzione dal testo originale inglese.

Bergoglio scrive a Fmi e Banca Mondiale:
«Serve big reset delle regole per una nuova governance».
Inoltre «la proprietà privata non è un diritto»

Il 4 aprile scorso Bergoglio ha inviato una lettera ai partecipanti all'incontro di primavera della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale che si tiene attualmente online dal 5 all'11 aprile nel contesto del "rilancio" a seguito della crisi creata dal COVID-19. La lettera è stata consegnata tramite il card. Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede. Il Papa vuole che vengano messe in atto soluzioni “nuove”, “inclusive e sostenibili”, in particolare attraverso la creazione o la “ricostituzione” di istituzioni di “governo globale”. Se non è proprio una sorta di 'big reset' ciò che invoca Papa Francesco al gotha della finanza mondiale è qualcosa di molto simile.
Ricordiamo che la Banca Mondiale e il FMI sono state tra le istituzioni sempre in prima linea tra quelle promotrici delle istanze globaliste nonché del controllo della popolazione nei paesi in via di sviluppo come condizione degli aiuti loro forniti, attraverso contraccezione e propaganda della pianificazione familiare. E che dire del fatto che la Banca Mondiale promuove l'aborto legale nei suoi documenti ufficiali?

La ripresa non è tornare alla normalità

Il testo originale della lettera è in inglese e non sembra siano state curate traduzioni ufficiali da parte della Santa Sede; il che ancora una volta dimostra come Bergoglio sostienga e promuova un modello di ripresa che, lungi dal tornare alla normalità, richiede soluzioni sovranazionali ai problemi del nostro tempo, che poi sono quelli proposti dalle istituzioni internazionali, dalle lobby tecnocratiche e diffuse dai media del pensiero unico. Tra gli argomenti sviluppati, oltre alla pandemia COVID-19, il degrado ecologico, la perdita di biodiversità, le disuguaglianze, il debito del Nord verso il Sud, c'è anche la solidarietà vaccinale. Le soluzioni: solidarietà economica, uguaglianza, inclusione, sviluppo sostenibile, pagamento del debito ecologico da parte dei paesi sviluppati, "cultura dell'incontro". In pratica, secondo la visione di Bergoglio, i vecchi schemi nazionali non riescono - allo stato attuale - a trovare una via efficace per il futuro; cosa che del resto egli già enunciava nella sua enciclica Fratelli Tutti [vedi].

Grandi assenti, la Santissima Trinità e Nostro Signore Gesù Cristo. La via indicata dalla lettera non è altro che un impegno solidale, che non implica atti di carità o di generosità, ma un piano strutturale a livello economico, sociale e finanziario su scala globale.

L'agenda globalista

Purtroppo non è la prima volta che l'inquietante agenda globalista entra nei documenti papali. Vengono oltrepassati i diritti delle singole nazioni - e dunque la loro sovranità - visto che sono tirate in ballo le normative internazionali, i nuovi poteri delle istituzioni politiche e finanziarie sovranazionali, al servizio di obiettivi all'apparenza buoni o generosi, ma nella sostanza più che discutibili.

Ma Gesù non era un profugo, non era socialista, non era un redistribuzionista da stato assistenziale. Nella Bibbia non si trova neppure una parola che sostenga la redistribuzione forzata della ricchezza da parte delle autorità politiche e dei governi. La Sacra Scrittura indica, non impone, di essere, individualmente e responsabilmente, spiriti generosi, di prendersi cura della famiglia e del prossimo, di coltivare la gentilezza d'animo e portare i valori morali nel vissuto. Ma il tutto è reso possibile solo dalla Grazia - cui corrisponde la nostra collaborazione - ed è legato al fondante e costante orientamento a Dio e non a istanze di conio globalista frutto della teologia della liberazione coniugata con gli pseudo-valori illuministi!

Il mito dell'uguaglianza è forse il peggiore: contraddice le proficue disuguaglianze che sono peculiari dell'umanità. Certo, esistono disuguaglianze ingiuste, ma la mancanza di realismo socialista non ha mai avuto né mai potrà avere la capacità di farle scomparire, se non con un'azione livellatrice che però non fa altro che creare nomenklature diverse. Si profila l'incubo di una società sussidiata e divisa tra iper-garantiti a spese di una nuova alienazione e dimenticati perché marginalizzati in quanto non allineati al regime.

E ancora sull'abolizione della proprietà privata

A riprova dell’inversione di rotta collettivista del Vaticano, di natura politica, arrivano anche le parole pronunciate ieri, 11 aprile, durante la Messa celebrata nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia in occasione della Festa della Divina Misericordia: la proprietànon è comunismo, è cristianesimo allo stato puro”. Commentando il passo degli Atti degli Apostoli in cui “nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune”, Bergoglio spiega: “I discepoli 'misericordiati' sono diventati misericordiosi”. Per loro "condividere i beni terreni è sembrato conseguenza naturale. Il testo dice poi che nessuno tra loro era bisognoso".

Già nel novembre scorso, rivolgendosi  ai giudici di America e Africa che si occupano di diritti sociali, aveva parlato della proprietà privata e del fatto che il suo diritto “non è intoccabile” affermando che occorre costruire una “nuova giustizia sociale partendo dal presupposto che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata” e ne ha sempre invece sottolineato “la funzione sociale”. 

Anche questo pensiero è stato già enunciato nell’Enciclica “Fratelli tutti”. E Bergoglio non ha mancato di citare perfino Paolo VI e Giovanni Paolo II, dicendo che “il diritto alla proprietà privata si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciò ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della società”.
Ma vediamo cosa realmente affermava a questo proposito Giovanni Paolo II:
"L’errore fondamentale del socialismo è di carattere antropologico. Esso, infatti, considera il singolo uomo come un semplice elemento ed una molecola dell’organismo sociale, di modo che il bene dell’individuo viene del tutto subordinato al funzionamento del meccanismo economico-sociale, mentre ritiene, d’altro canto, che quel medesimo bene possa essere realizzato prescindendo dalla sua autonoma scelta, dalla sua unica ed esclusiva assunzione di responsabilità davanti al bene o al male. L’uomo così è ridotto ad una serie di relazioni sociali, e scompare il concetto di persona come soggetto autonomo di decisione morale, il quale costruisce mediante tale decisione l’ordine sociale. Da questa errata concezione della persona discendono la distorsione del diritto che definisce la sfera di esercizio della libertà, nonché l’opposizione alla proprietà privata. L’uomo, infatti, privo di qualcosa che possa «dir suo» e della possibilità di guadagnarsi da vivere con la sua iniziativa, viene a dipendere dalla macchina sociale e da coloro che la controllano: il che gli rende molto più difficile riconoscere la sua dignità di persona ed inceppa il cammino per la costituzione di un’autentica comunità umana." (Enciclica Centesimus annus, 1991
Solidarietà globale e riduzione del debito

Tornando alla lettera del 4 aprile, si ha ancora una volta l'impressione che le virtù cristiane siano andate a farsi benedire: la manipolazione di concetti come il "bene comune universale", il "debito" verso i più poveri - che è peraltro principalmente una questione di responsabilità individuale per una sana regolamentazione dei mercati - non è discutibile di per sé, ma lo diventa quando la sua attuazione è affidata a istituzioni che promuovono sistematicamente la cultura della morte in tutte le sue forme e soprattutto quando la sua proclamata estinzione avviene a spese della proprietà privata sostituita dall'assistenzialismo di stato e a spese della libertà personale, rendendo strutturale il distanziamento sociale, cioè la trasformazione della società secondo i parametri del più bieco aspetto disumano del capitalismo coniugato col comunismo statalista fino all'estrema alienazione dei rapporti fra gli uomini con un controllo sociale senza precedenti. 

In soldoni, come segnala un lettore, il suo reiterato a) ridurre il Vangelo a slogan ad effetto da buttare in pasto a persone sprovvedute e a manipolatori di professione come i giornalisti; b) sollecitare raffronti non opportuni, inadeguati e per niente necessari, soprattutto di tipo politico-ideologico; c) non proteggere ogni concetto cristiano dai rischi di fraintendimento, riduzione, equivoco e strumentalizzazione su ogni lato del perimetro della verità che custodisce, anzi, ripeterlo sistematicamente in ogni uscita pubblica; non fa altro che aumentare la confusione ed alimentare gli equivoci che, ahimè, nella misura in cui si accentua la sfera politico/sociale del cristianesimo, accompagnata da una forte carica utopica e di contestazione sociopolitica, non fanno altro che dirigere l'intelligenza di quel che resta delle giovani generazioni di cattolici verso forme di cattolicesimo sociologico con un retroterra ideologico rivoluzionario (nemico della complessità della società e della sua struttura naturale di prossimità a partire dalla famiglia e non da individui anonimi), scambiato per "radicalismo evangelico". 

È l'astrattezza dei riferimenti e la vaghezza/indefinitezza, quando non l'assenza, dei concetti con cui vengono espressi i principi cristiani a risucchiarci in realtà dominate da pensieri ed intenti estranei al pensiero cattolico. Esattamente questo sta facendo colui che oggi siede sul soglio petrino...

Coinvolgimenti significativi

Sono proprio le grandi fondazioni e le mega società coinvolte nel nuovo orizzonte operativo di Bergoglio che sostengono il controllo della popolazione e la promozione dei diritti “inclusivi”, siano essi migranti o “LGBT”, che rischiano di diventare la nuova pietra angolare di tutte le relazioni; ed è il potere del denaro che serve loro da leva. Se c'è una "struttura" di peccato nel mondo attuale, è proprio lì, e nelle sempre ulteriori limitazioni imposte a livello di vita quotidiana individuale e sociale negli ambiti nazionali.

Un altro elemento da considerare nella situazione odierna, che sembra accelerare verso il "Great Reset" voluto dai grandi di questo mondo, dall'ONU al World Economic Forum, è l'emergere della Cina, notoriamente comunista e persecutrice di religioni, in particolare della Chiesa cattolica [vedi]. 
Al primo incontro formale del Great Reset tenutosi ad inizio 2021, Xi Jinping è stato il primo a parlare, ed è  difficile credere che sia stato frutto del caso. E non è meno significativo il dato che al vertice della Banca Mondiale si trovi Shaolin Yang, Direttore Generale e Capo dell'Amministrazione del Gruppo Bancario Cinese, il quale "ha esercitato le funzioni di direttore generale della cooperazione economica e finanziaria internazionale presso il Ministero delle finanze cinese. E a questo titolo era responsabile delle relazioni bilaterali della Cina e della sua cooperazione con le istituzioni finanziarie internazionali” [qui].

Da notare che a capo del FMI è Kristalina Georgieva, una delle figure di spicco del globalismo e tra le prime personalità a sostenere il Great Reset insieme a Klaus Schwab del World Economic Forum dallo scorso giugno. La sua idea: utilizzare una "leva fiscale davvero massiccia"  per sostenere le uniche industrie "verdi" (chi stabilisce quali siano e con quali criteri?) nel piano di rilancio globale, al fine di ridisegnare di fatto l'equilibrio economico mondiale inducendo il fallimento di un gran numero di industrie tradizionali e abbattendo le economie nazionali. E ciò anche attraverso il drastico incremento dei "diritti speciali di prelievo" del FMI in modo che possa raddoppiare la sua capacità di iniettare fondi nell'economia mondiale, ovviamente alle sue condizioni [qui].

Vaccino anti-Covid per tutti e conversione ecologica

Dunque Bergoglio è allineato con costoro visto anche che, lungi dal promuovere una diffusione internazionale e unitaria dei mezzi per curare Covid-19 e combatterlo a prescindere dall'idolatrato vaccino, tipo le cure a domicilio con protocolli adeguati in base alle nuove esperienze maturate, chiede la vaccinazione per tutti. Senza nemmeno prendere in considerazione i processi eticamente dubbi che presiedono alla ricerca e anche alla produzione della maggior parte dei "vaccini" anti-Covid, alcuni dei quali moralmente inquinati dall'uso di cellule fetali prodotte da aborti. Ma, anche se così non fosse, si tratta di farmaci identificabili - piuttosto che come vaccini del senso corretto del termine - come terapie geniche non sufficientemente testate che usano i cittadini come cavie umane per la prima volta nella storia della medicina [vedi i molteplici interrogativi in tema]. 
Ma tutto è ammesso e permesso, se è per l'economia verde, inclusiva e solidale: la conversione ecologica con cui ci ha inondati con le sue encicliche rivoluzionarie, che nella Lettera in esame diventa: "Un futuro in cui la finanza è al servizio del bene comune, dove le persone vulnerabili ed emarginate sono al centro e dove ci prendiamo cura della terra, la nostra casa comune....". Dove la casa comune non è più la Chiesa di Cristo ma il pianeta e la natura, in qualche modo divinizzata. Possiamo qui non evocare la nefandezza della Pachamama con annessi e connessi [qui - qui] e non inorridire ancora una volta, chiedendoci fino a quando e fino a dove...?

Conclusioni
In quanto cristiani e cattolici non possiamo che condividere ogni preoccupazione ed esortazione rispetto alla protezione della natura e al prendersi cura, nel rispetto, della Creazione, che - ricordiamolo - nella storia della salvezza riguarda prevalentemente l'uomo in quanto "essere razionale" vertice della creazione stessa. L'ecologia dunque è un valore; ma subordinato al dato che la creazione tutta - e l'uomo in primis - è ordinata al Creatore. Ed è l'uomo ad essere coinvolto nell'azione redentiva divino-umana di Cristo Signore nella e attraverso la Sua Chiesa. Unica realtà che rende possibile un'autentica cura che non sia volontarismo umanitarista, ma che sia preceduta e fondata sull'azione di lode e di gratitudine che, in Cristo, vede l'uomo autentico custode e addirittura collaboratore del Padre.

Inoltre per un cristiano ha la prevalenza su tutto una ecologia umana come il rispetto della morale naturale. Ciò che sconcerta dell'enciclica ecologista e di tutte le parole e azioni successive è l'adeguarsi alle mode intellettuali, scientiste e - per piacere al mondo - il profondersi in una predicazione pedissequa sulla natura, che non è competenza esclusiva del Papa, piuttosto che sulla soprannatura che è sua competenza esclusiva.

Ovvio che la missione della Chiesa non si limita all'ordine della grazia e quindi al soprannaturale, ma ne deve favorire l'incarnazione nella storia individuale e collettiva;. Quello che manca alla "dottrina Bergoglio" è l'affermazione chiara e distinta del primato di Cristo Signore rispetto ad ogni realtà naturale e soprannaturale e non si può far a meno di sottolineare l'eccesso di umanitarismo in chiave mondialista piuttosto che un sano umanesimo cristiano.

A noi fa problema. Molti applaudono senza neppur, forse, rendersene conto, tanto si è perso l'aggancio alla metafisica, che non può essere elusa, altrimenti è l'antropocentrismo a farla da padrone. Ma questo non è altro che il leitmotiv del Concilio e delle sue nefaste applicazioni di conio modernista, dapprima soft, ed ora manifeste in tutti i loro effetti, in un crescendo di rivoluzione dissolutrice, in luogo di approfondimento e sviluppo organici nell'alveo della Tradizione, che non è immobilismo. È crescita, ma nella stessa linea, nella stessa direzione, nello stesso senso, senza strappi, resa feconda dalla linfa vitale delle radici non rinnegate.

Sarebbe ora che Bergoglio la smettesse di proclamare, in modo prettamente orizzontale, una salvezza mondana, ma che proclamasse Cristo Signore, morto in Croce e Risorto per la salvezza eterna di chi Lo conosce e Lo accoglie per mezzo della Sua Chiesa, Suo corpo mistico, Mater et Magistra e non istituzione mondialista tra le tante.
Maria Guarini, 12 aprile 2021
Anniversario Vergine della Rivelazione - Tre Fontane

* * *
Lettera di Papa Francesco
alla Banca Mondiale e al FMI


Grazie per il cortese invito di rivolgermi ai partecipanti agli Incontri di Primavera 2021 del Gruppo Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale attraverso questa lettera, che ho affidato al Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero della Santa Sede per la promozione dello sviluppo umano integrale.

Negli ultimi dodici mesi, il nostro mondo è stato costretto dalla pandemia Covid-19 ad affrontare una serie di crisi socio-economiche, ecologiche e politiche gravi e correlate. Spero che le vostre discussioni contribuiscano allo sviluppo di un modello di “ripresa” capace di far emergere soluzioni nuove, più inclusive e sostenibili per sostenere l'economia reale, aiutare gli individui e le comunità a realizzare le loro più aspirazioni, il bene comune universale e profondo. Il concetto di ripresa non può essere soddisfatto con un ritorno a un modello di vita economica e sociale ineguale e insostenibile, dove una minuscola minoranza della popolazione mondiale possiede la metà della ricchezza.

Nonostante la nostra profonda convinzione che tutti gli uomini e le donne siano creati uguali, molti dei nostri fratelli e sorelle nella famiglia umana, specialmente quelli ai margini della società, sono di fatto esclusi dal mondo. Tuttavia, la pandemia ci ha ricordato ancora una volta che nessuno si salva da solo. Se vogliamo che il nostro mondo sia un mondo migliore, più umano e più unito dopo questa crisi, dobbiamo progettare forme nuove e creative di partecipazione sociale, politica ed economica che siano attente alle voci dei poveri e che si impegnino a includerli nella costruzione del nostro futuro comune (cfr Fratelli Tutti, 169). In quanto esperti di finanza ed economia, sapete bene che la fiducia, nata dall'interconnessione tra le persone, è la pietra angolare di tutte le relazioni, comprese le relazioni finanziarie. Queste relazioni possono essere stabilite solo attraverso lo sviluppo di una "cultura dell'incontro", dove ogni voce può essere ascoltata e dove tutto può fiorire, trovando punti di contatto, costruendo ponti e immaginando soluzioni. Progetti inclusivi a lungo termine (cfr ibid., 216).

Mentre molti paesi stanno attualmente consolidando i loro pacchetti di incentivi individuali, rimane ancora l'urgente bisogno di un piano globale in grado di creare nuove istituzioni o rigenerare quelle esistenti, in particolare quelle di governance globale, e aiutare a costruire una nuova rete di relazioni internazionali per far avanzare lo sviluppo umano di tutti i popoli. Ciò implica necessariamente dare alle nazioni più povere e meno sviluppate una reale partecipazione al processo decisionale e facilitare il loro accesso al mercato internazionale. Uno spirito di solidarietà globale richiede anche come minimo una riduzione significativa del peso del debito delle nazioni più povere, debito esacerbato dalla pandemia.

Non si può ignorare neanche un altro tipo di debito: il “debito ecologico” che esiste soprattutto tra il Nord e il Sud del pianeta. Siamo, infatti, debitori alla natura stessa, ma anche alle persone e ai paesi colpiti dal degrado ecologico provocato dall'uomo e dalla perdita di biodiversità. A questo proposito, sono convinto che l'industria finanziaria, che si distingue per la sua grande creatività, si dimostrerà capace di sviluppare meccanismi agili per calcolare questo debito ecologico, in modo che i paesi sviluppati possano pagarlo, non solo limitando in qualche modo il loro consumo di energia non rinnovabile o aiutando i paesi più poveri ad adottare politiche e programmi di sviluppo sostenibile, ma anche sostenendo i costi dell'innovazione necessaria a tal fine (cfr. Laudato Si’, 51-52)

Una profonda comprensione degli obiettivi e dello scopo essenziali di tutta la vita economica, vale a dire il bene comune universale, è al centro di uno sviluppo giusto e integrale. Ne consegue che il denaro pubblico non può mai essere separato dal bene pubblico e che i mercati finanziari devono essere inquadrati da leggi e regolamenti per garantire che stiano veramente lavorando per il bene comune. Un impegno per la solidarietà economica, finanziaria e sociale presuppone quindi molto di più che sporadici atti di generosità. “È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull'appropriazione dei beni da parte di alcuni. È anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. È far fronte agli effetti distruttivi dell'Impero del denaro. […] La solidarietà, intesa nel suo senso più profondo, è un modo di fare la storia” (Fratelli Tutti, 116).

È tempo di riconoscere che i mercati, in particolare i mercati finanziari, non si governano da soli. I mercati devono essere inquadrati da leggi e regolamenti che garantiscano che lavorino per il bene comune, che la finanza - piuttosto che essere solo speculativa o autofinanziata - lavora per obiettivi sociali così necessari nel contesto dell'attuale emergenza sanitaria globale. A questo proposito, abbiamo particolarmente bisogno di una solidarietà vaccinale adeguatamente finanziata, perché non possiamo permettere che la legge del mercato abbia la precedenza sulla legge dell'amore e della salute per tutti. Qui ribadisco il mio invito ai capi di governo, imprese e organizzazioni internazionali a collaborare per fornire vaccini a tutti.

Mi auguro che in occasione del vostro incontro, le vostre deliberazioni ufficiali e i vostri incontri personali portino molti frutti nel discernere soluzioni sagge al servizio di un futuro più inclusivo e sostenibile. Un futuro in cui la finanza è al servizio del bene comune, dove le persone vulnerabili ed emarginate sono al centro e dove ci prendiamo cura della terra, la nostra casa comune.

Con i miei migliori auguri e le mie preghiere affinché questi incontri portino frutti, invoco su tutti i partecipanti le benedizioni divine di saggezza e comprensione, buoni consigli, forza e pace.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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