Framea, suscitare adversus eos, qui dispergunt gregem meum (dall’Ufficio della Settimana Santa).
Era tutto pianificato da tempo: un virus mai isolato, dietro il cui nome si nasconde un fascio di agenti patogeni creati in laboratorio, di diversa carica infettiva e impatto sulla salute; una dittatura sanitaria globale, attuata con misure tanto irrazionali quanto devastanti a tutti i livelli; una pseudo-vaccinazione di massa che fa ammalare la gente piuttosto che prevenire il morbo; una progressiva sottomissione dei popoli, che spontaneamente si consegnano ai carnefici scambiandoli per salvatori; l’instaurazione di un governo mondiale esemplato sul regime cinese, enorme laboratorio sperimentale che sta proseguendo il lavoro iniziato con quello nazista e quello sovietico. Tale obiettivo presuppone una totale omologazione dell’umanità nella lingua, nella cultura, nella religione e nello stile di vita: i sopravvissuti alla strage da vaccino, non più numerosi di quanto necessario, dovranno essere tutti uguali e funzionare allo stesso modo, controllati a distanza mediante nanotecnologia impiantata nel corpo. A quale scopo? Apparentemente, per il bene degli uomini e per la preservazione della casa comune; in realtà, per il potere assoluto di una manciata di psicopatici che si son presi per Dio.
Questo delirante progetto si è imposto grazie alla creazione di una bolla narrativa, cioè di una realtà virtuale che non sussiste se non come costruzione mediatica onnicomprensiva. Essa vive soltanto nella mente di chi si è lasciato manipolare da una congerie di menzogne abilmente orchestrate e inculcate in modo martellante dall’informazione gestita dall’alta finanza. Tentare di argomentare dall’esterno è perfettamente inutile, poiché il falso sistema cognitivo è strutturato in modo tale da respingere a priori ogni elemento di disturbo, come nelle sètte. Fra i principali effetti sulle vittime, è uno stato di distonia che ne altera profondamente la percezione del reale e, di conseguenza, la condotta: per salvaguardare la vita propria e l’altrui, è giusto rinunciare alla libertà e ai diritti, mentre chi non rispetta le regole e rifiuta la vaccinazione è un potenziale assassino; i carcerieri sono in realtà dei filantropi e, in quanto tali, meritano amore, dedizione e gratitudine; gli eventuali danni causati dal salvifico “vaccino” sono un prezzo da pagare per il bene comune, che può richiedere il sacrificio dei singoli… e così via. A un livello elevato, tale distonia si trasforma in vero e proprio delirio, con una frequente sintomatologia violenta e la conseguente necessità di sedazione.
Chiunque sia riuscito a mantenere un minimo di lucidità intellettuale e di indipendenza di giudizio si avvede subito dell’assurdità di queste convinzioni. Egli riconosce senza difficoltà che non il virus è responsabile del crollo economico, bensì le catastrofiche misure adottate all’unisono dai governi; che non le persone sane mettono in pericolo la salute pubblica, ma quelle che si fanno iniettare un farmaco sperimentale contagioso; che non quanti mettono in dubbio la narrazione ufficiale della pandemia sono dei criminali, bensì coloro che l’hanno creata e la sfruttano per una sperimentazione di massa nell’ambito di un colossale esperimento di ingegneria sociale. Il castello di falsità rimane in piedi solo grazie alla paura indotta da una campagna terroristica, paura che ha spento l’intelletto di miliardi di persone riducendole a larve che aspirano unicamente a sopravvivere nell’oscurità, in uno spazio ristretto, con l’indispensabile per non morire, assuefatte dalle compensazioni offerte dalla televisione, dal cinema e dalla pornografia.
A una simile schiavitù mentale e operativa non si sarebbe certo potuta portare l’umanità senza far precedere un’opera di destrutturazione cognitiva ed etica protratta per diversi decenni: un radicale agnosticismo che convincesse la gente dell’impossibilità di accertare qualsiasi verità che non fosse il materialismo assoluto con i suoi corollari, lo scientismo dogmatico e l’evoluzionismo universale; un aggressivo relativismo che dissolvesse le coscienze con lo svuotamento di tutta la legge morale e la sua sostituzione con pochi imperativi elementari, tanto infondati quanto deleteri; un sistematico positivismo giuridico che consentisse di imporre arbitrariamente norme contrarie all’ordine naturale e distruttive di ogni legalità, ridotta ad applicazione materiale di disposizioni sancite dall’autorità. Con queste premesse, una volta creato lo spettro di una minaccia globale che ingenerasse un senso di impotenza, è stato un gioco da ragazzi instaurare un regime totalitario che fosse accettato dalle masse con spontaneo, incondizionato consenso.
Tutto ciò, nondimeno, non significa che il progetto raggiungerà infallibilmente i suoi obiettivi. A sostegno di questa consapevolezza ci sono almeno due generi di considerazioni. L’uno è di ordine metafisico: la complessità dei fattori e degli elementi che intervengono nelle vicende umane – non ultima, la Provvidenza – rende impossibile l’attuazione universale di un unico progetto, per quanto potenti ne siano i fautori: una simile impresa è possibile solo a Dio (ed essi non sono Dio, se ne facciano una ragione). L’altro è di ordine empirico: il mondo dell’alta finanza è profondamente diviso in due grandi correnti: quella globalista e quella che, per comodità, possiamo denominare sovranista. Se distinguerne agenti e strategie non è sempre agevole, specie per la loro convergenza sulla “vaccinazione”, le divergenze paiono abbastanza chiare riguardo al lockdown e al programma di deindustrializzazione. Mentre la seconda continua a gravitare intorno agli Stati Uniti e a Israele, la prima ha scommesso sulla Cina, la cui dirigenza rimane però infida e inafferrabile, come lo è sempre stata con gli occidentali, ma lo è ancor più da quando è comunista.
A parte l’incognita cinese, ci sono troppi Stati di notevole importanza geopolitica ed economica che non stanno al gioco: la Russia, l’India, il Giappone, il Sudafrica, il Brasile… Nell’Unione Europea, Polonia e Ungheria mantengono fieramente una relativa autonomia, mentre la Germania continua ad agire per conto proprio, in nome dei suoi interessi, accordandosi con Mosca per ottenerne il gas a buon prezzo attraverso il gasdotto in costruzione nel Mar Baltico che, nonostante le irose minacce di sanzioni da parte degli angloamericani, aggira la bellicosa Ucraina sobillata da questi ultimi. Se le tensioni in Crimea e nel Donbass saranno spinte fino alla guerra aperta, vedremo la paranoia della “pandemia” rapidamente sostituita da preoccupazioni ben più reali, quelle di un conflitto su larga scala. Su un altro versante, le inchieste sulla frode elettorale statunitense han buone speranze di estendersi alla classe politica italiana.
Nel frattempo, qui da noi, si continua a pigiare sull’acceleratore per vaccinare il maggior numero possibile di persone e mantenere in piedi un governo-fantoccio privo di legittimità. Perciò gli “eroi” della medicina giungono a rifiutarsi di operare chi non si vaccina, oppure impongono l’iniezione ai malati di cancro come condizione per proseguire la chemioterapia, aggiungendo così veleno a veleno in organismi che già lottano per sopravvivere… Dopo aver eliminato un buon numero di anziani nelle RSA, ora stanno procedendo con i bambini disabili; il dottor Mengele rivive in uno stuolo di operatori sanitari votatisi al progresso della “scienza” per la salvezza dell’umanità. Ciò che lascia sgomenti è la latitanza della magistratura, completamente cieca, per ora, di fronte a questi crimini inauditi. Non parliamo neppure, per decenza, dei cattivi Pastori che uccidono sia l’anima che il corpo delle loro pecorelle, lupi travestiti da agnelli che non solo approvano i carnefici, ma mettono a loro disposizione pure le chiese perché ne facciano dei patiboli per gli ignari.
In questa sinistra distopia divenuta realtà, la consegna rimane invariata: resistere appellandosi alla legge divina e a quella umana. Limitarsi a protestare è non soltanto sterile, ma può addirittura fare il gioco del potere, che viene così implicitamente riconosciuto e autorizzato a inasprire le misure per contenere le contestazioni, presentate come minaccia per la salute pubblica. La risposta più efficace è adire le vie legali, in caso di necessità, continuando al contempo a comportarsi il più possibile in modo normale, come se niente fosse, forti del fatto che non è legittimo limitare la libertà di movimento dei cittadini se non in virtù di una sentenza penale che disponga in quel senso. Sono ben consapevole della fatica di andare contro corrente rispetto a una società ipnotizzata che ha scelto la lotta alla “pandemia” come nuova religione e che, di conseguenza, pensa e agisce ormai in modalità settaria, ma questo non è certo un motivo per arrendersi e lasciarsi risucchiare nella follia collettiva. Nessun inganno può durare in eterno e, presto o tardi, il conto arriva per tutti.
O spada, lèvati contro coloro che disperdono il mio gregge.
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