La fede cattolica è prima religione e poi politica. Se togli la religione hai l'idolatria e se togli la politica hai il fariseismo. Cesare ha autorità legittima se obbedisce a Dio. Quando diventa una mera posizione politica ha già perso. Così è quando non diventa una posizione politica affatto. Primato dello spirituale e eccellenza dell'azione politica cattolica.
Cesare
Molti tradizionalisti confondono, a mio parere a torto, la "democrazia" (cioè la sovranità popolare) con la "sovversione". Lo fanno per precise ragioni storiche. Al contrario il regime democratico (popolare) è perfettamente legittimo laddove riconosca nella legge naturale (o meglio ancora: nei dieci comandamenti) il limite del proprio agire.
Il problema della democrazia moderna è il laicismo, cioè il nichilismo mascherato. Cioè l'esplicito rifiuto del fondamento sacrale. Ebbene, il laicismo è tipico del liberalismo, non della democrazia (cioè del potere gestito direttamente dal demos).
La democrazia laicista è la democrazia liberale - quella che si impone dalla Rivoluzione francese, ma anche inglese e americana - non il principio della sovranità popolare nei limiti della legge naturale.
Il vero problema è l'assenza di limiti sacrali e morali e la mancanza di fondamento trascendente, che noi associamo alla democrazia come storicamente si è affermata. È la secolarizzazione, il problema. Non l'idea della legittima sovranità popolare.
Si può preferire la sovranità di uno (monarchia) o la sovranità di pochi (aristocrazia). Ma un regime democratico è perfettamente legittimo, purché non dia al popolo (demos) che lo governa un arbitrio assoluto. Tra l'altro oggi l'arbitrio assoluto lo detiene un'élite, un'oligarchia, che ben lungi dall'essere aristocratica (cioè composta dai "migliori") è composta da finanzieri, affaristi, burocrati, politicanti. I peggiori, in pratica. Cioè gli "uomini-massa" (non popolo, ma sradicati) per eccellenza. (Martino Mora)
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Chiesa
Tutto oramai si divide in due. Di qua la realtà e la fede, di là l'irrealtà e la gnosi. Del resto satana, nell'eterno ripetersi del suo orgoglio, non farà che costruire mondi irreali, sogni di gloria, conoscenza del nulla, senza alcuna consistenza, senza nessun volto di bimbo da accarezzare, senza alcun padre a cui baciare le mani.
Il ritorno degli idoli, ciclicamente rampanti. La novità sta dove - chi onora il Vivente - sa: frondosi rami di nulla sono entrati nella Casa di Dio e il Portinaio li coltiva come fossero figli suoi. L'albero dell'irrealtà darà frutti di nulla. I nostri frutti, per ora, sono lacrime e pazienza. (Rosario Del Vecchio)
Il ritorno degli idoli, ciclicamente rampanti. La novità sta dove - chi onora il Vivente - sa: frondosi rami di nulla sono entrati nella Casa di Dio e il Portinaio li coltiva come fossero figli suoi. L'albero dell'irrealtà darà frutti di nulla. I nostri frutti, per ora, sono lacrime e pazienza. (Rosario Del Vecchio)
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