mercoledì 30 giugno 2021

Eclissi della verità o eclissi della carità?

De Mattei e Viganò nella manifestazione
di Monaco di Acies Ordinata qui - qui
In un articolo apparso oggi su Corrispondenza Romana [qui] il prof. Roberto De Mattei è più riconoscibile nello stile. Così a caldo (rileggerò soppesando tutti i vari punti) sembra aggiustare il tiro; ma insiste su elementi a favore di "una certa cornice cospiratoria"; su una fantomatica "pretesa di affidare a mons. Viganò una missione salvifica all’interno della Chiesa" e sul fatto che egli "dovrebbe prendere le distanze dai personaggi che lo circondano legati al mondo gay-friendly"... 
La mia sensazione è che l'arcivescovo Viganò rifugga dalle tribune di qualunque genere e, dopo la pubblicazione della sua Nota [qui], abbia deciso di non replicare ulteriormente a provocazioni o a intimidazioni. In ogni caso staremo a vedere. Piuttosto è strano che la pesante contestazione in atto gli sia mossa per le sue posizioni sulla dittatura sanitaria che si abbatte sul mondo, oltre che sulla gravissima crisi della Chiesa e sulle sue cause, eludendo una discussione più approfondita sul concilio. E dunque, da un lato, assistiamo all'attacco pesante di De Mattei con chiaro intento di delegittimarlo, dall'altro al tentativo di normalizzarlo da parte del resto del mondo della Tradizione che lo vede a capo di un fantomatico fronte organizzato 'di resistenza antimodernista e antimondialista' che non esiste e che oltretutto non potrebbe rientrare nella nostra visuale così come viene rappresentato... Di fatto non mi pare che esista un fronte organizzato e compatto intorno a Viganò, così come purtroppo non è frequente incontrare un fronte organizzato e compatto nel mondo della Tradizione... C'è una grande spinta alla cosiddetta "moderazione" sia nel versante politico che nel mondo della Tradizione. E così, in politica, è grande il rischio che si disperdano molti consensi fagocitati dai soliti pifferai magici. Nel mondo della Tradizione noto la stessa spinta e per 'moderazione' intendo il fatto di etichettare come 'complottista' chi avanza dubbi e argomenta al pari di chi si esprime in chiave apocalittica. Il problema generale è l'innesco di reazioni e controreazioni che non fa trovare il giusto equilibrio. Ritengo importante ridare il giusto spazio alla profezia, ma eccedere fa danno. Così come usare termini troppo netti e apodittici sul covid e la pandemia... Sto raccogliendo le idee anche su questo.
Ora non nego che certe accentuazioni di Mons. Viganò sulla politica vadano mitigate e che esse non debbano mai prendere il sopravvento sull'insegnamento e sulla parenesi. Così come non nego che altrettanto mitigate debbano essere certe espressioni nei confronti del papa. Ma nella sostanza i suoi insegnamenti e le sue esortazioni non fanno una piega; ed è per questo che li pubblico regolarmente. Il riferimento ad altri aspetti mi trova molto perplessa e senza punti di riferimento certi.
Piuttosto complesso è il discorso sulla differenza tra il 'complottismo' e l'espressione di dubbi e prese di posizione fondate su elementi oggettivi. Non è esauribile in poche battute e dovrà esser fatto oggetto di altri approfondimenti.
Piuttosto ancora mi preoccupa, e non poco, l'articolato abile discorso che tende nuovamente a delegittimare la figura dell'Arcivescovo. A questo punto ritengo opportuno, riordinate le idee, cercar di fare una sintesi di tutte le posizioni incontrate - non tutte presenti su queste pagine ma frutto di un serrato confronto sui social che, se non altro, ha permesso di conoscere o decriptare alcuni retropensieri - e delle nostre riflessioni al riguardo, che conto di formulare d'intesa con Paolo Pasqualucci e Fabrizio Giudici.

2 commenti:

  1. Purtroppo non riesco a intravedere alcun aggiustamento di tiro nell'ennesima puntata della querelle De Mattei-Viganò, anzi. Mi pare, se possibile, un articolo persino più cattivo dei precedenti. Noto pure con dispiacere la condivisione su Corrispondenza Romana dell'intervento tratto dal blog di Andrea Sandri, molto attivo di recente anche in un noto gruppo Facebook, dove si definisce il Grande Reset una teoria del complotto. Se si arriva a definire complottismo un progetto politico, economico e culturale portato avanti alla luce del sole dai suoi teorizzatori e da chi ne rilancia e diffonde le idee (penso alle recenti dichiarazioni di Vittorio Colao, giusto per fare un esempio), c'è ignoranza o malafede. Non ci sono alternative.

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  2. Grande confusione, senza nessuna volontà di ricercare la Verità!!

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