venerdì 4 giugno 2021

Francia, cattolici presi a sassate e pugni durante una processione

Ho fatto un collage di testi da varie fonti.
La cronaca su Twitter del professore di storia Nicolas Louis-Riel dà i brividi: “Non sto filmando perché io e i miei amici vogliamo rimanere calmi, ma vi assicuro che vale la pena fare questa esperienza per capire di cosa è capace questa sinistra... Una donna sta gridando insulti, una persona ci minaccia di volerci chiudere nelle camere a gas, un’altra minaccia di bruciare le nostre chiese… ci attaccano fisicamente e cominciano a lanciare grossi oggetti. I miei amici sono preoccupati per la loro sicurezza… La polizia era lì, ma chiaramente a corto di personale…”. Due i fedeli picchiati sulla sessantina, malmenati dopo essere stati trascinati a terra, un altro gravemente ferito al cranio e ricoverato in ospedale. Il commento del Ministro degli Interni, Gerald Darmanin, è identico ai proclami che accompagnarono il Decreto sulla separazione tra Stato e Chiesa del 1871: “La libertà religiosa deve poter essere esercitata in serenità”. (Lnbq)

Non si erano riuniti «per manifestare o rivendicare diritti particolari», ma solo per «compiere il loro dovere, e cioè rendere omaggio ai loro martiri e chiedere la loro intercessione». Così in una tribuna sul Figaro, l’arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit, spiega perché sabato 300 cattolici sono sfilati in pellegrinaggio per le vie di Parigi verso la chiesa di Nostra Signora degli ostaggi. Lo scopo della processione, regolarmente comunicata alle autorità, era commemorare i martiri della Comune di Parigi, i cinquanta ostaggi fucilati in rue Haxo il 26 maggio 1871. Mentre sfilavano, però i cattolici sono stati aggrediti fisicamente e verbalmente da un gruppo di antagonisti incappucciati, senza che i due gendarmi inviati dalla prefettura riuscissero a impedire lo scontro.

Sassi e bottiglie contro i fedeli
La processione era partita da piazza della Roquette, dove il 24 maggio 1871 fu giustiziato l’arcivescovo di Parigi, monsignor Georges Darboy. Appena partiti, alcune persone hanno cominciato a insultarli, a gridare insulti e bestemmie al loro passaggio. Arrivati davanti al cimitero di Père Lachaise, la tensione è aumentata: qui un corteo di «manifestanti communards», partigiani della Comune rossa, ha cominciato a inveire al grido di «Morte ai fascisti!».
«Sembrava di essere tornati indietro di 150 anni», racconta un testimone in riferimento all’esperienza anti-cattolica e persecutoria della Comune. Poco più avanti, gli antagonisti hanno aggredito i cattolici, arrivando perfino a prendere a pugni alcuni fedeli e lanciando sassi e bottiglie contro la processione. Due sessantenni sono stati spinti a terra, mentre un fedele è stato portato in ospedale con gravi ferite alla testa.

I cattolici si rifugiano in una chiesa
I fedeli sono stati quindi costretti a fuggire le violenze rifugiandosi nella chiesa più vicina, Nostra Signora della Croce. «Abbiamo atteso pregando che la polizia ci permettesse di uscire», racconta al Figaro l’organizzatore della processione, raccontando di «bambini e madri sotto choc». Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha impiegato più di un giorno per condannare la «violazione della libertà di culto che deve poter essere esercitata in tutta serenità in Francia».

È per protestare contro questa inaccettabile violenza e l’incapacità delle forze dell’ordine di garantire la libertà religiosa dei cattolici che monsignor Aupetit ha protestato sul Figaro: «La violenza cieca che questi pellegrini hanno subito da parte degli “antifascisti” è assolutamente inaccettabile in uno Stato di diritto. Non c’erano che due poliziotti a garantire la sicurezza della marcia. Li ringrazio per il coraggio che hanno dimostrato. La sicurezza di questa marcia non era evidentemente una priorità per la prefettura».

«La libertà di culto è un diritto»
«Noi non rivendichiamo diritti particolari», ha aggiunto l’arcivescovo di Parigi, «ma chiediamo uguaglianza di trattamento rispetto alle altre religioni e comunità. Abbiamo il diritto di esprimere la nostra fede in pubblico», ha affermato ricordando ai cattolici di assumere lo stesso atteggiamento di Gesù, che è stato capace di perdonare i suoi persecutori. Monsignor Aupetit ha infine concluso:
«Vogliamo testimoniare l’amore di Cristo che ha vinto sul male. Chiediamo solo di poterlo fare in pace nel rispetto delle nostre istituzioni e dello Stato di diritto che garantisce piena libertà di culto e protegge tutti i suoi cittadini».
«I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per lingua, né per la foggia dei loro vestiti. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma il loro modo di vivere è al di sopra delle leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Li si disprezza ma in questo disprezzo trovano la loro gloria. Sono ingiuriati, e benedicono.» Queste parole della Lettera a Diogneto, alla fine del II secolo, di fronte alle persecuzioni, potrebbero ben accordarsi ai martiri della Comune. [Le Figaro qui]

1 commento:

  1. bernardino guerrini4 giugno 2021 alle ore 11:47

    diceva Gesù... se hanno ridotto cosi il legno verde che ne sarà di quello secco??? -- eccolo lo stiamo vivendo giorno dopo giorno.. e la gerarchia cattocomunista conciliare ha ridotto a questo la vera Chiesa Cattolica.. dovremo subire quello che diceva Gesù.. i Suoi nemici li vediamo come belve avvelenate... e sarà sempre peggio.. le profezie di Fatima si sono avverate.. ma loro i nemici verranno annientati e la Chiesa vera resta il baluardo contro il nemico --- portae inferi non prevalebunt.. -- normale se siamo Cristiani Cattolici dobbiamo soffrire perchè il nostro Capo ha subito la Croce...

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