Sacrosanto rivendicare la libertà dai rischi di natura giudiziaria. Ma la funzione della Chiesa non è piuttosto quella di richiamare i principi spirituali dai quali discendono quelli morali sociali e antropologici? E la violazione del concordato andava denunciata anche nel momento in cui le autorità civili hanno sancito le restrizioni in tema di culto pubblico.
Il Vaticano ha chiesto formalmente al governo italiano di modificare il ddl Zan, ora in commissione Giustizia del Senato, poiché "viola il Concordato". A presentare la nota verbale all'ambasciata italiana è stato il monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede.
È la prima volta che la Chiesa interviene durante l'iter di approvazione di una legge, esercitando le facoltà previste nei Patti Lateranensi.
Libertà a rischio
Secondo quanto scritto nel documento consegnato all'ambasciata italiana di Città del Vaticano il 17 giugno, "alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall'articolo 2, commi 1 e 3 dell'accordo di revisione del Concordato".
Il comma 1 dell'articolo 2 dei Patti Lateranensi afferma: "La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica". Il comma 3 invece garantisce "ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Con il ddl Zan il Vaticano teme una limitazione della libertà di aggregazione e di pensiero della comunità cattolica e per questo motivo chiede "che siano accolte le nostre preoccupazioni", poiché l'approvazione della legge così com'è scritta potrebbe comportare rischi di natura giudiziaria. [Fonte Tg24]
Nel 1927 in un discorso dal titolo "Why I Am not a Christian", il filosofo e matematico Bertrand Russel affrontó il cristianesimo con una critica approfondita alla religione spiegando la sua posizione nei confronti della trascendenza.
RispondiEliminaMolto discutibile come opera, si può rigettare come no, ma stiamo parlando di pensiero profondo.
Ecco chi erano i "nemici" della Chiesa 100 anni fa.
Oggi abbiamo Elodie che, rilanciata da tutti i media, ringrazia di non esser stata battezzata e una sorta di rapper ignorante, tatuato, che tra un "bella raga, bella zio" recita il copione anticlericale che tanto piace alle masse.
Viviamo in tempi barbari, il pensiero e l'approfondimento sono stati accantonati ormai da decenni.
L'importante oggi é essere "specializzati" in qualcosa.
Belle, alfabetizzate e "colte", ecco le nuove masse, pronte per essere schiave acritiche delle multinazionali.