sabato 9 luglio 2022

Il nuovo libro di Paolo Pasqualucci, Infelix Austria - Una critica del “mito asburgico”, versione cattolica

Di Paolo Pasqualucci abbiamo recentemente apprezzato la serie di "Appunti" [qui] mirante a chiarire i concetti di Stato, nazione, popolo etc. - così importante nella temperie odierna -, per forza di cose in polemica rispettosa con i tradizionalisti di ogni forma e colore, ma non solo. Ora abbiamo a disposizione la revisione e il corposo approfondimento del suo studio: Politica e Religione. Paolo Pasqualucci, Infelix Austria - Una critica del “mito asburgico”, versione cattolica (qui), per una critica del mito asburgico con tutti i parametri deducibili da una approfondita conoscenza degli scenari e delle complesse dinamiche che determinano gli eventi. Di particolare interesse, in questa recente trattazione, la parte che parla in dettaglio dello scoppio della prima guerra mondiale, un tema purtroppo tornato di grande e sinistra attualità, con gli inquietanti venti di guerra che ci sovrastano lasciandoci angosciose sensazioni.
Dalla quarta di copertina:
Un conto è la giusta rivalutazione storica (contro i pregiudizi e gli odi politici del passato) dei non pochi meriti della plurisecolare e cattolica monarchia asburgica, fortezza insuperabile per l’invasore ottomano, nemico implacabile della nostra fede e civiltà; artefice e protettrice della civiltà mitteleuropea educatrice di popoli; altro conto, lasciarsi andare ad esaltazioni ed eulogie che sfociano nel mito, con il risultato di proporre modelli politici “sacrali” e “imperiali” del tutto irripetibili e illusori quanto alla fondazione di uno Stato ispirato agli autentici valori cristiani, unica speranza di rinascita per la nostra decadente società.
Intendere il tragico, apocalittico susseguirsi del secolo che va dal 1918 al 2018 unicamente quale conseguenza della caduta, nel 1918, dell’impero asburgico, come se fosse stato ancora all’epoca il fulcro dell’equilibrio continentale (costituito invece dalla Germania guglielmina) e proprio per la sua qualità di intatto Stato cattolico, qualità invece compromessa dal generale processo di secolarizzazione, pervadente anche l’impero austro-ungherese – ciò significa interpretare i fatti secondo mezze verità che comportano, alla fine, la loro sostanziale deformazione.

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