martedì 29 giugno 2021

Arciv. Carlo Maria Viganò. «Il mondo, la carne, il diavolo»

L'insegnamento qui riportato, di cui siamo grati a Mons. Viganò, ci corrobora e ci conforta. Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.

«Il mondo, la carne, il diavolo»
Scitote quoniam Dominus ipse est Deus:
Ipse fecit nos, et non ipsi nos. (
Ps 99, 3)

I nemici della nostra anima sono sempre gli stessi, e sempre uguali sono gli agguati che essi ci tendono. Il mondo, con le sue seduzioni; la carne, corrotta dal peccato originale e incline al male; il Diavolo, eterno nemico della nostra salvezza e che si avvale della carne per assediarci. Due nemici esterni e uno interno, sempre pronti a farci cadere nel momento della distrazione, della debolezza. Questi nemici spirituali accompagnano ciascuno di noi dall’infanzia alla vecchiaia, e l’umanità attraverso le generazioni e i secoli.

Gli alleati su cui possiamo contare per sconfiggere il mondo, la carne e il diavolo sono la Grazia di Dio, l’assiduità ai Sacramenti, l’esercizio delle Virtù, la preghiera, la penitenza, la considerazione dei Novissimi, la meditazione della Passione del Signore e il vivere alla Sua presenza.

In quest’epoca ribelle e scristianizzata, in cui la società non solo non aiuta al perseguimento del nostro fine ultimo ma anzi fa di tutto per allontanarcene, l’autorità civile ci impone di seguire il mondo, di assecondare i desideri della carne e di servire il Nemico del genere umano. Un’autorità perversa e pervertitrice, che è venuta meno al suo dovere di reggere e governare il corpo sociale per condurre i singoli alla salvezza eterna; anzi: che nega la salvezza eterna, ne rifiuta l’Autore divino e ne adora l’Avversario.

Non vi è dunque meraviglia se questa modernità apostata, in cui l’arbitrio è norma e il vizio modello da seguire, voglia cancellare ogni traccia di Dio e di Bene nella società e nei singoli, stringendo un patto infernale con il mondo, la carne e il Diavolo. È quanto vediamo accadere nella sfrontata promozione della sodomia, della perversione e del vizio in tutte le sue forme più abbiette; e nella derisione, nella delegittimazione e nella condanna della purezza, della rettitudine e della virtù.

Ma se la nostra lotta quotidiana contro i nostri nemici oggi deve includere uno sforzo titanico nel combattere anche contro lo Stato, che dovremmo considerare nostro amico e che invece si adopera per corromperci sin da piccoli, è doloroso e tragico vedere che altri traditori e mercenari si uniscono a questo assedio: cattivi Pastori che abusano della loro sacra autorità ricevuta da Nostro Signore per spingerci verso la dannazione, convincerci che quello che fino a ieri era considerato peccaminoso e indegno di coloro che sono stati redenti dal Sangue di Cristo oggi è diventato lecito e buono.

Lo spirito mondano, l’asservimento alla concupiscenza e - quel che è più grave - la rinuncia a combattere contro il Maligno hanno contagiato gran parte della Gerarchia della Chiesa Cattolica, sin dai suoi vertici, rendendola nemica di Dio, della sua Legge e della nostra anima. Come è avvenuto per l’autorità civile, anche l’autorità religiosa ha abdicato al proprio ruolo, rinnegando il fine per il quale essa è stata voluta dalla Provvidenza divina.

La novità di questa perversione dell’autorità, che prelude allo scontro epocale degli Ultimi Tempi, risiede proprio nella corruzione dei Pastori e nel fatto che i singoli fedeli, come gregge senza guida, si trovano a dover resistere eroicamente ad un assalto su più fronti alla Cittadella, nella quale essi sono lasciati soli proprio dai loro capi, che ne aprono le porte e vi fanno entrare le orde nemiche per farci sterminare.

La discussione del DDL Zan, l’imposizione dell’ideologia LGBTQ+ e l’indottrinamento della teoria gender in Italia seguono un piano mirato organizzato a livello globale, che in molte Nazioni è già stato portato a compimento. Paesi in cui, dopo due secoli di rivoluzioni, era sopravvissuta nel tessuto sociale l’impronta del Cattolicesimo, oggi sono completamente paganizzati. Le bandiere arcobaleno sventolano non solo sugli edifici delle istituzioni pubbliche, ma anche sulle facciate delle Cattedrali, sui balconi dei Vescovadi e sin dentro le chiese.

In tempi recenti - anche solo trent’anni fa - si sarebbe potuto dire che per sostenere una minoranza di persone traviate dal vizio e difenderle dalla discriminazione lo Stato doveva intervenire con forme di tutela e con garanzie delle loro libertà. Un’affermazione irragionevole e illogica, a ben vedere, perché la libertà della persona umana consiste nell’adesione della volontà al bene a cui è ordinata la sua natura, e nel perseguimento del suo fine materiale e soprannaturale. Ma nel grande inganno che il Demonio tende da sempre all’uomo, quel pretesto apparente aveva sedotto molti. Pareva occorresse coraggio per rivendicare il diritto al vizio e al peccato, contro la spietata durezza di una “maggioranza perbenista” ancora legata ai precetti della Religione. Si rivendicava l’orgoglio di esser diversi in un mondo di uguali, di avere diritto ad uno spazio di vizio in un “mondo virtuoso”.

In quegli anni, la Chiesa ancora levava, forse con minor convinzione ma pur sempre fedele al proprio mandato divino, la voce dell’immutabile Magistero per condannare la legittimazione di comportamenti intrinsecamente disordinati. Attenta alla salvezza eterna delle anime, essa vedeva quali sciagure si sarebbero abbattute sulla società con l’approvazione di stili di vita totalmente antitetici rispetto alla Legge Naturale, ai Comandamenti e al Vangelo. I Pastori sapevano essere coraggiosi difensori del Bene e i Papi non temevano di essere fatti oggetto di indecorosi attacchi da parte di quanti vedevano in loro il kathekon che impediva la definitiva corruzione del mondo e l’instaurazione del Regno dell’Anticristo.

Oggi quella battaglia eroica - e che abbiamo appreso essere già indebolita da una estesa corruzione interna di Vescovi e sacerdoti - sembra non aver più senso, così come sembra non avere senso l’insegnamento della Sacra Scrittura, dei Santi Padri e dei Romani Pontefici. Chi siede in Roma si è circondato di persone immorali, che ammiccano ai movimenti LGBTQ+ e che simulano ipocritamente un’accoglienza e un’inclusività che tradisce la loro scelta di campo e le loro tendenze peccaminose. Non vi è più coraggio, non vi è più fedeltà a Cristo, e si giunge a insinuare che, se Bergoglio ha potuto modificare la dottrina sulla pena capitale - cosa inaudita e assolutamente impossibile - potrà certo rendere lecita anche la sodomia, in nome di una carità che non ha nulla di cattolico e che ripugna alla divina Rivelazione.

I cortei blasfemi che sfilano per le vie delle capitali del mondo e che giungono a bestemmiare e irridere empiamente il Sacrificio di Nostro Signore nella Città Santa, consacrata dal sangue sei Santi Apostoli Pietro e Paolo, vengono salutati dai mercenari della setta conciliare, che tace dinanzi alle sacrileghe benedizioni delle coppie omosessuali ma condanna come “rigidi” coloro che vogliono rimanere fedeli all’insegnamento del Salvatore. E mentre i buoni Vescovi e sacerdoti si confrontano quotidianamente con la demolizione che viene dall’alto, vediamo pubblicate le parole incantatrici e seduttrici di Bergoglio a James Martin s.j., a sostegno di un’ideologia perversa e pervertitrice che offende la Maestà di Dio e umilia la missione della Chiesa e la sacra Autorità del Vicario di Cristo [qui].

Come Successore degli Apostoli e Dottore della Fede, in uno spirito di vera comunione con la Sede del Beatissimo Pietro e con la Santa Chiesa di Dio, rivolgo un severo monito a costoro, ricordando che la loro autorità deriva da Gesù Cristo, e che essa ha forza e valore unicamente se rimane orientata al fine per cui Egli l’ha costituita. Considerino questi Pastori gli scandali che causano ai fedeli e ai semplici, e le ferite che essi infliggono al martoriato corpo ecclesiale; scandali e ferite di cui dovranno rispondere alla Giustizia divina nel giorno del Giudizio particolare e dinanzi all’umanità intera nel giorno del Giudizio Universale.

Esorto i tanti fedeli scandalizzati e disorientati dinanzi all’apostasia dei Pastori a moltiplicare con spirito soprannaturale le preghiere e le penitenze, implorando il Signore perché si degni di convertire i mercenari, riconducendoli a Sé e alla fedeltà al Suo divino insegnamento. Preghiamo la Madre purissima, la Vergine delle vergini, di ispirare sentimenti di pentimento nei Ministri corrotti dal peccato e dall’impurità, affinché considerino l’orrore delle proprie colpe e le terribili pene che li aspettano: possano essi rifugiarsi nelle Santissime Piaghe di Cristo, ed esser purificati dal lavacro del Sangue dell’Agnello.
Ai nostri fratelli sedotti dal mondo, dalla carne e dal Diavolo rivolgo un accorato appello, perché comprendano che non vi è orgoglio nell’offendere Dio, nel contribuire consapevolmente ai tormenti della Sua Passione, nel pervertire la propria natura e nel rifiutare sciaguratamente la salvezza che Egli ha conquistato dal Padre mediante la Sua Morte sul legno della Croce. Fate delle vostre debolezze un’occasione di santità, un motivo di conversione, un’opportunità per far risplendere nelle vostre vite la grandezza di Dio. Non lasciatevi ingannare da un Nemico che oggi pare assecondarvi nei vostri vizi, col solo intento di rubarvi l’anima e dannarvi per l’eternità. Siate orgogliosi - anzi: fieri - non dell’asservimento al peccato e alla perversione, ma dell’aver saputo resistere alle seduzioni della carne per amore di Gesù Cristo. Pensate alla vostra anima immortale, per la quale il Signore non ha esitato soffrire e morire. Pregate! Pregate Maria Santissima, perché interceda presso il Suo divin Figlio dandovi la Grazia di resistere, di combattere, di vincere. Offrite al Signore le vostre sofferenze, i vostri sacrifici e i vostri digiuni per ottenere quella libertà dal Male che il Seduttore vi vuole togliere con l’inganno. Questo sarà il vostro, il nostro vero orgoglio.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
29 Giugno 2021, SS. Apostolorum Petri et Pauli

1 commento:

  1. Se accade che la barca di Pietro rasenti qualche abisso e il pilota sembri addormentato, la Chiesa non imiterà i discepoli nella tempesta del lago di Genezareth. Non si farà giudice del tempo e dei metodi della Provvidenza, né crederà lecito riprendere colui che deve vegliare per noi: ricordando che, per sciogliere senza tumulto le situazioni più difficili, possiede un mezzo migliore e più sicuro; non ignorando che, se non fa difetto l'intercessione, l'angelo del Signore verrà lui stesso a tempo opportuno a ridestare Pietro e a spezzare le sue catene.
    (DOM P.GUERANGER, l'Anno Liturgico, Festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo)

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