mercoledì 5 gennaio 2022

Marcia da Parigi a Roma per salvare il Rito Romano antico

Nella nostra traduzione da National Catholic Register l'iniziativa dell'associazione cattolica La Voie Romaine che sta raccogliendo lettere da tutto il mondo che saranno portate in Vaticano, a conclusione di una marcia primaverile che collega Parigi a Roma. Gli scettici dicono che non servirà a nulla. Ma di fatto saranno le madri di sacerdoti — sentinelle dell'invisibile che hanno donato al mondo questi pastori così preziosi — a dimostrare erga omnes la meschinità dei provvedimenti e l'amore per la Messa dei secoli come culto perfetto da rendere a Dio. Qui l'indice dei precedenti su TC e Responsa.

La processione sarà guidata da un gruppo di madri di sacerdoti, preoccupate per il futuro dei loro figli, chiamati a celebrare la messa secondo il rito antiquior.
PARIGI — Alcuni fedeli devoti alla Messa tradizionale in latino si stanno mobilitando per convincere il Papa a moderare le restrizioni derivanti dal recente motu proprio Traditionis Custodes sull'uso della liturgia romana pre-Vaticano II. Considerando il documento pontificio come frutto di una percezione fuorviante delle comunità tradizionali all'interno della gerarchia ecclesiastica, alcuni fedeli francesi si sono organizzati per dar vita all'associazione La Voie Romaine, con lo scopo di raccogliere lettere in cui fedeli di tutto il Paese e non solo esprimano la loro sollecitudine e testimonino le ragioni del loro attaccamento liturgico ai riti tradizionali.

Le petizioni verranno poi riposte in uno scrigno che sarà indirizzato alla Santa Sede tramite una marcia che partirà il 6 marzo a Parigi e si concluderà a Roma il 1° maggio, per l'apertura del mese mariano.

La processione sarà guidata da un gruppo di madri di sacerdoti, preoccupate per il futuro dei loro figli, chiamati a celebrare la messa secondo il rito antiquior.

"Queste madri erano disposte ad agire e ad andare a Roma, quindi abbiamo proposto loro di portare le lettere in Vaticano", ha dichiarato al Register Benoît Sévillia, fondatore di La Voie Romaine. “Porteranno le nostre testimonianze con la sensibilità schietta ed esplicita del cuore di una madre”.

Aiutare Roma a capire
La determinazione dell'associazione a far sentire la propria voce è stata rafforzata dalla recente pubblicazione di un documento della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, che restringe ulteriormente la Messa tradizionale in latino, rendendola un'eccezione nella vita della Chiesa.

In un comunicato del 19 dicembre [qui], i membri dell'associazione cattolica hanno affermato che i "termini di applicazione molto severi" adottati dalla congregazione riguardo alla Traditionis Custodes li hanno lasciati "senza parole". «Devono moltiplicarsi le tante lettere che già riceviamo da cattolici che si sentono feriti dalla decisione di papa Francesco di limitare drasticamente la celebrazione della messa e, d'ora in poi, di vietare la celebrazione dei sacramenti secondo il rito tridentino».

Gli organizzatori hanno dichiarato al Register che la scadenza per l'invio delle lettere, originariamente fissata per il 31 dicembre, sarà prorogata al giorno prima dell'inizio della marcia per consentire lo slancio attuale. Hanno inoltre sottolineato che la marcia è aperta a tutti e chiunque voglia difendere la Messa tridentina (compresi coloro che non vi partecipano) può inviare, per posta o tramite i sacerdoti della parrocchia locale, una lettera al Papa attraverso il sito web di La Voie Romaine [qui] — che sarà disponibile a breve in inglese e italiano —. Ad oggi sono già arrivate lettere e iscrizioni alla prossima marcia da diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Portogallo e Messico.

“Lo scopo è che il Papa si renda conto che il cuore della Chiesa batte anche attraverso questi cristiani, soprattutto in Paesi come la Francia”, ha detto Sévillia, aggiungendo che se il Santo Padre dovesse mantenere le sue restrizioni ai riti tradizionali, “rischierebbe di gettare migliaia di cristiani nell disperazione e nel disordine, perché da un giorno all'altro sarebbe loro negato l'accesso alla Chiesa». Ed ha aggiunto: "Ci auguriamo che Roma ne prenda coscienza, perché forse non si rendono conto della magnitudo del terremoto generato, soprattutto tra i giovani, che sono molto legati a tutto il mondo tradizionale".

A suo avviso, l'attuale impasse è dovuta anche a una scarsa conoscenza delle comunità tradizionali all'interno della Curia, favorita anche dal feedback negativo dato da alcuni vescovi nel sondaggio del 2020 sull'applicazione della lettera apostolica Summorum Pontificum di papa Benedetto XVI [c'è chi ne ha invece dimostrato una interpretazione falsata: qui - qui - qui -ndT]. Quindi, ha detto, l'iniziativa rappresenta un'occasione per fare in modo che i fedeli possano testimoniare direttamente la loro esperienza personale.

Supporto
Interrogato su un possibile sostegno pubblico da parte dei leader cattolici, Sévillia ha affermato che, sebbene nessun vescovo abbia ancora espresso sostegno ufficiale all'associazione, ha ricevuto molte espressioni private di simpatia dal clero. Ha aggiunto che è in produzione un film documentario che include testimonianze di sacerdoti tradizionalisti, ma anche un sostegno inaspettato da parte di vescovi, sacerdoti e leader di associazioni cattoliche.

“Sorprendentemente, la maggior parte delle lettere che stiamo ricevendo per la nostra marcia non provengono da cristiani tradizionali, ma da altri cristiani che vogliono testimoniare il loro attaccamento a questo rito”, ha continuato.

“Ci viene rimproverato di essere attivisti o di essere una Chiesa parallela, ma dalle lettere che riceviamo è molto chiaro che è la fede che anima tutte queste persone. Dicono: "Dobbiamo tutto a questa Messa", "Mi sono riconciliato col Signore", "Ho pianto quando ho riscoperto la mia fede a 45 anni durante una Messa tridentina". E così via». E conclude: “Tutti questi cristiani sono totalmente impegnati nella loro missione”. “Non sono marginali, sono gangli vitali della Chiesa, contribuiscono a farla vivere, ed è questa realtà che vogliamo portare a Roma”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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