sabato 22 ottobre 2022

Il caso disperato e perenne dell’Ucraina

Cito Alessandro Orsini: "...Viviamo ormai in un modo capovolto; un mondo in cui l'Italia viene a trovarsi in una condizione di ricattabilità politica da parte del governo di Kiev; un mondo in cui i leader politici italiani hanno paura di ciò che dice di loro il ministro degli Esteri di Kiev, che non troverebbe un posto nemmeno in fondo alla classifica dei primi novecentomila ministri migliori della storia dell'Europa contemporanea. Zelensky mette l'Italia sotto costante giudizio etico-politico, mentre l’Italia vive nel terrore di parlare dell’inanità politica di quest’uomo che, invece di frenare un’invasione che sta radendo al suolo intere città ucraine, ha profuso il massimo impegno per sollecitarla. Nessun sussulto di dignità da parte della nostra classe politica; manco a parlarne. Oggi le offese sono per Berlusconi. Domani potrebbe toccare ai nostri ministri e magari pure al nostro Presidente della Repubblica. Follia allo stato puro." Di seguito un lucido esame della attuale realtà che stiamo vivendo... Il tutto fomentato da chi vuole espandere i propri interessi finanziari, senza pensare all'uomo, se non come merce, o carne da macello per poter raggiungere i propri scopi. Sui risvolti delle esternazioni di Berlusconi - che al di là dell'aspetto macchiettistico corrispondono ai fatti accaduti realmente - interessante puntualizzazione di Diego Fabbri qui. In ogni caso le dichiarazioni di Berlusconi, oltre a raggiungere lo scopo di sparigliare le carte nella contingenza della formazione del nuovo governo, hanno avuto il merito di esprimere ciò che sono in molti a pensare, ma non possono dirlo, pena censura ostracizzante e criminalizzante e inoltre hanno messo in chiaro alcune posizioni ibride. (M.G.)

Il caso disperato e perenne dell’Ucraina

La propaganda, di qualunque delle parti, è sempre stata fondamentale nella Storia; l'importante è non crederci e fare una disamina il più oggettiva possibile.
Il caso disperato e perenne dell’Ucraina: un tentativo di un regno o un impero mai nato (se non nei primi secoli dell'anno mille) ed un esperimento di una nazione disegnata da altri, come una sorta di fattore di comodo, dai due imperi odierni, quello sovietico e quello americano. Imperi, questi ultimi, che sono ben distanti da essere quello fu Roma, a cui si rifanno nella retorica e che invece molto assomigliano alle civiltà della Mezzaluna Fertile, della Mesopotamia o dell'Egitto tolemaico. In mezzo a questo equivoco c’è l'Ucraina, dove la sua debolezza di oggi è la stessa di ieri, con un territorio disegnato con la matita sulla cartina geografica, prima da Lenin, poi da Stalin (con il benestare degli USA alla fine della Seconda Guerra Mondiale). Poi da Krusciov che ne allargò i confini facendo controllare la Crimea, dalla sua provincia ucraina, la RSS ucraina, fino ad arrivare al ’91, con una alternanza governi, a turno, contro una parte della sua popolazione. 

Quindi, uno territorio, una terra di mezzo che non ha mai avuto stabilmente nella sua storia, se non inizialmente, una identità mai del tutto coesa, con una formazione interna tipica da provincia imperiale, con lingue ed etnie diverse assieme (ruteni, russi, minoranze bielorusse, moldave, ungheresi, romene, ceche, ebraiche, greche, bulgare, tatare ...) e che prova a rompe i legami secolari con la Russia, dai primi del'900 e dopo la strage Holodomor, passando con Hitler, pur di allontanarsi dal dominio di Stalin.

Un impero nasce, prendiamo fra tutti come esempio quello romano ( perché a quello di rifanno USA e Russia nella loro retorica, della Terza Roma e della Quarta Roma), come una civiltà che si impone sugli altri e poi, nel tempo, si viene a creare una «sorte comune» fra conquistati e conquistatori, una sintesi tra perennità, fedeltà a sé stessi ed alle proprie origini, con l'accettazione di autenticità delle culture annesse. Il riconoscimento dell’Altro diventa, nel tempo, appartenenza politica vera all'Urbs, non utopica, dove ci si sente parte integrante. Infatti, nell'Impero Romano ciascuno vi conservava il proprio diritto, ma quello dell’urbe di Roma prevaleva comunque gerarchicamente. 

Un impero serio si regge su questa logica che è Offensiva e, contemporaneamente, Difensiva (il termine urbs viene da una radice che significa all’origine «rifugio»). 

E questo criterio, verso le reciproche zone di controllo, non è né quello russo, né quello americano, applicando la logica di stati cuscinetto o di stati vassalli.

Tornado all’Impero Romano, i popoli erano così usciti dal loro isolamento ed entravano in un insieme complesso di relazioni sempre più strette, di appartenenza e pensiero Imperiale e di logica reciprocità: espansione e di difesa dell’urbs di tutto l’impero, anche di comunità di altre religioni e culture.

Questi finti imperi moderni invece tendono a vedere gli altri come colonie e Stati vassalli; lo è l'Europa nei confronti dell'America e l'Ucraina nei confronti della Russia.

Stati cuscinetto, appunto, come si usa dire ora, dove la Russia usa l'Ucraina come uno spazio di protezione, come se non ci fosse un popolo o un Urbs; e l'America usa gli ucraini, sulla loro pelle, per fiaccare Mosca, mentre loro giocano a golf, dettano sanzioni che ricadono sull’Europa, non sugli USA.

Ma nessun impero è eterno, come nessun confine; cambiano come le nuvole nella Storia, perché ci sono altri imperi e l’isolamento non può essere mai perenne, senza scadenza.

Così, dopo il crollo di un impero, si sono formati regni, nazioni, federazioni...

Ogni impero o super potenza, (americano, russo, persiano, turco...) si è basato su questi principi di forza, con le parti prima assoggettate. 

Soltanto i Romani (ed i persiani) però sono riusciti a operare una sintesi tra perennità, fedeltà a sè stessi ed alle proprie origini, facendo sì che anche gli altri si sentissero poi anche loro romani (il segreto per reggere per così tanti secoli). 

I greci, ad esempio, da cui nasce la parola democrazia, non furono mai un impero perché consideravano civili solo i cittadini greci; gli altri erano diversi, inferiori, barbari...e furono conquistati.

Poi, nella stratificazione secolare, i popoli indoeuropei hanno avuto la necessità di preservare la propria originalità e, con la rivoluzione industriale, ogni popolo ha capito che è impossibile un isolamento ed un ordine planetario obbligatorio, ma più o meno con brevi scadenze; Società delle Nazioni, poi Nazioni Unite, la UE.. 

Altri, utopicamente, si vedono come il sogno della Mesopotamia: “tanti popoli, una sola civiltà”, ma in realtà, un’area di invasioni, fatta di regni e le città-stato che non ebbero lunga durata.

Una Nazione nasce come una comunità fondata su una lingua, una civiltà e una «sorte comune», dall’affrancarsi con una rivoluzione, nel corso di secoli, da un impero o regno; ed è la storia dell’Europa. E’ caso della Francia, i cui confini sono quelli dati dall’impero romano; nazione è nata dall’impresa laboriosa di uno Stato, la Repubblica francese, la nazione franca, che a ridotto le altre ed assimilate, imponendo loro, la sua lingua, la sua concezione del diritto e la sua civiltà.

Ad esempio, nel caso della Germania, mai sottomessa all’impero romano, o dell’Italia, lo Stato ha costituito l’esito di una coscienza nazionale più lenta a formarsi e che finalmente nasceva come unica: non una Germania, un’Italia, ma dei Tedeschi e degli Italiani; poi nasceranno i nuovi confini.

In Ucraina, la Kiev dei Rus, nasce attorno a un fiume, si divide intorno a un fiume, ma senza una vera prospettiva di durata, perchè non basta il senso di appartenenza, una narrazione nazionale condivisa per fare uno Stato. Occorrono senso di comunità, economia solida ed indipendente, una classe dirigente forte ed un territorio che la protegga. Cioè autodetrminazione sugli altri, e non determinata da altri.

E, nulla di questo è stata, se non l’Ucraina, se non per un brevissimo periodo iniziale, (circa 3 secoli a partire dall'anno 1000) anch’esso ricco di scontri.

La sua debolezza di oggi è la stessa di ieri, le guerre odierne sono le stesse del passato, la storia ucraina è segnata da molte sofferenze e tragedie e dominazioni esterne: dagli Unni, Sciti, Cosacchi, turchi, lituani, polacchi, Zar, URSS e chi più ne ha, più ne metta.

Difatti, nel 1249 le invasioni mongole distruggono completamente Kiev, ed i russi capiscono che per affermarsi su altri ed essere impero, o al sicuro, devono avere un territorio migliore, più distanza dai nemici e si spostano a Mosca, poi San Pietroburgo come capitale, e ritornare infine a Mosca. Ed hanno avuto ragione a porre quella distanza strategica, come dicono le varie imprese fallimentari di Napoleone o della Germania.

Intanto, il territorio ucraino venne spartito per secoli fra varie potenze: il regno polacco-lituano, l'impero ottomano, i cosacchi del Dnieper, l'Austria e l'impero russo. 

I problemi tra Ucraina e Russia sono di origine relativamente "recente", per colpa dell'URSS di Stalin che con la strage Holodomor, colpì l'Ucraina tra il 1932 e il 1933, causando milioni di morti. Da qui, la rottura dei rapporti ed addirittura favorire Hitler, durante il suo attacco alla Russia.

“Secondo l’esperto Vadim Karasev, insieme al diplomatico ucraino Vasily Filipchuk, che ha parlato apertamente sul canale televisivo russo “News One“: “Solo se l’Ucraina esiste come territori separati, gli stati, alcuni di questi stati potrebbero aderire alla NATO“. Per coloro che seguono questa storia, questa non è una nuova informazione.. Il concetto di una via occidentale per l’Ucraina non è stata, né mai, un’iniziativa europea, ma semplicemente una manovra americana per creare dissenso e divisione all’interno dell’Ucraina, per creare instabilità e potenzialmente oltre. A causa del processo decisionale russo, questo non è stato pienamente realizzato, ma siamo rimasti con un governo fantoccio bloccato sul pilota automatico, con le sue banalità pubbliche distaccate e incoerenti sull’Occidente e l’adesione all’UE e alla NATO. Abbiamo persone intelligenti, non puoi ingannarle all’infinito. Sono un grande ammiratore dell’appartenenza alla NATO, ma è impossibile, attuare il punto.”

Dell'Ucraina esiste solo una parte che si può definire nazione e che si potrebbe staccare: quella dei ruteni, che parla l'ucraino ed è il 20%, dato che il resto parla il russo; popolo di guerrieri, ma che sono stati, alla fine, sempre dominati da altri popoli.

Le vicende di oggi ricordano quelle di ieri.

Troppa propaganda solo filo occidentale fa male ed in una guerra non si tifa; o si partecipa attivamente o si resta neutrali e si cerca la via diplomatica, mai perseguita, che sarebbe il rispettare i Protocolli di Minsk, firmati da ucraini e russi ma mai avallati dall’America (ed anche dalla Turchia).

Idem, per il memorandum di Budapest, dove gli Stati non garantirono i confini ucraini, come si sente dire ora, ma lì "assicurarono" (cioè: si è usata una formula, per la prima volta, che non obbliga nessuno ad entrare in guerra, perché il fulcro di quella accordo era la smilitarizzazione mondiale degli ordigni atomici). 

La Russia non è mai stata interessata alla Galizia rutena o all'aria occidentale del fiume Dinipro, né la Nato, ma all'aerea del Mar Nero, cercando di congiungersi, su terra ucraina, fino alla Crimea (anche perché la Nato a nord, ha reso il traffico marittimo di San Pietroburgo impraticabile per la Russia).

Attaccheranno anche Odessa, ma per arrivare a trattare, perché Odessa, senza prenderci in giro, è ucraina solo per bandiera, ma in realtà è sotto controllo ed interesse dell'Europa occidentale, della Turchia e della Nato.

Questo non è in post pro o contro, tipo: "Tra Sparta ed Atene, per chi tifi?" Una domanda senza senso, ma è questo il modo in cui si ora affronta la vicenda della guerra nell'est Europa.

Purtroppo, per diventare Nazione indipendente veramente, da quando esiste il mondo, ci deve essere un soggetto sovrano che compie violenza su altri, vince e poi li assimila in una Nazione. Ma una nazione per a dare in guerra deve avere una struttura popolare omogenea consolidata e con gli stessi fini; non sobillata da altri oltre oceano. L'Ucraina è ancora abbastanza divisa, (come ho già detto, solo il 20% della popolazione parla ucraino) e un commilitone non si può permettere di guardarsi le spalle da un altro che magari e del sud est ucraino o che ha tutta la famiglia in Russia o altrove. Un esempio: Zelenskyj, che ha abolito la lingua russa, parla russo e l'ucraino lo parla a stento e durante le elezioni era mal visto da molti ucraini, che non sopportano né lui, né Putin. Lo spirito nazionalista ucraino, o meglio ruteno, è presente da metà '800, ma soffocato dagli Zar; è riemerso dopo la strage dell'Holodomor, per cui, pur di liberarsi dei russi, sono diventati filo nazisti, sperando che Hitler avrebbe sconfitto i sovietici. 

Ma anche qui, la Germania (e quindi pure gli ucraini, hanno perso, essendo stato sconfitto Hitler dai russi ed americani.

La Russia non ha ragione, è spietata come ogni impero, feroce ed ha sempre dominato i ruteni. Ma la storia si fa così e così la fanno anche gli USA, con le dovute differenze e con una libertà molto maggiore concessa all'Europa, per vari motivi storici e di convivenza reciproca.

E non ha ragione nemmeno la Nato o la UE, che prendono in giro gli ucraini su un ingresso negato nella Nato ed un altro quasi impossibile in Europa, che nel migliore nei casi, per procedure UE, potrebbe avvenire tra 15 anni, semmai ci fosse ancora l'Ucraina, di questo passo, così come definita oggi. Non si è scomodano nessuno a metterci alcun esercito per difenderla dai russi, facendo una guerra per procura, come dicono gli analisti, per sconfiggere il nemico della Nato, sulla pelle ucraina.

La strategia, secondo gli USA e la Nato, è di far collassare la Russia, come espressamente detto dalla Casa Bianca. Questa è una via folle da parte degli USA e controproducente, anche per la UE, quando invece bisogna mediare con i protocolli di Minsk.

Gli Usa ed Uk sono presenti in uno Stato neutrale, ai confini russi, dal 2014, (in cui fanno cadere i protocolli di Minsk) al 2019; pensate che lo facciano per etica e solidarietà? 

La Russia ha invaso questa nazione per l'ennesima volta nella sua storia, facendo errori ed orrori, sottovalutando tante cose, ma soprattutto la l'intelligence americana e turca, che ha dato informazioni precise e mezzi agli ucraini per individuare i bersagli. 

Ora che, con il sangue degli ucraini, gli Usa (che non se lo aspettavano che l'Ucraina potesse reggere così), intravedono la possibilità di annientare la Russia, decidono di inviare più armi ancora, con l'intento, dichiarato dalla Casa Bianca, di rovesciare il governo russo. Altro che interessi per il popolo e democrazia in Ucraina; questo si chiama investire dei capitali enormi per un ritorno di interessi.

Ma se saltasse la Russia, (cosa molto difficile, perché è probabile che la guerra in Ucraina la vinceranno loro ed i confini verranno ridefiniti), nella strategia un po' folle degli americani, che se ne stanno su “un'isola” lontana a guardare, e che in politica estera hanno sempre sbagliato, avremmo più pace, oppure uno scontro mondiale? Tutta le regione russa si destabilizzerà in guerre interne e contro l'Occidente, che provocherebbe ritorsioni in Occidente; altro che l'Isis. Il blocco anti Nato, mai del tutto compatto, ora è più coeso con Russia, Cina, India, Iran ed ora anche Arabia Saudita.

I cambi di un regime avvengono sempre dall'interno e dalla popolazione di quel paese, non tramite golpe o esportando la democrazia. Finché non sarà il popolo russo a cambiare forma di governo (e per ora l’80% è con Putin), non ci sarà mai un cambiamento e bisogna cercare di convivere con i Paesi che la pensano diversamente, stabilendo delle regole reciproche, come ha fatto la UE, con un effetto su Mosca e San Pietroburgo, che sono stati più a contatto con l’Europa, e dove Putin registra il minor consenso. Una strategia senza l’uso di armi, come non fanno invece gli USA, che pensano ad un golpe (si vedano gli effetti contrari ottenuti stabilmente nell’esportare la democrazia).

Con la NATO alle porte, Cina ed India, ed altri Paesi, si coalizzeranno con la Russia, vedendo la gli USA che avanzano.

Sconfiggere ed umiliare un nemico, chi non la vede come noi, come dalle parole del capo di Stato americano ed il suo staff, non è cosa molto intelligente, basti solo ricordare perché scoppiò la Seconda Guerra Mondiale.

Pretendiamo che la cultura del popolo giapponese, cinese, arabo, indiano, etc... sia senza senso, inferiore alla nostra e quindi vada corretta dai noi con la forza o con dei golpe? No, perché i popoli sono diversi e non tutti amano l'Occidente; alcuni sì, e vi si trasferiscono; altri fanno solo commercio e sento che loro sono nel giusto. 

Capire l'altro, serve ad accettare i problemi naturali fra uomini e trovare un equilibrio.

Lo fece l’America, nel 1945, con un gran presidente, che non appoggiò il piano di Churchill, di continuare la guerra ed attaccare Mosca. L’America rispettò gli accordi e con Stalin, si divisero le aree di influenza.

Poi, un altro aspetto: alla UE conviene allargarsi sempre più a Est ed avere sempre più paesi membri in dissenso fra loro o conviene solo aprire ai commerci con altri Paesi, come l'Ucraina, o quello che ne rimarrà ed i suoi problemi interni centenari? Già Italia, Francia, Germania, Austria, Ungheria e Bulgaria hanno uno politica diversa da quella polacca, rumena o inglese.

È ovvio, essendo occidentale, che sto dalla parte degli americani, ma soprattutto degli europei, perché sono italiano; abbiamo un sistema imperfetto, ma molto migliore del loro. Solo un occidentale pazzoide direbbe che si sta meglio in Russia; ma noi europei li abbiamo sempre rispettati nella loro diversità e mai trattati da inferiori come invece fanno gli americani.

Sicuramente, l’Europa deve avere più indipendenza dalla politica americana, soprattutto quando quest’ultima è a suo discapito.

Il problema è che una analisi non prevede aggettivi, stemmi ed etichette da affibbiare; quello lo fanno le TV, non gli storici, geopolitici e politologi. Anche solo l’idea di far cambiare la Russia, cosa un pochino impossibile perchè solo i russi possono decidere di cambiare regime, fare una rivoluzione, come nel '17, almeno che non si pensi di fare un genocidio; i golpe indotti dall’esterno durano come le nuvole.

Per finire, ma non meno importante, la Russia, al contrario di quel che pensano gli Usa, è certo molto più arretrata degli americani, ma tutt'altro che finita come potenza e sta combattendo con una mano dietro la schiena, perché in una guerra "civile", che sta costando carissima, l'avversario, cioè gli Usa, stanno a vedere che cosa metta in campo e qual è il suo livello militare. Questo è un concetto basilare, ovvio fra due potenze nemiche e la Russia, che non è nata ieri, lo sa benissimo, e credo che non sia solo quella che vediamo messa in campo con l'Ucraina.

Si tornerà ad una situazione simile a quella definita dai protocolli di Minsk, dopo un'inutile strage e destabilizzazione. (Vincenzo Mucciaccio)

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