giovedì 20 ottobre 2022

Una donna vicario generale: Il silenzio di Roma

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Stephanie Rieth, una laica nominata ad aprile come “rappresentante del vicario generale” nella diocesi tedesca di Magonza, ha affermato che il Vaticano, sei mesi dopo il suo insediamento, non ha risposto alla sua nomina.
“Non mi stupisco in quanto questa innovazione forse non è ancora così nota o non così interessante, perché la possibilità di creare questo ufficio rientra nel quadro del potere di ogni vescovo diocesano”. “Tuttavia, ci vuole coraggio, perché questo è un cambiamento nella comprensione della leadership da parte della Chiesa”.
Secondo il Codice di Diritto Canonico, i vescovi devono nominare un vicario generale che li aiuti nel governo della loro diocesi. I vicari generali devono essere sacerdoti almeno 30enni, dottori o licenziati in diritto canonico o in teologia o almeno realmente esperti in queste discipline, e raccomandati da sana dottrina, integrità, prudenza ed esperienza nel trattare i casi.
Al momento della nomina di Rieth, la diocesi ha spiegato che il vescovo Peter Kohlgraf aveva pubblicato sulla Gazzetta ufficiale un decreto che stabiliva la base giuridica di questa nuova funzione.
“In qualità di rappresentante del Vicario generale, Rieth potrà non solo rappresentarlo in tutti gli affari interni ed esterni, ma anche svolgere autonomamente i compiti del Vicario generale al suo posto”. “Questa autorizzazione non si applica agli incarichi o alle attività riservati al chierico per il loro legame sacramentale o liturgico”.
I vescovi tedeschi si recheranno a Roma a novembre per la loro visita ad limina. - Fonte

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