Riprendo, ringraziando per la segnalazione, una meditazione di molti anni fa pronunciata da un sacerdote diocesano
Giovedì Santo, l’Amore Folle di Gesù Cristo.
Meditazione di un Sacerdote Diocesano.
Roma, 28 Marzo 2002, Giovedì Santo (a cura di Sergio Russo)
Uno dei pericoli maggiori per i consacrati, particolarmente per i sacerdoti, è l’abitudine. Abituarsi, infatti, a Dio e alle cose che riguardano Dio, è tra i danni più dannosi che potrebbe avvenire su di noi. Ci stupisce l’umiltà che ha Dio per lasciarsi prendere dagli uomini, e ci spaventa ancora di più l’ora in cui Dio chiederà conto del modo in cui è stato trattato.
Perché Dio si lascia prendere così, da uomini peccatori e sempre indegni? Se Dio manifestasse apertamente e in modo sensibile la sua grandezza e maestà, chi oserebbe avvicinarsi e rimanere soltanto un attimo al suo cospetto? Nessuno! E Dio sa meglio di noi quanto noi abbiamo bisogno di Lui: siamo noi ad essere bisognosi di Dio e non Dio ad avere bisogno di noi. Perché sia possibile la comunicazione, la comune unione di Dio e l’uomo, agisce Dio avvolto nell’umiltà.
Dio ha preso l’umiltà mosso dal suo amore per gli uomini Poiché ci ha amati, si fece umile, si fece carne, si fece vittima, si fece agnello e pane, si fece erba per le pecore e prato verdeggiante, si fece fonte d’acqua, si fece soave brezza ed ombra in mezzo al deserto. Si fece infine medico e medicina, amante – amore – sposo, si fece… Che cosa non fece il nostro Dio per noi? Umiliò sé stesso, facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. (Fil 2,8).
Così dice il Vangelo di oggi: avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. (Gv 13,1).
Che significa sino alla fine se non che non ha mollato lungo il cammino ed è arrivato alla fine? Che altro significa sino alla fine se non arrivare agli estremi, anzi, oltrepassare gli estremi? Ha oltrepassato i limiti del senno mentale, ed è precipitato nell’abisso della pazzia. Sì, il suo amore per noi è pazzesco, soltanto Lui è stato capace di amare in quel modo. Quale modo? Lavare come uno schiavo i nostri piedi, permetterci di mangiarlo come cibo, lasciarsi prendere come un brigante ed essere crocifisso come un peccatore.
Il suo amore per noi ha raggiunto questi livelli quasi inimmaginabili. Per poter lavarci i piedi come uno schiavo, Lui prese la forma di servo nell’incarnazione (Gv 13,4ss; Fil 2,6-7); perché potesse essere mangiato, inventò l’Eucaristia (Lc 22,14-20); perché sia preso come un brigante, rinunciò alle schiere di angeli e rimase muto come agnello portato al macello (Mt 26,51-56; Is 53,7); perché sia crocifisso come un peccatore, prese su di sé i nostri delitti e fu schiacciato per le nostre iniquità. (Is 53, 5-6).
Man mano che ci addentriamo nell’abisso dell’amore di Gesù Cristo, scopriamo quanto generosa sia stata la sua bontà, quanto misteriosa la sua misericordia, quanto pazzo sia divenuto per noi. Se a noi sembra pazzesco l’amore di Dio, ciò accade forse perché non sappiamo amare. L’amore, infatti, e solo l’amore, è capace di queste cose per il bene dell’amato. Chi ama veramente, questo lo sa, e quanto più grande e il suo amore, tanto meno guarda a sé stesso e solo pensa al suo amato.
L’amore è pazzesco solo quando arriva agli estremi, ma la sua pazzia ha certamente una logica perfetta, ed è più saggia della saggezza umana.
Sarebbe uno sbaglio, e abbastanza grosso, cercare la ragione dell’amore di Cristo in noi. Sarebbe più saggio invece stupirsi che ci abbia amato, e riconoscere che lo fece solo perché è buono. Come tradire quindi un amante cosi tenero, come dimenticare un sacrificio cosi generoso, come giudicare sbagliata un’umiliazione cosi travolgente? Ebbene, all’amore di Dio occorre rispondere con amore, e alla pazzia divina bisogna rispondere con altrettanta pazzia.
Se vi sembra pazzesco che Dio vi lavi i piedi, non è anche pazzesco permettere a Iddio che ci lavi i piedi? E tuttavia, a tale pazzesco amore divino si risponde, per soddisfarlo… con una pazzia simile!
Se vi sembra pazzesco che Dio si lasci mangiare dai peccatori, non è pazzo pure chi osa avvicinarsi a Dio per mangiarlo? E tuttavia lo si placa, tale pazzesco desiderio, con la pazzia della comunione.
E se ancora vi sembra pazzo il Signore che affronta la morte in croce, non risulta anche pazzo chi rinnova quotidianamente questo Sacrificio sull’altare e chi si mette sotto l’ombra della croce per trovare la vita eterna? E tuttavia Cristo lo ha comandato: fate questo in memoria di me! (1 Cor 11,25).
Non è facile trattare con un pazzo, perché occorre capire la sua pazzia per riuscire a comunicare con lui. Chiediamo la grazia di diventare pazzi d’amore per Cristo, affinché Cristo comunichi liberamente ed abbondantemente con noi
Un Sacerdote diocesanoRoma, 28 Marzo 2002, Giovedì Santo (a cura di Sergio Russo)
GIOVEDÌ SANTO
RispondiEliminaMESSA IN COENA DOMINI
Gesù Cristo, Sommo Sacerdote, nella notte in cui fu tradito, istituì la S. Eucaristia e diede mandato agli Apostoli, divenuti Sacerdoti, a ripetere il memoriale della Sua Passione, Morte e Resurrezione: "fate questo in memoria di me" (Luca 22, 19).
"Ogni Sommo Sacerdote scelto fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati". (lettera agli Ebrei)
Nasce così la Chiesa del Signore nostro Gesù Cristo per la salvezza delle anime.
San Luigi Maria Grignion de Montfort
RispondiElimina“Tutti i buoni sacerdoti sparsi nel mondo cristiano,
sia che si trovino tuttora in pieno combattimento
o si siano ritirati dalla mischia nei deserti e nelle solitudini vengano e si uniscano a noi.
Formiamo insieme, sotto la bandiera della croce,
un esercito schierato e pronto alla battaglia,
per attaccare compatti i nemici di Dio che hanno già dato l'allarme”.
La Madonna a Don Stefano Gobbi
"Saranno tutti Sacerdoti miei: a Me consacrati, che faranno tutto quanto Io ad essi comanderò.
è vicino il tempo in cui Io farò sentire ad essi la mia voce, in cui Io stessa mi metterò alla testa di questa mia schiera preparata per la battaglia."
"ho bisogno di Sacerdoti umili e coraggiosi: pronti a farsi deridere, pronti a farsi calpestare per Me."
"Sarà con questi Sacerdoti umili, derisi e calpestati che Io formerò la schiera che mi consentirà di portare a Gesù un innumerevole numero di figli, purificati ormai da grandi tribolazioni."
Cuore Eucaristico di Gesù, abbiate pietà di noi.
RispondiEliminaPia orazione approvata e indulgenziata dal Sommo Pontefice Pio VII
Ecco fin dove è giunta la carità vostra eccessiva o Gesù, mio amantissimo! Voi delle vostre carni e del preziosissimo vostro Sangue apprestata mi avete una mensa divina per donarmi tutto Voi stesso. Chi mai vi spinse a tali trasporti di amore? Non altri certamente che il vostro amorosissimo Cuore. O cuore adorabile del mio Gesù, fornace ardentissima del divino amore, ricevete nella vostra piaga sacratissima l’anima mia, affinché in questa scuola di carità io impari a riamare quel Dio che mi die’ prove sì ammirabili dell’amor suo! E così sia.