Diceva Santa Caterina da Siena: "Chi con la mano del libero arbitrio prende il Sangue di Cristo e lo applica al suo cuore, anche se è duro come diamante lo vedrà aprirsi al pentimento e all'amore".
Il Sangue di Cristo è onnipotente. Il Sangue di Gesù racchiude la salvezza di tutto il nostro essere ed è particolarmente efficace contro tutte le forze del male.
O mio Signore Gesù Cristo per la tua dolorosa passione fa scendere una goccia del tuo prezioso sangue su di me, la mia famiglia, i miei defunti, sui miei amici e sui miei nemici affinché possiamo ricevere la grazia del perdono!
Dalle Litanie del Preziosissimo Sangue: Sanguis Christi, Novi et ætérni Testamenti Salva nos!
«Iesus dixit: “Consummatum est!”. Et inclinato capite tradidit spiritum».
RispondiElimina«La Persona unica non si è trovata divisa in due persone dal fatto che alla morte di Cristo l'anima è stata separata dalla carne; poiché il corpo e l'anima di Cristo sono esistiti al medesimo titolo fin da principio nella Persona del Verbo; e nella morte, sebbene separati l'uno dall'altra, sono restati ciascuno con la medesima ed unica Persona del Verbo».
San Giovanni Damasceno, Expositio fidei, 71
La sera del Venerdì Santo, a Gerusalemme, dopo la Via Crucis, ha luogo un rito antichissimo: dal Monte Calvario viene portata a braccio una statua a figura intera di Cristo morto, distesa, con il volto sereno e i segni del martirio ancora visibili; giunta all'interno della basilica del Santo Sepolcro, viene deposta e portata nella tomba.
RispondiEliminaNon si tratta solo di un oggetto devozionale: è un’opera d’arte rituale. Scolpita in legno (forse ulivo), dipinta a mano, vestita a volte con veri abiti liturgici, viene conservata tutto l’anno nel convento francescano di San Salvatore e portata in processione una volta sola, in un’atmosfera sospesa, teatrale, profondamente codificata.
Il rito è scandito da gesti precisi e simbolici: due officianti rimuovono la corona di spine e i chiodi, poi il corpo viene avvolto in un sudario e "unto" con antichi oli profumati, tra cui il nardo, secondo una prassi tramandata nei secoli. Il tutto avviene nel silenzio più assoluto, rotto solo dal rumore delle tenaglie, dal suono sordo del martello sulla croce, e dal fruscio degli abiti cerimoniali — velluto nero, ricamato d’oro.
È una rappresentazione collettiva che unisce arte, memoria e teatro sacro, dove ogni dettaglio — dal profumo ai materiali — ha un ruolo. Un rito di forte impatto emotivo, anche per chi lo osserva da lontano, con uno sguardo attento alla forza espressiva e evocativa di una tradizione millenaria; un momento di comunione e vicinanza emotiva e spirituale, sentito da tutta la comunità locale con grande forza e intensità.
Dio non ha bisogno di persone forti, ma di persone disposte a diventare forti grazie alla Sua Forza.
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