martedì 18 maggio 2021

Card. Bassetti e la logica del compromesso: il testo della legge Zan “andrebbe più corretto che affossato”

Cercano di introdurre in ogni Stato norme ideologiche e discriminanti contro ogni altra visione dell'uomo e del mondo. Dai vertici istituzionali fino all'ultimo gradino della scala gerarchica del sistema di potere viene esibita la loro bandiera, quella del totalitarismo arcobaleno che è penetrata anche nella Chiesa, alimentando il contagio sociale diffuso. 
Leggo la notizia che il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante l’omelia tenuta nella messa dedicata agli operatori dell’informazione ha detto:
il testo della legge Zan “andrebbe più corretto che affossato”. “Noi siamo per la difesa e la dignità di tutti, di qualunque uomo o donna, bisogna difendere sempre i diritti della persona. Mai omologare”. “Io penso che la legge potrebbe essere fatta meglio perché la legge dovrebbe essere chiara in tutti i suoi aspetti senza sottintesi. Chiedo solo chiarezza”.
Con questa dichiarazione peraltro il porporato sconfessa il testo del 10 giugno dello scorso anno [qui], emanato della CEI da lui presieduta:
Al riguardo [delle discriminazioni], un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio.
Questa consapevolezza ci porta a guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati contro i reati di omotransfobia: anche per questi ambiti non solo non si riscontra alcun vuoto normativo, ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni.
Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso.
Chiara e centrata la “preoccupazione”, nell'osservare che “non si riscontra alcun vuoto normativo”, che con la legge Zan “finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione” e parlava anche di un rischio di “deriva liberticida”. Cos'è cambiato da giugno in poi da far pronunciare al cardinale le parole di ieri? A cosa attribuire questa clamorosa e rovinosa marcia indietro?

Ma c'è dell'altro. Al di là dello svarione, che è qualcosa di più, del card. Bassetti e della dichiarazione della CEI, che non fa alcun accenno all'ordine soprannaturale, il dl Zan non ha alcuna ragion d'essere se non nell'arroganza del pensiero unico dominante e dei suoi sottoprodotti. È ormai evidente che l’intento di Zan et similes corrisponde all'idea: non importa chi siate o cosa pensiate, ma avete diritto di parola solo se siete d’accordo con noi. Preoccupa, da parte della Gerarchia vaticana la mancanza di guida spirituale, mentre da parte della destra, la mancanza di pensiero e cultura politica, visto che ha presentato un testo di legge alternativo allo Zan in cui sono eliminate le parti legate all'indottrinamento scolastico e alla repressione del pensiero non omosessualista. Lo sposare la logica del compromesso o del male minore è perdente in ogni caso. E comunque scendere a compromessi sui principi è indice di decadenza culturale e morale prim'ancora che politica. In più appare evidente anche la mancanza di decifrare l'intenzione, ormai a livelli sovranazionali, di sovvertire, anzi di far sparire la società... almeno quella conosciuta fino ad oggi attraverso una sorta di colonialismo psichico che rincoglionisce le menti.

Il card. Bassetti non fa altro che ricordarci che la decadenza, dalla quale discende quella sociale e morale, è soprattutto spirituale. Il vero problema è il rifiuto di Dio e della Sua legge, superando ormai perfino l'ultimo baluardo di quella naturale.

Il Ddl incriminato contiene assurdità giuridiche che portano a concepire un reato basato su un non meglio identificato odio collegato alla semplice espressione di opinioni, critiche sulla tendenza omosessuale, per ragioni che possono attenere non soltanto la medicina, la psicologia o la sociologia ma in definitiva la teologia e la metafisica; quest'ultima da troppo tempo messa all'angolo. Ne deriverebbe un inusitato potere discrezionale dato al giudice di valutare il presunto odio esistente in ogni tipo di espressione. Si introdurrebbe nel codice penale un reato indefinito lasciando al giudice la decisione di individuarlo o addirittura coniarlo a suo piacimento. Un arbitrio intollerabile, proprio piuttosto di regimi totalitari. Tra l'altro non  possiamo ignorare come troppo spesso una parte considerevole della magistratura sia in stretto connubio con la sinistra e con buona parte della stampa di regime, nonostante recenti scandali venuti alla luce impongano una seria riflessione sull'inerzia di chi dovrebbe intervenire per interrompere questa china non solo poco edificante ma soprattutto rovinosa per la tenuta democratica del nostro paese. Crisi dell'autorità, non solo per desistenza da adeguati interventi correttivi ma per connivenza con le forze deteriori sia a livello ecclesiale che a livello politico.

E dunque l'obiettivo non può essere semplicemente quello di difendere la libertà di pensiero chiedendo la cancellazione del "controllo e criminalizzazione del pensiero" a cui si è limitata con grande miopia l'opposizione di destra [qui]. Scrive in proposito il mio amico Rosario Del Vecchio, che condivido toto corde:
"...Ecco è proprio questo pensiero l'errore in questione. L'errore che indebolisce tutto il fronte della verità storica. Anzi: è stato proprio aver lasciato parlare del tutto liberamente il male che ha portato la situazione qui dove siamo arrivati. Se in una Scuola la Verità avesse gli stessi diritti dell'Errore significa che i bambini devono ascoltare lezioni in cui si dice la Verità e lezioni in cui si nega la Verità. Lezioni in cui si dice il bello del pudore e lezioni in cui si dice il bello dell'orgia! Luxuria avrebbe gli stessi diritti pedagogici e morali di San Francesco nell'educare i bambini. No! L'Errore non ha gli stessi diritti della Verità, ha detto sempre Dio e ha detto sempre la Chiesa. Ma il pensiero cattolico liberale e democratico - al contrario - dice che tutti hanno lo stesso diritto di parlare e di educare i giovani e i bambini. Questo è l'Errore del Concilio, del pensiero democristiano e della concezione cattolico-democratica a cui appartengono Adinolfi, Pillon e quasi tutto il mondo cattolico "quello buono", perché poi c'è pure quello totalmente venduto al nemico. Ecco l'Errore di chi dice che l'attenzione ... Va posta invece, sul "controllo e criminalizzazione del pensiero"
C'è un precedente in Spagna. In base ad una legge analoga al dl Zan, nel 2016, 55 associazioni del mondo LGBT hanno preso di mira il card. Antonio Cañizares, arcivescovo di Valencia, e lo hanno denunciato semplicemente perché, nella sua omelia nella messa del Corpus Domini che precedeva una conferenza presso la locale Università Cattolica, aveva parlato di “impero gay e certe ideologie femministe” che mirerebbero a fare guerra “al bene prezioso della famiglia cristiana” [qui].
Di questo passo i pastori non potrebbero più annunciare la Parola di Dio e impartire insegnamenti in piena libertà, senza bavagli ideologici. E i cittadini cattolici non potrebbero continuare a esprimere il loro pensiero sulla vita, la famiglia, educare i figli alla luce del piano di Dio, senza correre il rischio di finire in tribunale o perfino in galera.... E si parla di discriminazioni!
Maria Guarini

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