lunedì 17 maggio 2021

La dichiarazione di mons. Lefebvre divenuta il manifesto della FSSPX durante l'attuale crisi della Chiesa

Qui un interessante scritto di Paolo Pasqualucci sulla posizione della Fraternità San Pio X.
Il 21 novembre 1974, Mons. Marcel Lefebvre pubblicò la sua famosa dichiarazione destinata a diventare il manifesto della Fraternità San Pio X durante questi dolorosi periodi di crisi della Chiesa:
«Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l'anima alla Roma cattolica custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento della stessa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità.».
«Noi rifiutiamo, invece, e abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono scaturite.».
Il 18 maggio 1975, il fondatore della Fraternità San Pio X diede l'esatto significato di questa affermazione:
«Non è mai stato nella mia intenzione o in quella dei miei collaboratori di spezzare in alcun modo l'unità con la Chiesa cattolica e con il suo legittimo capo, Papa Paolo VI. Quindi, solennemente, rinnovo il mio attaccamento al Sommo Pontefice e alla gerarchia cattolica di cui, per grazia di Dio e per autorità della Sede Apostolica, faccio parte da quasi 30 anni. Interpretare la mia dichiarazione del 21 novembre in senso scismatico è una cosa impossibile e l'ho ricordato all'Abbé de Nantes nella mia lettera del 19 marzo 1975 in cui ho scritto: "Sappiate che se un vescovo romperà con Roma, quello non sarò io". La mia affermazione lo dice esplicitamente e con forza».
«Tuttavia, negare l'influenza modernista e liberale esercitata nella Chiesa, specialmente da quando il Concilio Vaticano II, nelle riforme che sostengono di essere ispirate dal Concilio, significherebbe negare l'evidenza che viene resa ogni giorno più urgente e dolorosa nei cuori dei fedeli».
«Rispettiamo con sincerità i testi di questo Concilio pastorale nella linea di tutta la Tradizione, come precisato dal Sommo Pontefice Giovanni XXIII, nel suo discorso che ha chiuso la messa di apertura dell'11 ottobre 1962. Ecco perché noi respingiamo fermamente qualsiasi ambiguità e interpretazione indebita dei testi del Vaticano II e professiamo l'autorità di questo Concilio nei confronti delle diverse note teologiche applicabili a tutti i testi conciliari. Fede nella Chiesa, fede nel primato del Romano Pontefice, rifiuto di tutto ciò che contribuisce all'autodistruzione della Chiesa, tale è la linea che seguiamo, nonostante l'attuale calvario».
«Ecône si considera una fonte sacerdotale per contribuire alla costruzione della Chiesa cattolica apostolica e romana. Ecône non ha altre pretese».
(Fonti: FSSPX/MG – FSSPX.Actualités - 21/11/2019) 

1 commento:

  1. Chi crede che mons. Lefebvre, e i suoi stessi figli, possano essere usati ed emarginati, usati perché emarginati, ed emarginati perché usati, si sbaglia, E rimarrà deluso. Infatti, tutto è una fotocopia. L'assassino ritorna sempre sul luogo del delitto. E non solo per rubare.

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