Ringrazio Gian Pietro Caliari per questo suo contributo ad uno dei temi più dibattuti in questi giorni: ne ho parlato qui. Un testo un po' forte, certamente, ma non di meno interessante.
di Gian Pietro Caliari
Non facient iniquitatem nec loquentur mendacium;
et non invenietur in ore eorum lingua dolosa.
Per comprendere appieno il denso significato teologico, ecclesiologico e pastorale delle solerti e magistrali dichiarazioni del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Signor Cardinale di Santa Romana Chiesa l’Eminentissimo e Reverendissimo Gualtiero Bassetti, in riferimento all’ormai noto, ma per questo non meno infame e nefasto, Disegno di Legge Zan si sarebbe tentati, di primo acchito, di pensare che l’Eminentissimo soffra di un problema di dislessia senile.
Per l’Eminentissimo, infatti, il DDL Zan va bene, ma va solo riscritto meglio.
Cerchiamo allora di fare una breve mappa concettuale sintetica ad usum dei dislessici, soprattutto se senili come nella fattispecie.
Con il DDL Zan, si introduce legalmente in italiana il concetto ideologico, ma ora di natura giuridica, di genere (gender), distinto e contrapposto a quello di sesso biologico.
Va bene scritto così, Signor Cardinale Cattolico?
Con il DDL sono introdotte non solo sanzioni penali ma persino pene accessorie - vale a dire rieducative da tenersi in istituzioni e associazioni che si occupano delle tematiche relative al detto disegno di legge - per chiunque osi affermare o anche solo sembrare di affermare che la natura è quella di maschio e femmina, il resto è e rimarrà pura ideologia.
Così va meglio, Signor Presidente della CEI?
Con il DDL si introduce una “ Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” in occasione della quale “le scuole provvedono alle attività”, anch’esse di promozione ed educative, di cui alla predetta giornata. Di fatto, una propaganda sistematica e di massa per le future generazioni dell’ideologia LGBTQI+.
Le suona più chiaro, Signor Arcivescovo di Perugia?
Con il DDL, ma i tempi sono già stati provvidenzialmente anticipati con il Decreto Agosto, si stanziano quattro milioni all’anno come ulteriore contributo alla galassia LGBTQI+ di cui il proponente Zan è uno dei migliori esponenti quale titolare della società che già gestisce il Gay Village di Padova, alla faccia di ogni possibile conflitto d’interesse o di legge ad personam!
Così è più comprensibile, signor battezzato cattolico Gualtiero Bassetti?
Con il DDL Zan, infine ma non da ultimo perniciosamente, si vuole ulteriormente accrescere una tensione diffusa e politicamente corretta contro la Chiesa Cattolica perché si allontani dalla sua Dottrina nel solco della Rivelazione e della Tradizione.
Lo intuiva profeticamente già nel lontano 1986 la celebre nota della Congregazione della Dottrina della Fede, allora guidata da Joseph Ratzinger, che scriveva:
“Questa Congregazione desidera chiedere ai Vescovi di essere particolarmente vigilanti nei confronti di quei programmi che di fatto tentano di esercitare una pressione sulla Chiesa perché essa cambi la sua dottrina, anche se a parole talvolta si nega che sia così. Un attento studio delle dichiarazioni pubbliche in essi contenute e delle attività che promuovono rivela una calcolata ambiguità, attraverso cui cercano di fuorviare i pastori e i fedeli. Per esempio, essi presentano talvolta l'insegnamento del Magistero, ma solo come una fonte facoltativa in ordine alla formazione della coscienza. La sua autorità peculiare non è riconosciuta. Alcuni gruppi usano perfino qualificare come « cattoliche » le loro organizzazioni o le persone a cui intendono rivolgersi, ma in realtà essi non difendono e non promuovono l'insegnamento del Magistero, anzi talvolta lo attaccano apertamente. Per quanto i loro membri rivendichino di voler conformare la loro vita all'insegnamento di Gesù, di fatto essi abbandonano l'insegnamento della sua Chiesa. Questo comportamento contraddittorio non può avere in nessun modo l'appoggio dei Vescovi” (Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, n. 14).
Adesso le è chiaro, signor Bassetti?
O che, forse, le è sfuggito Eminentissimo che da alcuni anni i media italiani, soprattutto, quelli pagati dai contribuenti perché considerati di servizio pubblico sono contraddistinti da una martellante e subdola campagna di propagazione e propaganda LGBTQI+?
L’ipotesi della dislessia, in sé suadente, non è, tuttavia, credibile perché si tratta - se veramente esiste - di una disfunzione adolescenziale e dunque non può riguardare il caso di specie, quello di un così eminente prelato di Santa Romana Chiesa.
Per spiegare l’inusitata e, per altro, non richiesta uscita dell’Eminentissimo dobbiamo ricorrere a desuete pratiche cultuali e di corte, che affondando le loro radici ab immemorabile nella storia e nella cultura europea.
Vedremo, infatti, che tale usanza è rimasta così radicata nel linguaggio, da aver cristallizzato sotto il profilo idiomatico le lingue dell’Europa occidentale.
Si tratta della pratica dell’osculum infame.
Era l’atto con cui gli adepti di Satana e di culti del male manifestavano la loro sudditanza al Maligno, che si materializzava sotto le sembianze di un capro, e consisteva - appunto - nel bacio osceno con cui il devoto venerava le terga dell’effige demoniaca.
Un dotto libro di Pantalea Mazzitello del 2015, con la prefazione di Franco Cardini, s’intitola Il bacio spudorato. Storia dell’osculum infame.
Apprendiamo che questa immonda pratica non fu affatto episodica, ma risale agli inizi del Dodicesimo secolo e continuò fino alla fine del Diciassettesimo.
Oggi, la sua sopravvivenza è, inconsciamente, assicurata da espressioni volgari sempre, spesso ingiuriose, talvolta semplicemente goliardica e umoristica - presente in molte lingue: italiano “baciare il culo”; inglese. “to kiss my ass”; tedesco. “küssen da ich sitz” o “küssen da wo ich keine Nase habe”; francese. “baisez le cul" o “baiser le visage sans nez”; ecc. e al gioco di parole che si ottiene scomponendo la parola latina osculum (bacio) in os (bocca) e culum (posteriore).
Anche nella letteratura moderna e contemporanea permangono testimonianze sporadiche mentre diversa era la situazione in quella medievale.
Nel Ludus Theophili, testo proto-teatrale del sec. XII, il rito del bacio immondo e disonorante, l’osculum infame è testimoniato con chiarezza.
M. Bayless nel suo Parody in the Middle Age del 1996 ipotizza che lo stesso rito feudale di sottomissione dell’osculum pacis, che il neo-cavaliere riservava al suo signore, fosse in realtà “un bacio di umiliazione o riverenza e come prova da superare”
Lo testimonierebbe nell’epica del ciclo di Re Artù - Lancelot, Guiglain e Tirant le Blanc - il valore iniziatico del “fier baiser”, appunto, il fiero bacio!
Lo storico tedesco Ernst Hartwig Kantorowicz è l’autore dell’importante opera Die zwei Körper des Königs. Eine Studie zur politischen Theologie des Mittelalters (I due corpi del Re. L'idea di regalità nella teologia politica medievale) del 1957.
Kantorowicz ben analizza come l’apparire dell’autorità regale si sia accompagnata all’affermarsi - in campo civile - dell’idea che anche il corpo regale avesse una duplice natura: una corporale, come uomo, ma anche una spirituale-sacramentale, come monarca. Dunque, al re spettasse la stessa venerazione delle specie sacramentate.
Degli usi, in voga fra le corti europee fino al XVII secolo, tuttavia, è bene tralasciare, ma includevano l’osculum infame.
Il 13 Ottobre del 1307 fu eseguito l'arresto, ordinato dall'inquisitore di Francia Guglielmo Imbert, di tutti i Templari in terra Francese.
Sappiamo che il piano di Filippo il Bello mirava solo a rimpinguare l’esausto tesoro della Corona e a imporre la sua supremazia regale sulla Chiesa.
Gli storici hanno dimostrato che le accuse mosse contro il Gran maestro dell’Ordine Templare Jacques de Molay e i suoi cavalieri erano false e che le confessioni, che li portarono al rogo, erano state estorte con terribili torture e supplizi.
Fra i reati contestati, tuttavia, era menzionato appunto quello di praticare l’osculum infame da parte dei cavalieri sulle terga del Gran Maestro.
Provava, dunque, l’accusa di lesa maestà, essendosi il Gran Maestro arrogato diritti che erano solo reali e divini!
In un anonimo testo anti-cavalleresco del XII secolo, invece, l’ Audigier o il cavaliere nel letamaio, il protagonista e improbabile cavaliere cerca invano di sconfiggere in duello l’orribile megera Grinberge. Ma, infine, vinto da questa si vede obbligato all’orrendo rito dell’osculum infame, mentre questa siede in un letamaio.
Audigier è un cavaliere alla rovescia in un mondo alla rovescia: il bacio che rappresenta in qualche modo la sua investitura non può che essere un baiser au cul.
Ecco, appunto, in un mondo alla rovescia!
Dove un’intero episcopato cattolico italiano, ma anche un’intero corpo ecclesiale, è stato piegato dal presidente della CEI a un devoto ma sacrilego e sconcio osculum infame al potere imperante del politicamente corretto e del moralmente corrotto, di cui alcune forze politiche sona da anni indefessi paladini assieme ai Padroni del Caos.
L’Eminentissimo l’ha certamente offerto con doveroso distanziamento sociale - mala tempora currunt! - ma la mascherina, quella sì!, gli è proprio caduta.
Per questo, al di là di ogni celia, suonano ancora profetiche le parole di Sofonia che annuncia l’avvento dei veri credenti.
“Non commetteranno più iniquità, e non proferiranno menzogna; non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta” (Sofonia 3,12-13).
Parole che, forse, l’Eminentissimo deve aver trascurate nelle sue quotidiane meditazioni così preso a esternare il suo pensiero dislessico sulla stampa nazionale.
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