Nella nostra traduzione da LifeSiteNews un sensazionale articolo sulla critica all'Occidente, da parte del Presidente della Federazione Russa, per aver permesso alla cultura woke di introdurre “una discriminazione al contrario” per mezzo della teoria critica della razza e di distruggere i valori familiari tradizionali per mezzo dell’ideologia gender. Indice Articoli su transumanesimo e realtà distopica [qui].
Soči, Russia, 25 ottobre 2021 (LifeSiteNews) — Il Presidente russo Vladimir Putin ha condannato la crescente diffusione in Occidente della cultura woke, della teoria critica della razza e dell’ideologia gender e ha definito quest’ultima un “crimine contro l’umanità”.
Putin ha esternato questi commenti giovedì scorso durante un discorso alle autorità e ai giornalisti a Soči, nel club di discussione Valdai, un forum annuale sugli affari russi. Il Presidente russo ha criticato duramente l’Occidente per aver permesso alla cultura woke di introdurre una “discriminazione al contrario” per mezzo della teoria critica della razza e di distruggere i valori familiari tradizionali per mezzo dell’ideologia gender, comparando entrambi i fenomeni agli strumenti di propaganda utilizzati dai governi comunisti durante l’era sovietica nel suo paese. Egli ha poi definito l’atto di esporre bambini innocenti a “valori” sessuali non tradizionali una “mostruosità” e un “crimine contro l’umanità”.
Il leader russo ha esordito con la condanna della teoria critica della razza, alludendo a movimenti statunitensi come Black Lives Matter e la cancel culture, affermando che, ben lungi dal combattere il razzismo, essi stanno creando una sorta di “discriminazione al contrario”.
“La lotta per l’uguaglianza e contro la discriminazione si è trasformata in un dogmatismo aggressivo che sfocia nell’assurdo”, ha dichiarato.
Putin ha poi menzionato la censura attualmente esercitata in alcuni luoghi contro opere d’arte o letterarie classiche oggi considerate “retrograde” o insensibili alla presente prioritarizzazione dei temi della razza e del gender.
“Le opere dei grandi autori del passato — come per esempio Shakespeare — non si insegnano più a scuola o nelle università perché le loro idee sono considerate retrograde”, ha affermato il Presidente.
“… Si accusano i classici di essere retrogradi e di ignorare l’importanza del gender o della razza”.
Putin ha anche criticato le cosiddette quote di diversità — applicate all’industria dell’intrattenimento — che selezionano i personaggi in base alla loro razza o al loro sesso.
“A Hollywood vengono distribuiti memoranda sul modo adeguato di scrivere i copioni e su quanti personaggi di quale colore o sesso devono essere presenti in un film”, ha dichiarato, sostenendo che queste tattiche sono peggiori della propaganda esercitata dal dipartimento agitprop del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.
Il Presidente russo ha affermato che la battaglia originaria contro il razzismo, che secondo lui era “necessaria” e “nobile”, è stata attualmente rovesciata dai culture warriors che rivendicano l’affermazione della teoria critica della razza e della cancel culture.
“Combattere atti razzisti è una causa nobile e necessaria, ma la nuova ‘cancel culture’ ha trasformato questa lotta in una ‘discriminazione al contrario’, ossia in un razzismo al contrario”.
Putin ha poi sottolineato che l’attuale enfasi eccessiva sulla razza è esattamente ciò che gli attivisti che lottavano per il riconoscimento dei diritti civili negli anni Sessanta cercavano di evitare, poiché il loro sogno era quello di eliminare le differenze e le divisioni. Egli ha citato il famoso discorso di Martin Luther King, “I have a dream”.
“Per questo ho chiesto ai miei colleghi di trovare la seguente citazione dal discorso di Martin Luther King: ‘Io nutro un sogno: che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione in cui non saranno giudicati in base al colore della loro pelle ma in base alla loro personalità”.
In seguito, Putin ha affrontato il tema dell’ideologia gender e manifestato la sua opinione secondo cui in molte nazioni occidentali “il dibattito sui diritti delle donne si è trasformato in un’autentica fantasmagoria”.
“Gli zeloti di questi nuovi approcci si spingono addirittura ad abolire del tutto questi concetti [di uomo e di donna]”, ha affermato.
“Chiunque si azzardi a menzionare che esistono davvero uomini e donne — il che è un fatto biologico — rischia di essere ostracizzato”, ha aggiunto.
Il leader russo ha poi menzionato l’emergere di una “neolingua” creata dalla cultura del gender e ha definito “malata” l’idea di sostituire parole come “madre” e “padre” con le espressioni “parente numero uno” e “parente numero due” o “allattamento al seno” con “allattamento umano” al fine di non offendere persone “che non sanno a quale sesso appartengono”.
Putin ha utilizzato parole forti per condannare i tentativi, operati da alcuni Stati e governi, di imporre quest’ideologia persino ai bambini piccoli. Ha definito le pratiche di insegnare loro che non esistono sessi biologici o di permettere loro di cambiare sesso “mostruosità”, affermando anche che in molti casi la scelta viene imposta ai bambini dagli insegnanti mentre i genitori sono “esclusi dal processo”.
“Non fanno nemmeno lo sforzo di consultare pedagoghi — è mai possibile che un bambino in così tenera età sia capace di compiere una decisione di questo tipo?”, ha chiesto.
“Chiamando le cose col loro nome, questo è un crimine contro l’umanità che viene perpetrato in nome e sotto le insegne del progresso”.
Commentando le varie iniziative promosse dai sostenitori della cultura woke e dai cosiddetti culture warriors, Putin ha sottolineato che le tattiche utilizzate e le idee introdotte non sono nuove, bensì risalgono alla propaganda storica marxista.
“Il fatto che la Russia abbia già vissuto questo fenomeno potrà sorprendere molti”, ha affermato.
“Dopo la rivoluzione del 1917 anche i Bolscevichi, basandosi sui dogmi di Marx ed Engels, dichiararono che avrebbero modificato le tradizioni e i costumi esistenti, non solo quelli economici e politici, ma la stessa nozione di moralità umana e i fondamenti di una società sana”, ha spiegato.
Secondo Putin, i valori conservatori che sono attaccati oggi dalle orde woke in Occidente sono gli stessi che sono stati sotto attacco da parte dei comunisti nella Russia dell’epoca.
“La distruzione di valori antichi, della religione e delle relazioni sane tra le persone, fino ad arrivare alla distruzione totale della famiglia (abbiamo sperimentato anche questo), l’incoraggiamento a denunciare i propri cari, tutto ciò era definito ‘progresso’ ed era ampiamente fomentato nel popolo anche allora, come succede oggi”.
Nemmeno la creazione di un intero linguaggio nuovo e l’introduzione di nuovi concetti come “parente numero uno” e “parente numero due” è nuova. Il Presidente russo ha osservato che la stessa tecnica era utilizzata dagli ingegneri sociali sovietici.
“Lo ripeto, non è niente di nuovo. Negli anni Venti, anche i cosiddetti Kulturtraeger sovietici hanno inventato una neolingua, credendo in quel modo di poter creare una nuova coscienza e cambiare i valori”.
Il Presidente Putin ha un lungo curriculum di difesa dei valori familiari tradizionali.
Nel 2013, come Primo Ministro, ha firmato un decreto che ha reso illegale la distribuzione di informazioni su “concetti sessuali non tradizionali” ai bambini in tutta la Federazione Russa. Putin ha difeso questo decreto sulla CBS due anni dopo, nel 2015, affermando: “Credo che dobbiamo lasciare in pace i bambini”. Nel 2016, come Presidente, Putin ha nominato due attiviste pro-vita — una madre di sei figli e la moglie di un sacerdote ortodosso russo — direttrici della Commissione Russa per la Protezione dei Diritti della Famiglia e dei Figli. E nel 2019, durante una discussione sui valori familiari che ha avuto luogo in occasione di un meeting sulle riforme costituzionali, Putin ha dichiarato: “Per quanto riguarda il ‘genitore numero uno’ e il ‘genitore numero 2’, ho già affermato pubblicamente e lo ripeto ancora una volta: finché sarò presidente, non avremo nessun genitore numero 1 e numero 2, bensì ‘papà’ e ‘mamma’”.
[Traduzione per Chiesa e post-Concilio di Antonio Marcantonio]
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