venerdì 15 ottobre 2021

vescovo Schneider : la messa antica “è più forte” di Papa Francesco. “Vincerà”

Leggo traduco e, in calce, commento da LifeSiteNews un articolo di Maike Hickson. Il vescovo Schneider, in visita pastorale negli Stati Uniti, dice a Steve Bannon che la messa in latinoè più fortedi Papa Francesco: Vincerà”. Lo ha dichiarato anche in un’intervista a Raymond Arroyo alla EWTN andata in onda il 7 ottobre scorso. (I precedenti sulla TC, con altri interventi di Mons. Schneider, qui).

Il vescovo Athanasius Schneider, in una recente intervista rilasciata a Steve Bannon sul War Room Pandemic dell’8 ottobre, discutendo il nuovo motu proprio Traditionis Custodes che mira ad abrogare la Messa antica, ne ha affermato l’importanza e la natura perenne, dichiarando: “La Messa tradizionale è più forte di Papa Francesco… vincerà”.

Interrogato sul suo prossimo libro The Catholic Mass (che sarà pubblicato da Sophia Press), il vescovo di origine tedesca spiega l’essenza del Santo Sacrificio della Messa, che “è il più importante atto della vita di tutta la Chiesa. La ragione? Perché la Santa Messa è la Presenza mistica, sacramentale e reale dell’atto di salvezza dell’intera umanità – il Sacrificio sulla Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. La Santa Messa è l’atto redentore dell’uomo-Dio, di Gesù Cristo, il Redentore del genere umano… e perciò questa è la fonte – la fonte sempre viva – delle grazie nella vita della Chiesa”.

Mons. Schneider ha anche accennato ai cambiamenti apportati al rito romano dopo il Concilio Vaticano II, sottolineando che la prima Messa riformata del 1965 – subito dopo il Concilio – non era in rottura con la Tradizione, in quanto non così “drastica o rivoluzionaria” come i successivi sviluppi e cambiamenti, dal momento che introduceva “solo piccoli cambiamenti, non sostanziali”. Ma poi, dopo il Concilio, “sotto la guida di mons. Bugnini, hanno fatto una vera rivoluzione – drastica, tuttora in vigore e che purtroppo è una tragedia. E quindi, dobbiamo tornare indietro e ripristinare e diffondere la forma della Santa Messa secolare”. 

Inoltre, quanto alla Messa del Concilio di Trento del XVI secolo, il vescovo sottolinea che “documenti e manoscritti in nostro possesso mostrano che la Messa tradizionale non era la Messa tridentina – No. Era la stessa messa precedente il Concilio di Trento, dopo il quale non è stata modificata. Loro [i novatori -ndr] hanno documenti dall’inizio del secondo millennio fino all’undicesimo secolo, ma noi abbiamo l’ordo che è lo stesso dopo il Concilio di Trento – lo stesso della Messa latina tradizionale. Al Concilio di Trento sono stati fatti solo piccoli cambiamenti nelle rubriche”. Ciò significa che “La Chiesa in 2.000 anni non ha mai fatto nella liturgia cambiamenti drastici o rivoluzionari. Ciò è avvenuto per la prima volta nel 1969 quando Paolo VI ha pubblicato il suo Novus Ordo veramente rivoluzionario. E questo è contro la natura della Chiesa”.

Afferma mons. Schneider che i cambiamenti attuati alla Messa dopo il Concilio “sono frutto di un’ideologia” ed espone le anomalie della Messa Novus Ordo come segue:
Coloro che hanno riformato la liturgia sotto la guida di mons. Bugnini e altri, hanno voluto avvicinare al significato, all’insegnamento e alla preghiera cattolici quello protestante, per sottolineare di più il banchetto, il pasto, ma questo è un aspetto secondario. Centrale è il sacrificio sulla croce. Cristo, con l'Ultima Cena, non ci ha redenti con un pasto. Ci ha redenti con il suo sacrificio sulla croce, mentre la Nuova Messa tende ad essere più simile ad un pasto come credono e fanno i protestanti. La tendenza era anche quella di rendere la Messa più informale: l’intero stile della Nuova Messa ha così tanti momenti di creatività – così tanti spazi vuoti dove il celebrante può improvvisare e anche presentarsi. Quindi è molto pericoloso che la Nuova Messa abbia in sé la tendenza a fare spettacolo e ad essere antropocentrica. Questo è molto dannoso per la fede, per la devozione e per la preghiera.

Con il suo nuovo libro su La Messa Cattolica, Mons. Schneider spera di poter favorire il ripristino della “centralità di Dio nella liturgia”, come recita il sottotitolo del suo libro. “Questo è il nostro problema oggi e questa è la causa più profonda della crisi della Chiesa nel nostro tempo: Che abbiamo bandito Dio dal centro nella vita della Chiesa, nella vita di preghiera, nella liturgia. L’uomo è diventato il centro”. 

Riguardo alla crescita della liturgia tradizionale e della fede in tutto il mondo, il vescovo Schneider è convinto che questa Messa “vincerà”, e che il “rito tradizionale è più forte di Papa Francesco”. Qui, si riferiva al nuovo motu proprio Traditionis Custodes del Papa del 16 luglio che limita l’uso del rito della Messa latina tradizionale.
“Queste limitazioni”, ha detto il vescovo a Bannon, “sono davvero di breve durata – crolleranno. Perché la verità e la bellezza della preghiera della Chiesa di tutti i tempi è così potente e così bella. Questa è la dimostrazione che la Chiesa è nelle mani di Dio”. Ha aggiunto che dalla pubblicazione di questo nuovo motu proprio, diversi sacerdoti che conosce hanno visto un aumento di fedeli che frequentano la Messa tradizionale in latino.
Chiedendosi le ragioni per cui Papa Francesco vorrebbe cercare di limitare questa bella Messa, Mons. Schneider ha pensato che forse questa Vecchia Messa è vista come un “ostacolo” all’agenda del Papa e dei suoi collaboratori, che è più orientata verso le “realtà terrene”, e meno sulle realtà soprannaturali. Ma questa Messa tradizionale è esattamente il contrario: È incentrata su Dio, sulla vita eterna e sul soprannaturale. 

Ed è per questo che il vescovo Schneider crede che la Messa Novus Ordo debba “tornare all’essenza del rito tradizionale”, come ha detto a Raymond Arroyo di EWTN nella sua intervista del 7 ottobre.

“L’uomo mette sé stesso al centro, e Cristo è stato messo da parte”, ha dichiarato, aggiungendo: “Si manifesta quotidianamente nel modo di celebrare la Santa Messa, specialmente la Messa Novus Ordo, è veramente uno stile di vita e di preghiera centrato sull’uomo. È questa nuova Messa che è parte della “causa della crisi attuale”. “Dobbiamo tornare a dare il primato a Cristo nella Messa, da cui deriva il modo di comportarsi”. “Gli atti scaturiscono dall’essere”.

Pertanto, il vescovo non crede che il Novus Ordo e la Messa tradizionale siano due forme dello stesso rito e debbano coesistere. Ha detto ad Arroyo: “Essi [Novus Ordo e Messa tradizionale] sono davvero diversi, dobbiamo essere onesti. Il Novus Ordo è stato cambiato così drasticamente che è parecchio diverso, esistono due riti”. Anche Papa Francesco, ha aggiunto, recentemente ha parlato di una “sorta di biritualismo” per quanto riguarda quei sacerdoti che vogliono celebrare il Novus Ordo e la Messa tradizionale.

“In futuro, entrambi [i riti] dovrebbero avvicinarsi ed essere un unico rito”, ha sottolineato il vescovo Schneider, “o forse con alcune piccole differenze, ma sostanzialmente la Messa Novus Ordo deve tornare all’essenza del rito tradizionale di tutti i tempi”.

Conclusioni
Interessanti le affermazioni di mons. Schneider sulle due forme che sostanzialmente riconoscono il biritualismo, ben evidenziato qui. E anche quelle sulla necessità di tornare alla Messa antica.  
A questo proposito, riguardo all'affermazione conclusiva, credo che i rattoppi sul NO servano a poco, mentre il problema è che il rito antico non è abbastanza conosciuto dalle nuove generazioni e con le restrizioni imposte potrà esserlo ancor meno, salvo il caso che la resistenza dei fedeli e dei sacerdoti, insieme allo scalpore suscitato da disposizioni obiettivamente e ingiustificatamente malevole, non ne favoriscano una insperata diffusione per eterogenesi dei fini. 
Allora, gli effetti di grazia santificante ne scaturirebbero copiosi per la sua intrinseca solenne sacralità intorno al nucleo di istituzione divina e di tradizione apostolica cementata dalla fede di generazioni.

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