Segnaliamo la pubblicazione di un libro profetico e imperdibile di Fulton Sheen “Verità e Menzogne: una critica profetica del pensiero moderno” - casa editrice Mimep di Milano, gestita dalle suore loretane, che ne hanno ristampato la vecchia edizione con la vecchia traduzione rivista e corretta, e l'aggiunta di alcune note. Dopo la presentazione che segue potete trovare anche un breve brano tratto dal libro e un pezzo del primo capitolo: Il declino della controversia
Dalla quarta di copertina:
Così scriveva l’autore nel 1931: “È giunto il momento in cui si è resa necessaria una certa disinfezione, o sterilizzazione intellettuale, affinché la società pensante possa riacquistare la salute”.Con la sua capacità di andare al cuore di ogni questione, analizzarla in termini chiari e spiegarla in termini concreti, Fulton Sheen ci offre, al di là di ogni pregiudizio, una critica precisa agli errori del pensiero moderno nei campi della morale, della filosofia, della religione, della scienza, della sociologia e della psicologia. Il libro cerca di dimostrare come sotto l’appellativo “moderno” si nasconde spesso un vecchio errore, mentre ciò che viene definito “non al passo coi tempi” è in realtà oltre il tempo e al di fuori delle mode, essendo un’espressione della verità che è eterna.Un’opera profetica che il Vescovo Sheen avrebbe potuto scrivere al giorno d’oggi per l’attualità dei temi trattati: l’ateismo e l’agnosticismo, il relativismo e lo scientismo, la carità senza Dio e la falsa tolleranza, l’evoluzionismo di Darwin e la religione cosmica di Einstein, l’umanesimo e la Chiesa, il medioevo e il modernismo, la contraccezione, l’educazione, e tanti altri da scoprire.“La natura di certe cose è fissa e non mai tanto fissa quanto quella della verità. La verità può essere contraddetta mille volte, ma ciò dimostra soltanto che ha la forza di sopravvivere a mille assalti” (Fulton J. Sheen)
Fulton John Sheen nato a El Paso, Illinois, l’8 maggio 1895 e ordinato sacerdote nel 1919, fu consacrato vescovo a Roma l’11 luglio 1951. Un anno dopo cominciò la sua famosa serie televisiva “Life is worth living” che raggiunse un’audience di venti milioni di telespettatori ogni settimana e continuò con successo fino al 1957. San Giovanni Paolo II lo incontrò nel 1979, due mesi prima della sua morte, e gli disse: “Tu hai scritto e parlato molto bene del Signore Gesù. Sei un figlio leale della Chiesa!”. Nel 2012 papa Benedetto XVI lo dichiarò Venerabile. Il 5 luglio 2019 papa Francesco ha approvato un miracolo avvenuto per sua intercessione, aprendo la strada alla beatificazione, originariamente programmata per il 21 dicembre 2019 e poi rinviata ad una data non ancora stabilita. Dello stesso autore Mimep-Docete ha pubblicato “Fatti per l’eternità. Introduzione al cristianesimo” (2022).
Se siete interessati, potete comprare il libro dal sito della casa editrice [qui] per aiutare maggiormente le suore nel loro preziosissimo lavoro di apostolato
INDICE DEL LIBRO:
INTRODUZIONE DELL’AUTORE – 1. IL DECLINO DELLA CONTROVERSIA – 2. INTIMIDAZIONE COSMICA – 3. L’AGNOSTICISMO – 4. UNA MORALE PER GLI AMORALI – 5. LA VOLUBILITÀ DELL’AUTORITÀ SCIENTIFICA – 6. IL TEISMO DEGLI ATEI – 7. UN APPELLO ALL’INTOLLERANZA – 8. LA FILOSOFIA E L’ARTE DEL MEDIOEVO – 9. IL LIRISMO DELLA SCIENZA – 10. INTRODUZIONE ALLA MORALE – 11. FEDE ALLA DERIVA – 12. L’ANIMA E LE CONTORSIONI DEL BEHAVIORISMO – 13. IL NEOPELAGIANESIMO – 14. LA FILOSOFIA DELLA CARITÀ – 15. LA RELIGIONE COSMICA – 16. I CIECHI DI FRONTE AL DIVINO E L’EDUCAZIONE – 17. IL CONTROLLO DELLE NASCITE – 18. DIO E L’EVOLUZIONE – 19. PIETRO O PAN? LA BATTAGLIA FINALE
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La mente anormale dell'ateo che non riconosce Dio
È incredibile il pensiero che i cieli abbiano un diametro di duemila milioni di anni luce, a confronto della piccolissima terra, ma è banale se paragonato all’immagine della «Mano che ha misurato i cieli»!
La mente normale che si abbandona alla contemplazione dell’immensità dei cieli viene naturalmente e, quasi a sua insaputa, condotta a concepire l’esistenza di un Essere Onnipotente che li ha distesi nello spazio e li ha sottoposti ad una legge, per cui l’astro passa accanto all’astro, ed il pianeta accanto al pianeta, senza intoppo né sosta.
Anormale è la mente che alla vista della potenza e della grandiosità si sente spinta a pensare a ciò che è piccolissimo; non è naturale che, nel contemplare un grattacielo, l’uomo pensi alla piccolezza della pulce: è invece naturale che pensi alla grandezza della mente che l’ha ideato. Il grande affresco che ricopre tutta una parete non fa che l’uomo sano di mente pensi ad uno gnomo, bensì all’artista.
(Fulton J. Sheen, da "Verità e Menzogne: una critica profetica del pensiero moderno" edizioni Mimep)
Il declino della controversia
Le cause di tale decadenza dell’arte della controversia sono duplici: religiose e filosofiche. La religione dell’uomo moderno ha enunciato un grande dogma fondamentale che sta alla base di ogni altro, vale a dire che la religione deve sbarazzarsi dei suoi dogmi. I credo e le confessioni di fede non sono più di moda; i nuovi leader religiosi si sono accordati per non essere in disaccordo e quelle convinzioni, per le quali alcuni dei nostri antenati sarebbero morti, si sono disciolte in un Umanesimo senza spina dorsale. Come altri Pilati, hanno voltato le spalle all’unicità della verità e hanno spalancato le braccia a tutti gli umori e le fantasie che impone il mondo. Posso immaginare che un Calvinista osservante, il quale ritenga che l’espressione «vai all’inferno» sia pregna di un tremendo senso dogmatico, arrivi ad un violento scontro intellettuale con un Metodista altrettanto osservante, il quale ritiene che si tratti semplicemente di una frase volgare, ma non riesco ad immaginare una possibilità di dibattito nel caso che entrambi, a somiglianza dei nostri Modernisti, decidano di mandare al diavolo l’inferno, per la ragione che non credono più nell’uno e neppure nell’altro.
La seconda causa è filosofica e si fonda sulla speciale corrente di pensiero americana detta «pragmatismo», il cui scopo è di provare l’inutilità di ogni prova. Il tedesco Hegel rese razionale l’errore, l’americano James ha reso irrazionale la verità. Da ciò nasce una preoccupante indifferenza nei confronti della verità, e la tendenza a considerare vero l’utile, e falso ciò che esula dal campo pratico. Colui che si lascia convincere dalle prove viene considerato bigotto, e colui che trascura ogni prova, né si occupa di ricercare la verità, viene giudicato di mente aperta e tollerante. È forse la Chiesa Cattolica, più di tutte le altre forme di cristianesimo, a notare la decadenza nell’arte della controversia. Mai come ora, lungo la sua storia, essa si è sentita altrettanto impoverita per la mancanza di una solida opposizione intellettuale. Oggi non esistono nemici degni della sua spada e se attualmente la Chiesa non offre alcun grande pensatore, o alcuna somma di pensiero, è perché non viene sfidata e quindi indotta a farlo. Il progresso in tutti i campi, anche nel pensiero, nasce da una sfida. Per due ragioni la Chiesa ama il dibattito: perché i conflitti intellettuali sono fruttuosi, e perché essa ama grandemente la ragione. Fu attraverso la controversia che venne edificata l’immane struttura della Chiesa Cattolica. (…)
La Chiesa ama la controversia, non soltanto perché ne trae un incitamento all’attività dello spirito, ma anche per amore della controversia in sé. Si accusa la Chiesa di essere nemica della ragione: al contrario, è la sola al mondo che abbia fiducia nella forza di questa. Col far uso della ragione al Concilio Vaticano I, essa si pronunciò ufficialmente in favore di un sano Razionalismo e dichiarò contro la falsa umiltà degli Agnostici, e la fede sentimentale dei Fideisti, che la sola ragione può giungere a conoscere qualcosa in più della realtà, e che partendo dai fenomeni puramente sensibili, può risalire sino al mistero delle «fortezze eterne», per scoprire il Senza Tempo al di là del tempo e il Senza Spazio al di là dello spazio, cioè Dio: l’Alfa e l’Omega di tutte le cose. La Chiesa chiede ai suoi figli di pensare con intensità e con chiarezza. Poi chiede loro di fare un doppio uso dei loro pensieri: in primo luogo li invita ad esteriorizzarli nel mondo concreto dell’economia, del governo, del commercio e dell’istruzione, per produrre, con tale opera di concretizzazione del pensiero bello e chiaro, una civiltà chiara e bella. La qualità di ogni civiltà dipende dalla natura dei pensieri di cui i suoi migliori pensatori l’arricchiscono. Se i pensieri esternati sulla stampa, nel parlamento o dalle tribune pubbliche saranno meschini, la civiltà stessa assumerà una natura ugualmente meschina, con la rapidità attraverso cui il camaleonte assume il colore dell’ambiente. Ma se i pensieri, che si traducono in parole, saranno alti e nobili, la civiltà, come un crogiuolo, si colmerà dell’oro delle cose degne. (…)
D’altro canto, la Chiesa combatte l’errore di pensiero, perché un pensiero cattivo, libero di girare per il mondo, è più pericoloso di un pazzo criminale. Ogni fatica ha una vita breve, ma i pensieri durano a lungo. Quando la società scopre che è troppo tardi per mandare alla sedia elettrica un pensiero, condanna a morte l’uomo che ne è colpevole. Vi fu un tempo in cui i Cristiani, per salvare la società, mettevano al rogo il pensiero e, dopo tutto, si potrebbe dire qualcosa in favore di tale pratica: l’uccisione di un solo pensiero cattivo può voler dire la salvezza di diecimila pensatori. Ben sapevano questo gli imperatori romani, i quali uccidevano i Cristiani non perché volevano i loro cuori, ma perché volevano le loro teste, o meglio, i loro cervelli; quei cervelli che stavano pensando a come distruggere il Paganesimo. L’intento di queste pagine è appunto di ragionare su come sia possibile mettere a morte il Neo-Paganesimo.
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