venerdì 21 aprile 2023

Anglicani nella Basilica lateranense. Mentre nessuno riuscirebbe mai a passare inosservato se celebrasse il Rito antico

Segnalazioni dei lettori. Anarchia totale, rigore dottrinale smarrito ed ecco i risultati. Non poteva infatti sfuggire all'attenzione il folto gruppo di "sacerdoti" capeggiati dal "vescovo". Il "rammarico" a posteriori risulta bislacco.

Alcuni giorni fa una celebrazione anglicana (Chiesa d'Inghilterra, separata da Roma da cinquecento anni) si è tenuta presso la Basilica Lateranense, la Cattedrale di Roma e del Papa, madre di tutte le Chiese del mondo; non un pellegrinaggio, una preghiera o una preghiera comune (ammissibile in poche limitate circostanze), ma una celebrazione eucaristica. Cattolici e anglicani non solo sono purtroppo in scisma, ma gli ultimi sono purtroppo pure in stato di eresia, e, soprattutto, per aver cambiato le formule nel corso dei secoli, non hanno purtroppo più i sacramenti e la successione apostolica; questo per fare capire la gravità di quanto accaduto. Pur potendo comprendere la buona volontà dei gesti di distensione, non è così che si creano e fanno ecumenismo e dialogo, non è così che si sana uno scisma; se non è purtroppo possibile concelebrare tra cattolici e ortodossi/ortodossi orientali, in divisione tra noi ma comunque con successione apostolica e sacramenti, ciò vale ancora di più per chi è in stato di eresia e privo di successione apostolica e sacramenti (Tacendo poi delle persistenti ostruzioni e difficoltà contro, invece, la celebrazione della liturgia romana tradizionale)
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La stringata dichiarazione del vicario Capitolare della Basilica Laterana è in una lettera (immagine a lato) in cui esprime il suo "profondo rammarico" per la liturgia anglicana celebrata a San Giovanni in Laterano. L'episodio è stato causato da un "fallimento nella comunicazione". 

Così ne dà notizia Il Messaggero
“Vescovo anglicano dice messa al Laterano e siede sullo scranno del Papa, l'equivoco che imbarazza anche Bergoglio. Una cosa mai vista (e peraltro pare vietatissima). Non si è però trattato di un semplice testa coda ecumenico, piuttosto quello che appare come uno sfregio in realtà è solo un clamoroso equivoco dai contorni quasi comici, verificatosi per le falle evidenti nella catena di comunicazioni tra Londra e Roma” 

In ogni caso è un documento incoerente. Da un lato, si riferisce a questi eretici come "sacerdoti" e "vescovo"; ma ciò contrasta col fatto che gli Anglicani non hanno la successione apostolica. Tuttavia, offre una insolita affermazione di profondo rammarico affermando che il loro uso dell'altare era contrario alle norme canoniche. Certamente l'accaduto è contrario alla legge e all'insegnamento perenne della Chiesa. Pare però che non sia la prima volta che gli Anglicani abbiano avuto il permesso di "celebrare" nelle principali chiese in base ad alcune "norme" ecumeniche che lo avrebbero permesso. Se è così, perché il "rammarico" ora?
Non dimentichiamo che ad Assisi, nel 1986, furono concessi gli spazi sacri agli acattolici e ai pagani; il Dalai Lama ottenne la Chiesa di san Pietro dove, per i suoi riti sacri, pose una statua di Buddha sull'altare con due candele, gli stregoni africani sgozzarono sull'altare di santa Chiara dei polli e gli indiani d America danzarono in chiesa. Che sia frutto di negligenza o di un preciso piano ecumenico, come fu Assisi, l'evento del Laterano si inserisce nel triste e avvilente solco tracciato decenni or sono.

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