Mons. Paglia sul suicidio assistito
“Personalmente non praticherei l’assistenza al suicidio, ma comprendo che una mediazione giuridica possa costituire il maggior bene comune concretamente possibile nelle condizioni in cui ci troviamo.”
Parole che nella bocca di un politico, magari privo di forti convinzioni personali, possono anche starci.
Non è accettabile se a pronunciarle è l’arcivescovo Vincenzo Paglia presidente della Pontificia accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II.
Non è accettabile perché quando tu, con quel ruolo, parli di questi temi non esiste un “personalmente io non lo farei”.
Esiste ciò che va fatto e ciò che non va fatto, al di là delle singole situazioni che meritano compassione e rispetto ma non possono modificare la verità dei fatti.
Quasi divertente poi il giustificare questo atteggiamento “personalistico” della morale richiamando il concetto di “bene comune”, una contraddizione in sé.
Ma da cattolico, che dovrebbe seguire Paglia &Co come pastori, mi chiedo cosa debba dedurre da un argomento del genere.
Non serve neanche che me lo chieda, risponde direttamente lui: “La Chiesa cattolica non [ha] un pacchetto di verità prêt-à-porter, preconfezionate, come se fosse un distributore di pillole di verità. Il pensiero teologico si evolve nella storia, in dialogo con il Magistero e con il vissuto del popolo di Dio […], in una dinamica di reciproco arricchimento. […] Il contributo dei cristiani si dà all’interno delle differenti culture, né sopra – come se essi possedessero una verità data a priori – né sotto – come se i credenti fossero portatori di un’opinione rispettabile, ma svincolata dalla storia, «dogmatica» appunto, dunque inaccettabile –”.
E allora, ragazzi, tanto vale…
[NB ovviamente la conclusione è provocatoria: “tanto vale” un corno, questi sono solo cattivi maestri, che non vanno seguiti e vanno contestati, quando non spernacchiati… finché Qualcuno non si stuferà e ci penserà in prima persona; sarà allora che vedremo, e vedranno anche loro, la Verità che ama e che noi amiamo, come possiamo]
(Federico Michielan)
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