Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis custodes e sui Responsa. Della riforma della Curia con il preannunciato documento pubblicato ieri, Praedicate Evangelium e il precedente Fidem servare, abbiano parlato qui - qui - qui.
Roma ha perso la testa.
Se mons. Lefebvre diceva che "Roma ha perso la fede" oggi possiamo dire che ha perso pure la testa.
Nel 2007 /(col Summorum pontificum di Benedetto XVI) viene inventata la definizione di "forma straordinaria" del rito romano, ma il medesimo testo legislativo che introduce tale definizione afferma che il messale antico non è mai stato abrogato. Abbiamo dunque una forma liturgica che era l'unica per secoli e secoli diventare improvvisamente "straordinaria" pur non essendo mai stata soppressa mentre un nuovo messale che non sopprime quello precedente diventa "forma ordinaria"!
Nel 2021 (con Traditionis custodes di Bergoglio) viene cancellata la definizione di "forma straordinaria", che diventa solo concessione provvisoria finalizzata unicamente a portare i fedeli a seguire esclusivamente il messale nuovo.
Nel 2021 però non viene contestata né modificata l'affermazione che il messale antico non sia mai stato abrogato. Dunque c'è un messale mai abrogato che però... non si può usare e se qualcuno si azzarda a farlo è severamente punito!
Nel 2022 ricompare nuovamente l'espressione "forma straordinaria" per riferirsi al messale preconciliare. L' Art. 93 della Costituzione Praedicate evangelium [qui], quanto al nuovo Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, recita: "Il Dicastero si occupa della regolamentazione e della disciplina della sacra liturgia per quanto riguarda la forma straordinaria del Rito romano".
Roma cioè dimostra che non solo non sa gestire il suo rito, non solo che in ambito liturgico (solo in quello?) sa solo pasticciare, ma dimostra pure di non saper neppure armonizzare le singole espressioni che usa nei documenti che pubblica, e coi quali pretende di governare la liturgia! Insomma Roma non solo ha perso la fede ma pure la testa. Giustino. - Fonte: Lo spigolatore romano
Nel 2007 /(col Summorum pontificum di Benedetto XVI) viene inventata la definizione di "forma straordinaria" del rito romano, ma il medesimo testo legislativo che introduce tale definizione afferma che il messale antico non è mai stato abrogato. Abbiamo dunque una forma liturgica che era l'unica per secoli e secoli diventare improvvisamente "straordinaria" pur non essendo mai stata soppressa mentre un nuovo messale che non sopprime quello precedente diventa "forma ordinaria"!
Nel 2021 (con Traditionis custodes di Bergoglio) viene cancellata la definizione di "forma straordinaria", che diventa solo concessione provvisoria finalizzata unicamente a portare i fedeli a seguire esclusivamente il messale nuovo.
Nel 2021 però non viene contestata né modificata l'affermazione che il messale antico non sia mai stato abrogato. Dunque c'è un messale mai abrogato che però... non si può usare e se qualcuno si azzarda a farlo è severamente punito!
Nel 2022 ricompare nuovamente l'espressione "forma straordinaria" per riferirsi al messale preconciliare. L' Art. 93 della Costituzione Praedicate evangelium [qui], quanto al nuovo Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, recita: "Il Dicastero si occupa della regolamentazione e della disciplina della sacra liturgia per quanto riguarda la forma straordinaria del Rito romano".
Roma cioè dimostra che non solo non sa gestire il suo rito, non solo che in ambito liturgico (solo in quello?) sa solo pasticciare, ma dimostra pure di non saper neppure armonizzare le singole espressioni che usa nei documenti che pubblica, e coi quali pretende di governare la liturgia! Insomma Roma non solo ha perso la fede ma pure la testa. Giustino. - Fonte: Lo spigolatore romano
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