giovedì 31 marzo 2022

Vaticano, IOR rompe il fronte anti-rublo? Notizia in attesa di conferma.

Riprendo da Stilum curiae una notizia interessante sul fronte della guerra russo-ucraina, e della guerra economica che ne è seguita, tratta da un programma radio in inglese, Hal Turner [qui]. Di seguito sono riportate alcune frasi di un commento de Il Sussidiario.

Una notizia dell’ultima ora dall’Europa, mercoledì, afferma che la Banca Vaticana ha già trasferito dieci milioni di euro alla Banca Centrale della Russia, per comprare rubli, da usare per pagare il gas naturale russo.
Questo passo del Vaticano va direttamente contro le sanzioni dell’Unione Europea imposte alla Russia per la situazione in Ucraina.
Altre nazioni europee seguiranno l’esempio del Vaticano e faranno lo stesso? Il mondo saprà entro 48 ore. Questa è la scadenza imposta dalla Russia per iniziare il pagamento del gas naturale e del petrolio in rubli, perché non ci si può fidare che l’UE e gli USA trasmettano euro o dollari come pagamento del gas russo.

Da Il Sussidiario.net:
La notizia circola ormai da ore sul web e su diverse agenzie internazionali: «La Banca del Vaticano (segnatamente lo Ior, ndr) ha trasferito 10 milioni di Euro per acquistare rubli dalla Banca Centrale di Russia per pagare il Gas». Serve ovviamente attendere dalle rispettive parti se vi sia la piena conferma di tale “scoop” ma qualora fosse vero qualcosa davvero potrebbe cambiare nello scenario internazionale: dopo la minaccia-ultimatum di Putin ai rivali occidentali degli scorsi giorni – «o avverrà il pagamento del gas in rubli o verranno chiusi i rubinetti» – il Vaticano sarebbe stato il primo Stato al mondo ad acconsentire a tale richiesta della Russia, morsa dalle sanzioni internazionali e “costretta” a giocare il braccio di ferro sul fronte energetico. Per ora abbiamo solo conferma che la Santa Sede si sia mossa per acquistare 10 milioni di euro in rubli (circa 935 milioni di rubli, al cambio attuale): che questo possa voler dire che sia pronta a pagare il gas, altre materie prime o scambi commerciali sulla rotta Vaticano-Russia, resta un dato comunque importante.

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