Una visuale interessante sulla guerra in Ucraina dall'Osservatorio Card. Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa. Vedi precedenti a partire da qui.
Europa - Occidente, News Ucraina:
rompere la cornice, prima che sia troppo tardi
Il “frame”, la cornice
La cornice ucraina
Quando c’è un evento di grande portata, che coinvolge grandi movimenti di potere e di denaro, che ha fonti di notizie fisicamente lontane (e quindi gestite solo da rilanci di agenzia) oppure inaccessibili per il popolo normale (e quindi gestite solo dagli “esperti”), i grandi media cartacei e televisivi (ora autodefinitisi “editori responsabili”) hanno qualche giorno di assestamento e poi confezionano il “frame”, la cornice dalla quale nessuno può sfuggire.
Tutto ciò che dicono e scrivono gli “editori responsabili” sta in queste cornici. Il dissidente in TV viene progressivamente espulso: ne conservano solo alcuni, per rappresentanza.
Il destino dei dissidenti in TV è quello di essere sovrastati (proporzione 5 a 1 in trasmissione) oppure sbeffeggiati (libertà di ironia e di insulto da parte degli altri partecipanti).
In questo modo gli “editori responsabili” cessano di essere informazione, ma sono semplicemente il filtro per espellere le idee e per confezionare una versione precotta, fatta normalmente di slogan.
La cornice ucraina
La cornice ucraina è semplicissima: «Ogni Stato può aderire all’alleanza che vuole // noi democratici siamo buoni // Putin l’autoritario è cattivo // il discorso di Putin per l’inizio della guerra è “delirante” // l’integrità territoriale è sacra».
- Mattarella ha ricominciato l’uso della parola “inaccettabile”.
- È iniziato il teatrino televisivo del “tutti unanimi, tranne uno al massimo per ogni trasmissione”.
- È iniziata l’esposizione del “dolore ucraino occidentale”, dimenticando che da 8 anni c’è un “dolore ucraino orientale”.
- Draghi era da tempo preparato alla guerra (nuovo “stato di emergenza” per 3 mesi, così ci raccordiamo direttamente col covid).
Rompere la cornice, prima che sia troppo tardi
Noi, mammolette occidentali, ci crediamo amanti della pace.
Tornano le “bandiere della pace”
Spezzata la cornice, è tempo di studiare
Chi non vuole studiare ha sempre un’alternativa. Va su Youtube, fa partire
https://www.youtube.com/watch?v=Et8eiLURIFk
poi, al minuto 1 e 38” si alza in piedi e si mette a cantare: «e sempre in fila per tre // marciate tutti con me // e ricordatevi i libri di storia // noi siamo i buoni e perciò // abbiamo sempre ragione // andiamo dritti verso la gloria».
Così la questione è chiusa in un attimo. Poi si accende la TV. Dentro la cornice, sempre.
Giovanni Lazzaretti - Fonte
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
Noi, mammolette occidentali, ci crediamo amanti della pace.
1999: la NATO bombarda Belgrado per favorire il distacco del Kosovo dalla Serbia; abbiamo creato uno stato mussulmano in Europa.
2001: USA, Gran Bretagna, Canada, Australia, invadono l’Afghanistan, col pretesto delle Torri Gemelle, dalle quali i Talebani si sono sempre chiamati fuori. 20 anni di guerra. Persa.
2003: Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Polonia invadono l’Iraq, avendo come motivazione la bugia delle “armi di distruzione di massa” (mai trovate, essendo inesistenti). Da 733.000 a 1.446.000 morti. Finita la fase dell’invasione nel 2011, inizia la fase dell’ISIS.
2011: La NATO realizza la “no-fly-zone” a modo suo, distruggendo la Libia. Il paese più prospero dell’Africa, con un Indice di Sviluppo Umano (ISU) superiore a 10 stati europei, diventa sede di destabilizzazione e di guerra permanente fino a oggi.
2011: Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna supportano i cosiddetti “ribelli moderati” in Siria. La Siria è distrutta, ma ancora il presidente Assad regge. Nel 2013 Obama era pronto a fare della Siria ciò che fecero della Libia. Fermato dalla giornata di preghiera e digiuno indetta da Papa Francesco? Chissà.
Siamo (1) i maggiori produttori di cadaveri in giro per il mondo. La cornice si può quindi rompere con questi passaggi.
«Ogni Stato può aderire all’alleanza che vuole». Vero, chi può impedirlo? Ma se l’alleanza a cui aderisci ha mostrato in passato un’indole aggressiva e violenta, l’aderirvi “contro” qualcuno è un atto di ostilità e di pre-guerra.
«Noi democratici siamo buoni // Putin l’autoritario è cattivo». A parte l’azzeramento della democrazia attuato durante il covid in Italia, noi democratici NON siamo i buoni. Per maggiori informazioni chiedere in Siria sotto embargo da 11 anni. Chiedere in Libia. Chiedere in Afghanistan. Chiedere in Iraq.
«Il discorso di Putin per l’inizio della guerra è “delirante”». Il titolo “delirante” lo trovate in 206.000 siti. Altri 183.000 hanno la variante “raggelante”. La realtà è che nessuno lo ha letto, mentre è un buon discorso di geopolitica, che descrive tra l’altro cosa l’Occidente avrebbe dovuto fare dopo la calma fine dell’URSS.
«L’integrità territoriale è sacra». Sì, come no. A Siria, Libia, Afghanistan, Iraq, aggiungere anche la Serbia per ulteriori informazioni.
Tornano le “bandiere della pace”
Tornano le “bandiere della pace” arcobaleno. Esplosero nel 2003, quando l’attaccante era Bush. Tacquero nella radiosa era Obama, Nobel per la pace, quando la Libia veniva distrutta. Tornano quando l’attaccante è Putin.
“Pace senza se e senza ma” era lo slogan 2003. Smentito lo slogan con la guerra di Libia, della cui distruzione nessuno si interessò, oggi quelle bandiere ritornano, ma sono poco più che stracci.
Si svegliano anche i sonnolenti sindacati: «Non vogliamo più bandiere neonaziste» Sono comparse due giorni fa nella manifestazione che era organizzata dai sindacati: «Ora bisogna vigilare». Non si sono ancora resi conto a Reggio Emilia che Pravyj Sektor e le sue bandiere sono parte in causa nella guerra del Donbass da 8 anni?
Spezzata la cornice, è tempo di studiare
Spezzare la cornice è la precondizione necessaria. Altrimenti saremo lì a guardare la TV credendo per l’ennesima volta che ci stia dicendo la verità. Dopo due anni di bugie sul covid, è possibile crederci ancora?
Se anche le cose che ci fanno vedere fossero vere, sono ugualmente false perché non fanno mai vedere la controparte. Se vedo il dolore di una donna ucraina occidentale sul TG1, mentre per vedere il dolore di una donna ucraina orientale devo andare su “ArezzoNotizie”, capite che la disparità di trattamento è violenta.
Cosa vuol dire studiare? All’inizio significa raccogliere la cornice vera, ossia l’insieme di nomi, luoghi, date, avvenimenti. Parametri, senza alcun giudizio. Per questa prima cernita Wikipedia è utilissima. Quindi ho scaricato:
- Elezioni parlamentari ucraine dal 1994 al 2019
- Elezioni presidenziali ucraine dal 1991 al 2019
- Rivoluzione arancione 2004, rivoluzioni colorate varie
- Euromaidan 2014, strage di Odessa
- Guerra del Donbass 2014-2022
- Accordi di Minsk, gruppo di contatto Trilaterale sull’Ucraina
- Gasdotto Nord Stream 2, Morawiecki (il “banchiere” che guida la Polonia)
- Azarov, Janukovic, Juscenko, Kucma, Ostrovsky, Turcynov, Tymoscenko, Zelenskyj
- Pravyj Sektor, Brigata Azov, Stepan Bandera
Chi non vuole studiare ha sempre un’alternativa. Va su Youtube, fa partire
https://www.youtube.com/watch?v=Et8eiLURIFk
poi, al minuto 1 e 38” si alza in piedi e si mette a cantare: «e sempre in fila per tre // marciate tutti con me // e ricordatevi i libri di storia // noi siamo i buoni e perciò // abbiamo sempre ragione // andiamo dritti verso la gloria».
Così la questione è chiusa in un attimo. Poi si accende la TV. Dentro la cornice, sempre.
Giovanni Lazzaretti - Fonte
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
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NOTE
(1) Uso il plurale perché non mi chiamo fuori. Non è colpa mia ciò che FA l’occidente. E’ colpa mia ciò che NON FACCIO come cattolico: preghiera e digiuno costante per la pace.
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